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Autore: Zsadist    22/01/2011    2 recensioni
La verità è che non ho mai incontrato Dio, né tanto meno desiderato farlo. Ma ho incontrato il Demonio, un bellissimo demone dal doppio volto. Uno bianco ed uno nero. Io che sono un discepolo di Dio, e che posseggo l’Innocence ho un’anima che notte dopo notte, si tinge delle tetre tonalità del buio.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Nuovo personaggio, Tyki Mikk, Yu Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Quartier Generale

 

Ridacchiando Allen arrivò alla conclusione che Linalee era più euforica del solito. Era da una settimana che sembrava in attesa di qualcosa, ed ogni giorno lo trascinava nella sala sorveglianza per vedere se si era presentato qualcuno al portone. Anche quella volta la cinese lo aveva buttato giù dal letto per ripetere quella rutine, ma mentre camminavano fianco a fianco videro in fondo al corridoio un gruppo di persone. Incuriositi accelerarono il passo, ed infilandosi tra il personale della scientifica arrivarono al centro del cerchio. Ciò che videro lasciò inebetiti entrambi. Kanda veniva bloccato da Reever, mentre una bionda abbastanza infuriata era tenuta ferma da Tap.
 
-Kanda!- chiamò la ragazza mettendosi in mezzo ai quattro.
-I… Isabella?- domandò invece Allen senza muoversi di un millimetro.
 
La bionda si voltò incrociando lo sguardo con il piccolo inglese.
 
-E tu che ci fai qui?- chiese la ragazza dimenticando del tutto la discussione con Kanda.
-Ecco… il maestro aveva deciso che era arrivato il momento per me di diventare un Esorcista a tutti gli effetti…- spiegò Allen avvicinandosi cauto a lei.
-Ah- commentò Isabella per poi tornare a guardare il ragazzo contro cui era andata a sbattere.
 
Linalee rimproverò il giapponese, e quando notò di essere osservata, sorrise all’altra ragazza. Finalmente Isabella era a casa. Quando Komui le aveva detto che sarebbe rientrata alla base aveva fatto i salti di gioia.
 
-Isabella! Sono felice di rivederti!- squittì Linalee abbracciandola.
-Tuo fratello mi ha chiesto di venire- spiegò la bionda –Se l’ha fatto nonostante gli accordi vuol dire che è importante-.
 
La cinese si incupì leggermente. Effettivamente non ci aveva pensato. Con un –Ti accompagno da lui- la prese per mano e lasciò la combriccola alle prese con un Kanda abbastanza scocciato.
 
Un piccolo sorriso apparve sul volto della bionda. L'ufficio del supervisore era immerso nel disordine assoluto. Le labbra si incurvarono ulteriormente al ricordo di tutte le volte in cui calmarsi era entrata in quella stanza con la vana idea di mettere un po' di ordine ed era finita invece addormentata sul pavento coperto da scartoffie.
Avanzò fino a trovarsi davanti alla scrivania. Si schiarì la gola per far notare la propria presenza al ragazzo che stava al di là delle pigne di fogli. Ma in risposta si sentì solo russare più sonoramente.
 
-Ci risiamo- constatò Isabella rivolta alla cinese –Va bene, visto che non ho altra scelta...-.
-Co... sa vorresti fare?- chiese titubante Linalee osservando lo sguardo poco convincente dell'amica -No... non lo farai... non puoi...- balbettò vedendola avvicinarsi lentamente come se fosse un predatore che ha avvistato la cena.
 
Le grida della ragazza fecero sobbalzare Komui svegliandolo immediatamente. La voce sofferente della sorellina gli strinse in una morsa il cuore, scattò immediatamente in piedi e gettò tutte le carte che stavano sulla scrivania in terra. E quando fece per balzare sull'aggressore della sorella si bloccò sconcertato. Davanti a lui c'era una scena insolita: Linalee a terra che rideva e gridava pietà mentre una bionda continuava incessante a farle il solletico.
 
-Ragazze, questo e' un ufficio serio, siete pregate di darvi un po' di contegno- dichiarò il supervisore aggiustandosi gli occhiali.
-Da che pulpito viene la predica- commentò fermandosi Isabella -Ora che sei sveglio Komui mi faresti la gentilezza di spiegarmi cosa sta accadendo?-.
 
Linalee guardò prima il fratello e poi l'amica, sospirando capì che i due non avrebbero detto nulla finché lei fosse rimasta in quella stanza così a malincuore appoggiò una mano sulla spalla della mezza tedesca e le disse che l'avrebbe aspettata in corridoio.
 
-Ti sei tagliata- constatò lui rimettendosi seduto dopo aver atteso che la sorella uscisse.
 
Non era una domanda, per cui Isabella restò in silenzio, ma imprecò in silenzio sfiorando con la mano sana quella bendata.
 
-Quando?- chiese in tono grave Komui tamburellando nervosamente le dita sulla scrivania.
-Circa otto giorni fa- rispose in un sussurro la ragazza. Mentire era inutile.
-Otto giorni fa- ripeté il supervisore sgranando gli occhi -E la ferita non si e' ancora rimarginata- commentò pensieroso.
 
Isabella strinse i denti. Non ci voleva certo un genio per capire cosa stava accadendo! Fece per ribattere ma lui l'anticipo'.
 
-Questa c'e' stata recapitata dal Generale Cross- continuò il ragazzo porgendole una valigetta -Isabella... Sii sincera. Quante ne stai prendendo ultimamente?-.
-Una al giorno- confessò abbassando lo sguardo -Ma credo che non sia più sufficiente-.
 
Komui non disse più nulla e la bionda si congedò. Qualsiasi motivo avesse spinto il supervisore a richiamarla alla sede avrebbe dovuto attendere per un po'.

   
 
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