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Autore: crazyhorse    24/01/2011    2 recensioni
Sulla Highway 89 a quell’ora del mattino l’unico rumore che si poteva udire era il rombo del motore della Chevrolet Impala nera del ’67 di Dean e Sam Whinchester.
Proseguivano indisturbati sulla highway deserta costeggiata da entrambe i lati da una fitta boscaglia, tuttavia nessuno dei due era tranquillo.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione, Terza stagione
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WHERE IT BEGAN WHERE IT BEGAN

"Sam…Sam!!”
Sam si svegliò di soprassalto tutto sudato: aveva sentito distintamente la voce di sua madre che lo chiamava.
In pochi secondi ricordò dove fosse e realizzò che doveva aver sognato: era semisdraiato sul divano di Allison con lei che dormiva beatamente abbracciandolo. Sì, decisamente aveva sognato. 
Guardò l’orologio: le 4,30 del mattino. Provò ad alzarsi senza svegliare Allison, ma questo compito fu più difficile del previsto dal momento che ogni articolazione che aveva in corpo era completamente anchilosata.
“Accidenti non ho più l’età per dormire...in posti così piccoli!” pensò mentre adagiava delicatamente la testa della ragazza sul bracciolo del divano. Ricordò con amarezza anche i sedili dell'Impala che troppo spesso l'avevano accolto durante la notte.
Stiracchiandosi si diresse in cucina per fare il caffè e delle ricerche: la sera prima aveva visto il portatile di Allison sul tavolo della sala, così, il più silenziosamente possibile, portò il computer in cucina e lo accese.
Quando ebbe una tazza di caffè fumante sotto il naso si collegò ad internet e cominciò a cercare informazioni su demoni europei, leggende, miti animali e tutto quello che gli veniva in mente, dal momento che non aveva a portata di mano nè i suoi libri nè il giornale di suo padre. Nonostante tutto fu letteralmente sepolto dall'enorme quantità di credenze popolari, superstizioni e leggende che caratterizzavano la mitologia europea; scoprì che probabilmente il gytrash aveva origine celtiche, dal momento che i paesi nelle cui culture si ritrovavano tracce di questo spirito erano più o meno gli stessi che tali popolazioni attraversarono durante la loro espansione all'interno del vecchio continente.
Continuò le sue ricerche fino a quando non sentì dei rumori in soggiorno; Allison si era svegliata ed evidentemente anche lei era tutta rotta perché Sam sentì i suoi lamenti:
-Ahi! Aho! Cavolo non ho più l’età per dormire sul divano e adesso mi metto anche a dare la caccia ai fantasmi! Brava Carter, complimenti!-
Sam stava per chiamarla, ma si interruppe quando sentì che lei non aveva finito:
-Che delusione Carter hai il fisico di un’ottantenne e poi pretendi che Sam dagli occhi blu si accorga di te!-
-Cosa?- disse lui dalla cucina, sorridendo e facendo finta di non aver capito le sue parole.
-Sam!! Oh mio Dio! Mi hai spaventata a morte! No niente…come stai? Hai dormito…ehm...voglio dire…insomma...OK!! MI FACCIO UN CAFFE’ TU LO VUOI!!?- chiese, quasi urlando, mentre entrava in cucina visibilmente imbarazzata.
-Veramente, mi sono già servito!- rispose lui.
-Hai fatto benissimo.- Poi, incapace di tenere per sè quel dubbio che l'attanagliava, continuò: -Ascolta Sam, per ieri sera, io…non so…forse tu...ti aspettavi...che...noi...voglio dire...- "Accidenti che risveglio traumatico!" pensava mentre cercava, inutilmente, di dare un senso alle sue parole.
Per fortuna lui, vedendola in difficoltà,  intervenne risoluto ma tranquillo: 
-Non mi aspettavo assolutamente niente!- 
-Ok, bene.- rispose semplicemente Allison, felice di potersi voltare per preparare un caffè anche per sè, in modo che lui non vedesse l'imbarazzante tonalità di rosso che aveva assunto il suo viso.
Quando anche la ragazza ebbe una tazza di caffè nero fumante davanti , lui la mise al corrente dei risultati delle sue ricerche:
 -Mi sono svegliato presto.- cominciò a spiegare, sorvolando sul fatto che la causa di quella levataccia era stata sua madre che, in sogno, gli aveva detto frasi per lui senza senso.
-Non riuscivo a dormire...- mentì -non capisco perché il gytrash ce l’ha con te, Ally. E’ una cosa che non ha alcun senso. Allora ho pensato di fare qualche ricerca in internet. Ho visto il tuo computer ieri sera. Spero non  ti dispiaccia.-
-No figurati, anzi. Cos’hai scoperto?- chiese lei curiosa sedendosi accanto a lui.
