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Autore: zagabria    25/01/2011    3 recensioni
Un bosco, uno di quelli che si vedono spesso nelle favole in cui gli alberi sembrano tutti uguali, sormontati da una folta chioma verde attraverso cui filtrano solo diversi raggi di sole. Il ragazzo che si trova a vagare per questa selva non sa dove sta andando, sa solo che deve camminare e camminare, senza fermarsi, e che prima o poi arriverà a destinazione. Ad un tratto eccola lì, una ragazza dai capelli rossi illuminata da uno di quei radi raggi. È così simile a.. Lily?
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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So wrong

Cap.1

  Buon giorno!

 

 

 

Un bosco, uno di quelli che si vedono spesso nelle favole in cui gli alberi sembrano tutti uguali, sormontati da una folta chioma verde attraverso cui filtrano solo diversi raggi di sole. Il ragazzo che si trova a vagare per questa selva non sa dove sta andando, sa solo che deve camminare e camminare, senza fermarsi, e che prima o poi arriverà a destinazione. Ad un tratto eccola lì, una ragazza dai capelli rossi illuminata da uno di quei radi raggi. È così simile a.. Lily?
- Non può essere.. –

 Così decide di avvicinarsi. Sì, è proprio lei, con indosso un vestito lungo, blu notte e un piccolo diadema sulla testa, circondata da farfalle e uccelli cinguettanti, una meraviglia. Lei gli sussurra  – Vieni.. – con voce ammaliante. Lui obbedisce, senza ormai un minimo di forza di volontà, schiavo di quella visione.

Più vicino.

Sempre più vicino.

- Svegliati o faremo tardi! – gli urlò Lily, con un tono di voce diverso.. Più.. Virile? Così simile a quello di qualcuno che conosce. Non ha neanche il tempo di rendersi conto della situazione che la principessa dei suoi sogni gli molla un bel pugno in piena faccia.

 

Tutto buio ed un fastidioso senso di soffocamento.

- M-ma.. cosa?- Chiese  James confuso, con in mano il cuscino che si era appena tolto da sopra la testa.

- Svegliati o faremo tardi! –

Riconobbe la voce, uguale a quella del sogno, di Lunastorta che gridava a squarciagola alle 7.00 del mattino, già pronto per andare a lezione.

-Sta crollando la scuola? – Chiese socchiudendo gli occhi, infastidito dalla luce che entrava dalla finestra del dormitorio.

- In questo momento non c’è nessuna catastrofe imminente ma.. – venne interrotto dall’ancora mezzo-addormentato Ramoso che mugugnò qualcosa come “allora perché mi hai svegliato?!” , tornando a coprirsi la testa con il lenzuolo. Nonostante questo Lupin, dopo un attimo di pausa, riprese. -.. Senti, io ho ridestato Codaliscia, ma a quell’essere che fa questi versi mostruosi non mi avvicino neanche per tutte le Cioccorane del mondo. – Solo allora James fece caso ai rumori nella stanza: un misto tra grugniti e versi bizzarri. Dopo un sospiro da palcoscenico, che lasciava intendere un pensiero della serie “Va bene, lo faccio! Ma solo per questa volta, sia chiaro..”, si rizzò in piedi e si diresse verso il letto della persona interessata. Rimase un attimo a guardare Sirius che russava, indeciso su cosa fare, per poi voltarsi verso Lupin, il quale si limitò ad un’alzata di spalle. Tornato con lo sguardo al “cane” dormiente si avvicinò al suo orecchio e iniziò a sussurrare:
- Siiiirius.. – Che reagì con un mormorio diverso da quelli fatti prima, sembrava interessato. – Siriiius, oggi a colazione ci sono anche Cioccoli a volon.. -  ma non poté terminare la frase perché in un attimo ci fu uno scontro di teste colossale causato dall’improvviso movimento di Felpato intenzionato ad alzarsi in tutta fretta per arrivare in tempo.
Si guardò intorno chiedendosi perché Lunastorta si fosse inginocchiato velocemente accanto al suo letto e da chi provenivano quei gemiti di dolore.

***

Un bosco, uno di quelli che si vedono spesso nelle favole in cui gli alberi sembrano tutti uguali, sormontati da una folta chioma verde attraverso cui filtrano solo diversi raggi di sole. La ragazza che si trova a vagare per questa selva non sa dove sta andando, sa solo che deve camminare e camminare, senza fermarsi, e che prima o poi arriverà a destinazione. Ad un tratto eccola lì, una piovra enorme che si avvicina velocemente e che l’avvolge con i suoi lunghi tentacoli, rendendo impossibile ogni movimento. Lei prova a liberarsi ma..

 

Un gran botto e il viso di Mary offuscato.

- Lily, che fai?! Sei caduta dal letto.. –

La ragazza non riusciva a muoversi, attorcigliata com’era nelle coperte. Si scusò dicendo che aveva avuto un incubo mentre cercava di liberarsi dalle lenzuola e rimetterle al loro posto, lasciandosi andare sul morbido materasso.

