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Autore: AyakoChan    21/01/2011    4 recensioni
Kagome è tornata nuovamente alla sua epoca per sostenere un esame, che sfortunatamente per lei è stato rimandato. L'acquisto di un braccialetto sconvolgerà ancora di più la sua vita, già piena di avventure e di grandi pericoli. Dopo aver attraversato il pozzo MangiaOssa, infatti, non si ritrova nella sua adorata Epoca Sengoku ma bensì in Egitto... E se, dopo essersi rifugiata in un villaggio rincontrasse Sango, Koga, Kirara e Shippo? E se questo villaggio venisse distrutto dalle guardie del Faraone Inu No Taisho? E se Miroku fosse proprio il consigliere del Faraone, e la persona che ha assecondato la distruzione del piccolo villaggio? E se Kagome si ritrovasse ad essere la schiava del bel principe Inuyasha? Come si metterebbero le cose? E cosa ancora più importante: tornerà mai a casa e al sicuro dai suoi amici dell'Epoca Sengoku e dalla sua famiglia?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dal presente all’antico Egitto

Capitolo 2:

 

Kagome aveva camminato per tutta la notte. Aveva cercato almeno una forma di vita a cui chiedere informazioni ma non ve ne erano tracce. Così aveva preso del cibo in scatola dal suo inseparabile zaino da viaggio e aveva ricaricato tutte le energie perse. Poi aveva ripreso di nuovo le sue ricerche, fino a giungere sfinita alla mattina successiva. Adesso si sentiva davvero sfinita, distrutta, non riusciva a sentirsi più le gambe e i piedi. E il sole cocente e il caldo pazzesco di quella mattina non la aiutavano affatto.

Quando ormai la ragazza era così stanca da non riuscire più a camminare intravide da lontano un piccolo villaggio. C’erano ragazze giovani e uomini che entravano e uscivano con ceste e vasi. Fece un ultimo sforzo e si incamminò proprio verso quel villaggio.

L’ingresso e le case erano tutte finemente costruite in legno, ce ne erano di numerosissime e gli abitanti sembravano attivi e gentili. Proprio in quel momento un’anziana signora dalla pelle scurissima stava tenendo un vaso pieno d’acqua sopra la testa e si stava avviando proprio verso la sua direzione, così Kagome si avvicinò e le chiese informazioni: “Mi scusi per il disturbo, ma potrebbe dirmi dove si trova il capo villaggio?” “Nessun disturbo ragazza, quale dei quattro cerchi?” “Ci sono quattro capo villaggio?” “Esattamente, se vuoi posso portarti dall’unica che conosco, visto che gli altri tre non si vedono molto in giro, e che per ora sta badando ai miei nipotini”. La ragazza dai capelli color ebano annuì e la seguì in silenzio.

Arrivarono davanti ad una piccola casa di legno davvero graziosa e l’anziana signora, dopo essersi avvicinata al portone d’ingresso, bussò piano. Una ragazza, che sembrava avere circa la sua età, venne ad aprire e le fece accomodare. L’anziana la abbracciò affettuosamente e la ringraziò “Ti ringrazio Sango, se non ci fossi stata tu non sarei potuta andare a ritirare l’acqua!”.

Kagome al suono del nome dell’amica sbancò letteralmente: che ci faceva anche Sango in un luogo del genere? Non sapeva proprio spiegarselo.

“Ehi Kagome, per caso ti sei imbambolata?” scherzò proprio la sterminatrice. “S-sango! Ma cosa ci fai anche tu qui? Sei stata risucchiata come me in un posto del genere?” “Ma cosa stai dicendo Kagome?! Forse ti abbiamo lasciato dormire troppo nelle ultime settimane”. La ragazza la guardò confusa, che cosa voleva dire con ‘nelle ultime settimane’? Lei era arrivata solo da due giorni!

“Nelle ultime settimane? Sango, vi ho lasciato tre giorni fa nell’epoca Sengoku per sostenere un altro esame e quando ieri ho attraversato il pozzo MangiaOssa mi sono ritrovata qui!”.

