Capitolo 4
The Kids are Alright
Uao.
Ok, ammetto che non mi aspettavo tutta 'sta scena.
Forse avrei dovuto prepararmi meglio. Magari, un velo di fondotinta e... No, un
momento. Sarebbe contro le mie leggi.
La gente mi intima a truccarmi, ma che ci posso fare se odio il contatto dei
vari cosmetici con la pelle del mio viso? Ma in questa situazione, mi sa tanto
che... Insomma, un filo di trucco sarebbe perfetto e anche abbastanza adeguato.
-Allora, beh, ci accomodiamo o rimaniamo in piedi?- mi domanda Enty, stringendomi la mano.
Noto nella sua domanda una tinta spiritosa ma anche un po’ nervosa, e questo mi
stupisce: che motivo ha di essere nervoso?
Piuttosto, sono nervosa io! Infatti, sì, sono nervosa – l'hai già detto, Mitch.
La sala che si apre di fronte a me, illuminata dalle luci di candele poste ai
lati delle finestre sulle pareti, pullulante di coppiette e comitive impegnate
a sbafarsi di escargot e caviale, non sembra volermi
accogliere con tutti gli ori e gli allori e mi fissa con un'aria da sfida.
Mi provoca. Esatto: una sala mi sta provocando. No, non sto sclerando.
No, non sto sclerando. No, non sto sclerando. No, non sto sclerando.
No, non sto sclerando!
Basta esserne convinti.
Basta esserne convinti.
Basta esserne convint...
-Mitchie?- mormora Enty.
-Allora, ci sediamo?-
-Errr... Certo! Sediamoci, che cosa stiamo
aspettando?-
Quindi, ci sediamo su un tavolo e aspettiamo che arrivi un cameriere a cagarci.
-Buono il
pollo?-
Animare la serata, tentativo numero uno. Da parte mia, ovvio. E la
risposta non tarda ad arrivare.
-Non mi sembra tanto cotto.-
E silenzio fu.
Tentativo numero uno: fallito.
È come se attorno a noi non ci
fosse nessuno. Siamo solo noi due, da soli, in mezzo alla sala di un ristorante
lussuoso in cui entrambi sembriamo trovarci abbastanza a disagio; tutto quello
che ci circonda è un raggelante silenzio e i
tintinnii secchi delle posate che si scontrano contro i piatti.
Enty continua a stare zitto. Beh, se pensa che io
parlerò di nuovo, si sbaglia di grosso.
-Come ti va la vita, Mitch?-
Ha parlato lui! Yap!
Cataloghiamolo quindi come un tentativo numero due.
-Bene?- dico.
-Oh, bene!- Enty sorride.
-Bene.-
-Bene.-
-Bene?-
-Bene.-
-Hai detto 'bene'?-
-Sì.-
-Bene!- concludo, raggiante.
-Benissimo...?-
E silenzio fu.
Tentativo numero due: fallito. Ma stavolta hai perso tu, Johnny EntyWhistle... Siamo a uno pari, HA-HA!
… che cosa deprimente.
-Ma tu non eri giapponese, Mitch?-
All'improvviso, Enty riapre bocca. Era ora che si
decidesse a parlare! Poi, mi rendo conto delle sue parole.
-Giapponese?- Oddio, sento che sto per avere una crisi. Come accade ogni
volta che mi danno della giapponese. È che...
Da Enty, proprio non me l'aspettavo! Prendo quindi il
fiato e incomincio con la ramanzina: -Perchè voi europei dagli occhi
tondi e dai nasi immensi (illustre l'esempio del caro Petey)
dovete tutti, e ripeto tutti, pensare che chiunque abbia gli
occhi a mandorla e il naso schiacciato debba essere per forza giapponese?! Io
sono tutt'altro che giapponese, d'accordo? Sono coreana, ok? Non giapponese!-
-Wo, wo, calmati!- dice Enty, ridendo. -Non ricordavo dov'eri nata, tutto qui.- si
giustifica, arrossendo.
Sospiro. Non sono solita a innervosirmi in questo modo. Dev'essere
l'aria invernale – deve esserlo!
-Non... Non ti sei offesa, vero?- mi chiede ad un certo punto.
Tocca a me ad arrossire. Cavolo, sono proprio Miss Delicatezza, eh?
