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Autore: LoveChild    20/01/2011    8 recensioni
Mafalda, la figlia del cugino ragioniere di Molly Weasley, fa il suo ingresso ad Hogwarts.
Questa storia ha partecipato al contest "Smistamento" indetto da Circe vincendo i premi 'Miglior Serpeverde' e 'Originalità'.
Attenzione: L'avvertimento 'What if...?' è dovuto al fatto che il personaggio di Mafalda fu eliminato dai libri per far spazio a Rita Skeeter, quindi sta a significare su per giù: "Che sarebbe successo se Mafalda fosse stata smistata?".
Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Slytherin' Pride'
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Questa storia ha partecipato al contest "Smistamento" indetto da Circe vincendo i premi 'Miglior Serpeverde' e 'Originalità'.

Nickname:
 LoveChild
Titolo: Mafalda
Rating: verde
Genere: generale
Avvertimenti: one shot, slice of life
Personaggio: Mafalda Butterworth
Introduzione: Mafalda, la figlia del cugino ragioniere di Molly Weasley, fa il suo ingresso ad Hogwarts.
Eventuali note: Non sono molto soddisfatta di questa storia, avrei voluto articolarla meglio ma non ho potuto farlo principalmente per mancanza di tempo. Spero comunque che non sia un disastro totale… Inserirò le note a piè pagina.

 



Mafalda




 
Mafalda Butterworth era la figlia di una babbana e di un Magonò. Di un ragioniere Magonò.
Quando ricevette la lettera di ammissione ad Hogwarts e, conseguentemente, la visita di Minerva McGranitt assorbì un imperativo categorico: doveva imporsi.
Imporsi come studentessa, imporsi come personalità, imporsi come essere umano.
La vita era come una giungla e se voleva sopravvivere in un habitat a lei estraneo doveva adattarsi e adattarlo a suo uso e consumo.
Per quanto lo stupore di sua madre ma, soprattutto, di suo padre la divertissero ad un tratto aveva cominciato a trovare la situazione irritante. Mafalda pretendeva un minimo di collaborazione.
Fu così che il Signor Butterworth fu costretto dalla petulante ragazzina ad inviare una cortese lettera a sua cugina Molly per chiederle consiglio.
Anni dopo Molly avrebbe ricordato Mafalda come “la bambina più antipatica che avesse mai conosciuto”.
E, come ben presto avrebbe scoperto anche la stessa Mafalda, quel giudizio le sarebbe piovuto addosso ben più di una volta; non sapeva neppure, però, che sarebbe stata pronta a liberarsene con naturalezza con una semplice scrollata di spalle.
 

***

 
La nostra vita è decisa dal caso.
Cosa sarebbe successo se Harry Potter si fosse seduto nello scompartimento dell’Espresso di Hogwarts con, poniamo, Michael Corner o Justin Finch-Fletchley?
O se Hermione Granger non fosse andata a piangere nei bagni quella sera di Halloween, anni prima?
E se Ron non avesse offeso Hermione, sempre quel famoso giorno?
E se Voldemort avesse scelto Neville Paciock come ‘prescelto’?
Un caso.
Un evento trascurabile nella vita di ogni giorno. Lo scendere dal lato destro del letto invece che dal sinistro pestando così la coda del proprio gatto e inciampare finendo sulla gabbia del nuovo barbagianni e scivolare, finendo così a terra e, trovandosi stesa sul pavimento in una posa innaturale, scorgere sotto al letto una lettera che non si era mai aperta. Una lettera inviata, ad esempio, da un ex fidanzato che tutto sommato ancora fa un certo effetto, aprirla, leggerla e decidere di ritrovarlo.
Un caso. E’ cominciato tutto con un piede in fallo e, senza rendersi conto di ciò che ha originato il tutto, si giunge ad un evento cardine della propria esistenza.
Un caso.
Fu per pura fatalità, infatti, che Mafalda salì nella seconda carrozza, a lei d’altronde piaceva la prima ma posti non ce n’erano più…
Fu un caso fortuito quello che la portò ad entrare nel secondo scompartimento a sinistra a partire dalla testa della carrozza.
Ma, secondo una strana trama intessuta dal fato, non fu un caso che nel secondo scompartimento vi fosse seduto Malcom Baddock, perché la nostra vita è sì decisa dal caso ma il fato sa sempre quale casualità propinarci.
 