La giovane sterminatrice di demoni si voltò verso la proprietaria della casa “Vi prego di scusarla, la mia amica oggi ha proprio voglia di scherzare! Ci si vede in giornata!” la salutò, afferrando per un braccio Kagome e uscendo di corsa dall’abitazione.

“Ma cosa ti è preso? Volevi forse farci spaventare? E come mai indossi queste strane vesti?” la rimproverò, esasperata. “Stamattina io, Koga e Shippo ti abbiamo cercato dappertutto ma non ti abbiamo trovato da nessuna parte. Dove ti eri cacciata?”

La ragazza la guardò incuriosita “Frena, frena. Tu, Koga e Shippo?”

“Certo, Kagome. Hai per caso perso la memoria? Siamo noi i quattro capo villaggio!” “Aspetta, e dove sono finiti Inuyasha e Miroku?”. La ragazza la guardò cupa “Come puoi pronunciare i nomi di quei due bastardi senza esserne disgustata?” “Ma perché dici questo? Stai parlando dei nostri compagni di viaggio!” “Kagome, devo forse rifarti una rinfrescata su tutto quello che abbiamo fatti in questi ultimi mesi?”. La ragazza annuì seppur un po’ confusa, doveva tenere il gioco di Sango se avrebbe voluto sopravvivere. Una cosa era però certa: si trovava in Egitto, in un periodo ancora più remoto dell’Epoca Sengoku e a quanto pare doveva aver appena incontrato l’antenato della sua amica Sango! Sembrava impossibile, ma ormai Kagome aveva fatto l’abitudine con eventi strani e pazzeschi. “Ok, ma non ora. Dobbiamo raggiungere Kirara per aiutarla a caricare i viveri da mandare al villaggio d’ovest”. Le prese la mano e la trascinò indietro, fino ad una piccola casetta che si trovava nei pressi dell’entrata del villaggio. Entrarono di corsa e videro la loro preferita gatta demoniaca accucciata sul freddo pavimento “Kirara adesso dobbiamo andare, dormirai dopo!”. L’animale, in risposta all’ordine ricevuto, si alzò e si trasformò nella sua forma da demone gatto. Poi si avvicinò alle due ragazze e le seguì fuori.

 

Interi vasi colmi d’acqua erano appena stati caricati sopra un carretto trainato da cammelli, che stava partendo verso il villaggio d’ovest. Sango, Kagome e Kirara erano veramente esausti, quei vasi non pesavano affatto poco e fare avanti e indietro con quei cosi non era stata una passeggiata. Ritornarono nell’abitazione dove avevano trovato disteso poche ore fa il demone gatto, era quasi ora di pranzo e dovevano ancora preparare da mangiare. Kagome cercò di aiutarla più che poté, non era molto esperta nel cucinare piatti con simili ingredienti.

Appena tutto fu pronto si sedettero e mangiarono tutto velocemente, avevano una fame pazzesca. Poi la ragazza dai capelli color ebano cercò di riprendere il discorso di quella mattina, voleva sapere quanto più su quell’epoca (visto che non ricordava affatto le lezioni di storia, una materia che odiava con tutta se stessa) e sulle vicende dei loro antenati. Quindi le chiese: “Sango, potresti riprendere il nostro discorso di stamattina?” “Si, anche se non ne capisco il motivo dato che tu sei stata sempre presente. Comunque il Faraone Inu No Taisho ha bisogno di numerosissimi schiavi per costruire sempre più Piramidi, secondo lui proprio queste strutture faranno in modo che il nostro popolo venga ricordato per sempre. Così è da molto tempo che saccheggia e schiavizza tutti i villaggi ebrei,  visto che di schiavi del suo stesso popolo ne farebbe volentieri a meno. Così io, tu, Koga, Shippo e Kirara – anche se facciamo parte del popolo egiziano – abbiamo abbandonato le nostre famiglie e abbiamo deciso di costruire dei piccoli villaggi di rifugio per tutti gli ebrei che non riescono a sentirsi al sicuro, perché non sopportiamo una simile ingiustizia per queste persone. Capito, smemorata?”. Kagome annuì, aveva senz’altro le idee più chiare di prima. Ma ancora non sapeva la risposta su alcune domande: lei perché era stata trascinata cinquemila anni addietro, e in Egitto? Perché Sango al nome di Inuyasha e Miroku aveva reagito in quel modo? E perché quando lei era finita in quest’epoca la sua antenata era come scomparsa? Forse la terza non era poi così importante, ma la prima e la seconda sì.

