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Autore: Raissa    26/12/2005    11 recensioni
Ginny ha un piccolo angelo. Reale?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Puro
capitolo unico

Le capita di fantasticare.
Lei e la sua piccola ossessione. Lei e quel piccolo tarlo nella mente.

Capelli biondi e lunghi, occhi chiari ed è il suo principe azzurro che immaginava da bimba. Il cavallo bianco è nascosto da qualche parte col suo fulvo manto bianco splendente e lui è lì solo per lei. Come ha sempre immaginato, sì, allo stesso modo.

Aveva il suo volto quel Cavaliere che le teneva la mano tra le sue morbide e calde nello stanzino delle scope alla Tana ed è assurdo, ancora neanche lo aveva mai visto.
Però era lui, il suo piccolo angelo.

Era accanto a lei mentre piangeva o aveva paura, le era accanto quando doveva avere coraggio. Ma quando lei si accorgeva della sua presenza, quando ne diventava consapevole, lui svaniva. Lui, il suo piccolo angelo.

Per questo non può crederci.

Non crede ai suoi occhi, Ginny, perchè se lui è il suo piccolo angelo - e di questo è certa - come può guardarla in quel modo? Odio crudo in uno sguarda che l'aveva sempre scaldata, astìo là dove trovava conforto.

E perchè la sua bocca prende quella strana forma, quando la vede?
Perchè sembra disgustato, perchè non sorride?
Dove sono le labbra gentili che la baciavano tenere sulla fronte, dove le mani calde che la stringevano o le braccia forti che le impedivano di cadere?

No, non possono essere quelle strette a pugno lungo i fianchi snelli di lui, proprio no, sembrano quasi pronte a colpirla, sembrano quasi capaci di farle del male.

Dov'è finito il suo piccolo angelo?

L'ha rapito qualcuno, l'hanno ucciso! Gli hanno fatto del male - pensa - Mostri! Mostri!

E così corre e corre lungo il prato, raggiunge quella figura così apparentemente fragile e gli si lancia contro, contro lui ed il demone che lo possiede, che ha rubato il cuore del suo piccolo angelo. Rotolano sull'erba e lei, a malapena con gli occhi socchiusi, vede lo sguardo grigio perso e vagamente sorpreso.
Nessuno reagisce mentre lei cerca di ferirlo, cerca, su di lui, di frgli del male, di scavare in quel corpo pur di trovarne un altro che, ne è certa, è lì, da qualche parte, pronto di nuovo ad abbracciarla, a stringerla, ad amarla.
E urla intanto, urla, grida e si dimena e lui non capisce - il mostro! - proprio no, fa finta di non aver fatto niente - perfino di essere innocente!
E allora dov'è?! Dimmelo dov'è!
E grida, grida e non vede più niente, accecata dalla solitudine, dalla rabbia, il freddo, non vede chi ride di lei e chi si spaventa perchè la crede improvvisamente impazzita, non vede più niente. Sente braccia massicce afferrarla e metterla in piedi - ed è strano, sono così familiari - ma è cosciente solo per un momento: si rende conto di tutto, dello scherno fuori e dell'umiliazione dentro e dell'amore, amore puro e unica forza - e sviene.

···

E' più difficile camminare per i corridoi di Hogwarts, ora. Già essendo del primo anno era vista come una bambina, ed ora sempre più.
Per questo tiene la testa bassa, la vergogna che le grava come un masso troppo pesante sulle spalle, e per questo ha sempre gli occhi offuscati dalle lacrime, e non ascolta più nessuno, è sempre così persa.
Perchè pensa.
Pensa al suo piccolo angelo inesistente, che aveva tentato di trovare in un corpo che non gli era proprio; pensa a come faccia male vederlo - così concreto - e rendersi conto che, in realtà, non esiste.
E lo fa camminando di notte, in giro per la scuola. E' oltre il coprifuoco, lo sa, ma che importa? Lei è come un fantasma. Invisibile.

Non sa dove va, a malapena è cosciente di girare per il castello, ed è così certa di essere sola che neanche ci pensa, concentrata su tutto il resto, pensando ad un corpo e la sua malvagità, ad un'anima e la sua purezza.
Eppure, se solo si voltasse, ci sarebbe dietro di lei una figura magra e aurea, un ragazzo pallido che la fa, nella sua luce, da ombra. Se solo cadesse, le braccia di questo stesso ragazzo la rimetterebbero in piedi, le sue mani delicate le curerebbero le ferite, se piangesse, lui le asciugherebbe le lacrime.
Ma se solo capisse, se solo realizzasse della sua presenza, non accadrebbe niente di simile e lui svanirebbe. Lui, il suo piccolo angelo.
Se solo capisse che è reale, non sarebbe lo stesso. Non potrebbe più essere lo stesso.

Perchè l'amore più puro è quello che non si crede di provare, che si prova per qualcosa che è solo nella propria testa.

Un giorno, Ginny, capirai - e io, il tuo piccolo angelo, svanirò. Ma ti ricorderai di me, oh se ti ricorderai. Nel tuo cuore, avrai gli abbracci e le carezze, e sempre mani calde scaldate da solo ricordo delle mie che stringevano le tue. Ed è questo l'amore, Ginny. Così elevato ed intoccabile e puro. Così lontano da non poter essere visto, ma così forte. Dentro di te, dentro di me. Ed è così che resterà. Dentro di noi, forte e consolante, dolce e malinconico. Ma puro. E pur sempre amore.

  
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