Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |      
Autore: Ezzy O    24/01/2011    2 recensioni
Un giovane pianista con la paura dell'oblio scruta il mare da Roquebrune, sognando un ristorante sull'oceano dove poter suonare per tutto il resto della vita.
Aspetta un'occasione, aspetta lei!
Valerie significa America, significa cambiamento.
Valerie lo strapperà al suo mondo di fiabe.
-Tu sei speciale, Valerie!
-E anche malvagia.
-Perché dici questo?
-Perché per renderti felice, dovrò prima farti soffrire...
Dedicata a Vale_san che nella data di pubblicazione del primo capitolo ha compiuto gli anni! Viva Novecento! :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanji
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Valerie
Valerie


Salve a tutti! Questa fic è dedicata alla mia migliore amica, Vale_san, che oggi compie gli anni! Questo è solo il prologo, ma spero vi incuriosisca perchè ho giurato a me stessa di finire questa storia e senza nessuno che la segua sarebbe davvero deprimente (non che un regalo di compleanno poco riuscito T^T)!
XD
Una piccola avvertenza: io sono dell'idea che Nami e Sanji siano una coppia stupenda, quindi non stupitevi se la ragazza di Zoro in questa fic è Tashiji (credo molto anche nella Robin/Franckie u.u)
Non mi resta che augurarvi buon divertimento ^^

Prologo, ovvero “La visita”

