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Autore: FuoriTarget    19/01/2011    7 recensioni
[Andre con un sorriso malefico si fece ambasciatore per tutti: -Non siamo mica idioti: Manu è cotto come una bistecca alla griglia- ...
-Non gli abbiamo detto nulla perchè lo conosciamo, sappiamo che manderebbe tutti al diavolo- ...
-La sera della tua festa, quando lei è salita sul tavolo a ballare, credevo che gli sarebbe esplosa la testa- tutti risero in coro con lui.
-Sei mesi... e non hanno mai detto nulla!?- ... ]
Manuel e Alice, due universi che si scontrano in una Verona ricca e piena di pregiudizi. Un rapporto clandestino nascosto a tutto il resto del mondo che si consuma lentamente, una passione ardente che diventerà dipendenza vera e propria.
E forse, se il Fato lo permetterà...Amore.
Ebbene si postato il capitolo 18!! Gelosia portami via...
In corso revisione "formale" dei primi capitoli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap13
So che non mi vedete da un pezzo ma forse sono tornata a pieno ritmo..vorrei averne la certezza. Ma in fondo ci sono un sacco di cose che vorremmo e che non si avverano.
Vi adoro solo per il fatto che state leggendo queste righe.
Consiglio: andate a rileggervi l'ultima parte del cap 12..così per rinfrescare la memoria prima di questo (sconvolgente) nuovo aggiornamento...





-13-






"Non avevo niente da offrire a nessuno
 eccetto la mia stessa confusione"
(J. Kerouac)



-Chi ti ha detto cosa?-
Alice alzò le spalle sfoderando le sue doti sceniche migliori: -Non sono tenuta a dirtelo, e poi che importa il chi? Per il cosa invece è facile, sono stata messa al corrente della versione ufficiale, quella che sanno tutti.-
Aggrottò le sopracciglia di fronte a quella risposta così vaga.
-E allora non hai bisogno di sapere nient'altro..- replicò abbandonandosi con le spalle al muro e la braccia incrociate.
Era diventata talmente brava a leggerlo che intuì subito dalla posizione che non le avrebbe più detto nulla se fosse dipeso da lui.
-Bisogno non senso più comune del termine forse no, ma lo voglio sapere! E sopratutto lo voglio sapere da te!-
Aveva fatto un grosso azzardo ad alzare il tono, e le conseguenze si videro subito: -Non c'è un cazzo da sapere Alice, chiaro!?! Sono fatti miei! Tu non centri nulla e stanne fuori finché puoi!!-
-Perché? Dammi delle risposte porca vacca!-
-No!-
Nell'impeto della conversazione entrambi si erano alzati, ed erano finiti a fronteggiarsi faccia a faccia a meno di un metro l'uno dall'altra.
-Non mi interessa quello che vuoi tu! Io devo sapere, non voglio essere lasciata fuori da nulla che ti riguardi!- Alice si era fatta leggermente indietro nel momento in cui aveva percepito la sua vicinanza effettiva, e perdipiù aveva pure smorzato la voce nel tentativo di prenderlo con le buone.
-Perché?- fu la più che lecita replica di Manuel che la guardava fremendo.
Era davvero curioso di sapere cosa avrebbe risposto. Si sarebbe scoperta? Avrebbe messo tutte le carte in tavola?
-Perché ti interessa? Non stiamo più insieme, anzi se è per questo non siamo mai stati assieme.-
Non era la prima volta che le diceva una cosa del genere eppure le fece sempre e comunque lo stesso effetto: le lacrime vacillarono sul punto di esondare, ma le bloccò con un respiro profondo concentrandosi sulla risposta che avrebbe voluto dargli.
-Io ci tengo a te. Per qualche motivo assurdo, ti voglio bene. Anche se ambigua, senza ragioni e più incasinata che altro, io e te abbiamo avuto una relazione se così si può dire, e questo non puoi negarlo. Ecco perché voglio la verità!-
Manuel trasecolò facendo uno sforzo inumano per nasconderle la sua reazione, mai si sarebbe aspettato una risposta così sincera e diretta.
