L’amicizia vera esiste,ma è molto difficile da trovare. Chi è così
fortunato da avere amici fidati,possiede uno dei tesori più preziosi della
vita.
Non dimenticatelo mai.
Non dimenticatelo mai.
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Erano passati ormai
alcuni giorni dall’arrivo degli Harukaze a Tokyo e finalmente,dopo tanto lavoro
e fatica , la casa era pronta, anche se purtroppo non c’era ancora un
attimo di pausa,specialmente per la povera signora Haruka.- Doremi!Poppu!-
- Cosa c’è mamma?!- domandarono le ragazze facendo capolino dall'entrata del salotto;sapevano che la loro mamma era molto agitata negli ultimi giorni e preoccupate per la sua e per la loro salute,cercavano sempre di ubbidire e di non farsi chiamare mai due volte:quando Haruka Harukaze si arrabbiava,non era di certo un bello spettacolo.
Asciugandosi le mani bagnate con la stoffa colorata del grembiule,la donna si sedette pesantemente sul divano del salotto e fece cenno alle figlie di fare altrettanto:- Ragazze,volevo dirvi che i programmi sono cambiati; domani andremo a fare un po’ di shopping,oggi mi è proprio impossibile. – disse stancamente,sfilandosi il grembiule dalla testa e scompigliandosi i corti capelli mogano.
- Come domani?! Avevi detto che ci saremo andate oggi?!-chiese arrabbiata la primogenita
- Oggi devo andare a fare la spesa , a ritirare le vostre divise scolastiche e ad informarmi su quando apriranno le scuole; non credo che un giorno in più possa nuocere ai vostri bisogni.-concluse seccata la donna che, solitamente, era sempre molto gentile: << Anzi,salverà il portafoglio!>>aggiunse tra sé e sé.
- Okay okay,non arrabbiarti!- la tranquillizzò Pop coscente che ,di quel passo,le cose sarebbero sicuramente peggiorate.
- Ma come?!-controbatté la maggiore che non vedeva l’ora di comprarsi dei vestiti nuovi .
- Doremi, non lamentarti! Visto che le signorine sono così pigre da non voler aiutare la loro povera madre, che sgobba dalla mattina alla sera, a portare la spesa, allora aspetteranno un altro giorno prima di finire in vestiti nuovi lo stipendio del loro altrettanto pigro padre!-aggiunse la donna, fulminando con lo sguardo il marito che tranquillamente, almeno così sembrava, stava leggendo il giornale,evitando in qualsiasi modo il contato visivo con la sua adorata consorte.
- Ma mamma!...-
- Doremi ,non è mai morto nessuno per dei vestiti!-
- Ma io potrei! Il mio fragile cuore vorrebbe tanto essere riscaldato da quel bellissimo scaldacuore nero con i cuori a bassissimo prezzo che abbiamo visto l’altro ieri ad Harujuku.-
- Il tuo “fragile cuore” riuscirà a resistere per un altro giorno!-
- Sei cattiva!-
- E tu stai diventando troppo superficiale!-
- È l’adolescenza mamma!-
- L’adolescenza prevede la crescita di una persona,non l’aumento della sua stupidità!-
- Oh ,grazie tante! Possiedi una grande stima nei riguardi di tua figlia!-
- E tu mi stai deludendo. Da quando sei così frivola?!-
Doremi non rispose. Era vero,ultimamente l'apparire era diventato qualcosa di veramente importante per lei. Voleva creare un'immagine,voleva essere come sempre aveva immaginato di essere,voleva far trapelare fuori ciò che lei aveva sempre avuto dentro.
Forse era l'età,forse i mas media,forse l'essersi trasferita a Tokyo,fulcro di migliaia di tendenze,forse voleva conquistare un ragazzo,forse sentirsi più sicura di sé. Probabilmente tutte queste cose insieme.
Ma allora,solo perché cominciava a prendere coscienza del proprio aspetto,doveva essere reputata stupida?
Sua madre aveva ragione nel considerarla "frivola"?
No. Doremi aveva semplicemente capito che l'immagine della bambina che conquistava la gente con la sua allegria e con il suo buon cuore non le bastava più.
La ragazza distolse lo sguardo e trattenne le lacrime;sua madre non capiva.
-Dai Doremi...- cercò poi di dire Haruka,notando il cambiamento d'umore della maggiore delle sue figlie:- Non era questo che volevo dire…sentite,ne riparleremo,ora devo andare.-
Doremi non rispose.
Haruka lasciò perdere.
- Bene. Quasi dimenticavo!Quando torno voglio trovare i vostri letti rifatti,chiaro?-
- Signor sì!-disse Pop,mettendosi sull'attenti come un soldatino,mentre Doremi boccheggiava un semplice "sì".