- Che ore sono? – chiese ancora assonnata, stropicciandosi gli occhi.

- Ancora le 7.00. Cosa vorresti fare, dormire ancora o scendere a colazione? –

- Mmm.. Ormai che sono sveglia non mi riaddormento più.. Tu intanto vai, ti raggiungo tra poco. –

- D’accordo..- le rispose Mary, che dopo essersi preparata la lasciò sola nella stanza, in quanto l’altra compagna se n’era già andata. Rimase così per alcuni minuti, dopodiché si vestì, sistemò i libri e si lasciò alle spalle la porta del dormitorio.

Per i corridoi vagavano, come sempre varie tipologie di persone: c’erano i piccioncini in un angolo che si scambiavano effusioni e frasi dolci  e che facevano venire a Lily i brividi d’orrore lungo la schiena, i gruppi di amici formati da due o più persone che chiacchieravano rumorosamente, gente che tentava di ripassare, o addirittura studiare, la lezione del giorno scontrandosi sistematicamente e poi c’erano loro, gli scansafatiche, perdigiorno e combina guai più conosciuti nella scuola.
- Buongiorno, Evans!- la salutò cordialmente James.

- Salve Potter... – gli rispose Lily, quasi meccanicamente, prima di scoppiare a ridere una volta visto il suo volto. – Potter, che ti è successo? Ti è arrivato un bolide in faccia?-.
Effettivamente Ramoso aveva un qualcosa come un enorme livido al centro della fronte.

- Non sono affari tuoi! – si intromise Sirius, tirandolo bruscamente per un braccio, seguiti solo da Minus, in quanto Lupin era rimasto un po’ indietro per scusarsi con la ragazza (cosa che verrà, in seguito, molto criticata), giustificandoli di aver avuto un pessimo risveglio. Dato che Lily non aveva avuto divergenze con lui accettò le scuse tranquillamente, dicendo che oggi non le andavano le discussioni con “persone del genere”, certa che lui avrebbe riportato queste esatte parole al resto della banda.

****

-Sai, non sei stato molto... Ecco... Cordiale con la Evans stamattina. Cosa ti ha fatto di male?- Chiese Lupin, che alternava un’occhiata vacua dal professore alla trascrizione di ciò che diceva, a Sirius che gli sedeva accanto molto scompostamente, mentre Rüf era intento a leggere, da un enorme tomo, una battaglia avvenuta tra  folletti.

- Cosa c’è per pranzo oggi? – Chiese in un drammatico tentativo di sviare il discorso.

- Tutto quello che vuoi, come al solito. Con me non funzionano questi giochetti, è successo qualcosa?- ribadì Lunastorta, in uno di quei sorrisi che indicavano la sua superiorità intellettiva.

- Uffa, perché devi torturarmi così?- sbuffò – mi sta antipatica, punto e basta.-

E queste parole, unite allo sguardo perso nei pensieri, concludevano ogni possibile discorso con Sirius, il quale avrebbe risposto solo a monosillabi incomprensibili.

“Sempre la stessa storia. Se non voglio dare spiegazioni dovrebbero capirlo subito, no? Cosa potrei chiedere per pranzo? Non la sopporto, anche se non c’è crea problemi! L’arrosto non deve essere male.. Litiga sempre con James e lui diventa strano, forse pensa di chiederle scusa? E come dolce un budino, ho deciso! Che poi.. scusa per cosa?! È tutta colpa sua. O forse è meglio un pudding? Se non interessa a me e non mi vengono sensi di colpa, perché dovrebbero venire a lui? Problema risolto, mi mangio entrambi!”

Questi, in poche parole, erano i pensieri che ossessionavano Felpato prima di essere riportato sulla terra dal suono della campana. Si preoccupò per la sua salute mentale dopo essersi reso conto che aveva passato tutta la lezione a fissare lo stesso punto, un punto con i capelli rossicci che aveva preso appunti seduta al primo banco.

I Malandrini al completo si riunirono fuori dall’aula mentre la folla rumorosa nei corridoi si diradava.

- Vi ricordo che abbiamo da fare... – iniziò James - ...Una certa cosa che organizzavamo da tempo. Ci eravamo accordati che il giorno giusto fosse oggi. –

Tutti lo guardarono interrogativi, tranne Codaliscia che aveva uno sguardo tra l’ammirazione e la venerazione finché Sirius non face schioccare le dita in segno che aveva capito. –Hai ragione!- Si rivolse quindi agli altri – Dai, ne abbiamo parlato ieri! Dobbiamo.. –

 

- ..Fare  una bella scorta di caramelle! E tu, Lily, cosa comprerai? – Chiese Mary curiosa

- Beh.. Se vuoi potresti comprarmi un paio di fogli di pergamena e.. Sì, anche qualcosa di dolce. – Rispose Lily sorridendole.