-C-certo che non mi sono offesa, non devi
preoccuparti! … penso solo di essermi svegliata con la luna storta, stamattina,
non devi affatto preoccup... Oh, sto diventando
ripetitiva!- scuoto la testa. -Scusa la sfuriata, davvero...-
All'improvviso, sento la sua mano che mi spettina la frangia e un brivido
percorre la mia schiena. Alzo gli occhi in sua direzione e lo vedo sorridere
verso di me, tranquillo, guardandomi in silenzio. Non sembra né arrabbiato né
triste né tantomeno offeso. Bene! Molto più che bene! E ora cosa faccio?
-E comunque,- lo sento dire -Il Giappone, la Cina e la Corea, probabilmente, in
futuro, saranno i paesi orientali che più si avvicineranno al mondo
occidentale, dal punto di vista industriale, commerciale e soprattutto
culturale. Quindi, saranno anche i primi paesi ad avere il contatto con il rock
'n' roll, forse anche prima dell'Islanda.-
Per un altro mezzo minuto gettato nel cesso, non so che cosa dire. Poi, ci
provo.
Errr... A-hem.
-... come mai me lo stai dicendo?-
Enty scoppia a ridere. Alzo un sopracciglio, confusa.
-Beh?-
-Oddio, non lo so nemmeno io... Me l'ha detto Pete
qualche mese fa. Ho sempre sentito il dovere di dirlo a qualcuno.-
Quindi, si alza dal tavolo lasciando giù la forchetta e il coltello, si infila
la giacca e mi porge la mano. La stessa mano che mi aveva dato quando aveva
trovato me e Little Jim nel backstage e la stessa mano con cui mi ha appena
scompigliato i capelli.
-Allora, andiamo?-
-... eh?-
-Da quanto ho capito, questo posto ha annoiato un po' tutti. Andiamo a... A
fare un giro.-
Un ghigno compare sulle sue labbra.
Oddio. Sono in pericolo. Sono in pericolo!
Di solito
nevica, quando le temperature vanno sotto lo zero. È una cosa regolare. Invece
quest'anno sembra che la neve stia aspettando il momento giusto per scendere;
si lascia desiderare, se le previsioni l'annunciano non si degna di farsi
vedere.
-Tutti i fenomeni atmosferici si comportano in questa maniera.-
Enty è – fin troppo – bravo a semplificare concetti
che io spiegherei in mille e mille parole. Per dire che “la neve era una gran
bastarda come lo era la pioggia, il sole, il vento e tutte quelle cose che
sembravano essere state create apposta per ampliare una limitata visione di un
limitato spazio fisico”, lui dice semplicemente quello che ha detto: tutti i
fenomeni atmosferici si comportano in questa maniera.
In poche parole, nel caso riesca davvero a riassumere qualcosa, un giorno:
faccio davvero schifo a sintetizzare.
E poi, lo vedo. Lì, davanti a me, sorridendomi beffardamente da dietro
la vetrina.
-OMMIODDIO, Enty! Guarda!- grido, bloccandomi di
colpo.
-Uh, cosa?-
Lo trascino subito di fronte alla vetrina, indicandoglielo insistentemente con
l'indice.
Non mi piace truccarmi ma sicuramente amo i gioielli.
Quel braccialetto – quella catenina sottile e luccicante da cui pende un
delizioso ciondolino nero a forma di ragno – deve essere mio.
-Allora? Allora?! L'hai visto?? Non lo trovi stupendo pure tu??-
Quando i suoi occhi azzurri incrociano i gioielli sul banco posto dietro il
vetro ghiacciato, Enty storce lievemente il naso
all'inizio, poi pare capire di cosa sto parlando e sorride. Mi prende per mano
e, senza dire niente, mi spinge ad andare oltre. E io, per la prima volta dopo
otto anni di digiuno dai capricci e dai piagnucolii dovuti a irraggiungibili
obiettivi materiali, ricomincio con essi. Con i capricci, s'intende.
-Eddaiii, Entwistle! Un
giorno passiamo di qui per prenderlo??- gli chiedo, scuotendogli il braccio
sinistro.
Lui sospira, stringendomi ancora una volta a se.
-Un'altra volta, Mitch.
Un'altra volta.-
Schiocca quindi un piccolo bacetto sulla mia fronte. Io mi limito ad annuire,
non senza una certa delusione. Ma di certo non potevo pretendere che me lo
comprasse...
Oh, sono ancora una fottuta mocciosetta
immatura. Cresci, una volta tanto, Mitch.