-Ciao!- disse Mafalda con voce sicura e squillante, aggiustandosi la frangetta e sistemando i bagagli.
Malcom ricambiò il saluto e la scrutò attentamente. 
Era una ragazzina graziosa: alta e dal fisico asciutto portava i capelli corvini legati in un’alta coda di cavallo; il viso era spruzzato di lentiggini, a memoria del sangue Prewett che aveva nelle vene, gli occhi erano talmente neri che vi si potevano riconoscere riflessi color melanzana, il naso era  piccolo e leggermente all’insù, la bocca carnosa e rossa.
-Piacere! Io sono Mafalda.- aggiunse lei allungando una mano.
-Malcom.- rispose lui stringendole prontamente la mano.
Mafalda si sedette di fronte a lui lisciandosi la gonna della divisa.
-Da dove vieni?- chiese Malcom, occhieggiandola curioso.
-Sono di Clevedon, nel Somerset.- rispose educatamente lei. Sapeva bene che il modo migliore per dare una buona impressione era non fare troppe  domande e lasciare che fossero gli altri ad esporsi.
-Capisco. Siamo piuttosto lontani,- constatò lui – io sono di Perth. Sai già in che casa andrai?
-Sono indecisa mi piacerebbero o Corvonero o Serpeverde.- non mentì. Si era informata con ampie letture sulle case di Hogwarts; d’altronde Mafalda non mentiva mai,  si limitava a nascondere alcuni dettagli… -E tu?
-Serpeverde, assolutamente!- affermò risoluto Malcom.
Intavolarono una conversazione piuttosto animata su ciò che avrebbero fatto ad Hogwarts.
Mafalda era stata molto previdente ed aveva studiato a fondo buona parte di ciò che dovrebbe sapere una persona vissuta nel mondo magico e in questo l’estate trascorsa dai Weasley era stata molto istruttiva, in particolar modo aveva avuto occasione di vedere dal vivo la finale del Campionato del Mondo di Quidditch, Irlanda-Bulgaria; sia i Weasley che Harry Potter si erano impegnati a spiegarle nei minimi dettagli quel nuovo gioco.
Per essere un’undicenne era molto sveglia e riusciva a captare informazioni con una naturalezza ed insospettabilità che avrebbero fatto rabbrividire molti suoi conoscenti nel corso degli anni…
Per quanto potrebbe sembrare prodigioso, quando Mafalda aveva messo piede sull’Espresso di Hogwarts, la sua visione del Mondo Magico era più chiara e cruda di quella di Hermione Granger.
Questo perché, al contrario di Hermione, Mafalda possedeva qualcosa in più: un’acutezza maliziosa.
 
Erano in viaggio da svariate ore quando Mafalda uscì dallo scompartimento per sgranchirsi le gambe.
Il cielo era così cupo e i finestrini così appannati che le lanterne vennero accese a mezzogiorno.
Le lanterne illuminavano il corridoio a coni di luce discontinui e Mafalda si divertiva a notare i guizzi che la sua ombra produceva a seconda della diversa intensità luminosa.
Era quasi a metà del treno quando sentì il trambusto proveniente da uno degli scompartimenti, sbirciò senza farsi notare. C’erano nove persone stipate nello scompartimento fra cui riconobbe Harry, Hermione e suo cugino Ron. Si avvicinò ulteriormente appiattendosi nella zona d’ombra accanto allo scompartimento e origliò.

