I tre fantasmi del
Natale
Era la vigilia di Natale nella
scuola di magia e stregoneria più famosa del mondo: Hogwarts.
Quell’anno pochissima gente calpestava i corridoi di pietra della scuola.
Il professor Vitious stava finendo di addobbare i giganteschi alberi di Natale
che Hagrid aveva trascinato in Sala Grande. Lucentissima neve immacolata
scendeva dal soffitto incantato di Hogwarts senza però infreddolire i
pochi rimasti a scuola. Quel Natale Harry Potter, il
bambino-che-è-sopravvissuto, era rimasto da solo con altri due ragazzi
del quarto anno di Grifondoro. Ron e Ginny erano andati con tutta la famiglia
Weasly a trovare Charlie in Romania ed Harry non se l’era sentita di
aggregarsi al gruppo, Hermione invece era partita per l’Italia
perché i suoi genitori volevano trascorrere il Natale con lei. Le Case
di Tassorosso e Corvonero erano completamente vuote come d’altronde
quella di Serpeverde tranne per un cinico Draco Malfoy che si aggirava
immusonito nel suo dormitorio.
Harry era uscito in giardino
per esercitarsi nel suo ruolo di Cercatore e così non accorgendosi delle
ore che passavano era arrivato in ritardo alla Cena. Entrando in Sala Grande si
era accorto che Silente aveva fatto sparire le quattro tavolate ed aveva fatto
apparecchiare per una decina di persone, così, quando era arrivato,
l’unico posto libero era vicino al Serpeverde. Harry, sconfortato nel
dover passare la vigilia vicino al biondino, si sedette con uno sbuffo
incominciando a chiacchierare con Silente.
-
Allora Harry,
come stai? - dopo che Voldemort era
morto, all’inizio dell’anno, Harry si era chiuso sempre di
più in se stesso. Silente, piuttosto preoccupato per il suo pupillo non
sapeva come venirne a capo.
-
Tutto bene
Preside – rispose con il suo solito sorriso – e lei? –
-
Bene grazie, non
vedo l’ora di aprire i miei regali di Natale… Speriamo che qualcuno
mi abbia regalato almeno un paio di calzini invece dei soliti libri…
Harry sorrise bonariamente
all’apparente naivetè del preside e pensò che aveva scelto
bene il regalo per il Preside: un paio di pesantissimi calzini con lune e soli
dorati sullo sfondo blu scuro.
Draco Malfoy sbuffò
infastidito, non adorava quelle frivolezze natalizie, non sapeva neanche
perché si trovava lì, forse non aveva voglia di passare il Natale
da solo in camera sua. Stava lì seduto, in silenzio, ad ascoltare le
conversazioni degli altri e qualche volta spiava il suo vicino che annuiva alle
domande di Silente e sorrideva alle sue battute. La cena trascorse rapidamente
e tutti quanti si ritirarono nelle loro camere più o meno desiderosi di
andare a dormire e sicuramente tutti quanti pieni grazie alla gustosissima cena
preparata dagli elfi domestici.
Il biondino, prima di andare
a dormire, prese un grosso libro dal suo comodino e riprese dal punto dove
aveva interrotto la sera prima “ L’influenza delle stelle sulle
pozioni di terzo livello”, una cosa che nessuno tranne Hermione si
sarebbe mai sognato di leggere. Fu così che il sonno lo prese, con il
pesante libro in mano, sotto le coperte e con un sorriso angelico, che mai si
vedeva in pubblico, sul volto.
L’orologio del castello
rintoccò dodici volte: mezzanotte, l’ora dei fantasmi. Nel
silenzioso dormitorio di Serpeverde si sentirono improvvisamente dei sinistri
tintinnii. Un fantasma dai capelli argentei, abiti stracciati e con delle
pesantissime catene legate ai suoi polsi e alle sue caviglie si
materializzò nella comune
verde-argento. Lo spirito si avviò lamentosamente verso la sola
camera abitata in quel momento. Draco Malfoy, completamente immerso nel mondo
dei sogni, si svegliò di soprassalto e, anche se era abituato alla
presenza degli spiriti, trovandosi davanti lo spettro si spaventò non
poco.
-
Draco
Malfoy…- disse lo spirito con voce risonante.
-
Chi sei tu?-
domandò il Serpeverde.
-
Sono lo spirito
dei Natali passati… Questa notte ti verranno a visitare altri due spiriti
quello dei Natali presenti e quello dei Natali futuri…-
-
Io non credo nel
Natale, non ci ho mai creduto…-
-
Questo è
quello che credi tu, Malfoy, ti porterò all’epoca in cui i tuoi
occhi si illuminavano ancora per il piacere del Natale.-
Senza aspettare risposta lo
spirito scomparve, la camere cominciò a vorticare in un turbinio di
colori. Il biondino si ritrovò così a casa sua undici anni prima.