Relazione. Quel termine non era mai venuto fuori prima, anzi evitavano accuratamente di dare nomi e definizioni al loro rapporto. Nessuno si era azzardato ad affibbiare all'altro termini di possessione, per lui Alice era solo Alice.
Ne la sua ragazza, ne la sua migliore amica, ma nemmeno solo un amante, Era tutto e molto di più allo stesso tempo. Senza nome, senza definizione.
Forse era arrivato il momento di metterla alla prova.
-Bene!-
Si voltò ad aprire l'armadio un passo dietro di lui, chinandosi poi al secondo cassetto. Alice lo studiò con attenzione tornado seduta sul bordo del letto. Accavallò le gambe in tensione, un groppo d'ansia le impediva quasi di respirare regolarmente.
L'ora della verità era arrivata: niente più segreti, fughe o malintesi. Il momento in cui avrebbero raggiunto un punto di equilibrio, insieme o lontani che fosse almeno le cose sarebbero state chiare.
Seguì con attenzione il frusciare dei vestiti che spostava evidentemente alla ricerca di qualcosa, poi d'un tratto senza preavviso le lanciò qualcosa. Non ebbe nemmeno il tempo di muoversi per afferrare l'oggetto che quello si depositò leggero sul lenzuolo proprio accanto alla sua mano.
In un primo momento non lo riconobbe per la mimetizzazione perfetta col candore del letto, ma bastò un attimo per associare quel piccolo quadrato di plastica al racconto di Jack.
-E' ciò che penso che sia?- mormorò con un filo di voce dopo un attimo di evidente smarrimento.
Manuel le si era avvicinato di un passo e se ne stava ritto davanti a lei, non alzò le sguardo per parlargli ne per ricevere la sua risposta, la sua attenzione era tutta per l'oggetto posato accanto alla sua mano.
-E' coca.- Due sillabe di puro orrore. -Una dose per due piste.-
La verità era lì. Ad pochi centimetri dalle sue dita.
E Manuel non era più il ragazzo che aveva sempre creduto.
La sua storia disastrata perse ogni valore davanti a quella bustina piena di polvere bianca. Le testa le si riempì di domande una più assurda dell'altra. Dove avesse trovato i soldi per quella roba, come faceva ad assumerla, quali fossero gli effetti, oppure se l'avesse mai visto fatto senza accorgersene. In bilico tra la voglia di scappare o di urlargli contro, finì col rimanere vigliaccamente in silenzio.
-Tu mi hai chiesto la verità! Ora lo sai, se sei soddisfatta per quanto mi riguarda puoi anche andartene. Oppure c'è altro che il tuo cervellino svelto vuole sapere?-
Non urlò, se mosse un muscolo per avvicinarsi o riprendersi la bustina.
Di tutto quello che aveva voglia di chiedergli (se avesse smesso innanzitutto...) nulla sembrava importarle o tentare di raggiungere le corde vocali per dare voce alle sue domande.
Qualsiasi particolare sarebbe stato fuori luogo, nulla aveva importanza. Jack le aveva detto di ricordarsi chi era Manuel, com'era stare con lui al di la di qualsiasi cosa avesse potuto dirgli. E fu questo che cercò di tenere a mente mentre si sforzava di produrre una reazione.
Cosa doveva fare? Avrebbe voluto avere un giorno una settimana per poterci pensare e poi dirgli qualcosa. Ma quel lusso non poteva permetterselo. Lui pretendeva una reazione. Se se ne fosse andata senza dir nulla l'avrebbe perso davvero per sempre.
-Manuel..- sussurrò faticando a sentire la sua stessa voce.
Non si mosse, così fu Alice ad alzare lo sguardo e alzarsi in piedi faticosamente.
La guardava e non la vedeva. Sentiva il cuore martellargli nei timpani in attesa di qualsiasi cosa sarebbe uscito da quelle labbra morbide e perfette. Non abbassò lo sguardo e incastonò gli occhi nei suoi in attesa.
