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Autore: Melardhoniel    24/01/2011    4 recensioni
In nome dello sfavillante mare dell’Est, ecco a voi la regina Lucy, la Valorosa.
In nome del grande bosco dell’Ovest, re Edmund, il Giusto.
In nome dello splendente sole del Sud, la regina Susan, la Dolce.
In nome del limpido cielo del Nord, ecco re Peter, il Magnifico.

I Pevensie sono stati incoronati; ora sui troni di Cair Paravel siedono due figli di Adamo e due figlie di Eva. Quindici anni dopo, i quattro fratelli si ritrovano accanto all'armadio alla stessa ora in cui erano partiti.
Ma cosa è successo in quei quindici anni?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prima che un re, Peter, sei soprattutto un fratello...


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Ma i giorni da re non furono tutti come pensava Edmund. Beh, lui mantenne la promessa e il mattino dopo si svegliò puntualmente alle cinque e mezzo –il mezzo perché, insomma, si sta parlando di Edmund Pevensie! Quando mai avete visto Edmund Pevensie alzarsi alle cinque e mezzo del mattino??- e minacciò di seguire Susan e Lucy fino in camera se non si fossero sbrigate a cambiarsi, anche perché non voleva passare altre tre ore a giocare a scacchi con il rischio di essere battuto da Peter; ma le visite di piacere erano sempre meno, e cominciavano ad arrivare abitanti da tutta Narnia per chiedere ai reali di risolvere questo o quel loro problema.
Peter era entusiasta: dall’altro della sua carica di Re Supremo si dava molto da fare, e cercava di assecondare le richieste di tutti; Susan era forse ancora più precisa ed estasiata del fratello, e spesso era lei a guidarlo oppure a riportarlo con i piedi per terra quando viaggiava troppo con la fantasia; e Lucy…beh, Lucy era semplicemente emozionata. Non dimentichiamoci che era stata lei a scoprire quel paese meraviglioso, forse perché in una qualche maniera il suo destino era già legato a lui e ai suoi abitanti.
Forse, in parte si sentiva già una sua regina…
Ed Edmund? Eh, il caro vecchio Ed, volenteroso e Giusto quanto si voleva, non abbandonava mai l’abitudine di sperare in giorni di completo relax, benché si impegnasse molto quando doveva aiutare il fratello a risolvere una questione troppo gravosa, per la quale né Lucy né Susan avrebbero potuto fare molto; perché, come aveva detto Babbo Natale meno di qualche mese prima, “le battaglie diventano troppo ignobili, quando combattono anche le donne”, e poi i due Pevensie non si sarebbero nemmeno sognati di mettere in pericolo le loro due sorelline.
Anche se, come Susan puntualizzava, lei era più grande di due anni di Edmund, e Lucy ribatteva rivendicandosi una parte del merito nella battaglia contro la Strega Bianca.
Ma si sa come sono fatti i maschi.
Così, un mese dopo, mentre Peter ed Edmund avevano ormai girato mezzo regno rispondendo alle richieste d’aiuto di ogni suo abitante, Lucy e Susan erano rimaste a Cair Paravel, ad allenarsi rispettivamente con il lancio del pugnale e il tiro con l’arco; per non farsi trovare impreparate nel caso si fosse presentata una battaglia o un’occasione nella quale avrebbero per forza –imbavagliati a dovere i fratelli a volte troppo protettivi- partecipare tutti e quattro i re.
A dirla tutta poi si erano anche scambiate i ruoli, e avevano chiesto al buon Oreius una mano con la spada, anche se i risultati non erano stati poi così tanto esilaranti…