-
Ti ricordi?-
chiese il fantasma
-
No, sinceramente
no…- rispose il Serpeverde sinceramente.
-
È il tuo
quinto Natale. I tuoi genitori erano appena tornati da un giro intorno al mondo
e ti avevano portato un regalo speciale.-
Il Serpeverde vide il se
stesso di undici anni prima scartare impazientemente il suo pacco avvolto nella
carta colorata, ne uscirono un quaderno dalle pagine immacolate e centinaia di
matite colorate (adoro le matite colorate…ndMetis). Era da quel giorno
che Draco Malfoy si era appassionato alla pittura.
-
Mi ricordo!!!-
disse il biondino con voce emozionata.
Il fantasma sorrise
conciliante e disse:
-
Ti porterò
adesso nello stesso Natale di una persona che tu conosci molto bene…-
Detto questo la stanza
scomparve e il biondino si ritrovò catapultato in una casa babbana. Era
nel salotto dove un albero di Natale, addobbato a festa, faceva bella mostra di
se. Sotto di lui centinaia di pacchi colorati di tutte le forme e dimensioni
erano disposti in varie piramidi, alla sua destra c’erano un uomo grosso
e tarchiato con occhi porcini e baffi da tricheco e alla sinistra
dell’uomo una donna alta e magra con una dentatura cavallina.
Improvvisamente un bambino rotondo e dai capelli biondi si fiondò verso
l’albero cominciando a scartare con una furia mai vista. Al Serpeverde ricordò
tanto un maialino davanti a una montagna di mangime. Stava per chiedere allo
spirito se avesse sbagliato casa quando da dietro la possente figura
dell’uomo apparve un ragazzo piccolo con nerissimi capelli arruffati,
occhiali tenuti su dallo scotch e verdissimi occhi che erano tuttavia velati di
lacrime. Si chiedeva come mai il grande Harry Potter non stesse festeggiando il
Natale con i suoi zii quando la risposta venne direttamente dall’uomo:
-
Potter! Preparaci
la colazione! Subito!-
Harry iniziò a
piangere silenziosamente mentre un Draco Malfoy sconvolto assisteva impotente
alla scena. Lo spirito dei Natali passati lo guardò tristemente. La
stanza riprese a vorticare e Draco seppe che stava tornando a casa, tornava ad
Hogwarts.
Il Serpeverde si
ritrovò così nel suo letto, aveva uno sguardo confuso e pensava
intensamente a quello che aveva appena visto. La mezzanotte rintoccò di
nuovo, ma quanti minuti erano passati? Improvvisamente, com’era apparso
il primo spirito il secondo si materializzò in camera del biondino,
questa volta però non aveva una forma umana… era… un leone!
Un magnifico leone con tanto di zanne, artigli e criniera si avvicinò al
letto a baldacchino, il biondino lo guardò terrificato ma il leone non
parve volerlo attaccare anzi, con una voce molto più simile ad un
ruggito che a qualsiasi altra cosa, disse:
-
Draco Malfoy,
sono lo spirito dei Natali presenti…-
Il biondino si
tranquillizzò immediatamente. Appena acquistò un altro po’
di coraggio chiese come mai la mezzanotte avesse rintoccato per due volte di seguito,
questa è la risposta che ottenne:
-
Il tempo non
scorre normalmente questa notte, Draco Malfoy, è rallentato per
permettere a te di vedere e di cambiare.-
Il biondino non capì
in pieno il significato di quella frase ma annuì saggiamente. Il leone
svanì e, come le volte precedenti, la stanza si dissolse in un turbinio
di colori. Il purosangue si ritrovò in un piccolo salotto con il camino
acceso, nessuno dei sette occupanti della stanza, tutti con i capelli rosso
fuoco, parve accorgersi della sua presenza. Erano attorno ad un tavolo e
scherzavano allegramente nonostante la tempesta che imperversava fuori. Il
biondino si prese un po’ di tempo per riflettere, il leone si compiacque
per quel nuovo atteggiamento maturo e così, quasi in tono di predica,
disse:
-
Guarda, Draco
Malfoy, loro sono poveri ma questo non gli impedisce di festeggiare il Natale
come si deve, mentre tu stai da solo nella tua camera con il tuo cinismo.-
Il Serpeverde non disse
niente, il leone aveva ragione.