-Cosa sono io per te?-
Avrebbe potuto chiedergli come avesse iniziato, perché o se avesse smesso. Ma Alice valutò che se avesse voluto dirglielo lo avrebbe fatto da se per questo gli aveva fatto l'unica domanda che sopra a tutte avesse un senso.
-Non lo so- rispose Manuel con una nota evidente di frustrazione nella voce. Forse se fosse stato meno stoico si sarebbe passato le mani sul volto vista la sua espressione.
-Bene, allora muoviti a scoprirlo perché è l'unica cosa importante e io non ho intenzione di aspettarti per sempre.-
Detto questo lo aggirò senza aspettare di vedere quale reazione le sue parole avessero provocato, con le spalle curve per il peso di quella mezz'ora in quella casa prese la via delle scale.
-Quindi e' tutta qui la tua curiosità? La tua fame di gossip è stata soddisfatta? Non vuoi sapere altro, per esempio se ho smesso o no? Sei venuta qui a pretendere una verità di cui non te ne frega niente, oppure la cosa ti disgusta al punto da andartene così? Sei così egoista e presuntuosa da interessarti a me solo in riflesso a quello che provo io per te?-
Aveva ascoltato tutto di spalle sapendo bene che lui non vedeva l'ora di sfogarsi così con lei, di rispondere a tutte le domande solo dopo che gli aveva mostrato la sua indifferenza alla cosa. Proprio per questo si voltò e gli sorrise.
-Ho sbagliato a costringerti a parlarmene. Quindi aspetterò che sia tu a volermelo dire. Per questo ti ho chiesto cosa sono io per te, quando l'avrai capito saprai anche se avrai abbastanza fiducia in me per dirmi tutta la verità.- quelle parole lo lasciarono talmente basito che sgranò gli occhi e non rispose nulla.
-A stasera.- lo salutò con una breve carezza su una spalla e gli voltò le spalle definitivamente.


"Tu a difendermi e farmi male
Sezionare la notte e il cuore
Per sentirmi vivo
In tutti i miei sbagli
"
(Subsonica)


Il ponte del 2 giugno era ufficialmente iniziato e prevedeva un programma inflessibile per il trio.
Dopo la discussione a casa di Manuel, Alice era rientrata in casa piangendo. La tensione che aveva accumulato l'aveva sfogata in un pianto senza freni sotto la doccia, non le piaceva piangere in quel modo così violento da scuoterla fin nello stomaco per questo si era rifugiata sotto il getto dell'acqua, in un certo senso era un compromesso con se stessa. Le lacrime si mischiavano con l'acqua e come si dice occhio non vede cuore non duole.
Finito di ricomporre il suo aspetto impeccabile, cominciò il rituale tour di preparazione a serate importanti: estetista manicure e parrucchiere.
La sera prima avevano sovvertito le abitudini del venerdì sera di baldoria: i ragazzi si erano rintanati tutti a casa Zonin con il condizionatore puntato su 17° e una cassa di birra nel frigo per vedere la finale di scudetto, mentre le ragazze a casa Aroldi avevano optato per un sushi d'asporto e una commedia romantica con Luca Argentero (il loro idolo erotico per antonomasia).
Verso mezzanotte i due gruppi si erano ricongiunti, ma Alice era fuggita a gambe levate dalla prospettiva di vedere Manuel in previsione della conversazione che si era rivelata ben peggiore di quel che immaginava.
In effetti quando l'aveva lasciato con la certezza che l'avrebbe rivisto alla cena che avevano organizzato Paolo e Charlie, non aveva minimamente pensato alla faccia di bronzo che avrebbe dovuto sfoderare e mantenere per tutta la serata.
Laura la raggiunse a metà pomeriggio e si fece raccontare tutto mentre Alice tentava di metter ordine nel caos primordiale del suo armadio in previsione del rientro dei suoi dalla crociera. Se sua madre avesse trovato quel guazzabuglio di magliette jeans e vestiti l'avrebbe appesa per il collo al lampadario.
