Film > La sposa cadavere
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Autore: Elelovett    23/01/2011    2 recensioni
Bonejangles fece roteare l’occhio nell’altra orbita esclamando:
- Ottima idea! Questa sarà la Giornata del Racconto! Ognuno di noi racconterà la sua esperienza, come e perché è arrivato qui! Che ne dite?-
Ci fu un coro generale di "fantastico", e vedendoli tutti ansiosi di raccontare mi incuriosii e non mi sentii più in imbarazzo per essere il nuovo arrivato. Qualcosa mi diceva che le storie che mi apprestavo ad ascoltare sarebbero state molto interessanti. E chissà, forse alla fine avrei trovato il coraggio di raccontare la mia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- E perché allora sei finito qui?- chiesi.

Bonesapart ridacchiò:

- Avrei voluto ucciderlo con le mie mani, il mio assassino! E vincere la battaglia. Aspetto ancora una mia occasione…

Il generale accanto a lui scosse la testa, pensando probabilmente che il suo amico fosse un vanitoso egocentrico.

- Visto che siamo in tema francese- cominciò Paul- racconterò la mia storia!

- Davvero Paul tu sei francese???- chiese Bonejangles ironico, con falsa sorpresa.

Il capocameriere lo guardò male, ma tentò di ignorarlo.

Sono nato a Rouen, in Francia. I miei genitori erano di nobile origine ma sono andati presto sul lastrico e siamo dovuti traslocare in Inghilterra a cercare fortuna. All’epoca avevo diciannove anni ed anche se sapevo di essere povero ho sempre cercato di mantenere una certa nobiltà nel parlare e nell’atteggiarmi. Devo ammettere che questo tratto mi è rimasto e mi ha accompagnato per tutta la vita. La mia abilità e l’inclinazione all’ordine e alle buone maniere mi hanno fatto guadagnare il ruolo di capocameriere in una locanda d’alto borgo in un paesino vicino a Londra.

Erano passati più di quindici anni dal mio arrivo in Inghilterra, e da dieci ero diventato capocameriere dopo una lunga gavetta nelle cucine. Ricordo benissimo la serata in cui cominciarono e finirono tutti i miei guai: il locale era gremito di gente tant’è che faticavo a passare da un tavolo all’altro e avevo decisamente i nervi a fior di pelle. Avevo preso un’ordinazione al tavolo più isolato di tutta la stanza e i due commensali non avevano ancora toccato cibo da quando gliel’avevo portato spingendomi a fatica tra la folla. L’avevo notato ma con tutto il lavoro che c’era da fare – immaginatevi dover dirigere dieci camerieri incompetenti e quindi poter contare solo su me stesso – non avevo avuto tempo di chiedere ai signori se qualcosa non andava. Erano due gentiluomini distinti ma molto cupi: uno era basso e tozzo e portava una bombetta grigia fumando un sigaro, l’altro indossava giacca e panciotto che spuntavano dal lungo pastrano nero; il primo era perfettamente rasato mentre il secondo aveva due buffi baffi biondi. Dovevano essere senz’altro due nobili lord. Mentre gridavo al mio sottoposto Fred di correre in cucina per l’ordine del tavolo sei un gentiluomo mi spinse accidentalmente e, in mancanza d’altro, mi aggrappai al vassoio che avevo appena servito a una signora. Questa gridò scandalizzata mentre mi proferivo in scuse e cercavo di asciugarmi il polsino della camicia. Cominciavo a vedere tutto rosso, quando all’improvviso si avvicinò Tobias, uno dei camerieri:

- Signor Paul, devo parlarvi…

- Tobias, non vedi che ho da fare? Non è la serata adatta per le confessioni…Guarda che disastro, anzi, di’ a quel rammollito di Spencer che si dia una mossa a pulire tutto!

- No, non avete capito…Vengo dal tavolo venti…

- I due gentiluomini? Li ho serviti già io, che cosa desiderano?

Tobias mi guardò intimorito, poi rispose:

- Ecco…Ho visto che non hanno toccato la loro bistecca ed ho sentito alcuni loro discorsi, anche se non stavano proprio gridando.

- Meno dissertazioni filosofiche e più chiacchiere!

- Uno di loro ha detto "È una vergogna, è completamente bruciata…E hanno la fama di essere i migliori?" e l’altro ha ribattuto "Adesso basta, prendiamo in mano noi la situazione…Domani torniamo e gliela facciamo vedere!". Parole testuali.

Se già ero di cattivo umore m’infuriai: dopo tutta la fatica che avevo fatto per servire quel tavolo i due gentiluomini si lamentavano di una bistecca perfetta? Ne avevo piene le tasche di nobili lord spocchiosi, così mi avviai a grandi passi verso i due, incurante di Tobias che gridava di fermarmi e della folla che mi spingeva dalla parte opposta. Arrivai di fronte al tavolo e i due mi guardarono sospettosi.

- Credete che non vi abbia sentito, monsieurs?

- Come, scusate?- chiese quello alto.

