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Autore: Something Rotten    19/01/2011    4 recensioni
"Frank." aveva sussurrato ancora con la voce impastata dal sonno e gli occhi semichiusi.
"Gee, non dovresti dormire sui disegni, ora metà del tuo viso somiglierà ad un manga."
Infatti i colori erano passati sulla pelle del ragazzo che si trovava con una guancia metà rosa e metà nera.
Frank sorrideva dolcemente, guardando quello spettacolo osceno del proprio ragazzo insonnolito e con la faccia colorata.
"Vieni in bagno ti aiuto a lavar via il colore."
Gerard aveva afferrato la mano del più piccolo,lasciandosi trasportare fino al bagno.
Mai come quella volta si era sentito un bambino, mentre Frank gli frizionava la guancia con un batuffolo di cotone impregnato di latte detergente alle mandorle.
Sembrava un bambino e l'altro sembrava una madre premurosa che con tutte le possibili moine e gentilezze cercava di aiutare il piccolo, cercava di proteggerlo.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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medes Avevo detto che non scrivevo spesso qualcosa con il finale molto fluff, ma è tornata un po di gioia di vivere, quindi eccomi qui.

Cause I've been biting my tongue for far too long. 


Faceva dannatamente freddo in quella piccola cittadina.
Il termostato non si muoveva dai tre gradi sotto zero da circa quattro giorni ed il sole si faceva vedere dietro a quella fitta coltre di nuvole solo pochi minuti durante il giorno.
Frank si trovava al di fuori del locale, dove lavorava come barman, indossando solo una t-shirt nera con le maniche corte ed un paio di Jeans attillati e strappati sul ginocchio.
Tentava di ignorare il freddo lacerante mentre si godeva quella piccola pausa prima di tornare dietro al bancone.
"Ti prenderai un accidente." continuava a ripetergli Mikey, uno dei suoi migliori amici nonché collega.
"Sarebbe la volta buona che mi faccio un dannato week end a casa." aveva risposto, lanciando il mozzicone della sigaretta lontano dai suoi piedi e guardando la fila di persone che tentava di entrare nel locale.
"Ed anche questa sera torneremo per le quattro del mattino."
"Se ci dice bene, Mikes. Potremmo sperare in un blitz della polizia."
"Uh, non credo che il capo ne sarà molto contento, però."
"Basta che ci paga, poi può anche morire in carcere." aveva risposto aprendo la porta.
Nel locale c'era un odore acre di fumo, nonostante i cartelli che lo vietavano, e di alcol, tutte le persone in quel dannato locale bevevano come russi, o forse gli stessi Russi sarebbero inorriditi di fronte ad uno spettacolo simile.
Si erano diretti verso il bancone, prendendo il posto degli altri due.
"Potete anche prendervi una pausa." aveva commentato Frank.
"è quello che stiamo per fare, buona fortuna." aveva risposto il più piccolo dei due, un ragazzo sui diciotto molto alto per la sua età.
Era quello che mieteva più vittime in quel locale, forse grazie al suo fisico statuario o ad i suoi occhi azzurro cielo, ma ne a Mikey ne a Frank importava.
Erano tutti e due fidanzati.
"Ci pensi che quando eravamo piccoli volevamo per forza entrare in questo locale? Ora ne ho la nausea." aveva detto Mikey mentre preparava un cubra libre.
"Beh, forse perché abbiamo sempre sperato di trovarci dall'altra parte del bancone?"
Mikey aveva cominciato a ridere, pensando a quanto fossero giuste quelle parole.
Il loro sogno era quello di essere clienti o comunque ragazzi normali che il sabato sera hanno ancora la voglia di divertirsi, ma il futuro non è mai quello che uno spera o crede.
"Credo che ce la siamo cercata, però. Convivere a venutun anni è da pazzi." aveva detto Frank, con una punta di rammarico.
"Hai problemi in paradiso?"
"No, no. A volte penso che forse, sai senza la convivenza... c'è capisci?"
"No."
"Ah, forse senza di quella io e tuo fratello ci saremmo lasciati già da tempo."
Mikey lo aveva guardato, un po male forse, scrollando la testa come se non volesse sentirle certe cose.
"Magari ne parliamo dopo, ok?"
"Ok."