-Quindi non avete risolto un bel niente in definitiva? Oltre al fatto che gli hai velatamente detto di decidersi alla svelta, non hai cavato un ragno dal buco?-
Le aveva rifilato quella che aveva deciso che sarebbe stata la versione ufficiale dell'incontro. Non poteva certo andare a raccontare in giro della dose di coca dopo avergli chiesto di darle fiducia?!
-Più o meno è andata così..- e l'altra non le fece più altre domande
Fu un lavoraccio catalogare tutto il suo guardaroba, Laura l'aiutò parecchio e come ringraziamento se ne andò a casa con un paio di magliette nuove di Alice.
-In tutto questo casino che hai riordinato hai trovato qualcosa da metterti per domani sera?-
Il giorno dopo ci sarebbe stata La festa. Quella dei diplomanti al BlueMoon. La loro ultima festa da liceali al BM, una manifestazione di potere in piena regola, un modo come un altro per lasciare un'impronta indelebile del loro passaggio alle Stimate.
-In parte si, avevo già deciso di mettere quel tubino di voile nero di Pepejeans, devo pensare alle scarpe e gli accessori ma direi che sono più o meno decisa.-
-E per stasera invece?-
-Bah per andare a mangiare la pizza con i ragazzi un paio di jeans andranno benissimo, no?-
-E se Manu avesse deciso di aver trovato la risposta alla tua domanda?- la bionda le lanciò uno sguardo malizioso che Alice conosceva da anni.
-Anche in quel caso i Jeans andranno benissimo..-
-Mamma mia quanto sei noiosa, dopo cena che abbiamo i programma? Tu ne sai qualcosa, anche Chichi non ne sa niente...- scrollò la chioma bionda oltre al bordo del letto su cui stava stravaccata ad occhi chiusi.
-Smettila di chiamarla così se ti sentisse s'infurierebbe...-la ammonì Alice con una sguardo birichino.
-Sisi, piuttosto chi c'è in linea su msn che magari chiediamo informazioni?-
Alice si sporse oltre la pila di magliette che stava selezionando per afferrare il portatile, un paio di colpi sulla tastiera e rimase a bocca aperta nel vedere il contatto di Manuel impostato su "in linea".
-Guarda un po' Mister Non-So-Cosa-Provo-Per-Te è in linea e ha pure cambiato il messaggio iniziale, dice: "Nothing left to lose"... Niente da perdere...-
-E' una canzone, non mi ricordo di chi però?- intervenne Laura senza muoversi dal suo giaciglio, era sempre stata molto più competente delle altre dal punto di vista musicale: -Credi che sia riferito a te?-
Nothing left to lose...
-Conoscendo lo probabilmente no, è già un miracolo che sia collegato a messenger...-
All'appuntamento delle 8 a casa Zonin, non troppo distante da quella di Manuel, Alice era arrivata trafelata con un quarto d'ora di ritardo -scatenando le ire di Chiara, l'occhiata sbieca di Mister Non-So-Cosa-Provo-Per-Te che pareva non essersi nemmeno accorto del suo arrivo e quella ironica di Laura- nonostante avesse avuto tutto il tempo per prepararsi. Quella sera c'era qualcosa di strano nella sua immagine allo specchio, non era mai perfetta.
-Solo un paio di Jeans eh?-
In effetti i jeans li aveva messi, all'inizio, poi erano finiti di nuovo nell'armadio lasciando il posto ad un paio di shorts neri e ad una camicetta di voile di seta color avorio bordata di nero. Incredibilmente senza tacchi e con i capelli raccolti sulla nuca in uno chignon improvvisato all'ultimo minuto.
L'aveva liquidata con la scusa del caldo che la bionda non si era affatto bevuta, ma aveva fatto spallucce fasciata in un abitino di cotone blu notte senza spalline che le metteva in bella vista la quarta di reggiseno che Alice invidiava.
