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Autore: Aurora Barone    22/01/2011    1 recensioni
anno 2020, In Giappone sono stati realizzati moltissimi robot che convivono "pacificamente" con gli esseri umani, anche se questa convivenza pacifica è una vera forzatura fatta di prevericazioni da parte degli esseri umani.
Echiko è uno di questi robot, solo che lei in realtà è per metà umana e per metà robot e in passato era un essere umano, ma le è stato cambiato il suo aspetto e la sua memoria è stata cancellata.
Ma se incominciasse a ricordare le sue vere origini? E se il legame con il suo padrone non fosse uno dei migliori, potrebbe riuscire a sottrarsi ad esso? Sopratutto se lui è anche molto bello, seducente e anche molto lunatico...Ma in particolare c'è un braccialetto che impedisce ai robot di sottrarsi al volere dei propri padroni e che impone ai robot di proteggere il proprio padrone dagli eventuali pericoli.
Echiko non riesce ad accettare questa condizione di sottomissione sopratutto perchè Itou è davvero un tipo insolito, prima la tratta male, ma poi la bacia e la tira fuori dai guai. E poi c'è Yoto l'amico di Itou che si mostra interessato a lei, ma Itou sembra non sopportare il fatto che il suo robot frequenti il suo amico...E poi c'è quel robot a scuola che Echiko crede che abbia una voce molto familiare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 ITOU E IL SUO ODIO PER I ROBOT

 

Dopo un po' sentii ancora una voce dentro la mia testa che ripeteva ancora quel nome e poi disse anche il suo cognome.

“Aiko Moemi” dissi ad alta voce.

L'espressione di Itou mutò di colpo, sembrava preoccupato.

Anche i presenti udendo quel nome rimasero stupefatti, poi uno di loro, quello vestito da donna disse “Ma Aiko Moemi non è quella ragazza morta in una sparatoria?!”

Itou gli fece cenno di starsi zitto, ma era troppo tardi, il ragazzo aveva già svelato quella strana e “mezza” verità.

“Credo che si sia fatto veramente molto tardi... ed Echiko non sta molto bene...quindi andiamo!” disse Itou visibilmente turbato.

Lui si era già alzato dal divano, salutando tutti e aspettandosi che io facessi lo stesso,ma non lo feci.

Volevo sapere chi era Aiko Moemi e cosa mi legasse a lei.

Chiesi a tutti gli altri ulteriori informazioni su quella ragazza, ma Itou mi trascinò via stringendomi con violenza il braccio.

Usciti da quella casa, Itou chiamò il suo autista.

Non disse una parola e neanch'io avevo tutta questa gran voglia di parlare con lui.

Non dopo il modo in cui mi aveva brutalmente trascinato via da quella casa.

Iniziò a piovere a dirotto, così ci riparammo sotto il balcone di un edificio.

Mi sentii in completo disagio, forse era quel silenzio a creare quell'atmosfera glaciale fra di noi o forse era colpa sua, mi guardava con insistenza,ma senza decidersi a dire una parola.

Fortunatamente arrivò in breve tempo la macchina del suo autista che ci condusse a casa.

Ad aprirci fu un uomo di una cinquantina d'anni, vestito elegante e galante nei suoi modi di fare, non lo avevo mai visto prima d'ora.

“Salve signorino!” disse salutando con estrema cordialità Itou, una cordialità fin troppo eccessiva che di certo non meritava.

“Passato delle belle vacanze?” domandò Itou entrando in casa.

Entrai pure io, mentre l'uomo si affrettò a rispondere con un si secco, dopo la sua attenzione si spostò verso di me.

“Salve bella signorina!” disse l'uomo guardandomi in un modo strano.

“Non farti strane idee non è una di quelle con cui mi diverto...” disse Itou con un espressione seccata.

“Ha messo la testa apposto mentre ero via?” domandò sorridendo.

“Ma che! Lei è un robot” disse con ripugnanza,con lo stesso tono di chi ha appena visto la cosa più abominevole del mondo.

“Ah e come si chiama?” disse con lo stesso tono cordiale con cui si rivolgeva ad Itou.

“Echiko” risposi sorridendogli, mi piaceva quando gli altri erano cordiali con me e odiavo quelli che mi trattavano come un oggetto come faceva Itou.

