Don Abbondio era un tipo ordinario e di abitudini quotidiane (massì, diciamo pure senza pretese che era un vecchio rompiballe). Quel pomeriggio stava passeggiando come suo solito tenendo in mano il rosario, per pregare di avere qualche chance con la monaca sexy che era entrata nel convento della città. Spostava tranquillo i sassi che gli si paravano davanti, perchè l'ultima volta che era caduto si era fratturato tre costole e una mano e sicuramente non voleva ripetere la cosa.
Come avete sicuramente capito, Don Abbondio non era certo un cuor di leone perchè preferiva cento anni da pecora piuttosto che uno da leone. - La vita è così breve che va assaporata, lentamente...- soleva dire mentre sorseggiava il vino di campagna e accanto a sè proteggeva con tanta cura una rivista porno.
Era, si può dire e affermare tutt'ora, un vaso di terracotta costretto a viaggiare con vasi di ferro. Povero lui, che gran tragedia! Io sono costretta ad andare a scuola e sorbirmi i Promessi Sposi!
Comunque, il caro vecchio rompiballe Don Abbondio non apparteneva a nessuna delle classi sociali che potessero aiutarlo a rimanere una nullità quale che è adesso, e pensò bene allora di farsi frate.
Anche lui, infatti, era un essere umano, ma molto molto lunatico.
Infatti, quando era stanco di leccare le scarpe ai superiori, iniziava a delirare con quei poveri frati che non potevano fare assolutamente nulla per calmarlo, in quanto mancavano le pillole antidepressive.
In questo bel pomeriggio, Don Abbondio camminava lentamente per la sua strada, quando notò due uomini poco raccomandati che lo stavano aspettando in cima alla salita. Non sapendo che cosa fare, stupido com'era, andò loro incontro.
-Signor curato?- disse un uomo.
- Certo, sono io ditemi!- rispose.
-Siamo della Vodafone, ha già provato le nostre offerte dell'ultimo mese? 2 cent. per ogni chiamata a un operatore diverso dal suo!-
Don Abbondio li mandò a quel paese e cercò di passare attraverso il varco lasciato dai due.
-Aspetti! Il mio bravo compagno (e anche partner..Oh sì, soprattutto quello!) voleva intendere che il matrimonio tra Lucia e Lorè non s'ha da fare!-
-Scusi, che ha detto nell'ultima frase?-
-Non s'ha da fare, NON S'HA DA FARE! Ma lo capisce il dialetto?! Non deve celebrare il matrimonio!-
Alchè Don Abbondio, dopo questa intimazione, incominciò a borbottare frasi in latino sembrando ancora più pazzo di quanto avesse voluto dare a vedere.
- Se non fa come diciamo...Comprende?- disse il bravo, guardandolo minacciosamente.
Don Abbondio sapeva bene delle torture inflitte da Don Rodrigo. Ti faceva legare in una stanza rosa piena di pupazzi di Hello Kitty e dovevi fissarli per ore..per ore..per ore...
-Sì, sì, esattamente tutto chiaro!- esclamò il curato, e corse subito a casa da Perpetua.
Perpetua, dovete sapere, era la sua servetta che faceva sia gli affari di Don Abbondio che i suoi.
Aveva passato i quaranta, ed era una vecchia zitella pettegola. Infatti, diceva di aver rifiutato due pretendenti, mentre tutti giù al paese sapevano che neanche il suo cane l'aveva voluta (infatti era morto di rabbia).
Don Abbondio salì le scale di corsa e salutò in fretta Perpetua, che vide che qualcosa non andava.
-Che c'è, signor curato? Ancora problemi di vescica?-
-Ah, fossero questi i veri problemi! Sono stato minacciato dai bravi di Don Rodrigo! Però, servetta mia, mi devi promettere di non raccontarlo a nessuno!-
Perpetua  intanto stava già meditando la scritta sui cartelloni pubblicitari.
-Ditemi, mio signore, non potete provare a parlarne con i vostri superiori?- disse lesta.
- Ma sei pazza? Mi odiano talmente tanto che mi manderebbero a morte all'istante! Che idee balzane che passano per la tua testa! Ah..Sono molto stanco, credo che mi ritirerò nelle mie stanze...- e così dicendo, si allontanò da Perpetua cercando di non pensare all'orribile visione di Hello Kitty.



Ecco qua! Un altro capitolo appena sfornato, tutto per voi!
Divertitevi a leggerlo!