-Quindi dove si va?- aveva chiesto al gruppo pur di dirottare la conversazione su altro che non fosse il suo abbigliamento.
-Surprise...- intervenne Charlie zittendo Paolo che stava per rispondere: -Deve arrivare qualcun altro?- continuò
-No Edo non viene perchè aveva un altro impegno. Direi che ci siamo tutti ora che sono arrivati Filo e la rossa...-
Ormai non se la prendeva nemmeno più per quel nomignolo cretino che le avevano appiccicato addosso gli amici di Manu e Jack.
Si risolsero a prendere tre macchine dopo che Manuel li aveva preceduti dicendo che andava da solo in moto.

La pizzeria era carina. Abbastanza vicina al centro e con un soppalco centrale sul quale stavano solo tavolini da due per lasciare un po' di tranquillità alle coppiette, visto che la maggior parte dei tavoli era pieno di comitive di ragazzi rumorosi quanto loro.
-Chi era?-
-Cheru-
Il silenzio avvolse quella dichiarazione che forse nemmeno Manuel si aspettava avessero sentito tutti.
Senza volerlo si era trovata incastrata in un gran pasticcio.Al momento di sedersi a tavola le coppie si erano sedute ad un capo del tavolo Martina e il Vigna da un lato Laura Chiara con Jack e Charlie dall'altro, così Alice era finita senza volerlo nell'angolo dei single trascinata da Filo e Andre che la strinsero in un quartetto di ragazzoni dai bicipiti gonfi. Non avrebbe potuto rifiutare nemmeno volendo, la fecero sedere a forza di fronte ad Andre.
Manuel riprese posto accanto a maggiore degli Zonin con estrema noncuranza, senza quasi vederla mentre tentava di svicolarsi dalle battutine di Andre e Paolo.
Qualcuno l'aveva chiamato al cellulare allontanandolo per qualche minuto dal tavolo. Quel qualcuno rispondeva al nome di Andrea Cherubini.
-Che vuole da te quel delinquente?- Laura la ragazza seduta più vicino a loro, intervenne nello scambio spostando lo sguardo da l'uno all'altro
-Questo tuo continuo ficcanasare ti porterà alla tomba..- la ammonì laconica Alice due posti più lontana dall'amica.
Filo incrociò uno sguardo perplesso con Manuel, il quale non rispose.
-Oh Ali finiscila! Ero solo preoccupata per Manu, è meglio stare lontani da quel nano tronfio! Sapete che l'anno scorso per non farsi beccare dai cani della polizia ha messo la sua roba nello zaino di una di seconda, l'ha fatta sospendere ma tutti sapevano benissimo che non poteva essere sua..-
-L'omertà è un difetto genetico dell'adolescenza..- si lamentò Paolo in sottofondo, guadagnandosi un'occhiata ammirata di Chiara.
-Guarda bello che dalla loro espressione Filo Jack e il Vigna non sanno nemmeno cosa voglia dire omertà!- esordì Charlie con un tono roco che usava raramente. Quasi tutti risero, persino gli interessati.
-Chissene frega di Cherubini. E' un coglione non vedo nemmeno perchè dovremmo perdere tempo a parlare di lui. Sopratutto non vedo come potremmo parlane noi.- Alice tornò a rivolgersi all'amica mentre in sottofondo si affievolivano le risatine degli altri.
-Che intendi dire?-
-Com'è che si dice? Chi è senza peccato scagli la prima pietra? Beh avanti chi di noi è senza peccato. Guardaci: tu ieri hai comprato un paio di stivali da 300 euro -brutti peraltro- sfoderando la Visa senza batter ciglio, Filo tra qualche anno avrà bisogno dell'ossigeno per salire le scale se continua così, mezza scuola pensa Manuel che sia un rissaiolo delinquente, Chichi si fa venire una crisi di panico ad ogni interrogazione, io sono sulla via dell'alcolismo e Edo è uno stalker..Ognuno ha i suoi vizi e i suoi problemi. Cheru ha scelto la sua strada, e per quanto sia discutibile non possiamo demonizzare una persona solo perchè ha vizi meno distruttivi dei nostri!-
Per qualche momento calò il silenzio e tutti la guardavano con i bocconi a mezz'aria, ma non si fece intimorire continuò la sua pizza senza batter ciglio.