-Allora, il gytrash è uno spirito di origine europea, per la verità. Se ne trovano tracce anche nella cultura spagnola e francese oltre che in quella anglosassone. Ho il sospetto che già i Celti avessero scoperto la sua esistenza. E poi sta a sentire: può presentarsi sotto forma di grosso cane nero, cavallo o, tieniti stretta... mulo!-
-Ma un mulo non fa paura!-  disse Allison perplessa.
-In effetti…quindi abbiamo scoperto di avere a che fare con uno spirito che si presenta sotto forma di grosso cane, cavallo o mulo;  aggredisce i forestieri, provocando incidenti mortali. Questo è quello che sappiamo. Quello che non sappiamo è cosa ne faccia delle sue vittime e perché, perché ce l’ha con te, e soprattutto come si distrugge!-
-Cioè le cose più importanti!- riassunse lei avvilita.
-Tranquilla, scopriremo tutto quello che ci serve! Allora, andiamo a buttare giù dal letto mio fratello?-  rispose Sam nel tentativo di risollevarle il morale.
-Andiamo.- acconsentì Allison.
Nel giro di 5 minuti erano già al motel. Prima di aprire la porta della camera ed entrare, Sam, con aria interrogativa si voltò verso Allison  che era rimasta un po' indietro:
-Forse è meglio che io aspetti qui, sai…almeno finchè non sono sicura che Dean sia vestito!- spiegò lei.
-Ok- rispose lui sorridendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta nella stanza vide che Dean stava ancora dormendo profondamente, per cui gli si avvicinò e cercò di svegliarlo:
-Dean! Dean dai svegliati, dobbiamo andare!-
Niente, Dean non si muoveva neanche. A quel punto Sam gli mise due dita sulla gola per cercare di sentire il polso carotideo, non pensava davvero che fosse morto, ma d’altra parte ne aveva viste troppe in vita sua per escludere qualcosa a priori. Bene, suo fratello era ancora vivo.
-Dean!- gridò più forte: niente
-Dai bello sveglia!- riprovò, questa volta scuotendolo.
-Oh, oh, che c’è, dove…- finalmente Dean si svegliò, si guardò intorno, e, quando vide Sam seduto sul proprio letto ancora in ordine, disse esultando:
-Wow! E vai fratello! Allora com’è andata?- 
-Non lo saprai finchè avrò la forza per respirare!- sbottò Sam senza troppi complimenti.
-E dai non puoi non….-
-Muoviti, dobbiamo andare, vestiti!- lo interruppe bruscamente Sam che non aveva la benché minima intenzione di discutere dei suoi sentimenti per Allison con suo fratello.
-Va bene…stallone. Ok ora vado in bagno, sono pronto in due minuti.-
Quando uscì dal bagno Dean era perfettamente sveglio e perfettamente non rassegnato di fronte ai rifiuti di Sam di raccontargli tutti i dettagli della sera prima. Uscì dalla stanza e, dirigendosi verso l’Impala, salutò allegramente Allison:
-Buongiorno raggio di sole. Dormito bene?-
Lei rimase a bocca aperta:
-Buongiorno...- e guardò Sam:
-Tranquilla, tutto sotto controllo.- cercò di rassicurarla lui, poi mentre saliva  sull'Impala accanto a Dean le disse:
-Ti seguiamo. Andiamo al punto dell’ultimo incidente.-
-Ok, ma non dovevamo andare alla casa abbandonata noi?-
-Non vorrai mica andarci  disarmata?- le chiese Dean serio.
-Per carità!- rispose Allison sarcastica.
Quando i due ragazzi furono in macchina tranquilli, Dean tornò alla carica più elettrizzato di prima:
-Allora fratello, dai racconta!-
Ma evidentemente Sam aveva altri pensieri per la testa, o magari fece finta di non capire, perché gli rispose:
-Allora ho scoperto che questo gytrash era diffuso non solo in Inghilterra, ma anche in Francia, Irlanda e Spagna….- mentre parlava, Dean cercò di interromperlo:
-Sam io non…- ma Sam non ne voleva sapere e continuò come un fiume in piena:
-No aspetta, stai a sentire! Aggredisce i forestieri. E questa cosa non mi convince perché dove siamo stati attaccati ieri sera io ed Allison non era fuori dal territorio di Afton, quindi lei in teoria non era “forestiera” in quel caso. Come mai, allora, il gytrash puntava solo lei se ero più forestiero io per esempio? Poi ho scoperto che si può presentare sotto forma di cane, cavallo o mulo!- si interruppe qualche secondo (durante i quali Dean alzò gli occhi al cielo) poi riprese: -Purtroppo non ho trovato niente su possibili veicoli che possano contenerlo o trasportarlo, nè su come eliminarlo.-
-Fammi capire, sei stato tutta la notte a casa con lei da solo e hai fatto delle ricerche? Delle ricerche Sam?!! Ma come fai ad essere mio fratello?!!- Dean quasi stava gridando indignato.