- Cosa?! Non hai intenzione di andare a Hogsmeade? –

- No, sono un po’ indietro con i compiti e non mi sembra il caso rimandare ancora. –

Mary tentò inutilmente a convincerla con frasi del tipo “un po’ d’aria non può farti che bene” e “dovresti rilassarti, studi troppo” che aveva prontamente liquidato.

Quando Lily Evans prendeva una decisione nulla poteva farle cambiare idea.

- Va bene, va bene! Cos’hai detto che vuoi comprato? – Si arrese, sospirando.

- Mmm.. Allora, un paio di fogli di pergamena, alcune piume e caramelle, conosci i miei gusti.- Rispose elencando con la punta delle dita i vari oggetti. Mentre le due ragazze parlavano una figura, ben nota a Lily, si avvicinò accompagnando i suoi passi con un cenno di saluto con la mano. Mary si limitava a lanciarle occhiatacce fiammeggianti, visibilmente infastidita ma non disse niente oltre e proseguì in tutta fretta per la sua strada.

- Ciao, Lily.. –

Lei aveva solo una gran voglia di picchiarlo a sangue.

-Ciao Severus, cosa ci fai qui da solo? Dove sono i tuoi amati Mangiamorte?- Si soffermò proprio su quest’ultima parola, per infierire.

- Dai Lily.. Ancora con questa storia? – Le domandò con tono retorico, scostandosi leggermente quei capelli neri ed unticci dal viso.

- Sì, ancora con questa storia. Dammi un solo motivo che mi spinga a parlare ancora con te dopo quello che è successo ieri.-

- Lascia stare quello che è successo, è stato un momento di rabbia, di confu.. –

- E ti sembra una buona scusa per avermi chiamata Mezzosangue?- i suoi occhi verdi erano puntati su quelli del ragazzo, duri e sprezzanti. Piton non riuscì a sopportare quello sguardo, si sentiva troppo in colpa. Poté solo stare in silenzio, con lo sguardo basso.

Dopo un leggero sospiro per distendere i nervi e riuscire a dire ciò che voleva, Lily lo salutò dicendogli tristemente –Ci vediamo, Sev.. – avviandosi nella stessa direzione presa da Mary pochi minuti prima.

“Sono uno stupido!” Pensò con rabbia, serrando i pugni e camminando per i corridoi diretto verso la solita aula vuota in cui andava quando aveva bisogno di stare solo.

 

- ..Sshh!! Così ci farete scoprire!- Sussurrò James.

- Ha ragione, fate troppo rumore! – disse Minus in un misto di orgoglio e esitazione, cercando di imitare il tono sicuro di James.

- Ehy, non è mica colpa mia se ho il gomito di Sirius nello stomaco!- Si lamentò Lupin.

- .. Se non ti muovessi così tanto in uno spazio così craustofobrico!- ribatté Felpato.

- ..”Craustofobrico”?! Intanto si dice “claustrofobico” e poi.. sai che significa? –

- Uff.. certo che lo so! – Rispose altezzoso. – Ma ci penseremo dopo. Ramoso, vedi niente? – Sviò il discorso con una nonchalance che anche Lupin si volse ad osservare la mappa piena di puntini in movimento che teneva in mano James.

- Il nostro caro Mocciosus è troppo prevedibile: sta venendo proprio verso di qui! Ma senti una cosa.. – si voltò curioso verso Felpato - ..Come ti è venuta in mente un’idea simile?-

- L’ho visto fare in un film Babbano. Stavo girando per.. Dov’ero? Boh, non lo ricordo.. Comunque, ero per strada e dalla vetrina di un negozio vedo diversi televisiopodi, o cose simili e una.. MI STATE ASCOLTANDO?!-

- Sshh!- fecero in coro i tre che avevano visto il puntino interessato sempre più vicino.

 

Un rumore, uno dei tanti ad Hogwarts a cui non fece caso. Piton neanche si fermò a chiedersi cosa fosse la causa di quel leggero fruscio, troppo concentrato per i fatti suoi. Se solo gli fosse venuta un minimo di curiosità sul perché la porta dell’aula fosse appena socchiusa magari si sarebbe risparmiato il secchio d’acqua sulla testa, messo in bilico e cadutogli addosso non appena l’aveva mossa. Appiccicato al secchio c’era un bigliettino:

Lavati i capelli, sporcaccione!
M.

Delle risa soffocate e passi veloci. Neanche si prese il disturbo di seguirli per sapere chi fossero, Piton lo sapeva già. Non era il primo scherzo e non sarebbe stato neanche l’ultimo, ma un giorno di questi gliel’avrebbe fatta pagare.

 

 

 

 

Salve lettori e lettrici.

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che sia venuto se non bene almeno “decentemente” o “leggibile”, mi sto davvero impegnando a scrivere la mia prima FF su Harry Potter & Co. E questo è un esperimento.. Non so quando pubblicherò il prossimo, dipende dalla mia velocità nello scrivere e dalle eventuali idee..

  
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