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Autore: Seele    19/01/2011    8 recensioni
Guardando Twilight mi sono subito accorta di un ragazzo bellissimo e bravissimo e ho voluto saperne più di lui. Ho scoperto che è una persona gentile, educata, simpatica, esattamente come il buon Carlisle, non potrei immaginarlo nei panni di un altro personaggio.
Ora voglio ringraziarlo per tutti i sorrisi che mi ha donato....e per avermi fatto vedere ogni singolo film della saga almeno una volta ogni due giorni, solo per vedere lui!
Grazie Peter...questa è per te.
Spero vorrete leggere questa fiction e recensirla...mi rendereste molto felice, e spero di emozionarvi e rendere felici anche voi quando leggerete le mie parole.
Che aspettate? Leggete la mia storia su una comune mortale che incontra un angelo in terra...Peter Facinelli! xD
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Facinelli
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti...quest' oggi ho deciso di cimentarmi con un nuovo genere di fanfiction...

Guardando Twilight mi sono subito accorta di un ragazzo bellissimo e bravissimo e ho voluto saperne più di lui. Ho scoperto che è una persona gentile, educata, simpatica, esattamente come il buon Carlisle, non potrei immaginarlo nei panni di un altro personaggio.

Ora voglio ringraziarlo per tutti i sorrisi che mi ha donato....e per avermi fatto vedere ogni singolo film della saga almeno una volta ogni due giorni, solo per vedere lui!

Grazie Peter...questa è per te.


            My little Peter



Un bambino, un piccolo Facinelli. Il suo ritratto, il suo maschietto, adorato e coccolato dalle sue tre figlie e da sua moglie. Un bambino che, certamente, sarebbe stato migliore di lui, che avrebbe portato avanti il suo cognome, sempre sorridente, sempre gentile, allegro ed educato, dolce e protettivo, una miglior copia del suo papà.

Quanto ci aveva sperato?

Ora l' aveva e non lo avrebbe mai saputo.


                                                                  ******


Che meravigliosa senzazione.

Sentivo il vento fra i capelli, l'adrenalina nelle vene, il motore rombare.

Sfrecciavo a tutta velocità per le strade di los Angeles, finalmente libera da tutto e da tutti.

Mia madre e mio padre erano appena partiti per New York, d' ora in poi abiteranno lì, realizzando il mio primo desiderio da diciottenne.

Evviva...ho diciotto anni! Mi credete se vi dico che non ce la facevo più a sentirmi “piccola”? E invece ora...

Evvai! Ora vado a cento all' ora. Tanto che mi frega? Sono maggiorenne!

Oddio....troppo veloceeeeeee!


                                                      ******


"Ben svegliata!”

Aprii gli occhi con difficoltà, mi sentivo mezza addormentata e confusa, mi girava la testa.

Quella voce...com' era melodiosa...allegra ma dolce e preoccupata al tempo stesso..dove l' avevo già sentita?

Mi sforzai di guardare la persona che avevo davanti, e rimasi scioccata. La bellezza del ragazzo che avevo di fronte era a dir poco incredibile.

Gli occhi erano verdi, scintillanti, penetranti e dolcissimi. I capelli castani, con un taglio bellissimo, santo cielo, quell' uomo era certamente la persona più bella su tutta la terra.

All' improvviso...lo riconobbi.

"Cosa ci faccio in macchina con te?!”

Lui sembrò visibilmente in difficoltà.

"Intendo, con Peter Facinelli. Io che sono solo una comune mortale.”

Peter rise. “Una mia fan”, commentò, poi mi guardò negli occhi, con un sorriso.

"Anch'io sono un comune mortale”, disse, “e, come tale, ho dei sentimenti.”

Mi accigliai, forse per reazione alla sua bellezza disarmante, forse perchè non mi ricordavo assolutamente niente.

"Cosa è successo?”, chiesi confusa.

"Sei caduta dal motorino”, spiegò lui, guardando la strada, continuando a guidare la macchina. “Un pirata della strada ti ha quasi messo sotto. Per tua fortuna, io passavo per quel vicolo per arrivare prima a casa. Ero l' unico testimone dell' incidente, che per poco non si è trasformato in tragedia. Dovresti guidare più razionevolmente, ragazzina. Un' altro poco e ci lasciavi la pelle.”

Storsi il naso.

"Per favore, non mi fare la predica. Mi sono appena liberata dei miei genitori.”

Frenò la macchina di colpo. “Che cosa?!”, esclamò. Lo guardai senza capire.

"Mi sono appena liberata dei miei genitori”, ripetei, “sono andati a New York una settimana fa, il giorno del mio compleanno.”

"Quanti anni hai? Sei troppo piccola per restare da sola a casa, immagino avrai dei fratelli, o qualcosa del genere.”, suppose lui. Sembrava pensieroso.