“Io sono Takashi Kotoba, maggiordomo di questa casa da parecchi anni!” disse stringendomi la mano.

“Non essere troppo carino con lei...” disse Itou scocciato.

Percorrendo il corridoio di casa incrociammo due ragazze avevano delle divise da cameriere, erano davvero molto belle e con quel vestito erano anche abbastanza provocanti.

“Ciao!Passato bene le vacanze?” chiese Itou.

La ragazza dai capelli lunghi e castani, si affrettò a rispondergli con spigliatezza “ Certo! Peccato che non c'eri tu!” mentre l'altra cameriera era più riservata e si limitò a rispondere con un si e poi inventò una scusa come un'altra per andarsene.

Itou posò la mano sui seni di quella cameriera, mentre lei incominciò a baciarlo in un modo fin troppo appassionato, riuscivo a vedere le loro lingue intrecciarsi squallidamente.

“Certo fate come se io non ci fossi” pensai.

Notando che non avevano alcuna intenzione di smetterla di perdersi in quelle scabrose effusioni,pensai bene di andarmene anche se ancora non conoscevo bene quella casa,mi ricordavo a malapena dove fosse la mia stanza.

Percorsi quel lungo corridoio pieno di quadri e di sculture, c'era persino una colonna e un arco in stile classico,non sapendo che altro fare osservai ogni minimo particolare di quella casa e alzai lo sguardo verso il soffitto in cui c'era un dipinto in cui c'erano un uomo e una donna nudi distanti l'uno dall'altro che allungavano le braccia verso l'altro, come se cercassero di abbracciarsi ma erano troppo distanti per farlo.

La donna era bionda e aveva gli occhi verde smeraldo come gli occhi di Itou, mentre l'uomo aveva i capelli neri e gli occhi castani.

Anche i capelli neri mi rimandavano alla mente Itou, anche lui aveva i capelli neri come il padre.

Dopo un po' notai anche una strana frase, in una lingua che non conoscevo forse era in tedesco.

“Bello vero?”

Abbassai lo sguardo e mi trovai davanti il maggiordomo.

“Si davvero molto bello questo dipinto...” affermai sinceramente meravigliata dal modo impeccabile in cui fosse in grado di trasmettere angoscia. Quei colori scuri, quell'atmosfera lugubre e fredda e piena di alberi spogli in cui i due innamorati distanti cercavano di avvicinarsi l'uno all'altro per darsi quell' abbraccio.

“L'ha fatto la madre di Itou...”

“Ah...” affermai sorpresa non sapendo cos'altro dire.

“Credo che con questo quadro volesse rappresentare l'amore non corrisposto provato per il marito...”

“Non capisco... perché non corrisposto?” domandai sorpresa, non capivo di cosa parlasse.

“Uhm ma non so se sia il caso raccontartelo...” disse incerto.

“ Sarò muta come un pesce...non lo dirò a nessuno...” dissi con sincerità, più che altro con chi avrei dovuto parlarne, non conoscevo nessuno e quelli che conoscevo mi trattavano non proprio benissimo, forse Sayoko era l'unica che mi aveva trattato con riguardo e anche quel ragazzo dai capelli rossi era stato carino.

“ Bè il padre di Itou inizialmente creò dei robot molto simili fisicamente a noi esseri umani come te, ma privi di una qualsiasi personalità,avevano solo il ruolo di assecondare il proprio padrone. Ma con l' andare del tempo si stancò di realizzare questi robot e decise di creare un robot perfetto, che sembrasse tale e quale ad un essere umano in tutto e per tutto, che avesse una propria personalità, che fosse in grado di pensare e di provare dei sentimenti. E così creò il suo primo e vero robot sostenendo che tutti gli altri non erano solo che l'inizio del suo lavoro. Creò un robot davvero stupefacente, era tale e quale ad un essere umano, poi era così bella e aveva degli atteggiamenti dolci e talmente umani, che tutti quando la vedevano non credevano alla storia che fosse un robot.

Il signor Kayashi era estasiato dall'ottimo lavoro svolto tanto da diventarne quasi ossessionato.

Le persone che vedevano Isae, il robot che aveva creato, lo avrebbero acquistato a qualsiasi prezzo, perché era veramente bella sembrava una fanciulla uscita dalle favole e anche il suo modo di fare era dolce e angelico come quello di una principessa.