-Weasley... che cos'è quella?- disse qualcuno all’interno.
-Guardate qui!- esclamò estatica la stessa persona -Weasley, non pensavi di metterti questa roba, vero? Voglio dire: era molto di moda nel 1890 o giù di lì...
-Vai a mangiare cacca, Malfoy!- disse Ron.
Il ragazzo di nome Malfoy scoppiò in una risata di scherno, a cui ne seguirono delle altre. Mafalda si sarebbe voluta sporgere per osservare meglio, ma preferì non rischiare di farsi scoprire.
-Allora... hai intenzione di partecipare, Weasley? Vuoi provare a portare un po' di gloria al nome di famiglia? C'è anche del denaro, sai... potresti permetterti dei vestiti decenti se vincessi...
-Di cosa stai parlando?- sbottò Ron.
-Hai intenzione di partecipare?- ripeté il solito ragazzo -Immagino che tu ci sa rai, Potter. Non perdi mai l'occasione di metterti in mostra, vero?
-Dicci cosa vuoi o sparisci, Malfoy- disse Hermione seccamente.
-Non dirmi che non lo sai- disse, deliziato. -Hai il padre e un fratello al Ministero e non lo sai nemmeno? Santo cielo, mio padre me l'ha detto secoli fa... l'ha sentito dire da Cornelius Caramell. Ma certo, mio padre ha sempre contatti di alto livello al Ministero... forse tuo padre è troppo in basso per saperlo. Weasley... sì... probabilmente non parlano di cose importanti in sua presenza...
Con un'ultima risata, il ragazzo di nome Malfoy uscì dallo scompartimento insieme ad altri due ragazzi.

Mafalda li osservò passarle accanto senza vederla, appiattita com’era nell’ombra.
Indossavano già la loro divisa e la cravatta verde-argento le fece comprendere che dovevano essere Serpeverde.
Sobbalzò quando la porta a vetri dello scompartimento andò in frantumi e silenziosamente strisciò lontano da lì.
A quanto pareva suo cugino e i suoi amici non godevano di gran simpatia, non da tutti almeno. Rifletté a lungo su quanto aveva ascoltato e giunse alla conclusione che l’evento di cui aveva parlato Malfoy doveva essere il Torneo di cui parlavano sua Zia Molly e il marito, giorni prima alla Tana, senza sapere che stava origliando.
Era incerta su come si sarebbe dovuta comportare, certo era grata ai Weasley per l’ospitalità ricevuta e per tutte le informazioni che, direttamente o indirettamente le avevano dato, ma non era certa che sarebbe valsa la pena di sacrificare la sua futura immagine a Hogwarts schierandosi dichiaratamente dalla loro parte.
Decise, quindi, di rimandare la decisione definitiva a dopo lo smistamento.
Con espressione totalmente naturale rientrò nel suo scompartimento e intavolò con Malcom un’interessante discussione sul Quidditch.
 

***

 
Il viaggio in barca per arrivare al castello fu affascinante, ma allucinante. Quando finalmente approdarono, bagnati e infreddoliti, tirarono un sospiro di sollievo.
Hagrid, il Custode delle Chiavi, li condusse fino all’entrata del castello dove furono presi in custodia dalla professoressa McGranitt.
Quando entrarono ordinatamente in fila indiana nella Sala Grande gli occhi di tutti i presenti si posarono su di loro.
Mafalda si guardò intorno, curiosa di appurare ogni singolo particolare appreso nei libri che aveva consultato. Con molta calma si perse ad osservare il soffitto e le tavolate, poi si concentrò sul tavolo degli insegnanti.
Al centro della tavolata era seduto il professor Silente, il preside, aveva un’espressione sibillina ma sul fondo dei suoi occhi chiari pareva brillasse perennemente una luce divertita. Mafalda pensò che era davvero una fortuna che fosse lui il preside, da quel che aveva potuto constatare nei vari incontri con la professoressa McGranitt se fosse stata lei la preside avrebbero avuto tutti vita durissima, mentre il professor Silente sembrava più diplomatico e pacifico.
La sua attenzione fu poi attirata da un professore dall’aria arcigna tutto vestito di nero, ciò che colpì Mafalda fu che, al contrario degli altri insegnati che sfoggiavano vestiti particolari, era dimesso e che in un’altra occasione non sarebbe stato notato; l’impressione che ne ricevette fu molto simile a quella che aveva avuto della McGranitt, salvo che l’uomo aveva un volto di marmo, talmente duro da sembrare disumano.
Lasciò vagare ancora una volta lo sguardo per la sala e riuscì ad individuare i Weasley. Si trovavano al tavolo all’estrema sinistra, che quindi doveva essere quello di Grifondoro; dal lato opposto della sala, invece, intravide il ragazzo biondo di nome Malfoy, ciò significava che quello era il tavolo dei Serpeverde.
La professoressa McGranitt posò uno sgabello a quattro gambe davanti alla fila e vi sistemò sopra un cappello da mago estremamente vecchio, sporco e rattoppato. Tutti i primini lo fissarono. Così tutti gli altri. Per un attimo calò il silenzio. Poi uno strappo vicino all'orlo si spalancò come una bocca e il cappello prese a cantare:
 