Continuai come una furia, agitando le mani:

- Ho sentito tutto, miei cari! Bruciata, avete detto? Oh, sarà anche possibile, ma che torniate addirittura domani a farla pagare a quel pover’uomo proprio no! Ve lo impedirò…

Con pover’uomo mi riferivo al cuoco del locale, un vecchio un po’ sordo a cui mancava il mignolo sinistro - incidente culinario - ma dio della cucina. Inoltre avevo visto la bistecca e non mi sembrava affatto bruciata. Chi erano quei due per andarsi a lamentare? L’ometto basso sogghignò, ma notai che era nervoso:

- Voi non sapete di che parlate…

- Vi ripeto che ho sentito ogni cosa.

- Possibile che…?- cominciò quello alto, poi scambiò un’occhiata col compagno e si zittì.

Entrambi si alzarono improvvisamente ansiosi di togliere il disturbo, e pagandomi personalmente la consumazione dissero:

- Se credete di poter fare il furbo vi sbagliate di grosso…Non finisce qui.

Uscirono lasciandomi amareggiato e confuso. Perlomeno se n’erano andati! Tornai al lavoro sotto lo sguardo indagatore di Tobias. Il locale si svuotò solo alle due di notte; rimasi a ripulire la stanza aiutato dai miei sottoposti, i quali dopo un’oretta se ne andarono in cucina a beneficiare degli avanzi della serata. Era trascorsa mezz’ora da quando avevo iniziato a spazzare nella più completa solitudine quando sentii la porta del locale aprirsi e mi voltai esclamando:

- Il locale è chiuso!

Rimasi ammutolito nel vedere i due gentiluomini della bistecca avanzare verso di me. Non c’era niente di amichevole nei loro sguardi.

- Signori- dissi con la voce che mi tremava- il locale apre di nuovo domani sera, se volete tornare a regolare il vostro conto.

L’uomo alto e baffuto sogghignò:

- Il conto lo regoliamo adesso francesino. Credevi che ti avremmo lasciato scappare per spifferare tutto? No, non vedrai l’alba di domani per correre ad avvertire il tuo amichetto…

Per un attimo pensai che il cuoco fosse in guai seri, poi vidi i due uomini tirare fuori due coltellacci e saltarmi addosso. Non riuscii ad emettere alcun grido, i due furono più veloci e mentre uno mi teneva stretto e mi tappava la bocca l’altro mi sgozzò. Caddi a terra, sentivo freddo e forse era il mio sangue. Tuttavia ero ancora vivo, e l’ultima cosa che sentii fu l’ometto grasso dire:

- Così impara a perdere la testa di fronte a tutti…

Il colpo del coltellaccio fu secco e mi finì: avevo la testa recisa dal corpo.

Non credo che i miei sottoposti trovarono mai i colpevoli: probabilmente sentirono dei rumori e accorsero, ma troppo tardi. Devono essere rimasti sconvolti nel vedermi là a terra, decapitato e sanguinante. Volete sapere la verità? Io l’ho conosciuta solo una volta giunto qui: è stata tutta colpa, come al solito oserei dire, di quel Tobias. Se quel disgraziato ragazzo non fosse stato così avventato non avrebbe frainteso le parole di quei due loschi individui. Be’, ammetto che anch’io sono stato troppo precipitoso e non avrei dovuto gridare in quel modo. I miei assassini erano sì due nobiluomini, ma nascondevano un passato di ex forzati, fatto che ovviamente avevano tentato di tenere nascosto durante la loro ascesa all’alta società, dal momento che erano evasi e avevano cambiato nome per non farsi mai più ritrovare. Malandrini della peggior specie! Ma lord Backingsley, altro nobiluomo, li aveva scoperti e credo li stesse ricattando: denaro contro la promessa di non svelare niente alla polizia. Foll e Mable, così si chiamavano, avevano assoldato due sicari per mettere a tacere il lord, credendo di aver trovato i migliori assassini sul mercato. Ma a quanto pare si sbagliavano ed avevano assoldato due dilettanti che diedero fuoco alla casa di Backingsley quando lui era a spasso da tutt’altra parte. Il lord aveva capito che dietro alla disgrazia c’erano i due ricattati, ecco perché i malviventi avevano detto " È una vergogna, è completamente bruciata…E hanno la fama di essere i migliori?": al tavolo stavano parlando dei loro loschi affari, non certo del cibo che per la tensione non erano riusciti a toccare. E la frase "Adesso basta, prendiamo in mano noi la situazione…Domani torniamo e gliela facciamo vedere!" non era certo riferita al nostro chef ma a Backingsley, che avevano deciso di uccidere di persona. Quello stupido di Tobias aveva frainteso tutto, e io sono piombato sul più bello nella conversazione dei due malviventi. Credevano che li avessi scoperti e avessi origliato tutti i loro piani, temevano che avrei avvertito Lord Backingsley o le autorità, così quella notte tornarono e mi uccisero per farmi tacere. Se solo avessero saputo quanto poco sapevo io di tutta quella storia…Credo che alla fine ce l’abbiano fatta, e a quest’ora saranno lontani con un bel gruzzoletto e la morte del nobiluomo sulla coscienza…Non credo neppure che si chiamino più Foll e Mable.

  
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