Ok. Ma questa sera, non ci voglio pensare – me la voglio solo godere fino in
fondo.
Affondo il viso sul giaccone di Enty e aumento la
stretta attorno al suo braccio. E la sera prosegue.
*
Alzo la
sciarpa fin sopra il mio naso e alzo le maniche della giacca.
Mi chiedo come abbia potuto dimenticarmi i guanti a casa – oh, ma comunque son
cose che capitano!
Mi strofino le mani tra di loro per scaldarle e le infilo nei tasconi ai lati dei jeans. Inclino la testa di lato,
cercando di soffocare la tentazione di tirare fuori una mano per grattarmi la
testa. Accanto a me, quel panzone se ne sta mezzo addormentato con la testa
all'indietro e le chiappone sprofondate sul sedile
arancione della fermata del bus. Ah, che adorabile coglione.
-Ehi, panzone! Allora, l'hai visto quello?- dico al panzone a mo di
sveglia e gli indico il diretto interessato con un gesto col mento.
Sussulta, mi lancia un'occhiataccia e poi guarda nella direzione che gli sto
indicando.
-Ti prego, smettila con i tuoi nomignoli idioti, P... Aspetta, cosa dovrei
vedere, scusa?-
Sbuffo. Non sopporto quando una persona non mi capisce subito, argh!
-Sisi, non me ne fotte niente dei nomignoli idioti,
l'hai visto quello?-
-Ma... Quello chi?-
-QUELLO!-
-Quello?-
Un altro sbuffo.
-Sì, quello! Quello con la bambina... Errr...
Giapponese!-
I suoi occhi verdi si illuminano, segno che – finalmente – ha capito. Yay!
-Erm... Sì?-
-Ecco, l'hai riconosciuto??-
-... onestamente?-
Il sorriso che si era faticosamente stampato sulle mie labbra scivola
immediatamente via.
Ohdiocanefachestiasoloscherz-
-VAFFANCULO, ERA QUELLO DEGLI WHO!-
-... aaaah.-
Guarda per un'altra decina di minuti verso Entwistle
e la bambina, ora entrambi in procinto ad allontanarsi dalla vetrina del
negozio, poi lo vedo sorridere sotto i baffi. Mi scruta in attesa di una mia
parola e io annuisco, felice che abbia capito per davvero.
-Perché tu sai a cosa sto pensando...-
Vero?
Ebbene,
John Entwistle, io giuro di starti alle costole da
ora in poi! Promessa da viching... A-hem, marinaio!
Trova l’intruso.
Ebbene sì, sono io u.u
Ma lo faccio solo per precisare i messaggi subliminari del mio capitolo, per
poi tornarmene nel mio angolino u.u
1.
Tutte avete riconosciuto l’epico
ingresso dei Fab Four in
perfetto stile A Hard Day’s
Night (;
2.
La frase che George usa per
rimorchiarmi è la stessa usata con Pattie Boyd :D
3.
“Dolcezza,
è inutile che tu faccia tanto la schizzinosa: io e te finiremo con il metterci
insieme. Dopotutto, è scritto nelle stelle.- vaneggia il tizio.” Per questa
godo da mattiii, dato che nessuno ha notato il “After all, it
is written in the stars” di Woman di
John, muahahaha :D
Bene,
non so che altro dirvi, se non il fatto che v’attendo al prossimo capitolo che,
guarda un po’, sarà scritto dalla sottoscritta :D
Adiosss (:
Dazed;
Who are you?
Oh yeah, ed ecco un nuovo capitolo, finalmente!
>w<
Lo so, è noioso, e siate contenti che non l'ho allungato ulteriormente.
Non dice molto, quindi pure questo potrebbe essere considerato come un capitolo
di passaggio, ma... Well well
well, chi saranno i due personaggi che compaiono in
fondo? Vedremo, vfmnfnfj.
Ce l'ho messa tutta per animare almeno un po' questo desolante capitolo e spero
davvero che possa essere di vostro gradimento. x3
Ah, comunque il titolo è random. Molto, molto random. E il braccialettino di cui mi infatuo (ARGH. Forse
non esiste, ma IO LO VOGLIO, RJGJK. ;_; ) ricorda qualcosa a qualcuno? Vediamo
se qualcuno afferra il sottile riferimento, fufu.
That's all. :D Al prossimo capitolo, scritto stavolta
da Sara. ^^
Thief.