-No beh, abbiamo dormito, poi mi sono svegliato..- cominciò Sam tranquillamente, poi si interruppe ed inveì mentalmente contro sè stesso per aver abbassato la guardia.
-Dormito?! Oddio ancora peggio che fare delle ricerche!- ora Dean era avvilito.
A quel punto non aveva più senso stare sulla difensiva, per cui Sam cercò di salvare la situazione come meglio poteva:
-Dean smettila, prima di tutto non sono affari tuoi! E poi non voglio che sia la storia di una notte! Non con lei, dannazione!-
Nel sentire quelle parole un'espressione disorientata comparve sul volto di Dean:
-Allora è una cosa seria! Sam non ti…- sussurrò con un filo di voce e senza riuscire a terminare la frase.
Sam lo ignorò mentre guardava la foresta che correva veloce fuori dal finestrino della macchina.
Arrivarono sul posto dopo un paio di minuti. Accostarono e Dean spense il motore. Una volta scesi dall’Impala i due fratelli aprirono il baule e sollevarono un doppio fondo scoprendo un vero e proprio arsenale: nei vari scomparti erano alloggiati pistole semiautomatiche e meno recenti, doppiette, fucili a pompa, caricatori di proiettili in argento e cartucce riempite di sale, contenitori di acqua santa, coltelli, alcuni con la lama di argento altri di ferro, paletti di legno appuntiti, taniche di combustibile, sale, tanto sale e qualunque altra cosa che servisse per eliminare le creature soprannaturali.
-Allora cosa vuoi Sam?- chiese Dean.
-Prendo la mia 9 mm, poi vediamo…un coltello …lama di ferro....anzi fai due. Basta dovrei essere a posto.-
Sam si fissò la pistola alla cintura, mise un coltello nella tasca della giacca, mentre il secondo lo porse ad Allison, la quale  si era avvicinata a loro ed era rimasta  pietrificata alla vista di cosa contenesse lo scomparto segreto dell'Impala. Sam cercò di riportarla alla realtà:
-Ally?! Ally, prendi questo e tienilo a portata di mano può servirti. Ha una lama in puro ferro.-
-Eh? Ah sì il coltello…in ferro…sì, ora lo metto in tasca.- ribattè lei allibita
-Tutto bene?-
-Sì, si, certo io…vedo tutti i giorni arsenali nascosti dentro i bauli delle macchine!- rispose cercando di sembrare disinvolta.
-Bene se abbiamo tutto, io vado! Teniamoci in contatto- fece Dean mentre, anche lui, prendeva una pistola e due coltelli  dal baule e s'incamminava verso il bosco.
-Ok, ciao!!-
Sam ed Allison salirono sul fuoristrada di lei e si avviarono verso sud dall’altra parte di Afton. Si fermarono un minuto alla Carter Tools, giusto il tempo di avvisare che Allison non sarebbe andata in ufficio quel giorno. Dopo di che si immisero nuovamente sulla Highway 89 e la percorsero per altri 3 Km circa, poi svoltarono a sinistra in una stradina sterrata piena di buche.
Mentre fermava il fuoristrada, Allison disse:
-Ecco la casa è quella- ed indicò un rudere di due piani circondato da un porticato e che doveva risalire a metà del 1800. Era situata abbastanza all’interno rispetto alla highway 89 ed era completamente circondata dalla boscaglia che, a causa della prolungata incuria, si era arrogata il diritto di crescere selvaggiamente e liberamente.
Il tetto della casa era per metà distrutto, le finestre non avevano più i vetri ed il legno delle pareti esterne era tutto scuro per l’esposizione alle intemperie e la mancanza di manutenzione.
Scesero dal fuoristrada e Sam le disse:
-Ok Ally, seguimi, fai quello che ti dico e vedrai che andrà tutto bene.-
-Va bene- ribattè lei tranquillamente.
Si avvicinarono alla casa e salirono i due gradini che conducevano al porticato; il legno scricchiolava sotto i loro passi ed entrambi si muovevano con circospezione facendo attenzione a non rompere le assi.
Sam si guardò attorno: sui muri esterni della casa le macchie scure che aveva visto da lontano non erano causate dal tempo come aveva pensato inizialmente, ma in realtà erano chiazze di muschio e piante rampicanti che avevano coperto quasi tutta superficie anteriore della villa. Dalla finestra che stava sulla destra della porta d’ingresso si poteva vedere quella che una volta doveva essere stata la cucina, anche se ora regnava l’anarchia più totale della natura: insetti, piccoli roditori e animali della foresta dovevano aver utilizzato quella casa come riparo, indisturbati per chissà quanto tempo.