-Lo difendi?-
-Affatto! Anzi tutt'altro, io non lo ritengo neanche degno di entrare nelle nostre conversazioni, volevo solo farvi notare che non è l'unico ad avere dei difetti. Non giustifico assolutamente il suo modo di agire.-
Manuel posò le posate un istante dopo che Alice finì di parlare la quale però non ebbe il coraggio di incontrare il suo sguardo.
-Sono d'accordo con lei.- esordì il ragazzo stupendo tutti. Jack per primo, che temendo un battibecco tra i due si era messo silenziosamente all'erta, suo fratello invece che conosceva bene la situazione e quanto Manuel fosse suscettibile sul discorso Cherubini, smise di masticare e piantò gli occhi sul profilo del suo compagno.
-Cherubini non è un idiota, sa quel che fa e ne ha accettato i rischi anche se moralmente discutibili.- fece una piccola pausa per afferrare il bicchiere, poi riprese ben attento a piantare gli occhi in quelli di Alice: -Forse per lui il gioco vale la candela-
Quella frase aprì una valanga di cassetti che stava cercando di tenere ossessivamente chiusi nella sua mente.
E per lei il gioco valeva la candela?
Manuel valeva aver messo in gioco tutto il suo orgoglio?
Valeva la pena aver messo in gioco i suoi sentimenti per qualcosa che poteva benissimo ridursi a qualche pomeriggio di sesso?
Schivò subito lo sguardo di Manuel ben conscia che quella conversazione fatta lì in mezzo a tutti aveva in realtà ben altri significati. Se fossero stati soli che le avrebbe detto?
Lo vide riprendere a tagliare la sua pizza con la coda dell'occhio, mentre gli altri intervenivano finalmente nel discorso.
-Per me non vale la pena di rovinarsi per qualche attimo di benessere? Provate a immaginare se davvero si perdesse la vista a forza di masturbarsi, vi sareste fatti tutte quelle seghe sotto le coperte se foste stati consci del rischio?-
Senza nemmeno alzare lo sguardo, anche se l'avesse vista solo scritta, Alice sapeva benissimo che solo Laura avrebbe potuto tirar fuori una frase del genere in una tavolata di quasi solo uomini.
Subito tutti scoppiarono in risa o versi disgustati mentre Charlie tentava di convincerla che lui non aveva mai fatto nulla del genere in vita sua con un'espressione da diavoletto redento da manuale.
La tensione venne stemperata ulteriormente da Filo che oltre a chiedere altra coca-cola alla cameriera le chiedeva anche di uscire.
-Alice non ti offendere amore mio... Tu rimani sempre la più bella di tutte: ma quella ha un davanzale da paura!!- le aveva candidamente sussurrato il troglodita seduto a fianco a lei, ben attento a farsi sentire da tutto il tavolo: -Anche perché il tuo rimane in assoluto il più bel culo di Verona!-
L'uscita di Filo le aveva finalmente ridato il sorriso dopo i discorsi subdoli che avevano messo in piedi lei e Manuel diradando anche i pensieri cupi dell'amico, che ora lo guardava con gratitudine.
-Suppongo di dovermi sentire lusingata e per questo ti cederò ben due fette della mia pizza! Anche se in realtà dubito che tu abbia visto tutti i culi di Verona!-
-Ohohoh si che li ha visti tutti: uomini e donne! Non è vero Zonin? Sopratutto quello di Toffoli quello lo conosce benissimo, a proposito come va la vostra splendida storia d'amore? Quando farete outing?-
Ecco. Alice poté rilassarsi e godersi la sua birra, tanto mettere in dubbio l'orientamento sessuale degli altri per i diciottenni di genere maschile era in assoluto una delle attività più divertenti, almeno per un po' non avrebbero badato a lei incastrata tra Filo e Andre.
