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Autore: Acqua Efp    24/01/2011    14 recensioni
Piccolo momento Dramione di vita quotidiana.
La porta si spalancò di colpo e, mentre lui se ne stava coricato sul letto sempre immobile con le braccia dietro la testa, la minuta figura, di quella ragazza impossibile, si stagliò giusto all’entrata, apparendo come un angelo vendicatore.
Draco Malfoy ebbe la certezza che i guai in cui si trovava fino a qualche minuto prima fossero cresciuti in maniera esponenziale...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Slytherin the heart of a Gryffindor'
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Due facce della stessa medaglia


DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

 




Draco Malfoy sapeva di essere in guai seri.
L’aveva capito quando un giorno come tanti altri, almeno in apparenza, si era fissato un obiettivo.
Aveva deciso che la voleva. Lei, l’unica che non gli si era concessa. Era una questione di orgoglio, si era detto. Orgoglio e rivincita.
Si era accorto di essere in guai ancora più seri quando aveva capito che raggiungere i suoi scopi non sarebbe stato così semplice come aveva creduto.
Poi, finalmente, dopo avergli fatto passare le pene dell’inferno, lei aveva ceduto. Pensandoci bene, si corresse, avrebbe di gran lunga preferito le punizioni infernali ai supplizi che lei gli aveva fatto passare, ma, aveva ceduto e lui si era sentito invincibile. Era riuscito nell’impossibile. A quel punto, però, aveva realizzato che guai era un eufemismo riferito alla sua situazione, perché la voleva ancora dopo quella prima volta, ma lei, esattamente come prima, lo aveva fatto sudare parecchio prima di arrendersi.
Ora, mentre sentiva la sua voce rimbombare per i lunghi corridoi del dormitorio Serpeverde, seppe che in nessun luogo sarebbe stato in salvo dalla sua ira.
- Draco Lucius Malfoy! – come volevasi dimostrare, si disse.
La porta si spalancò di colpo e, mentre lui se ne stava coricato sul letto sempre immobile con le braccia dietro la testa, la minuta figura, di quella ragazza impossibile, si stagliò giusto all’entrata, apparendo come un angelo vendicatore.
Draco Malfoy ebbe la certezza che i guai in cui si trovava fino a qualche minuto prima fossero cresciuti in maniera esponenziale quando l’aveva guardata nelle iridi color ambra e si era accorto, in quel preciso istante e non senza un moto di puro terrore, che l’amava.
Amava quella piccola ragazza cocciuta e bellissima che gli stava davanti. Amava il suo coraggio, la sua intelligenza e scaltrezza, la sua vitalità, la sua pazienza, la sua capacità di perdonare, e in quel momento, in particolare, confidava in quella.
- Come hai osato? -
Draco non rispose. Sarebbe stato inutile. Si limitò piuttosto a fissarla.
- Dio, Malfoy, come puoi essere stato così idiota da pensare che non me ne sarei accorta? -
Tacque di nuovo. In effetti, non era stato per niente idiota. Perché, in effetti, sapeva già che non le sarebbe sfuggito.
- Niente da dire a tua discolpa? Meglio così perché questa volta hai davvero passato il segno! – Draco si alzò e la raggiunse – fare un incantesimo a Ron perché dimenticasse che eravamo stati assieme! Davvero non saresti potuto cadere più in basso – probabilmente aveva ragione, aveva toccato il fondo, si disse, ma ora lei era lì.
- Hai finito? – si limitò a chiedere ma non la lasciò rispondere perché l’attirò a sé e la baciò. Non era uno dei loro soliti baci, attimi rubati tra un ansito e l’altro mentre facevano l’amore. In quel bacio c’era tutto. Tutto quello che lui aveva scoperto nell’attimo in cui il grigio dei suoi occhi aveva incontrato il miele che erano quelli di lei. Amore. Si poteva chiamare solo così, ma ci aveva messo tanto a capirlo, almeno quanto aveva impiegato a capire il perché la desiderasse.
Erano due facce di una stessa medaglia.
Lui, meschino e calcolatore, la sua scaltrezza stava nella menzogna e nei raggiri con i quali otteneva i suoi obiettivi.
Lei, coraggio, onestà, lealtà e purezza, con cui lo aveva piegato, senza nemmeno accorgersene a dispetto della sua intelligenza. Lei, indiscussa regina Grifondoro, orgogliosa e dalla testa calda che con un solo battito di ciglia aveva fatto cadere ai suoi piedi lui, l’inconfutabile testardo, altero e pieno di sé principe Serpeverde.
- È tutto qui quello che hai da dire a tua discolpa? – gli chiese staccandosi. Fingendo ancora un po’ di quell’indignazione che era già sparita dai suoi occhi.
- No. Ma ti amo. – la vide spalancare le palpebre, alzare le sopracciglia, scrutargli l’animo alla ricerca di un segno che le impedisse di credere alle sue orecchie. Come se si aspettasse, da un momento all’altro, l’arrivo di qualcuno che le confermasse che era stata vittima di un terribile scherzo. Poi capì. Vide apparire la certezza nei suoi occhi. E si ributtò tra le sue braccia. Di nuovo in un bacio che era in realtà molto di più. Due facce della stessa medaglia, due facce di noi, mia piccola impossibile Grifondoro, non è stato poi così terribile ammetterlo. Si ritrovò a pensare Draco Malfoy e fu veramente felice di essersi cacciato in quel guaio.
   
 
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