Ma lui non osò mai venderla, potevano offrirgli tutti i soldi del mondo, ma lui non avrebbe mai venduto Isae, inizialmente tutti pensammo che fosse solo un po' troppo affezionato alla sua creazione ben riuscita, ma poi scoprimmo tutta la verità: Il signor Kayashi si era innamorato di Isae.

Iniziava a trascorrere più tempo con Isae che con il figlio e la moglie.

Credo che sia questa la ragione per cui Itou odi tanto i robot, perché per colpa di un robot i suoi genitori si sono separati...”

 

“Ma cosa è successo di preciso?” domandai curiosa e anche un pò dispiaciuta per la triste vicenda.

“Bè la signora Kayashi era una donna forte e nonostante le disattenzioni del marito, cercava di non scoraggiarsi e continuava a tenere duro almeno per il figlio, dato che Itou era ancora un bambino. Fino a quando il marito non lo tradii con Isae. Da quel momento la signora Kayashi perse la testa e se ne andò via senza dire una parola, era pronta per tornarsene in Germania nel suo paese natale, ma purtroppo non arrivò mai in Germania... perché quello stesso giorno ebbe un incidente con la macchina e morii...”

“Di Isae cosa ne è stato?” domandai scioccata.

“ Dopo tutto quello che è successo il padre di Itou decise di venderla e di non volerla più vedere, perché l'aveva ritenuta la causa della morte della moglie...”

Poi pensai ad una cosa, ripensai a quando Itou chiese al padre “ Non è arrivata alcuna lettera della mamma dalla Germania?” Se era morta perché Itou aveva chiesto se era arrivata una lettera della madre?

“ Non capisco una cosa...Itou oggi ha chiesto al padre se era arrivata una lettera di sua madre...” affermai stranita.

“ Itou quando è venuto a conoscenza della morte della madre, si è sentito molto male ed è svenuto, poi quando ha ripreso conoscenza si era dimenticato solo della morte della madre...e il padre per timore che potesse sentirsi nuovamente male, mentii dicendogli che sua madre era andata in Germania e questa menzogna andò avanti per anni e anni fino adesso...”

“E Itou non si chiede mai come mai sua madre non scrive mai e non lo viene mai a trovare?” domandai sbigottita.

“ Il padre dice sempre che è molto impegnata con il lavoro poi a volte scrive lui qualche lettera spacciandosi per la madre”

“Ma è assurdo!” affermai indignata.

“Forse non avrei dovuto raccontartelo! Mi raccomando non dirlo ad Itou!”disse il maggiordomo.

“D'accordo...” affermai perplessa.

Forse iniziavo a capire perché Itou mi odiasse tanto...

Dopo un po' grazie all'aiuto di Takashi riuscii a trovare la mia stanza e mi coricai in quel letto a baldacchino.

Mi tornò in mente ancora quel nome “Aiko Moemi” chissà chi era e perché quel nome fosse impresso nella mia mente?

Poi iniziai a farmi tante di quelle domande a cui non riuscivo a trovare una risposta, del tipo essendo un robot non ero come gli altri, ma cosa avevo poi di tanto diverso dagli esseri umani?

Poi pensai alla triste vicenda del padre e la madre di Itou... Forse la cosa che distingueva me dagli esseri umani, era il fatto che io non avessi dei genitori.

Ma davvero non avevo mai avuto dei genitori? Eppure mi sembrava strana l'idea di non aver mai avuto dei genitori.

Dopo un po' risentii una voce molto dolce e familiare, mi lasciai cullare dal suono di quella voce che sembrava come un'armoniosa melodia “Aiko, piccolina mia!”

Ma purtroppo quel momento fu interrotto da Itou che mi chiamò per la cena, mangiai un po' di tutto, ero davvero affamata.

Bè anche in questo non era diversa da loro, anch'io mangiavo e mi nutrivo.

Iniziava a diventare veramente difficile capire cosa mi distinguesse dagli esseri umani, insomma era in tutto e per tutto tale e quale a loro. Quindi perché mai dovevano trattarmi in modo diverso? O almeno perché Itou doveva dire cose come “ Io sono il tuo patrone!” con quel tono di pretesa.

   
 
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