Or son mille anni, o forse anche più,
che l'ultimo punto cucito mi fu:
vivevano allor quattro maghi di fama,
che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.
Il fier Grifondoro, di cupa brughiera,
e Corvonero, beltà di scogliera,
e poi Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron fondare.
Ciascuno dei quattro una casa guidava,
ciascuno valori diversi insegnava:
ognuno stimava diverse virtù
e quelle cercava di accrescer vieppiù.
E se Grifondoro il coraggio cercava
e il giovane mago più audace premiava,
per Corvonero una mente brillante
fu tosto la cosa davvero importante.
Chi poi nell'impegno trovava diletto
del buon Tassorosso vinceva il rispetto,
e per Serpeverde la pura ambizione
contava assai più di ogni nobile azione.
I quattro, concordi, gli allievi diletti
sceglievan secondo criteri corretti.
Ma un giorno si dissero: chi li spartirà
quando ognuno di noi defunto sarà?
Così Grifondoro un modo trovava
e me dal suo capo veloce sfilava:
poi con i tre maghi una mente mi fece
capace di scegliere in loro vece.
E se sulle orecchie mi avrete calato,
voi state pur certi, non ho mai sbagliato:
nelle vostre teste un occhiata darò
e alla Casa giusta vi assegnerò!
 
Il Cappello Parlante finì e la Sala Grande risuonò d'applausi.
La professoressa McGranitt stava srotolando un gran rotolo di pergamena.
-Quando vi chiamo, dovete mettervi il Cappello e sedervi sullo sgabello- disse ai ragazzi in fila -Quando il Cappello proclama la vostra Casa, andrete a sedervi al tavolo giusto.