-Sue, avanti, non è poi così difficile!- la incitò Lucy, vedendo la sorella talmente tanto concentrata nel cercare di colpire il centro del bersaglio con il piccolo pugnale da sudare freddo.
-Parla per te, Lu!- brontolò lei, tirando fuori la lingua per prendere meglio la mira.
Lucy sospirò: era tutta la mattina che la sorella tentava di fare centro nel bersaglio, e ogni volta che doveva tirare si comportava come fosse ad un esame. Durantele quattro ore in cui si erano allenate Susan aveva tirato sì e no tre volte!
-Proprio non capisco.- Brontolò Lucy, lasciandosi scivolare in terra. –Eppure dovrebbe riuscire a centrare il bersaglio! Non ha mai avuto problemi con il suo arco!-
Oreius, pazientemente, le diede una giusta risposta: -Questo accade perché lei si fida del suo arco. Ricorda cosa vi disse Babbo Natale il giorno in cui vi consegnò i doni? Me l’ha raccontato lei stessa… a Susan venne detto “fidati del tuo arco e lui non sbaglierà un colpo”; così è convinta che a centrare un bersaglio non sia lei, ma l’arco che lei stessa reputa magico, e non fidandosi del suo pugnale, regina Lucy, sbaglia mira… anche se di poco.-
-Hai ragione, mio buon Oreius.- Sorrise Lucy. –E io come faccio a farglielo capire?- sussurrò poi.
-Credo che lei non possa fare niente. Solo la regina Susan può ritrovare la fiducia in sé stessa. Nessuno può dire come, quando e dove accadrà; forse solo le stelle.-
-E tu sai leggere le stelle?-
-Mia cara regina, nelle stelle, per chi le sa leggere, è scritto il futuro dell’uomo, ma non il suo processo di maturazione!-
Lucy ammutolì. –Hai ragione, ho fatto una domanda sciocca.-
-Non sciocca, mia regina, ma solo una domanda.-
In quel momento Susan lanciò il pugnale e non colpì il bersaglio; così prese il suo arco e per la rabbia trafisse una pigna di un albero lontano metri.
-Diamine!- sbottò poi, ancora innervosita. –Oreius…- si avvicinò al centauro e alla sorella. -…ti dispiacerebbe darci ancora qualche lezione di scherma? Penso che io e Lu ne avremo bisogno in un futuro.-
Oreius si alzò in piedi. –Ma certo mia regina!- e galoppò a prendere tre spade.
Per tutto il pomeriggio le due ragazze furono occupate a duellare con le spade, sia a terra che a cavallo; e a sera avevano fatto grandi progressi.
Tuttavia, Susan ancora non riusciva a capacitarsi il motivo della sua scarsa mira quando tirava il pugnale di Lucy.
“Non sarà fatto per me.” Pensava. “Dopo tutto, Babbo Natale lo ha consegnato a lei, come a me ha dato l’arco… però Lucy riesce a fare centro con le mie frecce…” tornando verso il castello a passo di carica e a testa bassa, non si accorse di aver passato Edmund.
-Buon giorno, eh!- esclamò lui.
Susan alzò la testa. –‘Giorno…- lo salutò poco convinta.
-Dove eravate finite tu e Lucy? È tutto il giorno che vi cerchiamo! Peter è di là che sta dando di matto!-
La regina trasalì: prese com’erano dagli allenamenti, lei e la sorella si erano dimenticate di avvisare i fratelli della loro sparizione! Chissà quanto erano stati in pensiero!!
-Oddio, Ed…scusami tanto! Io e Lu siamo andate vicino al Grande Fiume con Oreius e ci siamo dimenticate di dirvelo!-
Edmund fece un cenno della mano. –Fa niente, Sue… però ora vai da Peter prima che mobiliti le truppe per venire a cercarvi! Temeva vi avessero rapito o qualcosa del genere… stava quasi per dichiarare guerra alla terra di Archen!-
-Oh Zeus!- Susan corse verso la reggia, mentre Edmund, vedendo spuntare Lucy accanto al centauro, correva ad abbracciarla, contento che stesse bene.
Nel frattempo, la regina più grande, ancora affaticata e sudata per gli allenamenti, percorreva i corridoi di Cair Paravel in fretta, con l’arco in mano e le frecce nella faretra portata a tracolla, vicino al suo magico corno: era preoccupata per Peter; l’avevano fatto stare in pensiero, ma la colpa era principalmente sua, o almeno così credeva lei, perché era la più grande e avrebbe quindi dovuto essere la più responsabile.
E tra i suoi compiti ci sarebbe dovuto essere quello di non far venire un infarto al re Supremo sparendo per un giorno intero senza avvisare nessuno, soprattutto tenendo conto dei tempi che correvano, si rimproverava Susan.
Svoltò a sinistra, dopo la sala del trono e finalmente capitò davanti alla stanza delle riunioni. La porta era socchiusa, e lei poté vedere Peter che, in armatura e già pronto ad attaccare la terra di Archen per ritrovare le sorelle, stava illustrando il suo piano al signor Castoro e al signor Tumnus.
“Coraggio” si disse Susan mentalmente. “Entra, altrimenti finisce male!” e con un gran sospiro appoggiò la mano sulla maniglia e aprì la porta, facendola cigolare.