La signora Haruka le guardò per un po’ e sorrise: << Dopotutto anche loro si sono date da fare.>>
- Forza ,andate!- ordinò loro mentre apriva la porta di casa: – Se troverò tutto in ordine,stasera cucinerò un dolce al cioccolato…-concluse chiudendosi la porta alle spalle.
I volti delle due sorelle s’illuminarono e Doremi si lasciò alle spalle il litigio;dopotutto non poteva dire di "no" a un delizioso dolce cucinato da sua madre.
- Yatta!*-esclamarono le due,saltellando per casa.
- Andiamo Pop-chan!-
- Sì!- rispose grintosa la più piccola,mentre insieme alla sorella si dirigeva verso le rispettive camere.
- Poppu!-disse improvvisamente Doremi,trattenendo la sorella all’ entrata: – Più tardi chiamerò Hazuki-chan e Ai-chan ,quindi tieni libero il telefono.-
- Nani?!** Guarda che anch’io devo chiamare i miei amici!-
- Lo so! Ma visto che hai occupato il computer da questa mattina,avrò anch’io il diritto di sentire le mie amiche almeno per telefono,no?!-
Ecco,ci risiamo.
Keisuke affinò l'udito appena sentì le sue due figliole cominciare ad alzare gradualmente la voce l'una contro l'altra.
Ora capiva da chi avevano preso.
Era il momento d'intervenire.
- Guarda che non sto su Internet da stamattina … e poi vorrei ricordarti che quelle che tu chiami “amiche” ,sono anche le MIE amiche!-
- Che succede?-
- Papà,Poppu sta sul computer da questa mattina , ma nonostante questo non vuole farmi chiamare le mie amiche…-
- Non è vero!- l’interruppe la rosa:- Non ho mai detto nulla del genere!-
- A no?!-
- ORA BASTA! – sbottò il padre in tono seccato;aveva un gran malditesta. Vivere con tre donne era una tortura a volte!
Iniziò così a parlare:- Innanzitutto rifatevi i letti,altrimenti la mamma si arrabbierà ulteriormente ; in secondo luogo ,vi darete dei turni. Doremi chiamerà le sue amiche e tu Poppu finirai di inviare le tue mail dopo che tua sorella avrà finito…-
- Ma anch’io devo…-disse Doremi,interrompendo il discorso del genitore
- Fammi finire,Doremi!:-si schiarì la voce:- Dopo che entrambe avrete finito, vi scambierete,come potrei dire…si! Vi scambierete i mezzi di comunicazione!Va bene?-
- Hai!*** - risposero le due in coro, mentre entravano nelle rispettive stanze, osservate dal padre, esausto: << Non oso immaginare quanto mi costeranno tutte queste chiamate e connessione. Povero me!...>> e così Keisuke Harukaze tornò a leggere il suo giornale, cercando di evadere dalla realtà e non pensando alla bolletta che sarebbe arrivata a breve.
Che dura vita quella del padre!
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<< Ecco fatto!>> pensò Doremi mettendo l’ultimo cuscino sul suo letto,prima di sedersi sul materasso morbido ed osservare la propria camera.
Tutta quella fatica era servita a qualcosa,ed ora la sua nuova stanza era pronta.
Il letto si trovava sulla parete di sinistra, affiancato dal comodino.
Poco distante vi era la finestra,alla quale erano state applicate delle tendine rosa in tulle, e sotto di essa, era stata accuratamente posizionata la scrivania bianca,ampia e con un lungo ripiano;su quest'ultimo erano stati predisposte alcune statuette da collezione: una fatina,un folletto e l'immancabile bambolina di pezza vestita da strega.
Oltre a questi oggetti,erano stati accuratamente disposti dei libri,i più importanti,quelli che avevano stregato il cuore di colei che li aveva letti,e alcuni manga.
Per il resto la scrivania era ancora vuota,in attesa di essere riempita dai libri di scuola che presto sarebbero arrivati.
Al solo pensiero Doremi ebbe un brivido:avrebbe iniziato il liceo!
Sulla parete di destra invece,c’era la cosa che più piaceva alla ragazza: l’armadio a muro.
Era come una porta segreta,che nei suoi sogni l'avrebbe portata chissà dove. In realtà era un normalissimo armadio che aspettava solo di essere riempito dai nuovi acquisti di Doremi.
Sulla parete opposta a quella del letto,accanto all'armadio,c'era uno specchio lungo attaccato al muro,decorato da rose rosa finte,lunghe collane di perle bianche,pizzi e merletti;per decorarlo in quella maniera principesca,Doremi aveva trascinato la madre in uno dei tanti negozietti a 100 yen che si trovavano a Shinjuku****.