Mafalda fu stupita di scoprire in cosa consisteva lo Smistamento, non si era certo aspettata nulla del genere!
Nonostante avesse cercato informazioni sulla cerimonia non aveva potuto trovare nulla, così aveva sospettato che non fosse consentita la pubblicazione dell’esatto svolgimento dello smistamento e si era convinta che si trattasse di una prova di magia.
Sapere che un cappello avrebbe frugato nei suoi pensieri fece vacillare la sua sicurezza. Non le piaceva l’idea che qualcuno vedesse ciò che le passava per la testa, pensava che fosse una sorta di violenza come se qualcuno avesse provato a forzare una porta chiusa.
Desiderò, per la prima volta nella sua vita, di avere il cervello totalmente vuoto.
-Ackerley, Stewart!
Stewart, che era stato nello scompartimento con lei e Malcom, fece un passo avanti tremando visibilmente da capo a piedi, prese il Cappello Parlante, se lo mise e si sedette sullo sgabello.
-Corvonero!- strillò il Cappello.
Stewart se lo tolse e corse al tavolo di Corvonero, dove tutti lo applaudirono.
-Baddock, Malcolm!
-In bocca al lupo!- mormorò Mafalda facendogli l’occhiolino.
-Serpeverde!- gridò dopo poco il cappello.
-Ci vediamo fra poco.- le sussurrò Malcom sorridendole sornione mentre le passava accanto dirigendosi al tavolo verde-argento.
Eleanor Branstone fu assegnata a Tassorosso e poi finalmente giunse il suo turno.
-Butterworth, Mafalda!
La voce della professoressa McGranitt le pizzicò le orecchie e Mafalda, ostentando una sicurezza che non possedeva, si sedette sullo sgabello come se sapesse esattamente ciò che faceva. L’ultimo pensiero che formulò prima di indossare il Cappello Parlante fu che forse, come nel caso di Malcom, il cappello avrebbe tenuto conto dei suoi desideri.
-Ah!- esclamò il cappello facendola rabbrividire –Interessante, davvero, non vedevo nulla di così interessante da molto tempo. Mia cara sono ammirato da tanta tenacia! Certo il tuo cervello è davvero prodigioso, fra i Corvonero ti troveresti senza dubbio a tuo agio…
Mafalda assentì mentalmente, aveva sempre pensato anche lei che Corvonero sarebbe stata di certo un ottima scelta… Mentre sentiva il Cappello frugarle fra i pensieri strinse i denti tentando di non pensare a nulla, cosicché lui non potesse carpirle nessuna idea.
D’un tratto sentì il Cappello ridacchiare e sussurrarle mellifluo:-E’ inutile che ti sforzi, io posso vedere ogni cosa. Sei molto curiosa, ma allo stesso tempo non vuoi che qualcuno metta il naso in ciò che è tuo, è un comportamento poco coerente e molto egoistico, sai? Staresti bene a Corvonero certo ma, mia cara ragazzina, la tua ambizione e curiosità soffocano qualsiasi altra cosa in te! Sembri proprio nata per Serpeverde e credo proprio che, nonostante la questione del tuo sangue…
-Come osi parlare del mio sangue? Non dovresti farti gli affari miei!- sibilò Mafalda.
-Oh, ma questi sono affari miei e sì credo proprio che ti collocherò lì! Serpeverde!- l’ultima parola il Cappello la urlò a tutta la Sala.
Mafalda posò il Cappello sullo sgabello osservandolo un’ultima volta con risentimento, le ci sarebbero voluti anni per perdonare a quell’oggetto l’averle frugato nei pensieri.
Fu con rinnovata soddisfazione che si diresse verso il tavolo verde-argento dove si accomodò accanto a Malcom che le riservò un sorriso accennato.
Si ritrovò a stringere molte mani. Quella di Malfoy che l’accolse pomposamente e che le fece guadagnare un’occhiata sospettosa da parte di una ragazza dai capelli neri e la faccia da carlino, poi quelle di Bridget, Harper, Roy, Rachel e Daphne.
Quando Graham, che aveva fatto il viaggio con lei e Malcom, fu smistato a Serpeverde gli fecero allegramente posto accanto a loro.
Mafalda era tranquilla e soddisfatta, si sentiva a suo agio in quella casa dove tutti avevano un obbiettivo da raggiungere e, soprattutto, in quella casa dove non si facevano domande.
Gettò un’occhiata fugace ai suoi cugini e si disse che erano troppo diversi da lei, che nulla per lei era meglio di Serpeverde.
Quando il banchetto ebbe inizio cominciarono a conversare animatamente. La notizia del Torneo Tremaghi aveva lasciato la maggior parte degli studenti stupiti ed eccitati.
-Beh almeno mi sentirò meno irritata perché a noi del primo anno non è concesso provare ad entrare nella squadra di Quidditch…
-Ti piace molto il Quidditch?- le chiese curioso Miles Bletchley, che scoprì essere il portiere della squadra della sua casa.
-Certo!- rispose Mafalda entusiasta –Mi piacerebbe giocare come Battitrice, anche se le poche volte che mi è stato consentito giocare mi hanno sempre fatto fare la Cacciatrice.
-E perché non ti fanno giocare spesso?- chiese Malfoy osservandola sospettoso.
-Mia madre è molto protettiva- sbuffò lei –essendo figlia unica ci tiene molto e poi dice che è poco femminile…
Mafalda, come suo solito, non stava mentendo. Certo sua madre non le aveva mai vietato di giocare a Quidditch perché non sapeva neppure cosa fosse, ma, quando in terza elementare, si voleva iscrivere a calcio glielo aveva vietato; e Malfoy non le aveva forse chiesto “Perché non ti fanno giocare spesso?” non aveva certo parlato di Quidditch!
-Non ho mai sentito il tuo cognome- le rivolse la parola la ragazza con la faccia da carlino, che scoprì chiamarsi Pansy, le chiese con aria maligna –non sei fra le famiglie importanti, vero? Come si chiama tua madre?
A quella domanda molti al tavolo zittirono ma Mafalda manipolò anche quella domanda:-Svensson, non penso possiate conoscerla comunque: è svedese. Mio padre l’ha conosciuta durante un viaggio.
Era quella la tecnica delle serpi: camuffare e contraffare la risposta.
Parlarono ancora un po’ delle loro famiglie, poi cambiarono argomento.
Mafalda aveva raggiunto il suo obbiettivo: adattarsi al nuovo habitat, qualche ora e già aveva compreso come muoversi in quella casa dalla gerarchia così complessa.
Manipolare. Glissare. Tacere. Ascoltare.
Ecco le regole principe fra i Serpeverde e Mafalda, che già possedeva queste capacità, doveva solo affinare la sua tecnica e padroneggiarle meglio possibile.
Mafalda Butterworth, a dispetto dei geni Prewett, era nata per essere una Serpeverde.
 
