Capitolo 38.Progetti di viaggio
-Non esiste-,mormorai. Digrignai i denti. Non mi ero mai mostrato
così cattivo con Bella e me ne pentii subiti.
Bella
si voltò. Sul suo viso erano evidenti i segni della preoccupazione che provava
e che io condividevo.
-Ma
devo Edward, non posso metterla in pericolo-.
Appena
avevamo guadagnato un attimo di pace, già si prospettavano all'orizzonte nuovi
problemi.
Bella
voleva andare dai Volturi. Voleva dimostrare
di essere diventata una vampira, come aveva loro predetto mia sorella
Alice.
Non
ero tanto preoccupato per l'incontro tra Bella e gli anziani vampiri di
Volterra. Non avrebbero potuto farle del male. Era diventata una vampira, come
avevano ordinato.
Il
problema era un altro:sarebbe dovuta andare da sola. I Volturi non dovevano
saper di Nessie. E Bella era l'unica in grado di
garantire una cosa del genere. L'impermeabilità della sua mente avrebbe tenuto
al sicuro il segreto dal potere di Aro.
Renesmee
non doveva esistere. Era un ibrido, a metà tra due mondi.
Aro
l'avrebbe temuta, e per questo l'avrebbe eliminata. A meno che...a meno che non
fosse entrato a far parte della sua guardia. Non saremo bastati noi vampiri
della famiglia Cullen a difenderla. Neppure con
l'aiuto dei lupi,ormai installati in casa nostra, potevamo avere qualche
chance.
Per
questo Bella doveva andare da sola. Aveva ragione da vendere quando diceva che
non c'era altro modo. Ma io non riuscivo ad accettarlo. Se le avessero fatto
del male non sarei mai riuscito a perdonarmelo. Nonostante Bella ormai fosse
come me,io non smettevo di preoccuparmi per lei,come prima,come quando ero
umana. Lei era cambiata,io rimanevo il solito apprensivo Edward.
In
compenso, però, era cambiato il mio approccio con il tempo.
Per
un centinaio di anni, non avevo calcolato più il suo scorrere, perché su di me
non aveva alcun effetto.
Ero
e sarei rimasto immobile, mentre il tempo,attorno a me andava avanti. Questo
era essere immortali.
Già
da quando nella mia vita era entrata Bella,il tempo aveva assunto un'altra
dimensione,molto più simile a quella che erano soliti considerare gli umani.
E con Renesmee
il mio rapporto con il tempo peggiorò ulteriormente.
La
piccola disse la sua prima parola dopo una settimana dalla sua nascita.
Abbracciai
Bella,prima ancora che la pronunciasse, perché avevo letto nella sua mente la
sua intenzione.
Disse
mamma,dolcemente, rivelando quanto la
sua vocina fosse soave e bellissima come il resto di lei. Se non fossi stato un
vampiro, sono certo che mi sarei commosso.
Strinsi
le spalle di Bella che, prima guardò Nessie con aria
felice, poi si voltò rapidamente verso di me, fissandomi con occhi sbarrati.
Non sapevo cosa dirle. Poche volte ero stato preso alla sprovvista e le uniche
due persone in grado di farlo erano state appunto colei che sarebbe diventata
mia moglie e mia figlia.
Cercai
di tranquillizzarla. Dopotutto era solo una parola,ma subito dopo Nessie articolò la sua prima vera frase. Anche il mio viso
divenne di pietra,più di quanto non lo fosse già.
-Mamma,
dov'è il nonno?-, trillò felice, a voce più alta di prima,in modo tale che il
messaggio giungesse forte e chiaro dall'altra parte del salone, dove ci
trovavamo io e Bella che,prese la mia mano e la stinse così forte da
stritolarmela, e non metaforicamente. Dopotutto era ancora lei la vampira più
forte, tra noi due.
I
primi passi della piccola non tardarono ad arrivare:dopo solo tre settimane
dalla sua prima parola,imitando Alice, si mise a volteggiare per il salone,
senza traballare e senza insicurezza.
Di
nuovo,gli occhi di Bella saettarono nei miei, pieni angoscia e di paura per un
futuro che si prospettava ignoto.
Iniziai,
assieme a Carlisle, a condurre delle ricerche. Non
avevo mia sentito parlare di individui simili a Renesmee,
e volevo capire come sarebbe stata la sua crescita.
Secondo
i calcoli di mio padre, con i suoi ritmi di crescita, a quindici anni sarebbe
stata una donna anziana. Il tempo aveva davvero assunto un altro colore.
Quindici anni, prima di avere Renesmee, mi sarebbero
sembrati un tempo irrisorio se confrontato
con l'eternità.
Poteva
morire?Non lo sapevamo, ma dal momento che aveva un cuore che batteva era molto
probabile che la sua esistenza dipendesse dal suo cuore.
C'era
sempre la possibilità di trasformarla, ma anche in quel caso i rischi erano
molto elevati perché essendo un ibrido, a metà tra due specie, non sapevamo che
effetto potesse avere il nostro veleno su di lei.
Potevamo
solo basarci su quello che sapevamo per certo:anche i lupi erano degli ibridi e
il nostro veleno era mortale per loro.
Carlisle
trovò un vecchio libro, dove erano riportate antiche leggende sui vampiri.
Non
conoscevamo la fonte di questi scritti e, per quel che mi riguardava, potevano
essere delle pure e semplici invenzioni narrative. Non eravamo sicuri si
basassero su fatti veri. Ma sembravano essere l'unico punto da cui partire per
continuare le nostre ricerche.
