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Autore: NonnaPapera    20/01/2011    4 recensioni
La vita di Karl, le gioie e i dolori del proprietario del più grande parco giochi del paese.
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La Grande Lilly

 

L’ultimo giorno

 

I cigolii surreali si espandevano per l’aria fredda della sera.

Il vecchio alzò lo sguardo sull’immensa montagna di ferro e legno che aveva davanti a se.

Ne aveva vissute di avventure: dal giorno in cui aveva deciso di aprire quel parco di divertimenti, non era passato istante che non avesse lasciato il segno.

Ore ed ore spese a lavorare: sognare e far sognare, questo sostanzialmente era il riassunto della sua esistenza.

E Lei, la “Grande Lilly” era stata per tutti quegli anni il vanto e il fulcro del grande parco a tema.

Le montagne russe più alte del paese.

Ora però era giunto il tempo di chiudere tutto.

Ormai erano vecchie…come lo era lui, e di conseguenza pericolose.

Di loro sarebbe rimasto solo il ricordo… ma tanto sarebbe bastato quello a farle vivere per sempre.

Karl si sedette sulla panchina rugginosa, dando le spalle alle sue adorate montagne russe… e si perse nei ricordi degli anni.

 

Punti di vista

 

-Mi dispiace signore, ma non è possibile…- la voce leggermente irritata, ripeté la stessa cosa per l’ennesima volta.

-Ma scusi perché? Qui dice che l’accesso è consentito a chiunque superi il metro d’altezza!-

-Certo signore questo è vero, però le ribadisco che lui non può salire-

Lo strano personaggio sbuffò infastidito, e si mise a grattarsi la testa.

Poi caparbio riprovò:

-Ok ma allora perché il mio amico John non può salire sulle montagne russe?Ci teneva così tanto-

Karl fissò l’uomo di fronte a lui, con un misto tra rabbia e ilarità, poi spostò lo sguardo su John.

Prese un respiro profondo e riprovò a spiegarsi, sperando che questa volta l’ovvio risultasse chiaro anche al suo interlocutore:

-Perché signore… John è una scimmia!-

 

Il mio sogno più grande

 

-Forza Karl muoviti ti devo mostrare un posto speciale, e il tramonto è il momento migliore-

I lunghi capelli color ebano si muovevano morbidi assecondando la brezza serale.

Corsero ancora per alcuni minuti, poi di colpo la ragazza si fermò.

-Guarda- disse semplicemente.

-Io non vedo nulla- mormorò Karl perplesso fissando la lunga distesa di prato incolto.

-Certo per ora non c’è niente… ma solo per ora! Questo è il luogo nel quale sorgerà il mio sogno-

-E che sogno sarebbe?-

-Un grande parco di divertimenti! Il più grande del mondo!-

Karl non riuscì a trattenere una risata divertita.

-Finiscila, non è uno scherzo… pensa che bello, un posto dove tutti si divertono, dove il dolore non ha spazio… dove tutto è magico-

I suoi occhi brillarono, come se vedessero al di là del tempo, il parco di divertimenti nel suo splendore.

-…ohh…- si limitò a mormorare Karl stupito.

-Vieni ti faccio fare un giro- gridò Lilly esultante prendendolo per mano.

-Qui ci sarà il banchetto dello zucchero filato, da questa parte ci saranno le gioiste dei cavalli… qui il tendone del circo-

-Circo?-

-Si immagina che bello se ci fosse anche un circo… con cavalli, serpenti, pagliacci con indosso una maschera buffa, trapezisti con vestiti scintillanti… e poi ancora ippopotami e… una grande gabbia con i leoni… e poi…-

-Ancora non è finita?-

-Scherzi? Ci saranno giochi di ogni tipo dove ognuno può vincere un giocattolo… o un trofeo, per i più grandi, e infine la cosa migliore : Una gigantesca montagna russa-

-Allora che ne pensi?-

-Penso che il tuo sogno sia stupendo… proprio come te!-

 

Ingegno e dintorni

 

-Fermate quella donna… fermatela è una ladra-

Una signora con un folta capigliatura stava correndo a perdifiato schivando la folla che riempiva le bancarelle e che si allineava davanti alle attrazioni.

Le guardie della sicurezza correvano senza risparmiarsi, urlando in direzione della donna, intimandogli l’alt.

-Non lasciatela scappare-

Karl sentendo il trambusto uscì dal suo ufficio, giusto nel momento in cui la donna gli sfrecciava davanti come un fulmine.

Fu una frazione di secondo e allungato il braccio l’afferrò, fermando la folle corsa della signora.

-Mi inseguono… sono matti io non ho fatto nulla- rantolò la donna con aria spaventata.

Quando i guardiani trafelati e ansanti li raggiunsero subito spiegarono:

-Capo l’abbiamo vista attraverso le telecamere di sorveglianza, rubava portafogli-

-Io non ho rubato nulla siete dei bugiardi- urlò la donna fuori di sé dalla rabbia.

-se non mi credete perquisitemi pure-concluse con sguardo di sfida.

Le guardie fissarono Karl esitanti, e lui annuì affermativo.

Trascorsero i minuti, nei quali gli uomini rivoltarono la borsetta e le tasche dell’indiziata, in cerca della refurtiva… ma non trovarono nulla.

