6.Il viaggio
Gli alberi si susseguivano velocemente dietro il finestrino in una miscela di colori spenti e forme astratte.
Elena era assorta nei suoi pensieri, lo sguardo perso nel vuoto.
-Perché la mia principessa è così triste oggi?- la sfotté Damon divertito. In realtà sapeva già la risposta.
La ragazza sospirò.
-Non mi hai ancora detto dove siamo diretti- disse, non riuscendo a capire dove si trovavano.
Damon accennò un sorriso.
-Georgia- rispose con maliziosa ironia. Elena sgranò gli occhi.
-Di nuovo?- esclamò, mentre la sua mente rievocava ricordi di pochi mesi prima, quando Damon l’aveva soccorsa in un brutto incidente e l’aveva portata ad Atlanta.
-L’ultima volta che siamo stati in Georgia era… per affari, se così si può così. Ma questa volta è una fuga d’amore o sbaglio?- insinuò il vampiro.
-Ti ricordo che l’ultima volta che siamo stati in Georgia ti ho salvato la vita. Mi stai solo rendendo il favore- spiegò Elena infastidita.
-Lo so che sei in conflitto con i tuoi sentimenti, Elena. Potrai resistermi un’ora, un giorno forse, ma entro la fine di questo week-end sarai di nuovo mia. Infondo hai già ceduto una volta…- disse con serietà Damon.
La ragazza sussultò. A volte le sue parole la spaventavano.
-Non voglio più fare del male a Stefan- sussurrò, lo sguardo rivolto alle ginocchia.
Il vampiro accennò un sorriso sarcastico e continuò a guidare in silenzio.
Ad un tratto la suoneria del cellulare di Elena incominciò ad echeggiare per le pareti dell’auto, facendola sobbalzare.
Rivolse ansiosamente gli occhi allo schermo del telefono e il suo viso si incupì.
-E’ Stefan…- mormorò timorosa.
Damon sorrise malevolo.
-Allora rispondi- disse perfidamente, ma, notando il panico che aveva invaso la mente di Elena, le tolse il cellulare dalle mani e rispose.
-Ciao, Stefan… sì, è qui con me-
La ragazza lo ascoltava parlare preoccupata.
-Non le ho fatto niente, Stefan. E’ stata a lei a chiedermi di portarla con me-
-Passamelo- disse poi, ritornando in se.
-Stefan… si, sto bene. Mi dispiace di non avertene parlato, ma dovevo assolutamente partire…-
Damon alzò gli occhi al cielo e si appropriò nuovamente del telefono.
-Sta bene, smettila di preoccuparti. Non vorrai passare per il fidanzato rompi scatole, vero fratellino?- disse, prima di attaccare.
-Gli hai attaccato in faccia!- esclamò Elena indignata e fece per riprendersi il cellulare, ma Damon la respinse sul sedile e se lo mise in tasca.
-Mi dispiace, ma questo lo terrò io-
La ragazza strinse gli occhi.
-Non ho mai conosciuto qualcuno più odioso di te!- disse scocciata e gli diede un pugno su una spalla.
-Ti prego, Elena, fare a pugni non ti si addice- la prese in giro il vampiro, facendola arrabbiare ancora di più.
-Sei un’idiota!- esclamò lei ed incrociò le braccia, rassegnata.
Il viaggio proseguì in silenzio, tra l’indignazione di Elena e il divertimento di Damon.
Una volta entrati in Georgia, il vampiro continuò a guidare per un’altra ora, uscendo qualche miglio fuori dalla città, e parcheggiò di fronte a uno squallido motel.
-Fantastico. Mi trovo in un luogo dimenticato dal mondo in compagnia di un vampiro psicopatico- esclamò Elena scocciata e scese dalla macchina.
-Pensi che sarei andato a nutrirmi nel pieno centro della città?- le chiese Damon con sarcasmo.
I due entrarono nel motel e si fecero dare la chiave della loro camera.
Elena saliva disgustata le scale logore e scricchiolanti. Quel posto le incuteva timore.
-Cosa?- esclamò una volta entrata in camera, un’espressione di disperato stupore dipinta sul viso.
-Qui c’è un letto matrimoniale!-
Damon sorrise malizioso.
-La tua compagnia non era prevista e poi… l’altra volta non ti è dispiaciuto avere un letto matrimoniale a disposizione-
Elena lo guardò con un misto di rabbia e imbarazzo.
-Comincio davvero ad odiarti-
Il vampiro rise di gusto.
-Sai la novità? Non sei l’unica- stette ad osservarla qualche secondo, poi le si avvicinò e le cinse i fianchi.
-Aspetterò la notte per nutrirmi. Nel frattempo, possiamo divertirci un po’- disse maliziosamente, le scansò una ciocca di capelli dal viso e prese a disegnarvi sopra ghirigori invisibili con il pollice.
-Per l’ultima volta, Damon. E’ stato un errore che non si ripeterà mai più! Io amo Stefan- rispose con serietà Elena, togliendo la mano del moro dalla sua guancia.
Il vampiro indietreggiò con le mani alzate, in segno di arresa.
-Almeno l’onore di andare a bere qualcosa insieme me lo concedi?-
La ragazza accennò un sorriso affettuoso. Non ci riusciva proprio ad essere arrabbiata con lui.
-Andiamo- disse con dolcezza.
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