Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Lady_blood    22/01/2011    2 recensioni
-Sebastian, quando la pianterai di seguirmi?
-Io non ti seguo.
-Ah no??
-No. Studio a fondo i tuoi movimenti.
-Sei un fottuto paraculo.
-Me ne rendo conto da me, senza il bisogno dei tuoi atteggiamenti scurrili, Veronika.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.
Vereonika


Alle otto meno cinque, ero fuori la porta ad aspettare Ciel. Non sapevo precisamente per quale ragione l’avessi invitato ad uscire, ma c’era qualcosa in lui che mi attirava come una calamita; inoltre sia lui che Sebastian sembravano dei tipi piuttosto bizzarri, facevano discorsi un po’ ambigui di cui non capivo il senso, e poi quella somiglianza con il conte Phantomhive e il suo maggiordomo…
Ecco che vedi Ciel salutarmi con un enorme sorriso.
“Ciao!” lo salutai avvicinandomi.
“Ciao Veronika. Allora, dov’è questa festa?” rispose prendendomi per mano e accompagnandomi verso una moto parcheggiata dietro l’angolo.
Appena mi sfiorò ebbi un fremito e subito dopo mi sentii avvampare. Quel ragazzo mi faceva davvero uno strano effetto.
“Va tutto bene?” mi domandò visibilmente preoccupato.
“S-si perché?” balbettai leggermente incerta.
“Perché non hai risposto alla mia domanda e ad un tratto sei diventata completamente rossa in viso” mi spiegò lui.
“No sta’ tranquillo, è tutto ok. Comunque la festa è alla discoteca Amnesia, la conosci?”
Lui annuì e mi porse un casco. Nel giro di un quarto d’ora eravamo già nella discoteca seduti su un divano sorseggiando un Cocktail e parlando un po’ delle nostre vite.
“Di mio padre non ricordo molto, è morto quando ero bambina” cominciai a raccontare “di lui ricordo solo che quando avevo tre anni mi regalò quest’anello. Mia madre invece è sempre in viaggio, quindi passo molto tempo da sola. Non ho molti amici, anche perché mi è difficile trovare persone davvero sincere, così non parlo mai con nessuno; per la maggior parte scrivo tutto ciò che provo su un diario segreto…” lanciai un’occhiata incerta a Ciel, e vidi che mi guardava interessato. Mi morsi il labbro per il nervosismo “scusa, non volevo angosciarti raccontandoti la mia triste vita”
Ciel appoggiò la mano sulla mia “Tranquilla, non mi stai angosciando, è la tua vita e io voglio conoscerti, inoltre credimi se ti dico che so esattamente come ti senti”
“Dici davvero?” gli domandai un po’ scettica, mi capitava spesso che i ragazzi fingessero di interessarsi ai miei problemi e fingessero di capire i miei sentimenti solo per potermi portare a letto.
“Si, ti capisco perfettamente; i miei genitori sono morti in un incendio quando avevo 10 anni e da allora l’unico amico che ho è Sebastian. Non mi fido molto della gente e… anche io mi confido soltanto con il mio diario segreto” Ciel mi sorrise in modo sincero e in quel momento capii che non ero sola e che forse potevo cominciare a fidarmi di quel ragazzo dagli occhi blu.
“Ti va di ballare?” mi chiese improvvisamente cogliendomi alla sprovvista.
“I-io non sono molto brava” risposi.
Lui mi guardò perplesso “Fai sul serio? Mi hai invitato a una festa in discoteca e ora mi dici che non sai ballare”
Sospirai “E va bene andiamo” risposi sorridendo; non che non sapessi ballare, facevo danza da dieci anni, ma con lui, mi sentivo in tremendo imbarazzo, sembrava così bello e perfetto da non sembrare nemmeno umano,
Volteggiavamo sulla pista da ballo e mi sembrava di sognare ogni volta che in nostri corpi erano così vicini da poter sentire l’uno il calore dell’altro. Quasi senza pensare allacciai le braccia al suo collo e lui portò le mani a cingermi i fianchi; in un secondo le nostre labbra furono le une sulle altre, senza neanche rendermi conto di cosa stavo facendo lasciai alla sua lingua libero accesso permettendogli di cercare e trovare la mia all’interno della bocca. Era il mio primo bacio ed era meraviglioso.
Ad un tratto mi sentii mancare, era come se quel bacio stesse prosciugando tutte le mie energie, era una sensazione mista fra dolore e piacere, ma non volevo staccarmi da quelle labbra così morbide, tuttavia furono loro a staccarsi da me, in un modo così brusco che mi sentii disorientata per un attimo. Ciel avevo uno sguardo stravolto. “Ti senti bene?” gli domandai.
Lui ansimò per qualche istante “devo andare, mi dispiace” disse infine correndo fuori dalla discoteca e lasciandomi sola in mezzo alla pista da ballo. 


*****Angolo autice*****
Ecco, e anche questo capitolo è concluso. Grazie a tutti quelli che recensiscono e che ci incoraggiano!!!   

  
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