Nelle
leggende degli indios Ticuna, erano riportate storie
di bambini come Renesmee.
L'unica
soluzione pareva quella di partire per il Brasile,dove avremo potuto parlare
con Kaure, la mezzosangue Ticuna
dell'isola Esme,che ero certa sarebbe stata in grado
di darci delle informazioni.
Era
questione di tempo,poi saremo partiti. Rimanevano solo alcuni dettagli da
definire. Alcuni importanti altri meno.
Bella
desiderava rimanere a Forks per passare le feste di
Natale con suo padre, che sembrava avere accettato la stramba situazione, senza
fare troppo domande, aiutato anche dalla madre di Seth, Sue, con la quale
sembrava avere una dolce affinità.
Il
dettaglio più spinoso rimaneva la partenza di Bella per l'Italia. Prima avremo
trovato un accordo, prima saremo andati in Brasile in cerca di informazioni più
precise.
L'unica
cosa certa era che la trasformazione di Bella andava ufficializzata di fronte
ai Volturi. Solo così, forse, Aro avrebbe smesso di perseguitarci.
Alla
fine giungemmo ad un compromesso:Carlisle avrebbe accompagnato
Bella fino a Londra mentre io sarei rimasto a Forks
con Nessie . Non ero felice della decisione, ma ero in parte rassicurato dalle
visioni di Alice, che non sembrava prevedere alcun pericolo per Bella.
Dopo
aver risolto la questione italiana, saremo partiti finalmente per il
Brasile...senza cani al seguito. Ero deciso a lasciare fuori da questa faccenda
Jacob e tutto il branco di lupi. Riguardava solo la mia famiglia e nessun
altro.
Quel
giorno,quello che avrebbe nuovamente cambiato tutti i nostri piani,ero nello
studio con Carlisle.
Stavamo
organizzando il nostro viaggio nel dettaglio, cercando di non trascurare
nessuna variabile.
Bella
era a caccia con Nessie e Jacob. Cercavamo di fare di
tutto affinché la piccola si abituasse a nutrirsi non solo con sangue
umano,ovviamente sangue di donatori che procurava Carlisle
dall'ospedale, ma anche con sangue animale.
Ad
un tratto il mio cellulare squillò.
-Bella-,
dissi, subito, avendo letto il nome sulla tastiera e lasciando che squillasse
solo una volta. Cominciai a camminare su e giù per la stanza, nervoso. Mi ero
reso conto che, quando ero in ansia, tendevo a comportarmi in modo molto umano.
-Devi
venire subito e devi portare anche Carlisle-. Bella
parlava in modo molto veloce. Era agitata. Volevo consigliarle di stare calma,
ma non riuscivo ad infilare la mia voce tra le sue parole veloci.-Credo di
avere visto Irina-.Smisi di camminare. Alice aveva
visto che c'era la possibilità che venisse a farci visita, ma la vampira era
ancora indecisa.
-Mi
ha vista, e poi ha visto Jacob e Renesmee. Il
quadretto non deve esserle piaciuto perché se ne è andata. Dovete cercarla e
parlarle. Ho paura faccia una sciocchezza-, terminò.
-Arrivo-,
dissi solo. Feci segno a Carlisle di seguirmi e
mentre raggiungevo Bella gli spiegai l'accaduto.
Bella
non sembrava essere la sola ad aver chiamato rinforzi:dietro di noi c'erano due
lupi- Seth e Leah- che erano stati richiamati da
Jacob.
-Dov'era?-,
chiesi a Bella. Lei mi indicò il crinale.-Era lì. Dovete sbrigarvi. Sembrava
molto contrariata-, disse.
-In
che senso?-, chiesi,cominciando a preoccuparmi seriamente.
-Mi
ha ringhiato contro-, mi spiegò.
Ringhiai
anch'io. Possibile che i nostri guai non fossero mai finiti?
-Vado
io Edward. E' in lutto, è normale che sia sconvolta-, disse mio padre
appoggiando una mano sulla mia spalla.
-Forse
era meglio chiamare anche Jasper e Emmett-,aggiunse
Bella, chiaramente preoccupata.
Strinsi
forte i pugni.-Vengo con te-, dissi a mio Carlisle,
che non faceva nulla per celare i suoi pensieri preoccupati. Mi guardò a lungo.
"E'
pericolosa Edward. E' un vampiro ferito, ce l'ha con noi. Non sappiamo cosa
potrebbe fare. Non sappiamo cosa vuole fare. Dobbiamo assolutamente trovarla e
fermarla". Il messaggio di mio padre era chiaro.
-Andiamo.
Non perdiamo tempo-, dissi,lasciando prima un veloce bacio sulla nuca di
Bella.-Non ti preoccupare-, le sussurrai all'orecchio."Penso a tutto
io", pensai.
Ma
il destino sembrava avere complottato contro di noi.
Attraversammo
lo stretto orientale, ma dopo perdemmo completamente le tracce di Irina.
-Cazzo-,
imprecai,prendendomela con un albero che si accasciò al suolo.
La
mano di Carlisle ancora una volta arrivò come monito
a calmarmi.
-Non
ti preoccupare. Magari non è così grave. Dopotutto Alice non ha visto niente di
negativo nell'immediato futuro. Torniamo a casa e chiamiamo Tanya.
Avvisiamola dell'accaduto. Ci penseranno loro
a parlare con Irina-.
Annui.
Lo speravo. Ma il destino era davvero deciso a non renderci l'esistenza facile.