Nel sentire il rumore Peter alzò lo sguardo dalla mappa e, nel vedere Susan, aggrottò le sopracciglia e strinse gli occhi: era di certo felice di vederla e sollevato da un grande peso nel sapere che stava bene, ma non poteva ancora perdonarle il fatto di essere sparita per ore con la sorellina più piccola e di aver allarmato l’intera reggia, facendo spaventare a morte i due re.
Il castoro e il fauno, sospirando di sollievo, uscirono dalla stanza, per lasciare soli i due Pevensie che di certo avrebbero avuto molte cose di cui parlare.
-Lucy?- Domandò Peter, il volto privo di espressione.
Susan divenne mogia: era accaduto proprio quello che temeva… non solo Peter ce l’aveva a morte con lei, ma così tanto preso dai suoi doveri da re si stava dimenticando dei suoi doveri da fratello, molto più importanti.
Avrebbe forse dovuto abbracciarla, perdonarla, dirle che no, non era stata un’irresponsabile, che in fondo con lei c’era anche Oreius, chiederle dov’era Lucy con un tono che lasciasse trasparire qualche emozione; e invece era lì, fermo, in piedi in mezzo alla stanza, freddo come un pezzo di ghiaccio e stretto nella sua armatura.
Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri del ragazzo, e si schiarì la voce: -È di là con Edmund.-
Peter aprì la bocca per ribattere, ma in quel momento la porta cigolò di nuovo e Lucy entrò di corsa nella stanza, seguita da Edmund.
-PETER!- Urlò Lucy, correndo ad abbracciarlo. Lui la strinse con forza, e Susan credette di vedere una lacrima di gioia scendere lungo la guancia destra del fratello maggiore.
Peter guardò la più grande delle sorelle: i suoi occhi, così azzurri e determinati, sembravano passarla da parte a parte, e rimproverarla di aver lasciato che accadesse ciò. Susan non riuscì a sostenere lo sguardo, e presto si ritrovò a fissare il legno del pavimento.
Lucy smise di abbracciare il fratello, e lo guardò dritto negli occhi: uno dei suoi pregi più belli era forse questo; lei ti guardava sempre negli occhi, non importava affatto quello che poteva essere successo prima.
-Peter, stiamo bene, mi dispiace. Non avercela con noi… e, soprattutto, non avercela con Susan. Noi eravamo con Oreius, ci stavamo allenando a tirare di scherma e con l’arco e il pugnale, non volevamo farvi stare così in pensiero! Oh, ti prego Peter! Sii buono!- Lo implorò. Peter abbozzò un sorriso e stampò un bacio in fronte alla sorella, che quasi piangeva toccandogli il freddo ferro della corazza.
-Ed, porta Lucy dalla signora Castoro. Lei le darà qualcosa di caldo da bere.- ordinò il re Supremo al fratello. –Poi torna qui. La tua presenza mi sarà utile.- voltò lo sguardo verso la finestra, mentre Edmund prendeva la mano di Lucy e la conduceva verso le cucine. La bimba si girò un’ultima volta verso la sorella, e le rivolse uno sguardo quasi di scuse, al quale Susan rispose con un mezzo sorriso e uno scuotimento del capo. “Non devi preoccuparti, Lu.” Pareva dirle. “È tutto a posto”.
Anche se in realtà molto a posto non era. Edmund chiuse la porta e gettò un’occhiata a Peter, che dava le spalle a Susan.
Non appena furono soli, Peter si voltò di scatto verso la sorella, inchiodandola a terra con uno dei suoi sguardi.
-Cosa credevi di fare, eh, Susan?- le urlò contro.
Lei posò arco e faretra a terra. –Siamo solo andate al Grande Fiume, Peter!- sapeva che il fratello aveva ragione, ma non poteva tollerare il fatto che la sgridasse così. Le dispiaceva, punto! Cosa avrebbe portato urlarle addosso in quel modo?
-Certo, senza avvisare nessuno!-
-Eravamo con Oreius, pensavo ti fidassi di lui!- Susan lo fissò con uno dei suoi sguardi che di solito usava quando dava un consiglio pieno di giudizio.
-Potevate essere rapite! O uccise! Sai bene che ci hanno segnalato la presenza di un gruppo di emissari della Regina Bianca ancora sopravvissuti poco vicino alla tavola di Aslan!-
La ragazza aprì la bocca, e la richiuse. Era vero, ma la tavola di Aslan era lontana miglia da Cair Paravel e dal fiume.
-Non sappiamo nemmeno se sia vero, Peter.- ribattè lei, mentre Edmund silenziosamente entrava nella stanza e si avvicinava alla sorella.
-E poi, se fosse successo qualcosa avrei suonato il corno.-
-Certo, così qualcuno sarebbe corso verso un posto che poteva essere dovunque! Quel corno non è una garanzia sicura!-
Susan, punta nel vivo, rispose: -Lo è eccome, Peter. Babbo Natale quando me l’ha consegnato ha detto che ovunque io fossi stata, qualcuno sarebbe corso a salvarmi. E poi, credevo che già una volta ti fossi ricreduto sul suo potere; ti dice niente il nome ‘Maugrim’?-
Peter la guardò quasi compassionevole: -Ero a dieci metri da voi, Sue, chiunque vi avrebbe sentito anche se aveste solo urlato.-
-Aslan non ha mai dubitato del suo potere.- replicò con fermezza Susan.
-Ma ora Aslan qui non c’è.- il re Supremo si girò nuovamente verso la finestra.