Mentre lui si dirigeva verso l’angolo della costruzione per vedere cosa ci potesse essere sul retro, Allison si avvicinò alla finestra sulla sinistra della porta d’ingresso e guardò dentro. Quando vide cosa conteneva quella stanza, decise che bisognava subito chiamare Sam:
-Sam..- disse in un sussurro, poi, dandosi della stupida perchè lì intorno non poteva esserci nessuno (...o magari niente) che non udisse anche un sussurro, disse a voce alta:
-Sam vieni qui, guarda!!-
Lui le si avvicinò e guardò dentro:
-Accidenti, è uno scheletro! Vieni entriamo, sul retro non c’è niente, solo giungla.-
Entrarono e si diressero immediatamente nella stanza dove avevano visto lo scheletro. Allison si chinò per studiarlo con attenzione:
-Era una donna a giudicare dalla forma del baccino. Inoltre doveva avere una certa età, perché la colonna vertebrale è curva, guarda!- disse indicando varie parti dello scheletro a Sam che l’ascoltava stupito. 
-Chissà da quanti anni è qui.- si limitò a rispondere lui, mentre cercava nella stanza qualche indizio interessante.
La sua attenzione fu attratta  da una cosa in particolare: un’urna rovesciata il cui coperchio era rotolato poco lontano. Quello che lo colpì furono i dipinti sulla superficie dell’urna: su un fondo di colore beige chiaro si distinguevano chiaramente tre figure, cioè un grosso cane nero, un molto più grosso cavallo anche lui nero ed infine un mulo, nero anche quello.
-Guarda Ally, scommetto quello che vuoi che il gytrash è arrivato negli Stati Uniti qui dentro!- disse Sam eccitato prendendo in mano l'urna.
-Già...- rispose lei assorta mentre stava ancora analizzando lo scheletro, poi proseguì sgomenta: -e magari questa povera donna è stata la sua prima vittima...-
Erano entrambi talmente concentrati nei rispettivi pensieri che, quando il cellulare di Sam squillò, fecero un salto per aria e l'urna rotolò in terra, senza rompersi per fortuna.
Sam rispose al telefono:
-Dean, accidenti ci hai spaventato a morte, cosa vuoi?- chiese ancora con il fiatone per lo spavento.
-Mi dispiace- il suo tono di voce era concitato: -Senti a che punto siete voi? Perché qui c’è qualcosa che dovresti vedere!-
Sam gli rispose mettendolo al corrente delle loro scoperte:
-A parte uno scheletro di chissà quanti decenni fà e l’urna tramite la quale quella cosa è arrivata qui…niente di particolare!-
Ma Dean era troppo concentrato sulle sue di scoperte per cui, poco in vena di convenevoli, proseguì come se non avesse neanche sentito quello che gli aveva appena detto suo fratello:
-Senti qui è un casino, ho trovato un cimitero di corpi ammassati in una caverna. Sam è un disastro, ci saranno scheletri di almeno un secolo! Saranno quasi un centinaio!- si interruppe per prendere fiato, quindi continuò, stando attento ad usare il singolare:
-DEVI venire subito!- 
-Dannazione!! Dove sei? Ti raggiungiamo.-
-Sono a circa un quarto d’ora di cammino dalla Highway 89. Non so esattamente, perché non ho seguito un sentiero segnato! Sam non penso che Alli…- ma il fratello non gli fece finire la frase:
-Aspetta! Ally conosci una caverna a circa 15 minuti di cammino dalla Highway 89?-
-Sì, ci passo spesso quando vado a fare le passeggiate a cavallo nella foresta.-
-Ok arriviamo!- e riattaccò. Poi si rivolse ad Allison-
-Andiamo, Dean ha trovato dei corpi nella caverna!-
Appena ebbe terminato quella frase si morse la lingua mentre pensava “Merda! Potevo essere più delicato e se fra quei corpi ci fosse anche suo padre?”
-Oh…oh.- fu tutto quello che Allison riuscì a dire.
Sam capì che lei doveva aver avuto lo stesso pensiero perchè, improvvisamente, si immobilizzò al centro della stanza come se non riuscisse neanche a respirare, lo sguardo fisso su di lui pallida come un lenzuolo.
Lui le si avvicinò, l’abbracciò più forte che poteva sperando che quel contatto la rinfrancasse un po', poi le prese le chiavi del fuoristrada dalla tasca della giacca e le disse:
-Ally, dobbiamo andare. Tranquilla affrontiamo una cosa alla volta. Ora dobbiamo raggiungere la grotta.-
Allison si riscosse e alzò lo sguardo fissando Sam negli occhi, poi finalmente riuscì a dare voce al terribile pensiero che le era precipitato nella mente come un meteorite dallo spazio:
-Oddio Sam, e se fra quei corpi ci fosse anche mio padre?- era sconvolta.
  
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