E infine,al centro della stanza ,vi era un bellissimo tappeto rosa circolare,sul quale era stato posizionato un kotatsu***** non troppo grande ,sul quale Doremi aveva messo una piccola specchiera e un cofanetto nel quale teneva alcuni trucchi.
Ormai stava diventando una bella signorina e la sua stanza rispecchiava perfettamente sia i suoi gusti che la fase che stava attraversando. Era certa però che mai si sarebbe sbarazzata di quegli oggetti che molti avrebbero reputato "infantili". Non si diventa bravi adulti senza conservare con sé un pizzico di sogni.
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Doremi si alzò di scatto dal letto ed uscì dalla stanza,ma stranamente vi rientrò dopo pochi attimi. Si diresse così verso la scrivania ed aprì un cassetto dal quale estrasse un’agendina rosa,con cuoricini rossi e note musicali,logora sugli angoli e su alcune parti della copertina.
L'aprì ed iniziò a sfogliare le pagine.
Ormai conosceva a memoria i numeri telefonici delle sue migliori amiche, ma per qualche strana ragione preferiva usufruire della piccola agenda,piuttosto che affidarsi alla memoria. In realtà quel gesto era diventato una consuetudine,una sorta di rituale magico per far sì che,qualora telefonasse,non le avrebbe mai trovate fuori casa o impegnate e avrebbe quindi potuto parlare in tutta tranquillità per ore e ore.
E stranamente quella piccola magia funzionava sempre.
A volte Doremi si chiedeva se ,nonostante avesse abbandonato il mondo magico,avesse consevato qualche potere. Ci sperava e voleva crederci.
Dopotuto se avesse dubitato in vita sua,non avrebbe mai creduto nelle streghe,non avrebbe mai scoperto MajoRika e non avrebbe mai vissuto la più magica delle avventure.
Scosse lievemente il capo per scacciare i ricordi;le facevano troppo male.
Si concentrò sul piccolo quaderno e lo sfogliò con cura,soffermandosi su ogni segno colorato.
Prendere quell’agenda ,accarezzarla come un manufatto antico, leggerla con minuziosa attenzione, la faceva sentire più vicina alle sue amiche. Ogni singolo numero era stato scritto da una di loro,con una piccola dedica alla fine,un disegno,un odore,che le portava alla mente giorni passati,trascorsi tra tante risate e tra altrettante lacrime; quando erano ancora bambine,innocenti e lontane da quei pensieri da adulti che oramai si stavano facendo spazio anche nella sua mente; quei pensieri che rovinano la purezza dell’ infanzia e che portano inesorabilmente all’ età adulta.
Lontano dai sogni,lontano dalle speranze.
Quando si è piccoli,non si vede l’ora di crescere ,ma poi solo quando si diventa adulti,si cambia inesorabilmente idea e si vorrebbe riavvolgere la matassa dei fili del tempo.
Anche per Doremi è stato così. E ora rimpiangeva quei tempi andati, quando tra una risata ed una lacrima,la loro normalissima infanzia si mischiò con un mondo surreale al quale solo i bambini hanno accesso agevolmente e grazie al quale non solo maturò positivamente,sognò e capì che i desideri possono diventare realtà,ma sopratttutto incontrò persone stupende che le avevano inevitabilbente segnato l'anima.
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Su
una di quelle pagine di carta lievemente ingiallita, cadde una candida lacrima vicino ad un nome circondato da
fiori colorati,disegnati grossolanamente con un pastello rosa.Eppure,per Doremi,quei fiori così infantili erano un'opera d'arte!
<< Basta piangere, Doremi Harukaze! Ti sei ripromessa di non versare mai più una sola lacrima per i vecchi ricordi! L’amicizia è un sentimento che non si spegne con la lontananza. Un giorno staremo di nuovo tutte insieme : io,Hazuki,Aiko,Onpu,Momoko ed anche Hana…>>
E il coraggio che tanto cercava in lei,morì soffocato da quel groppo in gola che le si era formato nel ricordare quella graziosa bambina dai lunghi capelli dorati e grandi,curiosi e vivaci occhi nocciola.
La ragazza guardò il numero di telefono di Hana:era quello del Maho Dou; era quello il nome su cui era caduta quella piccola goccia d’acqua salata.
E noi saremo amiche per sempre!
Me l’hai insegnato tu, mamma!
Hana
Doremi sorrise.
<< Sì, Hana-chan! >>pensò :<< Noi saremo amiche per sempre e un giorno ci rivedremo!>>
La ragazza guardò il soffitto,chiuse gli occhi e respirò profondamente,quasi come a voler scacciare via i brutti pensieri.
Quando gli riaprì ,sorrise e prese il cordless e l’agendina rosa. Aprì quest'ultima e iniziò a digitare il primo numero di telefono ...
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