Il loro turno era finito, fortunatamente, dopo la mezzanotte quando erano arrivati altri due ragazzi a prendere il loro posto.
"Senti, ti va di andare a farci un panino?" aveva chiesto Mikes "Muoio di fame."
"Ok."
Si erano diretti verso la macchina.
Durante il viaggio non c'erano state molte parole tra i due, ma per fortuna c'era la radio ad evitare silenzi spiacevoli.
Solo quando avevano addentato i panini Mikes aveva cominciato a parlare.
"Dicevi?"
"Che ci saremmo lasciati già da tempo."
"Perchè? Puoi dirmelo, tranquillo non lo riporto a Gerard, sei il mio migliore amico e non ti farei mai niente contro."
"Lo so, per questo ne sto parlando con te e non con Toro."
"Giusto."
"Non è che non lo amo più, ma è difficile. Sai il vecchio buongiorno è diventato una specie di grugnito animalesco e la colazione a letto invece è una macchinetta del caffè vuota e sporca. Come se non ci fosse più nulla tra di noi se non la routine del cazzo. Poi oggi mi ha trattato di merda."
"Cioè?"
"Cioè? Ha urlato che era l'unico a credere ancora nella nostra storia, mi ha urlato anche di essere sempre troppo assente... Mi ha anche quasi cacciato di casa, roba che non ho fatto niente, ho detto soltanto che questa sera dovevo lavorare...Posso capirlo che domani, cioè oggi, è il nostro mesiversario o come si chiama, ma non li scelgo io gli orari! Non posso neanche chiedere un giorno di pausa, mi sbattono fuori a calci in culo! Lui questo lo sa, ma è come se facesse finta di non saperlo. Come ho detto l'idillio si è trasformato in un terribile errrore"
Mikey annuiva, anche lui aveva passato la stessa situazione con Alicia, anche se molto tempo prima dei due.
"Normale. Quando si vive da soli per la prima volta tutto sembra fantastico e pieno di aspettative, poi con il passare del tempo si rivela per quello che è: una stronzata colossale."
"Quindi? Che dovrei fare?"
"Parlarne con Gerard, io e Alicia abbiamo risolto i nostri problemi così."
"Oh, tu avresti problemi con Alis? Non mi hai mai detto niente... sei un pessimo migliore amico, sai?"
"No, semplicemente avevo già la risposta tra le mani."
Frank era scoppiato in una fragorosa risata, alludendo al doppio senso della frase appena pronunciata dall'amico.
Mikey lo guardava male.
"Sei un pervertito."
"No, sei tu che non pensi a quello che dici."
I due ragazzi erano rimasti un po in quella piccola piazza, seduti al tavolino del "paninaro" con una birra e un pacchetto di sigarette, incuranti del freddo e delle intemperie varie.
Erano ormai le due ed avevano deciso, di comune accordo, che era giunta l'ora di tornare a casa.
Mikey lo aveva accompagnato a casa.
"Ci vediamo in settimana, Way!" aveva urlato.
"Ok, salutami mio fratello e digli di chiamarmi ogni tanto, non solo quando gli serve qualcosa."
"Sarà fatto."