Sfoderarono insulti sempre nuovi, degni di neologismi danteschi al punto che Laura intervenne per far abbassare loro la voce che aveva attirato l'attenzione di altri clienti della pizzeria.
Manuel non partecipava così attivamente alla conversazione si limitava a sghignazzare o rispondere con un dito medio alle insinuazioni di Andre, l'unico ad avere il coraggio di insultarlo apertamente davanti a tutti. Si guardava intorno studiando con attenzione i processi relazionali che legavano i singoli membri del gruppo.
Le ragazze ad esempio erano un soggetto di studio interessante: già da lontano si notava quanto quelle tre fossero legate e che Martina fosse la new entry anche se facevano di tutto per farla sentire accettata. Jack invece era guardingo, spesso incrociava la sua traiettoria visiva per ammonirlo di qualcosa di incomprensibile, anche se la maggior parte del tempo rideva con Charlie e la sua ragazza. Loro erano la parte lustra e pulita del gruppo.
Poi c'erano gli altri.
Filo il pluriripetente che adulava Alice senza guardarla davvero, Manuel lo sapeva, lo faceva solo per farla ridere e farla sentire un po' meno distante. Insieme a lui c'era Andre col tatuaggio che sbucava dal collo della maglietta a renderlo ancora più minaccioso dei suoi sguardi altezzosi. Era il meno simile agli altri eppure teneva unita quella parte un po' sgangherata del gruppo. E c'erano Paolo e il Vigna, il primo taciturno e galantuomo sempre pronto a tendere una mano ad un amico che aveva scostato la sedia di Alice per farla sedere, l'altro pazzo e viziato che si era ridimensionato grazie all'amore per quella creatura minuta e dispotica che gli sedeva accanto.
In quella compagnia così eterogenea Manuel non vedeva la sua collocazione, era l'ultimo arrivato, il più problematico e distante dagli altri.
Alice nonostante tutto aveva le sue migliori amiche. E anche lì in mezzo a soli ragazzi aveva trovato una sua dimensione. Rideva alle battuta sconce di Andre e dell'indignazione di Paolo che tentava di difendere il suo -falso- candore. Era amalgamata con resto. Stava bene lì. Non stonava.
E lui?
Stonava il suo passato da drogato in una compagnia di giocatori di basket ammirati e invidiati?
-Manuel, tu invece?- fu Andre a riportarlo tra gli altri mentre
-Io cosa?-
-La tua bella? Quand'è che ce la porti?-
Manuel si guardò attorno e per la prima volta Alice lo vide in imbarazzo.
-Finitela..- brontolò senza intonazioni di sorta.
Nessuno osò rispondere ma ghignarono tutti e quattro sotto i baffi, Alice schiacciata in quel quadretto idilliaco non poté che abbassare gli occhi sulla pizza che stava centellinando. Era enorme troppo per lei, così pensò di fargli un doppio favore togliendolo dall'imbarazzo.
-Manu io non la finirò mai, le vuoi un paio di fette?- lui annuì cogliendo al volo l'occasione di svicolare da quel discorso e scambiandosi con Alice uno sguardo che valeva ogni sforzo.
C'era complicità, passione e un pizzico di ammonimento in quegli occhi neri.
-Rossa, il mio gatto mangia più di te lo sai?!- Andre le riprese per lo stesso motivo per cui Alice aveva scorto l'ammonimento negli occhi di Manuel. Ma lei rispose con un gesto incurante della mano.
-Se due fette le hai date a Filo, una a me e due a Manu, tu che hai mangiato scusa??- intervenne Paolo spalleggiato da Laura che non le staccava gli occhi di dosso. Alice rispose di nuovo con quel gesto incurante e addentò l'ultima fetta rimasta nel piatto sotto gli occhi di tutti. -Ti avverto che se mi dici che sei a dieta ti prendo a calci!- continuò Paolo puntandole addosso la forchetta.
