Ehi! Ci sono, ecco il secondo capitolo. Spero vi piaccia, vi ringrazio per la risposta positiva al primo! Buona lettura! :)
 
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Bella

La  giornata ha fatto schifo.
Ho preso 4/5 al compito di biologia.
Quando sono entrata in sala mensa ho sentito uno strano odore; sono arrivata appena in tempo al bagno del piano terra.
Stasera avremo amici di famiglia a cena.
E siamo ancora alle quattro di pomeriggio.
Tutto questo, come presagio. Presagio alla scoperta di un fatto che potrebbe cambiarmi la vita per sempre.

Entro furtivamente in farmacia, guardandomi attentamente intorno, cercando di intercettare la presenza di faccie amiche.
Via libera.
Sospiro, e mi dirigo al bancone, cercando di ignorare il giramento di testa.
La commessa, una donna con una tinta rosso fuoco, mi guarda, stringendo gli occhi, come a volermi mettere a fuoco.
E' vecchia, rugosa, e gli occhiali che le scivolano sul naso le danno un'aria ridicola.
"Prego" dice, scontrosamente.
Il cuore mi pompa nel petto. Sento il sangue fluirmi al cervello. Le orecchie scottano.
"Vorrei un test di gravidanza" sussurro.
Sento la mia voce ovattata, come se fosse lontana.
"Come, prego?" chiede. La sua voce invece, risuona dentro la mia testa, come se mi avesse urlato in un timpano.
"Un test di gravidanza" dico più forte.
"Certo" risponde, con voce incolore.
Si china dietro il bancone, e quando si rialza, mi porge una piccola scatolina blu.
"Sono cinque dollari e settantacinque" sussurra, guardando l'orologio appeso alla parete dietro di lei.
Ad un certo punto sento lo scampanellio della porta del negozio.
Delle risa.
Mi volto lentamente, scorgendo i visi di Jessica, ed Angela, rispettivamente le mie compagne di chimica e storia.
Afferro la scatolina, velocemente, ma nella fretta mi cade.
Sono nel panico. Le mani mi tremano, gli occhi non vedono più i contorni delle cose.
Raccolgo velocemente il test, e lo infilo in borsa.
Porgo alla commessa una banconota da dieci dollari, e mi volto, correndo via, mentre sento un leggero strato di sudore imperlarmi la fronte.
Spalanco la porta della farmacia, e vedo di striscio Jessica e Angela curiosare e ridacchiare, guardando scatole di preservativi.
Boccheggio in cerca di aria. Mi manca l'ossigeno.
Angela mi guarda, senza distogliere lo sguardo.
Io corro, fuggendo via, e ignorando la commessa che mi richiama per il resto.

Arrivo a casa sfinita, senza neanche più sapere se ho sembianze umane.
Rallento, appena vedo il vialetto di casa mia.
Mi attacco al cornicione delle scale.
In veranda scorgo una figura, Edward.
Non posso esserne certa, trema troppo.
Lui, il mondo, il mio corpo. Tutto.
Penso che dica qualcosa, prima che io sprofondi nel buio.