Frank si trovava di fronte alla porta dell'appartamento, ancora con le chiavi tra le mani.
Si chiedeva se fosse meglio entrare o aspettare un altro po, magari farsi anche un giro nei locali o dormire in macchina.
Aveva paura, paura di vedere che l'altro aveva pensato la sua stessa cosa e se ne fosse già andato con tutta la sua roba e con il suo dolce profumo d'inchiostro.
L'abitudine uccideva la coppia quasi quanto un tradimento.
Frank lo stava provando sulla sua stessa pelle.
Alla fine aveva deciso di entrare, tirandosi dietro alle spalle tutte le paure e le paranoie.
L'appartamento era rimasto a come lo aveva lasciato, non c'era nessuna cosa che mancava dal suo posto.
Anche il suo ragazzo si trovava, più o meno, nella stessa posizione dove, poche ore prima, l'aveva lasciato.
In cucina con i suoi disegni, anche se ora ci stava dormendo sopra.
Si era avvicinato delicatamente al ragazzo, poggiando le sue labbra sulla guancia del più grande che, anche se il tocco era leggero, aveva aperto gli occhi.
"Frank." aveva sussurrato ancora con la voce impastata dal sonno e gli occhi semichiusi.
"Gee, non dovresti dormire sui disegni, ora metà del tuo viso somiglierà ad un manga."
Infatti i colori erano passati sulla pelle del ragazzo che si trovava con una guancia metà rosa e metà nera.
Frank sorrideva dolcemente, guardando quello spettacolo osceno del proprio ragazzo insonnolito e con la faccia colorata.
"Vieni in bagno ti aiuto a lavar via il colore."
Gerard aveva afferrato la mano del più piccolo,lasciandosi trasportare fino al bagno.
Mai come quella volta si era sentito un bambino, mentre Frank gli frizionava la guancia con un batuffolo di cotone impregnato di latte detergente alle mandorle.
Sembrava un bambino e l'altro sembrava una madre premurosa che con tutte le possibili moine e gentilezze cercava di aiutare il piccolo, cercava di proteggerlo.
Si era anche sentito in colpa, visto come l'aveva trattato la stessa mattina.
Ma era più forte di lui, appena sentiva di essere messo da parte o ignorato, partiva in quarta urlando e dicendo cose che in realtà non pensava, era fatto così da ormai venticinque anni e non poteva farci più niente.
Gerard fissava il viso di Frank, quando era impegnato in qualcosa aveva il vizio di storcere la bocca e di corrugare la fronte e nonostante lo conoscesse da tanto tempo rideva sempre alla vista di quell'espressione.
"Non ridere!" aveva detto Frank.
"Non è colpa mia, fai delle facce assurde."
"Non è vero, non ridere e stai zitto!"
"No, è vero! Prima o poi ti faccio una foto e ti faccio vedere la tua espressione."
"Posso vederla benissimo dai tuoi occhi, Gee." aveva commentato, buttando nel w.c. il batuffolo e prendendone un altro.
"Perchè sorridi in quel modo?" aveva chiesto Frank.
"Perchè dici delle cose stupende e non te ne accorgi neanche."
Frank era rimasto a fissare gli occhi dell'altro per qualche secondo, prima di riprendere il suo lavoro di "pulizia".
Gerard, però, gli aveva bloccato la mano, costringendolo a guardarlo negli occhi.
"Mi dispiace per questa mattina, Frank. Mi dispiace per tutto quello che ti faccio passare da qualche settimana. Scusami."
"Non fa niente, Gee."
"Non è vero!" aveva urlato "Non è vero, mi guardi sempre con quell'espressione ferita! Non puoi dire che non ti faccio del male o che non te ne importa."
"...forse un po fa male."
"Un po?"
"No, ok... fa male tanto Gee, fa tanto male! Sapere che potresti stancarti di questa merda da un giorno all'altro. Sapere che potrei tornare a casa e non trovarti più! Perchè cazzo non te lo meriti. No!"
"Non mi merito cosa?"
"Non ti meriti...questo. Ok?"
"No. Dici in senso negativo?"
"No, scemo. Non è giusto che tu debba lavorare fino a tardi ed evitare di comprarti qualcosa solo perché potremmo non arrivare a fine mese... questo non ti meriti, ok?"
"Ah..."
Gerard aveva sorriso, abbracciando il più piccolo.
"Io me lo merito tutto, non merito te. Questa è la realtà, ed ogni volta che ti sento lontano ho paura che tu capisca che non valgo un cazzo ed ho paura che te ne vada. Sono io quello che ha paura che tu vada via, ok?! Io ti amo, Frank. Possiamo abitare in questo appartamento o alla stazione degli autobus come due senzatetto, ma questo non può cambiare il fatto che ti amo."
"Sai siamo due coglioni."
"Quoto."
"Buon mesiversario, Gerard Way."
"Buon mesiversario, Frank Iero."


Ok, cagata pazzesca ù.ù
Senza filo logico come le altre ma oggi ero di buon umore *Nonostante abbia passato l'intero giorno a Roma all'Uni, nonostante la febbre o.o*
Quindi mi scuso per la cagata e vi do appuntamento alla prossima o.o"
E ringrazio in anticipo chiunque sia arrivato alla fine senza vomitare o cambiare pagina xD


   
 
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