Edmund si fece avanti e posò una mano sulla spalla della sorella: -Peter, ora stai esagerando. Susan e Lucy stanno bene, Oreius era con loro e sono più che sicuro che le ragazze se ci fosse stato qualche pericolo, avrebbero suonato il corno e si sarebbero difese.- Susan gli rivolse un dolce sorriso di gratitudine.
Peter si voltò, tenendo una mano sulle tende di broccato rosso. – È questo il punto! Da sole! Lucy ha solo dieci anni, e tu tredici, Su! Non dubito della tua capacità di tirare frecce, ma come credi avresti potuto affrontare un esercito di emissari di Jadis?-
-Peter, ora non fare così. Hai detto tu stesso che non si conosce il numero esatto dei nemici, poco fa.-
-Non è ciò di cui vorrei parlare, Susan. Sei stata un’irresponsabile a partire così, senza avvisare nessuno! Come credi che ci siamo sentiti io ed Edmund qui, a palazzo, a tornare dopo un intervento nella foresta e sapere che voi mancavate dalla reggia da stamattina presto? E nessuno conosceva il posto dove eravate andate?-
-Lo so, Peter, e di questo mi dispiace molto. Ma siamo tornate, eravamo al sicuro, e tu mi accogli così?- sussurrò Susan, mentre la stretta di Edmund sulla sua spalla si faceva più forte, quasi a rincuorarla.
-Sono un re, Susan. Come credi debba accogliere le due regine che spariscono per un giorno intero senza avvisare?-
Peter la fissò, quasi allucinato; e Susan gli rivolse uno sguardo velato di lacrime.
-Vedi, Peter. È vero, tu sei un re. Sei il re Supremo di Narnia. Ma prima di tutto sei un fratello, e nemmeno tanto più grande di me. Cerca di non dimenticartelo, questo.- Peter voleva ribattere, ma Lucy entrò nella stanza, con gli occhi assonnati, trascinando i piedi, e con ancora il pugnale inserito nella cintura di cuoio legata al vestito.
-Sue, ho tanto sonno… la signora Castoro mi ha dato la cena, visto che non arrivavate più…-
- Oh, Lucy!- Susan sorrise dolcemente, e la prese in braccio, rivolgendosi verso Peter, che nel frattempo aveva cambiato espressione, pensando alle parole della sorella.
-Ne riparleremo più tardi, Peter, quando sarai tornato te stesso. Buona notte, Ed.- La maggiore si chinò a raccogliere arco e faretra e uscì dalla sala delle riunioni, chiudendosi la porta alle spalle.
-Buonanotte Su…- le rispose Edmund in un bisbiglio.
Quando la regina se ne fu andata, Edmund guardò il fratello, che si era seduto su una sedia e teneva la testa fra le mani.
-Avanti, Ed, parla. Di te mi fido, so che qualsiasi cosa dirai sarà opportuna; proprio per questo ti chiamano ‘il Giusto’-
-Peter, secondo me Susan ha ragione. Cioè, non fraintendermi, avevi tutte le ragioni di essere arrabbiato e spaventato, ma…-
-…è pur sempre mia sorella.- completò Peter.
-Già…- sussurrò l’altro.
-Lo so, Ed, hai ragione! Ma quando il signor Tumnus ci ha segnalato la presenza degli emissari di Jadis vicino alla Tavola di Pietra e stamattina ci hanno informato della sparizione di Lucy e Susan, io ho temuto il peggio!-
-Lo so, Peter, capisco. Ma loro hanno agito per il meglio; mi sono fatto raccontare da Lucy e Oreius come è andata, e mi hanno entrambi confermato quello che già pensavo: sono andate al Grande Fiume per allenarsi a tirare di scherma e a scambiarsi le armi nel caso fosse capitata una battaglia alla quale avremmo dovuto per forza partecipare tutti e quattro. Loro si sentono isolate, non partecipi alla vita di corte; in poche parole credono di essere inutili.-
Peter sospirò. –Come re faccio proprio schifo. Avrebbero dovuto mettere te al mio posto. Re Supremo…ma chi voglio prendere in giro? Non riesco neanche a rendermi conto che le mie sorelline si sentono escluse!-
-Peter, ora ti sbagli di grosso. Aslan ha scelto te come re Supremo non solo perché sei il più grande fra tutti noi, ma perché ha sempre saputo che dentro di te ci sono le qualità per esserlo. Tutti possono sbagliare, ma “nessuno può dire come sarebbero andate le cose se si fosse presa una via invece che un’altra”, quello che conta è quello che farai ora!- Edmund, le braccia incrociate, si pose davanti a Peter, che lo abbracciò.
-Grazie, caro fratello…-
-Peter, sono qui per questo… ora coraggio, ritiriamoci nelle nostre stanze; domani sarà una lunga giornata. E poi dovrai fare pace con Susan.-
Peter esitò per un attimo. –No…non credo che dovresti andare da lei ora.- Cominciò Edmund, intuendo i suoi pensieri. –Di sicuro è ancora arrabbiata e non vuole parlare con nessuno, se non con Lucy e al limite con me. Si sente ferita nell’orgoglio, e ora non si fida più di sé stessa. Sai cosa mi ha confidato Oreius? Non riesce a prendere la mira con il pugnale di Lucy. Questo perché lei crede che l’arco sia in qualche modo magico e quindi sia grazie a lui che fa sempre centro in qualsiasi bersaglio lei punti. Invece con il pugnale è diverso: lei lo sente di Lucy, e non riesce a tirarlo, non si fida di sé stessa.-
-Accidenti, sono veramente un disastro!- Peter si risiede, scoraggiato.
-No, Peter…sei semplicemente un fratello maggiore!-