“Scusami Sango, ho bisogno di stendermi per un po’. Sono leggermente stanca”. L’amica le sorrise, la prese per mano e la portò nella sua stanza. “Per qualsiasi cosa chiamami, io sono qui” “Grazie Sango, so di poter contare sempre su di te” forse le ultime parole erano più riferite alla Sango dell’Epoca Sengoku, sua migliore amica, compagna di viaggio per la ricerca dei frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti e sterminatrice di demoni, che a quella con cui aveva passato insieme la mattina.

 

Cercava una risposta e non riusciva a trovarla. ‘Perché? ‘, si ripeteva mentalmente come se fosse una formula magica. Perché era sempre riuscita ad arrivare nell’epoca feudale e questa volta no? Cosa era accaduto di diverso rispetto alle altre volte?

C’entrava forse qualcosa con il fatto che aveva viaggiato durante la notte?

Oppure perché Inuyasha non era andata a prenderla?

No, che sciocchezze. I motivi non potevano essere senz’altro quelli.

Sentiva che la risposta era senz’altro facile e che doveva averla proprio sotto il naso, anche se non riusciva a capire proprio quale era.

Rifletté e rifletté a lungo, erano passate un paio d’ore da quando aveva lasciato Sango e Kirara.

Non aveva portato con sé i pochi frammenti che aveva della Sfera dei Quattro Spiriti, forse era uno dei tanti motivi. Infatti senza di quelli il pozzo MangiaOssa non la portava da nessuna parte. Ma c’era dell’altro, sicuramente.

Ma cosa?

Cosa aveva di diverso rispetto alle altre volte?

Qualcosa che doveva aver preso proprio durante la sua giornata di riposo, prima di partire.

Ripercorse tutto quello che aveva fatto, a partire proprio dalla mattina passata a scuola:

Vendita di beneficenza.

Giro per le bancarelle.

Bracciale.

Palestra.

Cas-.

Ritornò un attimo indietro: il bracciale era un oggetto che aveva comprato proprio quella mattina e che aveva messo per la prima volta. E guarda caso era proprio un oggetto egiziano, e quella giornata lo aveva portato con sé per andare da Inuyasha e gli altri.

Guardò il bellissimo bracciale di perle blu cobalto e bianche: davvero era stato questo la causa del suo ‘incidente’?

E la piccola leggenda che gli aveva gentilmente raccontato il ragazzo era vera?

Doveva senz’altro esserlo, visto che la aveva appena vissuta in prima persona!

Kagome si sentì incredibilmente confusa e stanca, tutti quei pensieri e quei ragionamenti la avevano stravolta – oltre alla mattina passata a trasportare vasi -. Così, senza quasi accorgersene, si addormentò lentamente, concedendosi così un po’ di riposo.

 

Si svegliò che era quasi sera, il tramonto doveva esser passato da poco.

Si alzò dal letto in cui aveva dormito e uscì dalla stanza senza fare rumore. Si incamminò verso la stanza dove aveva pranzato insieme a Sango. Arrivata lì trovò proprio la sua giovane amica, intenta a parlare con due persone dall’aspetto familiare. Appena la ragazza si accorse della sua presenza la salutò “Dormito bene, Kagome? Stavo proprio parlando di te e del tuo strano comportamento di oggi con questi due testoni!”. Le due persone menzionate da Sango si voltarono verso Kagome, sorridendole. Lei solo dopo, perché la stanza non era molto illuminata per la mancanza di energia elettrica, riconobbe i due amici che aveva davanti.

“Shippo, Koga, siete proprio voi?”

  
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