-
Ti porterò
adesso a vedere il Natale di un’altra persona che adesso si trova ad
Hogwarts.-
La piccola stanza scomparve e
il biondino si ritrovò così a scuola, non era in camera sua
però, era in una camera completamente rivestita di colori rosso e oro,
era nel dormitorio dei Grifondoro. Il Serpeverde si guardò intorno
spaesato fino a quando non vide una figura conosciuta con capelli nerissimi
sdraiata sul letto. Aveva il viso sepolto nel cuscino e le sue spalle
sembravano scossa dai singhiozzi. Draco voleva correre ad abbracciare Harry quando
la sua voce lo fermò:
-
Io non volevo!!
Non volevo diventare un assassino!! Dentro Voldemort, Tom Riddle viveva ancora,
mi sono trasformato in un mostro!!!!-
Il purosangue era sconvolto,
davvero Harry pensava questo di se stesso? Perché poi? Non ce la faceva
a vederlo in quello stato, capiva che qualcosa era cambiato in lui, sentiva un
nuovo calore dentro di se, un calore bello e appagante che lo spingeva ad
andare a consolare il moretto. Il leone lo fermò e così
com’era partito, Draco Malfoy, si ritrovò in camera sua. Lo
spirito dei Natali presenti era sparito, adesso mancava solo quello dei Natali
futuri.
La mezzanotte rintoccò
per la terza volta quella notte, ma solo il biondo purosangue pareva
accorgersene. Il terzo spirito non tardò ad arrivare, era decisamente
più spaventoso degli altri. Era una bambina con i capelli blu e gli
occhi viola, aveva un’espressione tremendamente adulta sul suo giovane
viso, un contrasto che la rendeva ancora più terrificante.
-
Draco Malfoy-
disse con voce maligna- sono venuta per svelarti i tuoi Natali futuri se
continui con il tuo cinismo-
Come gli altri due spiriti la
bambina non aspettò una risposta e la stanza, come le altre volte, si
dissolse ancora una volta.
Diversamente dalle altre
volte, però, il biondino non venne catapultato in una stanza con
un’evidente atmosfera di festa ma in un cimitero, buio e triste. Il
Serpeverde si spaventò, perché l’aveva portato lì?
Lo spirito sembrò
leggere la sua mente e rispose:
-
Questo è
il tuo futuro, Draco Malfoy, fra dieci anni tu sarai qui durante la notte di
Natale.-
-
C-come mai?-
chiese spaventato il biondino, temeva la risposta.
-
Sarai morto. -
disse freddamente la bambina.
-
No…
no… non è possibile- disse incredulo.
-
Invece
sì…- ghignò sadicamente la bambina.
-
E… e
Harry?- chiese preoccupato.
-
Lui? Lui è
morto tre anni fa…- rispose lo spettro.
-
Noooooooooooooooooooooo-
Il biondino si svegliò
di soprassalto, era un sogno, solo un sogno, un orribile sogno.
Scese rapidamente dal letto e
si mise la sua vestaglia verde e argento e, messosi le pantofole, uscì
dal dormitorio. Percorse velocemente i dieci piani che lo separavano dal
dormitorio dei Grifondoro, per fortuna che era un prefetto! Corse davanti al
ritratto della Signora Grassa e pronunciò la parola d’ordine (“Coraggio”)
per poi inoltrarsi nel dormitorio del “nemico”. Arrivò
così in camera del giovane Potter che piangeva disperatamente. Si
avvicinò silenziosamente e si sedette sul bordo del letto,
accarezzò dolcemente la chioma indomabile del moretto e vi depose un
bacio. Harry si girò, aveva i magnifici occhi verdi arrossati e ancora
pieni di lacrime che continuavano a scendere sulle sue guance arrossate. Draco
accarezzò dolcemente le gote di quello che aveva capito essere il suo
unico amore, e sussurrò le parole che Harry non si sarebbe mai
dimenticato:
-
Harry, Harry non
piangere, non devi lasciare che i tuoi magnifici occhi verdi si riempiano di
lacrime, non devi accusarti di qualcosa che non hai fatto, Tom Riddle era
già morto, Harry, era già morto… Sfogati, adesso ci sono io
con te.-
Il Grifoncino lasciò
scorrere altre poche lacrime e poi si avventò su Draco abbracciandolo
teneramente, il Serpeverde sorrise e lo abbracciò di rimando
accarezzandogli dolcemente la schiena.
-
Ti amo.-
sussurrò nell’orecchio del moretto.
Harry lo sondò con le
sue iridi verdi e poi, come se fosse stata la cosa più naturale del
mondo lo baciò. Le lingue danzarono dolcemente al suono di una musica
che solo loro conoscevano, esplorandosi e cercandosi.
-
Ti amo
anch’io Draco- sussurrò di rimando il Grifondoro quando si furono
staccati.
Draco sorrise.
-
Questo è
il più bel Natale della mia vita.-
-
Anche il mio
Draco, anche il mio…-
Et voilà, conclusa la
mia prima storia… mi lasciate un commentino please??