Nel contempo, come Edmund aveva previsto, le due sorelle erano giunte in camera, e Susan a malapena spiccicava parola con Lucy.
-Su?- Domandò la piccolina, mentre la sorella la adagiava sul letto.
-Dimmi Lucy.-
-Cosa ti ha detto Peter?-
Susan si rabbuiò. –Niente Lucy… io… noi abbiamo solo discusso.-
-Vi ho sentiti, da fuori. Mi dispiace, Sue… è anche colpa mia.- Lucy divenne triste.
-No, Lu… non è vero.- sorrise la maggiore. –È solo che in questi ultimi tempi Peter si comporta troppo da re e troppo poco da fratello. Tutto qui. Per il resto lo capisco; era preoccupato per noi. Anche io e te, se loro fossero spariti così, ci saremmo arrabbiate molto.-
La ragazza rimboccò le coperte della bimba, e si stese anche lei fra i morbidi cuscini.
-Su, Lucy… ora non pensarci, okay? Dormi…- E per quella sera fu tutto.


It’s getting better!

Ragazze!! Ancora sette recensioni?? *-* oddio, non so come ringraziarvi, sul serio!!!
Scusate per l’immenso ritardo, ma non avevo tempo e questo è stato un capitolo che ne ha richiesto molto :)
Spero che comunque vi piaccia e mi possiate perdonare!!
Allora, passando alle risposte:

