“Buon viaggio Hermano, querido”
E’ difficile.
Salutare, lasciar andare definitivamente qualcuno di “querido”, di caro.
Spesso va però fatto.
Senza pensare ai “se” e ai “ma”, senza pensare al condizionale.
Dunque ti sorrido, ti stringo la mano, ricordo anche insieme a te i bei momenti passati.
“E buon cammino ovunque tu vada”
Chissà dov’è che finirai.
Vicino, lontano, in capo al mondo.
Poco importa, in effetti.
Fondamentale è che tu non dimentichi mai che un cammino, per essere degno di questo nome, dev’essere buono.
Non facile.
Ah, se fosse facile che gusto ci sarebbe?
E’ proprio con le salite, le discese, gli ostacoli, gli imprevisti che si riconosce la bontà di un cammino.
Ma soprattutto dal modo di affrontarli, e di guardarsi indietro con soddisfazione.
"Ho superato un ostacolo"
Basta questo per sentirsi rinascere, e continuare il buon cammino.
Adesso ti lascio la mano.
Contemporaneamente però, ci avviciniamo uno all’altro, e spontaneo nasce un abbraccio caloroso.
E chi se ne importa della gente che guarda e deride un gesto affettuoso.
“Forse un giorno potremo incontrarci, di nuovo”
A me basta quel forse.
Il pensiero di poter rivedere una persona cara è di ineffabile conforto.
Non c’è una risposta al “quando”.
Ma poi se ne sente veramente il bisogno?
Questa necessità ossessiva di conoscere a tutti costi le risposte, qui ed ora…
E’ meglio mettersi il cuore in pace, no?
Così quando quell’evento che non si sa nè sè, nè quando, avverrà, la soddisfazione sarà maggiore.
La gioia praticamente incontenibile.
Ed è per questo che dopo quest ultimo saluto ci separiamo, e l’ultima visione che ho di te è quella di una persona sorridente, per nulla spaventata dalle avversità.
Col tuo zaino sulle spalle, il sole in faccia, e la voglia di avventura negli occhi.
Quella stessa voglia che ho io nei miei occhi.
Assieme a qualche lacrima.
Ma alla fine mi volto, e senza più tristezza continuo il mio percorso.
“Lungo la strada”