Il fumo corse via rapido dalla punta rovente della sigaretta.
Era una giornata bellissima, con il sole splendente e un tiepido venticello da oriente, proprio la tipica giornata di maggio.
Solo respirando i profumi intorno Sanji si sentì rinascere.
Guardò in basso, verso il mare, e come al solito rimase folgorato dalla vista che godeva dal suo piccolo appartamento a Roquebrune-Cap-Martin: il Mediterraneo, blu e bianco sotto il sole della Costa Azzurra.
Mio Dio… Il mare!
Non era un poeta, e anche se lo fosse stato non sarebbe riuscito a trovare le parole adatte a descrivere come si sentiva ogni volta che aprendo la finestra se lo trovava davanti.
Una volta aveva visto un film, succedeva raramente: in casa non aveva la televisione, la odiava, preferiva vedere il mondo attraverso i dipinti di Zoro, il suo migliore amico, lui sì che aveva talento! Riusciva a farti vedere la vita come se fosse meravigliosa solo con un dipinto.
Era stato proprio Zoro a insistere perché vedesse quel film.
-Lo adorerai.- diceva –Questo ti cambierà la vita!
E aveva ragione.
Cacchio se aveva ragione!
Aveva cominciato a piangere già dalla prima scena, e le lacrime avevano continuato per tutta la pellicola: era la storia di un pianista, Danny Boodman T. D. Lemon Novecento, nato e morto su un piroscafo senza mai aver toccato terra, un pianista fantastico!
Secondo Zoro era una delle interpretazioni migliori di Tim Roth, per Sanji rappresentava tutto il suo credo.
Gettò un occhio sul tavolo pieno di spartiti.
Novecento era la sua icona, ancora più di Mozart o Beethoven, il suo sogno era riuscire a emozionare come faceva lui, e aprire un ristorante sul mare dove avrebbe suonato per tutto il resto della sua vita.
Nella sua testa risuonavano le frasi del film:
“Suonavamo perché il mare è grande, e fa paura;
suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire
e ti senti Dio!
E suonavamo il Reagge Time perché è la musica su cui Dio
balla quando nessuno lo vede, se Dio è nero…”
Poesia!
Come se il miele si trasformasse in parole!
Questo desiderava.
Ma per ora tutto ciò non rimaneva altro che un sogno: Sanji era già quasi oltre i venticinque, si manteneva a stento suonando il piano nell’unico ristorante del paese, e anche se dalla finestra sentiva il mare ruggire, gridare che la vita è immensa, lui era ancora bloccato lì tra quelle quattro case strette tra loro come a soffocarlo.
Buttò via la sigaretta con un gesto stizzito.
Avrebbe dovuto decidersi a fare il grande passo, come Zoro anni prima: semplicemente una mattina aveva preso su con se i pochi risparmi, gli attrezzi per dipingere, poco altro e era salito sulla prima corriera per Montacarlo.
Per mesi, benché in linea d’aria fosse vicinissimo, appena sotto la finestra di Sanji, non aveva più dato sue notizie; poi era tornato, senza nessun preavviso, da pittore riconosciuto in tutta la Francia e uomo felice.
Il biondo lo aveva invidiato, quello lo ammetteva, ma ammetteva pure che lui stesso non si stava dando da fare.
Chi era che da anni lo incoraggiava a scendere fino a Montecarlo per far conoscere il suo talento? Zoro.
Quanti inviti a feste aveva ricevuto del suo amico?
Tanti, molti erano rimasti a far polvere su uno scaffale per giorni prima che si decidesse ad aprirli.
Nei momenti peggiori Sanji si chiedeva se il suo destino fosse essere un signor nessuno tutta la vita, morire senza che qualcuno si ricordasse di lui, nient’altro che un nome sull’anagrafe, e aveva paura.
Una paura immensa della damnatio memoria!
Voleva lasciare una traccia, seppure piccola, nella storia della musica.
Quando si avviò verso la minuscola cucina, gustandosi già la colazione, non sapeva che presto, molto presto, la sua vita avrebbe avuto una svolta.
Ma chi può saperlo?
Queste cose non si possono prevedere, arrivano quando meno te lo aspetti, colpendo come una scarica di mitragliatrice.
La suddetta mitragliatrice stava in quel momento percorrendo le stradine lastricate di Roquebrune…
-Non lo disturberemo, sei sicuro?
-Assolutamente! Ci vuole qualcuno che lo scuota ogni tanto! E poi non hai detto che ti sarebbe piaciuto conoscerlo?
-Sì, ma…
-Niente ma! Sarà felicissimo, te l’assicuro.
Due secondi dopo Sanji sentì il campanello suonare.
All’inizio pensò di esserselo immaginato e tornò tranquillamente ad armeggiare con i fornelli, ma un minuto dopo il campanello trillò più forte di prima.
Il pianista si tappò le orecchie, disperato: sembrava quasi che qualcuno si fosse appoggiato all’interruttore e non avesse la minima intenzione di spostarsi.
Odiava chi suonava in questo modo, e che lui conoscesse c’era un solo buzzurro al mondo in grado di farlo arrabbiare così!
Corse giù per le scale rischiando di spezzarsi l’osso del collo.
Spalancò la porta e trovò la conferma di tutti i suoi sospetti.
-Ciao!- lo salutò un ragazzo più o meno della sua età con una zazzera impossibile di capelli verdi.
Inconfondibile!
-Zoro! Lo sapevo che eri tu! Chi altri è capace di farmi imbestialire già la mattina presto se non tu, Zoro!- Lo apostrofò il biondo.
Il pittore esibì il suo migliore sorriso strafottente:-Vedo che ti sei alzato dalla parte sbagliata del letto, stamattina!
-Col cavolo, andava tutto a meraviglia prima che arrivassi tu!
L’artista lo ignorò mettendogli tra le mani una grossa bottiglia di vino rosso.
-Hai un cavatappi spero, perché ti ho portato una sorpresa.
Sanji grugnì ed entrò in casa con l’amico dietro:- Lo sai che prima di pranzo non bevo.- gli diede le spalle cominciando a trafficare nella cucina alla disperata ricerca del cavatappi.
-Credimi c’è da festeggiare!- ribatté –Ho qualcuno da presentarti…
-Davvero?- finalmente trovò quel che stava cercando in fondo a uno dei numerosi cassetti.
-Sì!- Zoro si girò verso la porta –Dai, non essere timida!
Se il pianista avesse avuto in mano la bottiglia, probabilmente si sarebbe fracassata sul pavimento: era bastato un solo sguardo, il luccichio di quegli occhi stupendi, un accenno di profumo nell’aria, e Sanji aveva capito… aveva compreso che anche avendo cento vite, nessuno sarebbe mai riuscito a creare qualcosa che rappresentasse appieno la donna che ora lo guardava, con le guance lievemente arrossate.
-Salve…- lo salutò.
Il pianista udì mille note in quelle poche lettere, e senza che se ne accorgesse la sigaretta gli scivolò dalle labbra, leggera in un ultima nuvoletta di nicotina.
Zoro sorrise:- Posso presentarti la mia amica e collega Valerie D’Oursines, è venuta a trovarmi da Parigi…
-Monsieur Zoro mi ha parlato a lungo di voi.- continuò lei, avvicinandosi al biondo- Così gli ho detto che mi sarebbe piaciuto conoscervi!
Sanji ammirò incantato gli occhi color ebano della pittrice, il suo incarnato pallido, la chioma castana che le incorniciava il viso delicato.
E per la prima volta in vita sua, non seppe cosa dire a una donna…
Potè solo allungare la mano, per stringere quella di Valerie; sentì i piccoli calli dovuto al pennello sulle dita affusolate.
-E’ un vero piacere…- riuscì a balbettare dopo qualche secondo.
Lei lo guardò, spalancando i dolci occhi da cerbiatta, e gli sorrise, un sorriso complice e sincero:- Anche per me, monsieur!

So wild, standing there, with her hands in her hair
I can't help remember just where she touched me
There's still no face here in her place

So cool, she was like jazz on a summer's day
Music, high and sweet, then she just blew away
Now she can't be that warm with the wind in her arms

Valerie, call on me-call on me, Valerie
Come and see me-I'm the same boy I used to be…



Oh, Valerieeeeeeeeeee!!! XD XD Ti voglio bene, Vale_chan! Buon compleanno! Perfavore, recensite anche solo per farle gli auguri!!


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Ezzy O