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Autore: Ruta    21/01/2011    6 recensioni
Perfino un elfo domestico ha dimostrato più coraggio di lui.
E’ quel che pensa Draco alle spalle tremanti di sua madre, sconfitte da una forza misteriosa che pare spingerle verso il basso come il sorriso al contrario. Davanti ai suoi piedi, invece, c’è quella che lui non si è vergognato nel definire la loro occasione di riscatto.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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sparsi

Sparsi sul pavimento ricordi d’acqua rossa

 

 *

 

Perfino un elfo domestico ha dimostrato più coraggio di lui.
E’ quel che pensa Draco alle spalle tremanti di sua madre, sconfitte da una forza misteriosa che pare spingerle verso il basso come il sorriso al contrario. Davanti ai suoi piedi, in un ventaglio di cocci di cristallo, nel dedalo distrutto di quello che un tempo era il maestoso lampadario d’ottone del salone, a pochi passi dal padre svenuto che anche a quella distanza profuma del sentore vagamente dolciastro di vino, c’è quella che lui non si è vergognato nel definire la loro occasione di riscatto.
Il calice s’è infranto e se non sapesse che era questo che teneva in mano e non la bacchetta, quel bicchiere dispensatore d’oblio e di pace illusoria che metteva a tacere l’incertezza e la paura che ha divorato Lucius poco a poco, addentandolo dall’interno come il più meschino dei parassiti, Draco potrebbe pensare quasi sia sangue la pozza che s’allarga al suo fianco, sotto la schiena riversa.
Quel rosso cupo e traslucido dal sentore di ribes che gli inzuppa i capelli e il rivolo che gli scivola come bava dalle labbra, aperte in un grido muto a cui non ha fatto in tempo a dare voce.
Ma è sangue vero quello che gocciola dall’avambraccio ferito della ragazza che lui si è divertito a prendere in giro per anni a Hogwarts.

Un’altra vita, pensa, un altro tempo. Altre persone.
Ragazzini diversi dagli uomini e donne che adesso lo stanno fronteggiando con lo sguardo, orgogliosi e sciocchi. Anche loro non hanno mostrato timore, pur sapendo nelle sue mani fosse contenuto l’ultimo barlume di salvezza che gli era rimasto, barbaglio di speranza.
Potter l’ha guardato dritto negli occhi, non un gemito nel venire strattonato come uno straccio o qualcosa di particolarmente ingombrante e contaminato.
I suoi occhi ora sono ancorati lì però. Capelli rossi, lentiggini… Non serviva neppure la sua conferma: Weasley, considera, e se avesse maggiore forza imprimerebbe più disprezzo in quella riflessione.
Col braccio destro sembra volere imprimere tutta la figura di lei, avvinghiata al suo petto senza saperlo, le gambe piegate in una posizione innaturale, quasi stesse per genuflettersi o cadere lì a peso morto da un momento all’altro, giù giù in un baratro senza fine. Forse uguale al suo.
Non si regge in piedi eppure mentre veniva torturata, mentre Bellatrix le marchiava a fuoco magico la parola con cui lui l’ha sbeffeggiata tutta un’età, la Granger fissava le scale, attendeva e scalciava e si dimenava. Ha pianto e urlato, ma mai chiesto pietà. Si è dibattuta come una farfalla tra le spire di un ragno, intrappolata nell’intreccio della sua ragnatela. Ha pianto sì, ma per la vergogna.
Solo per questo e nonostante questo coraggio insensato, tutto ciò che ha visto sul pavimento sono state un paio di scarpe incollate al suolo, che non si sono mosse ad aiutarla. Le sue.
Si è interposto senza saperlo tra lei e l’entrata in scena dei salvatori per eccellenza, poco prima giungessero. Era prevedibile, ha pensato poi e si è lasciato strappare la bacchetta dalle dita con facilità, troppa, l’ultimo filo a tenerlo legato a quel mondo che da tempo si chiede se sia giusto, ciò che desidera e a cui vuole appartenere.
L’ultimo sguardo che ha incrociato poco prima scomparissero è stato quello di Potter, grigio nel verde, reso opaco dalle lenti sporche degli occhiali pendenti su un lato.
Non ha letto biasimo né accusa: solo una divorante, strisciante pietà che gli ha mozzato il respiro, veleno rancido nei polmoni a bruciargli l’aria. Non c’è stato più tempo dopo.

Lui è venuto e altro sangue è sgorgato.
Che strano. Accanto alle macchie lasciate dalla mezzosangue quelle più recenti che fuoriescono da Lucius ora hanno lo stesso colore. La stessa sfumatura vischiosa; acqua rossa.
Il loro sangue, ha riflettuto e non sa se i brividi siano scaturiti dal raccapriccio o da qualcos’altro, è uguale.  

       

     

  
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