-Bene ora che avete appurato che non sono una ladra, esigo delle scuse- disse la donna con voce cattiva.

Mentre le note dell’ultima parola si spegnevano, dietro di loro il carrello dalla “Grande Lilly”, sfrecciò ignaro continuando la sua corsa sulla strada di rotaie.

Il movimento creò un forte spostamento d’aria e… alla donna cadde la parrucca.

Parrucca sotto la quale erano nascosti nove portafogli e tre orologi di valore.

 

La sottile differenza tra sogno e utopia

 

Entrò nel grande atrio di vetri e marmo. Senza attendere un istante si diresse verso la reception e si annunciò:

-Sono Karl Shultzer, l’architetto De Carlos mi sta aspettando-

Lo fecero accomodare in una imponente sala d’attesa e, dopo pochi minuti, venne  raggiunto da un uomo sulla trentina alto e allampanato.

Si strinsero la mano e l’architetto, senza giri di parole l’apostrofò:

-Ho letto la sua richiesta… montagne russe così alte non sono mai state costruite… il suo è un bel sogno, ma non è realizzabile-

-Mi sono rivolto a lei perché credevo fosse il migliore… evidentemente mi sbagliavo… le utopie sono irrealizzabili… i sogni al contrario lo sono eccome… sono semplicemente difficili, ma non impossibili. Mi scuso se l’ho scomodata, arrivederci-

Karl si calcò il cappello sulla testa e volgendogli le spalle fece per allontanarsi, ma l’altro lo fermò.

-Ok… ci stò, sia  che riusciamo nell’impresa sia che falliamo… sarà comunque un’avventura entusiasmante!-

 

Solo la tua felicità

 

-Ohh Karl ci sei riuscito… hai realizzato il mio sogno- il sussurro debole ma nonostante tutto vibrante di passione uscì dalle labbra stanche di Lilly.

-Si tra un mese inaugureremo il parco divertimenti più grande del paese… il tuo parco divertimenti-

-Il nostro… il mio sogno è diventato anche il tuo tanto tempo fa- mormorò con malinconia la donna.

-No ti sbagli! Il mio sogno è sempre stato quello di renderti felice! Sei felice Lilly?-

-Si lo sono-

Karl sorrise dolcemente al volto pallido della moglie.

-Bene! Vieni ti porto a casa così ti riposi- concluse sospingendo la sedia a rotelle sul selciato.

 

La routine giornaliera

 

-Tuuuu bastardo… quando scendi giù me la paghi-

Una signora sulla cinquantina urlava a squarcia gola, senza preoccuparsi dei volti sconvolti della gente.

-Ti ammazzo giuro che lo faccio-

Karl e altri due uomini della sicurezza intervennero cercando di placare le ire della donna.

-Perché sta urlando? Posso esserle utile?-

La donna per tutta risposta si levò una scarpa e la scagliò contro il treno che correva veloce sui binari della Montagna Russa.

-Signora se non la smette di tenere un comportamento tanto indecoroso, mi vedrò costretto ad allontanarla dal Parco-

-Indecoroso io?- inveì quella di rimando.

-L’unico essere in decoro ed immondo sta su quella stupida giostra- urlò indicando la Grande Lilly che continuava la sua corsa.

-Mi scusi ma temo di non capire…-

-Quello schifoso di mio marito… mi ha tradito con una ragazzina che potrebbe essere sua nipote… MI HAI SENTITO… TUA NIPOTE, SEI UN VECCHIO PORCO!-

-Signora la prego- tentò nuovamente di calmarla Karl –Non urli… spaventa i bambini.-

-Ohhh ma quando scende l’ammazzo, si l’ammazzo e poi festeggio. Che stupido pensava veramente che non l’avrei scoperto? Anzi doppiamente stupido, per sfuggirmi è salito al volo su questa stupida giostra… cosa crede che quel trenino lo porterà da qualche parte… TANTO PRIMA O POI DOVRAI SCENDERE… MI HAI SENTITO?-

Karl sbuffò indeciso se ridere o se piangere… da che aveva aperto quel posto non c’era stato un giorno senza inconvenienti.

Scrollò la testa con fare rassegnato, in fondo quella vita gli piaceva un sacco.

 

Conclusione

 

Karl si stiracchiò, poi con gesti lenti si rimise in piedi. Afferrò il suo bastone da passeggio, guardò per l’ultima volta la “Grande Lilly” e poi si avviò verso l’uscita.

-Suvvia nonno, perché quella faccia?- il volto preoccupato del nipote lo scrutò negli occhi.

-Mi mancherà questo posto…-

Il ragazzo lo fissò un po’ perplesso, poi con rinnovata allegria gli passò un braccio attorno alle spalle magre e incurvate dagli anni.

-Quante storie, vecchio brontolone, mica lo radiamo al suolo! Lo chiudiamo solo per sei mesi, giusto il tempo di dargli una restaurata… un po’ di Make Up… alle vecchie signore come la “Grande Lilly” qualche ritocchino ogni tanto occorre!-

Karl alzò il volto e sorrise al nipote… si aveva ragione, non era poi la fine del mondo.

 

End

 

 

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