cioccolata: ahaha grazie cara! mi sono divertita un sacco a far sclerare il povero Ed!! :P continua presto la tua magnifica storia! baci ;)

SPevensie: anche io amo alla follia l'Età dell'oro! (ma nooo! ci stai torturando la sezione Narnia con una fiction nd.mia vocetta) (zitta tu nd.me) ahaha per la questione "fondo senza pozzo" ti riporto la spiegazione qui, così se qualcun'altra si è domandata la stessa cosa può capirne il motivo ^^. Allora, io sono una persona alquanto fuori dalle righe (noooo nd.mia vocetta che ritorna) *strozza la vocetta* e quindi una volta, parlando con mia madre di quello che lei definisce "mangiata di un esploratore appena tornato dal deserto" e io "metabolismo veloce che mi fa avere fame ogni ora", abbiamo inventato il fondo senza pozzo per indicare una persona -come me e Peter, per l'appunto XD- per la quale il solito detto "pozzo senza fondo" non sarebbe stato abbastanza efficace! baci :P

Arya23: grazie cara! sto leggendo la tua storia e la trovo molto interessante :) spero di trovare tempo di recensirla!! smack <3

natalia:
natiiiiiii!!! Inutile ripetere quanto piacere mi fa leggere le tue recensioni :) :) ti vorrei davvero ringraziare perchè per me sei sempre stata un punto di riferimento e di ispirazione, e hai sempre una parola giusta da dirmi e un buon consiglio da darmi... :D capisco perfettamente quello che intendi, e posso dirti che anche io, quando ero più piccola -e anche adesso ogni tanto mi capita-, sono scoppiata a piangere scoprendo che i Pevensie sarebbero andati via via scomparendo dal mondo di Narnia. Pensa che quando sono andata al cinema a vedere Il Viaggio del Veliero ho allagato mezza sala!!! E ancora mi rifiuto di leggere "La sedia d'argento". Credo che anche io vedo in Peter il fratello che non ho mai avuto -figlia unica... papaaaan!- e negli altri potenziali fratelli e sorelle coetanei/più piccoli da proteggere.
Grazie davvero di tutto...continua a seguirmi!! Baci :D

starinlove: ma grazie!!! bacioni ^_^


_L a l a: ahaha tutti vorrebbero fare del signor Castoro un magnifico cappello di pelo XD e...sì, decisamente lui deve prendersi una vacanza, è davvero petulante alla massima potenza!! Poveri Pevensie XD ahaha piaciuta la famiglia "normale"? :P

_SusanLaDolce96_: ma grazie!! io mi diverto, perchè spesso mi immedesimo nelle situazioni di cui scrivo!! baci!


Bacioni,
Marty

  
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