"Ho diciotto anni”, risposi, infastidita. “E, comunque, sono figlia unica.”

Mi fissò negli occhi. “Come ti chiami?”, mi chiese. Non era mia abitudine rivelare certe informazioni personali, ma lui mi guardò con uno sguardo così dolce e penetrante che non potei fare a meno di rispondere di getto.

"Chiamami Martha”, risposi, tentando con tutta la mia forza di sembrare misteriosa. Lui sorrise, stando al mio gioco. Dio, che bel sorriso!

"Chiamami Peter”, sussurrò, riuscendo a sembrare molto più affascinante di me, guardandomi di sottecchi, con un sorriso misterioso sulle labbra. Rimasi per qualche secondo a fissarlo quasi a bocca aperta, poi lottai contro me stessa per ricompormi e emisi un sospiro infastidito.

"E' facile per te, tu sei un attore”, dissi roteando gli occhi. Lui rise, divertito, poi mi guardò negli occhi di nuovo.

"E' un bel problema”, sospirò. Lo guardai accigliata.

"Non tutti abbiamo il talento della recitazione”, dissi scettica. Peter rise di nuovo, ma stavolta la sua risata era un po' nervosa.

"Non mi riferisco a questo”, spiegò, “ma al fatto che abiti da sola...e che hai appena preso una bella botta in testa.”

Non mi andava di fare da terzo incomodo. “Accompagnami all' ospedale, allora. Così ci accertiamo che io non abbia niente e puoi lasciarmi andare.”, suggerì. Lui sorrise, guardandomi negli occhi, suggerendomi qualcosa.

"Oh, no! Non mi dire che l' hai già fatto!”

Rise.

"Ma stavo dormendo! Come...”

"Sei leggera”, m' informò senza smettere di ridere. Lo fissai senza parole. “Mi hai...portato in braccio...in ospedale?!”, esclamai. Lui mise in moto la macchina e inziò a guidare.

"Dove stiamo...”

"A casa mia”, m' interruppe lui, con un sorriso.

"Oddio! Mi sono fatta male?”, chiesi, riferendomi all'incidente.

"No”, rispose lui, “ma il dottore ha detto che bisognerebbe svegliarti ogni tre ore per almeno due giorni e essere certi che tu sia cosciente, che il tuo cervello funzioni come deve.”

"Metterò la sveglia”, risposi scettica.

"Non se ne parla”, disse Peter. “Ora tu vieni a casa mia, chiami i tuoi genitori, dici loro di tornare qui a Los Angeles e, quando ritornano, allora, e solo allora, te ne torni a casa tua.”

"Uffa”, borbottai. Non che non mi andasse di stare per qualche giorno a casa Facinelli...ma non mi andava di conoscere anche le sue figlie e sua moglie. Improvvisamente mi ricordai di loro.

"E tua moglie?”, chiesi. Lui mi guardò con aria colpevole.

"Non lo saprà.”

"Ma mi vedrà”, dissi, accigliata. Peter sospirò.

"No. Non ti vedrà nè lei, nè le mie figlie. Sono partite stamattina per la California...staranno lì per un mese, almeno.”

Penso che non respirai per un minuto buono.

Io. E. Peter. Insieme. Soli. Per qualche giorno, certo, ma già consideravo un miracolo il fatto d' essere in macchina con lui.

"Forse è meglio se chiamo subito i miei genitori”, dissi nervosa, “loro sono molto ansiosi, neppure rispondono alle telefonate dei numeri che non conoscono.”

"Oh, cavolo”, mormorò Peter, “un' altra complicazione.”

"Cosa c' è?”, chiesi, cercando nella tasca dei jeans il mio cellulare. Non lo trovai.

"Dove...”

"E' rimasto sul luogo dell' incidente”, mi anticipò lui, con aria nervosa. “In frantumi”, aggiunse, prima che io potessi aprir bocca.

"Dovrò comprare un' altra scheda con lo stesso numero e un altro cellulare”, borbottai arrabbiata. “Fantastico.”

"Dovremo”, mi corresse lui, ritornando a sorridere.

Impossibile che volesse realmente stare con me. Secondo la mia teoria, stava solo cercando di mostrarsi gentile.

"Mi spieghi perchè hai un così grande desiderio di rendere anche tuoi i miei problemi?!”

Ecco qui....finito il primo capitolo.

Ringrazio in anticipo chi ha letto questa fiction, ancora agli inizi, e chi recensirà il capitolo, rendendomi molto felice e stimolandomi a continuare.

Per eventuali incongruenze, o consigli, o correzioni, vi prego di contattarmi o di recensirmi.

Un bacio,

                                                     Videl241097

  
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