 

Fine

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note:
Per prima cosa voglio sottolineare che il cognome di Mafalda l’ho inventato di sana pianta.
J. K. Rowling non ha mai affermato che il suo cognome fosse Prewett e data la lontana parentela ho supposto che fosse differente.
Ma passiamo al personaggio in sé e diamo qualche informazione.
Riporto qui di seguito ciò che la Rowling ha pubblicato a proposito di Mafalda sul suo sito:


“Ho già parlato in passato della cugina dei Weasley, presente nel 'Calice di fuoco' eliminata all’ultimo momento. Quel personaggio mi piaceva molto e non volevo sacrificarla, ma non rispondeva ai miei piani, e quindi dovette andarsene.
Mafalda era la figlia del 'cugino di secondo grado che fa il ragioniere' nominato nella 'Pietra filosofale'. In passato, questo ragioniere si comportò male nei confronti dei Weasley ma, non appena lui e la moglie Babbana si trovarono una streghetta per casa, riallacciarono i rapporti con i Weasley per ottenere aiuto ad introdurla nel mondo magico prima che iniziasse gli studi ad Hogwarts. I Weasley accettarono di ospitarla per una parte dell’estate, e anche di portarla alla Coppa del Mondo di Quidditch, ma se ne pentirono quasi subito. La signora Weasley sospettava che i genitori di Mafalda avessero semplicemente voluto liberarsene per un po’, perché si rivelò essere la ragazzina più sgradevole che avesse mai conosciuto.
Mafalda avrebbe dovuto trasmettere a Harry, Ron e Hermione certe informazioni sui Mangiamorte perché, da brava Serpeverde ficcanaso e spiona a cui piace fare colpo, non sapeva tenere la bocca chiusa quando captava le conversazioni dei figli dei Mangiamorte. Purtroppo, anche se l’avevo resa una bambina molto sveglia, c’erano ovvi limiti a quanto potesse scoprire un’undicenne chiusa in una scuola; Rita Skeeter, che creai per svolgere la funzione di Mafalda, era molto più flessibile.
Con Mafalda, Hermione aveva finalmente un degno avversario. Con grande orrore di quest’ultima, Mafalda era una ragazzina molto dotata e certamente esibizionista, che creava un conflitto nel carattere di Hermione che, da una parte si indignava di fronte alla mancanza di rispetto delle regole, dall’altra desiderava fare altrettanto e superarla”.

 
-Se si elimina la madre di Mafalda, che ho utilizzato come espediente per concedere a questo piccolo mostriciattolo di glissare sulla conversazione, tutti i personaggi nominati appartengono alla Row.
 
-Le parti in corsivo sono parafrasate da due pezzi presi dal “Calice di fuoco”:
 
      1.“-Weasley... che cos'è quella?- disse Malfoy.
-Guardate qui!- esclamò estatico -Weasley, non pensavi di metterti questa roba, vero? Voglio dire: era molto di moda nel 1890 o giù di li...
-Vai a mangiare cacca, Malfoy!» disse Ron.
Malfoy scoppiò in una risata di scherno; Tiger e Goyle ridacchiarono stupidamente.
-Allora... hai intenzione di partecipare, Weasley? Vuoi provare a portare un po' di gloria al nome di famiglia? C'è anche del denaro, sai... potresti permetterti dei vestiti decenti se vincessi...
-Di cosa stai parlando?- sbottò Ron.
-Hai intenzione di partecipare?- ripeté Malfoy -Immagino che tu ci sa rai, Potter. Non perdi mai l'occasione di metterti in mostra, vero?
-Dicci cosa vuoi o sparisci, Malfoy- disse Hermione seccamente.
-Non dirmi che non lo sai- disse, deliziato. -Hai il padre e un fratello al Ministero e non lo sai nemmeno? Santo cielo, mio padre me l'ha detto secoli fa... l'ha sentito dire da Cornelius Caramell. Ma certo, mio padre ha sempre contatti di alto livello al Ministero... forse tuo padre è troppo in basso per saperlo. Weasley... sì... probabilmente non parlano di cose im-portanti in sua presenza...
Con un'ultima risata, Malfoy fece un cenno a Tiger e Goyle e scomparvero tutti e tre.”              [Cap. Undici- Sull’Espresso di Hogwarts]
 
