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Autore: Aine Walsh    19/01/2011    6 recensioni
«So cosa possiamo fare!» esclamò d’un tratto Meth balzando a sedersi.
«Cosa?» domandarono all’unisono Thomas e Jacob, incuriositi.
«Giochiamo alla guerra», più che una domanda, la frase sembrò un obbligo.
«Bene, ora decidiamo i ruoli» sentenziò il bambino biondo «Io sono il Fuhrer, Jake è… Mmm… Il grassone italiano…».
«Mussolini» lo corresse Jacob.
«Mussolini» riprese Meth «E Tom è Churchill».
Genere: Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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World War II

La guerra agli occhi dei bambini

 

Berlino, 1943

 

Era una normale, mite e tranquilla domenica mattina di primavera.

Il sole splendeva alto nel cielo terso, dando ai cittadini tedeschi residenti nella capitale una piacevole sensazione di pace e tranquillità, nonostante il clima sociale fosse uno dei più terribili e atroci della storia dell’umanità.

 

Quel giorno, Emmeth uscì di casa correndo.

Aveva fretta di raggiungere i suoi due amici, Thomas e Jacob, che lo aspettavano al solito parco, sotto la solita quercia.

 

Quando fu per raggiungerli, domandò a gran voce da lontano: «Cosa facciamo oggi?».

«Io ho portato le biglie» disse prontamente Jacob agitando il sacchetto davanti agli occhi dell’ormai vicino Meth.

«Ma io non voglio giocare con le biglie!» protestò ancora una volta Tom.

«E cosa vorresti fare?» gli domandò Emmeth.

«Io voglio fare un giro in bici».

«La bici? Di nuovo?» strillò spazientito Jacob.

«Si. Devo diventare forte, così quando sarò grande vincerò tutte le gare» rispose Thomas soddisfatto, come se volesse penalizzare la mancanza dell’amico.

«Però Jake ha ragione, Tom: non possiamo sempre andare in bici».

«E allora cosa facciamo?» chiese deluso il bambino.

«Possiamo andare a casa della signora VonBernstein…» propose Jacob ridendo già all’idea di far dare di matto all’anziana signora.

«Si, così suo figlio prende di nuovo il fucile e stavolta, invece di sparare al cielo per spaventarci, spara a noi!» lo riprese Emmeth.

 

Non avendo nessuna idea, i tre amici si sdraiarono sull’erba, la soffice, umida e verde erba, all’ombra dell’enorme quercia, e stettero in silenzio a fissare le poche nuvole bianche che macchiavano il cielo azzurro.

 

«So cosa possiamo fare!» esclamò d’un tratto Meth balzando a sedersi.

«Cosa?» domandarono all’unisono Thomas e Jacob, incuriositi.

«Giochiamo alla guerra», più che una domanda, la frase sembrò un obbligo. Ma nessuno dei due bambini sembrò accorgersene, tanto che furono entrambi favorevoli all’idea e accettarono subito senza replicare.

«Bene, ora decidiamo i ruoli» sentenziò il bambino biondo «Io sono il Fuhrer, Jake è… Mmm… Il grassone italiano…».

«Mussolini» lo corresse Jacob.

«Mussolini» riprese Meth «E Tom è Churchill».

«Ehm… Chi è Churchill?» domandò timidamente il più piccolo del gruppo.

«Il grassone inglese» rispose indifferente Emmeth.

«No!» iniziò a urlare Thomas «No, no! Io non voglio fare il cattivo!».

«Va bene… Se vuoi, puoi fare l’ebreo…» propose ancora il leader del trio.

«No, l’ebreo no! Gli ebrei sono brutti, cattivi e puzzano! Anche Churchill è brutto e cattivo!».

«E chi vorresti essere tu?» domandò piano Jacob.

«Io voglio essere Hitler» rispose deciso.

«Ma tu non puoi fare Hitler!» esclamò stupito Meth.

«Perché no?» domandò Jacob.

«Perché lui è piccolo! Io sono grande e devo fare Hitler» ribatté il biondo.

Sentite queste parole, il piccolo Thomas iniziò a piangere un pianto disperato, cercando di dire “è ingiusto” fra i tanti singhiozzi.

«Hai visto cosa hai combinato?».

«Si, ma ho ragione. Io sono più grande, ho undici anni e sono anche biondo, perciò qui scelgo io» gridò indispettito Emmeth.

«E’ così? Alzati, Tom, andiamo. Non vale la pena restare qui con qualcuno che parla male della nostra stessa razza» decise Jacob prendendo per mano il bambino. «Che fine ha fatto il tutti insieme contro gli sgorbi che insozzano il mondo? Chi si comporta male con un ariano, non è ariano!» esclamò infine allontanandosi con il bambino al seguito.

 

Emmeth restò colpito da quelle parole. Non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte del suo amico.

Sbuffò, e poi si mise a correre dietro le due ombre dicendo: «Va bene, va bene. Per stavolta» evidenziò bene la parola «Tom può essere il Fuhrer».

Non era affatto contento di quella situazione, ma cercò di dimostrarsi accondiscendente, come fanno gli adulti maturi con i bambini piccoli e immaturi, pensò.

Gli occhi del piccino si illuminarono. «Davvero?» domandò sorpreso.

Meth chinò il capo in segno di approvazione e continuò: «Quindi, io sono Mussolini…».

Jack lo interruppe tossicchiando rumorosamente.

Il biondo alzò gli occhi al cielo e disse: «Volevo dire, Jacob fa Mussolini ed io…» sospirò «Churchill».

«Se vuoi, puoi fare l’ebreo» ridacchiò Thomas.

«No, grazie. Preferisco essere un cattivo umano e civile piuttosto che una bestia» fu la risposta.

«E’ deciso, allora» proclamò Jacob «Tre, due, uno…».

«Guerra!» esclamarono in coro i tre.

 

 

Alan's Corner: Ammetto che non è un granchè (ovvimente)...

Ho avuto l'idea e l'ho scritta di getto... E credo che alcune cose siano troppo esagerate.

Non mi stupirebbe affatto non ricervere alcuna rencesione (mi stupirei, anzi, del contrario).

Grazie a chiunque sia anche solo passato

  
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