-Ma volete lasciarmi in pace? Che avete stasera? Mangio, poco ma mangio, peso cinquanta chili e non ho mica lo stomaco grosso come il vostro io?- brontolò sentendosi punta sul vivo: -Mi sta pure venendo la cellulite nelle cosce...-
-Oddio..La cellulite??- fu Manuel a riprenderla intervenendo con un tono allibito e pieno di scherno.
-Si la cellulite? Cos'è vuoi controllare?-
-Non ce n'è bisogno...-sibilò il ragazzo lasciandola di sasso. Voleva svergognarla lì davanti a tutti? Oppure semplicemente non aveva pensato prima di parlare? -I tuoi pantaloncini non celano nulla!-
Si salvò all'ultimo minuto giusto in tempo per vedere le sopracciglia di Andre tornare a posto e l'espressione di Filo ricomporsi. Manuel le aveva tolto dieci anni di vita con quell'uscita.
-Cafone- si limitò a rispondergli senza nemmeno guardarlo.
Laura scrollò la coda con un cenno d'assenso e le fece un discreto occhiolino, mentre tutti continuavano a mangiare e ridere di quel piccolo siparietto.
-Guarda che non ho certo detto che non mi piacciono..-
Stava...flirtando??
Era impazzito, ovvio.
Alice schizzò con il capo nella sua direzione, le labbra spalancate in una piccola smorfia e gli occhi che ridevano compiaciuti. In contemporanea Andre sbattè una mano sul tavolo per sorreggersi dalla risata, Paolo si affogò con mezzo bicchiere di coca-cola, gli altri ridevano stentati per nascondere lo stupore e Jack dall'altra parte del tavolo si complimentava con se stesso per l'ottimo lavoro svolto su Manuel.
Al dolce ci arrivarono così, tra un battibecco e l'altro.
Gli unici ad essersi chiusi in un mutismo forzato erano Manuel e Alice, controllati a vista da Laura che non voleva perdersi nemmeno un fiato di quella serata così interessante. Si erano scrutati a lungo dopo l'ultima dichiarazione del ragazzo, entrambi, magari nascosti dal bicchiere o da una sistemata ai capelli, eppure nessuno dei due sembrava stancarsi di quel giochetto malizioso che avevano messo in piedi. Alice sorrideva guardandolo con la coda dell'occhio, invece Manuel alzava solo un angolo della bocca bruciandola con quegli occhi di arenaria.
La adorava letteralmente.
Charlie chiese il conto e prima della fuga generale si fece lasciare i soldi anche dai più reticenti.
Tornati alle macchine l'atmosfera goliardica scemò e decisero di separarsi.
Charlie e Jack volevano fermarsi al BlueMoon -con grande sconforto di Laura che ormai ci si sentiva fin troppo di casa-, il Vigna e Martina da come si tenevano abbracciati occhi negli occhi avevano programmi che non prevedevano compagnia, il resto dei ragazzi oscillava tra una partita a biliardo e un giro al campetto da basket ora che avevano ripristinato l'illuminazione notturna.
Alice propose di concludere la serata a casa sua visto che i suoi sarebbero rientrati il giorno dopo, il fatto di non avere birra fredda in casa però fece scartare subito l'ipotesi. Finirono così tutti a fare -o guardare- una partita a biliardo in un pub con giardino estivo che offriva alle ragazze la possibilità di appartarsi a spettegolare.
Tutti, tranne Manuel.
Fu l'unico ad andarsene per conto suo, nonostante l'insistenza di Andre e gli sguardi apprensivi di Filo, casco alla mano era già pronto a filare via dopo aver pagato il conto, e adducendo scuse poco credibili se la filò da solo in sella alla sua Honda. Quando Jack si avvicinò a suo fratello per chiedere spiegazioni le uniche parole che gli uscirono dalla bocca furono glaciali: -Va a estinguere il suo debito-









Spazio Autrice:
Ritardo inqualificabile...
questioni di vita o di morte...

baci a tutti
chi legge e chi recensisce
   
 
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