   2. “La professoressa McGranitt posò uno sgabello a quattro gambe davanti alla fila e vi sistemò sopra un cappello da mago estremamente vecchio, sporco e rattoppato. I ragazzini lo fissarono. Così tutti gli altri. Per un attimo calò il silenzio. Poi uno strappo vicino all'orlo si spalancò come una bocca e il cappello prese a cantare:
 
Or son mille anni, o forse anche più,
che l'ultimo punto cucito mi fu:
vivevano allor quattro maghi di fama,
che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.
Il fier Grifondoro, di cupa brughiera,
e Corvonero, beltà di scogliera,
e poi Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron fondare.
Ciascuno dei quattro una casa guidava,
ciascuno valori diversi insegnava:
ognuno stimava diverse virtù
e quelle cercava di accrescer vieppiù.
E se Grifondoro il coraggio cercava
e il giovane mago più audace premiava,
per Corvonero una mente brillante
fu tosto la cosa davvero importante.
Chi poi nell'impegno trovava diletto
del buon Tassorosso vinceva il rispetto,
e per Serpeverde la pura ambizione
contava assai più di ogni nobile azione.
I quattro, concordi, gli allievi diletti
sceglievan secondo criteri corretti.
Ma un giorno si dissero: chi li spartirà
quando ognuno di noi defunto sarà?
Così Grifondoro un modo trovava
e me dal suo capo veloce sfilava:
poi con i tre maghi una mente mi fece
capace di scegliere in loro vece.
E se sulle orecchie mi avrete calato,
voi state pur certi, non ho mai sbagliato:
nelle vostre teste un occhiata darò
e alla Casa giusta vi assegnerò!
 
Il Cappello Parlante finì e la Sala Grande risuonò d'applausi.
«Non è la stessa canzone che ha cantato quando ha diviso noi» disse Harry, applaudendo assieme a tutti gli altri.
«Ne canta una diversa ogni anno» disse Ron. «Dev'essere una vera pizza, essere un cappello, no? Immagino che passi tutto l'anno a preparare la prossima».
La professoressa McGranitt stava srotolando un gran rotolo di pergamena.
«Quando vi chiamo, dovete mettervi il Cappello e sedervi sullo sgabello» disse ai ragazzi in fila. «Quando il Cappello proclama la vostra Casa, andrete a sedervi al tavolo giusto.
«Ackerley, Stewart!»
Un ragazzo fece un passo avanti tremando visibilmente da capo a piedi, prese il Cappello Parlante, se lo mise e si sedette sullo sgabello.
«Corvonero!» strillò il Cappello.
Stewart Ackerley se lo tolse e corse al tavolo di Corvonero, dove tutti lo applaudirono. Harry colse di sfuggita Cho, la Cercatrice di Corvonero, che festeggiava il nuovo arrivato. Per un attimo fuggente, Harry provò lo stra-no impulso di unirsi al tavolo di Corvonero.
«Baddock, Malcolm!»
«Serpeverde!»
Il tavolo all'altro capo della Sala esplose in applausi; Harry vide Malfoy battere le mani mentre Baddock si univa ai Serpeverde. Harry si chiese se Baddock sapeva che la casa di Serpeverde aveva prodotto più Maghi e Streghe Oscuri di qualunque altra. Fred e George fischiarono mentre Malcolm Baddock si sedeva.
«Branstone, Eleanor!»
«Tassorosso!»”.
[Cap. Dodici- Il Torneo Tremaghi]
 

 
 Spero che abbiate gradito questo volo di fantasia più di quanto abbia fatto io... X°D
Se vi va commentate! :D
Bisous,
        Yaya
   
 
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