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Autore: Sedge    25/01/2011    6 recensioni
Breaking Dawn dal punto di vista di Edward
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 38.Progetti di viaggio

 

-Non esiste-,mormorai. Digrignai i denti. Non mi ero mai mostrato così cattivo con Bella e me ne pentii subiti.

Bella si voltò. Sul suo viso erano evidenti i segni della preoccupazione che provava e che io condividevo.

-Ma devo Edward, non posso metterla in pericolo-.

Appena avevamo guadagnato un attimo di pace, già si prospettavano all'orizzonte nuovi problemi.

Bella voleva andare dai Volturi. Voleva dimostrare  di essere diventata una vampira, come aveva loro predetto mia sorella Alice.

Non ero tanto preoccupato per l'incontro tra Bella e gli anziani vampiri di Volterra. Non avrebbero potuto farle del male. Era diventata una vampira, come avevano ordinato.

Il problema era un altro:sarebbe dovuta andare da sola. I Volturi non dovevano saper di Nessie. E Bella era l'unica in grado di garantire una cosa del genere. L'impermeabilità della sua mente avrebbe tenuto al sicuro il segreto dal potere di Aro.

Renesmee non doveva esistere. Era un ibrido, a metà tra due mondi.

Aro l'avrebbe temuta, e per questo l'avrebbe eliminata. A meno che...a meno che non fosse entrato a far parte della sua guardia. Non saremo bastati noi vampiri della famiglia Cullen a difenderla. Neppure con l'aiuto dei lupi,ormai installati in casa nostra, potevamo avere qualche chance.

Per questo Bella doveva andare da sola. Aveva ragione da vendere quando diceva che non c'era altro modo. Ma io non riuscivo ad accettarlo. Se le avessero fatto del male non sarei mai riuscito a perdonarmelo. Nonostante Bella ormai fosse come me,io non smettevo di preoccuparmi per lei,come prima,come quando ero umana. Lei era cambiata,io rimanevo il solito apprensivo Edward.

In compenso, però, era cambiato il mio approccio con il tempo.

Per un centinaio di anni, non avevo calcolato più il suo scorrere, perché su di me non aveva alcun effetto.

Ero e sarei rimasto immobile, mentre il tempo,attorno a me andava avanti. Questo era essere immortali.

Già da quando nella mia vita era entrata Bella,il tempo aveva assunto un'altra dimensione,molto più simile a quella che erano soliti considerare gli umani. E  con Renesmee il mio rapporto con il tempo peggiorò ulteriormente.

La piccola disse la sua prima parola dopo una settimana dalla sua nascita.

Abbracciai Bella,prima ancora che la pronunciasse, perché avevo letto nella sua mente la sua intenzione.

Disse mamma,dolcemente, rivelando quanto la sua vocina fosse soave e bellissima come il resto di lei. Se non fossi stato un vampiro, sono certo che mi sarei commosso.

Strinsi le spalle di Bella che, prima guardò Nessie con aria felice, poi si voltò rapidamente verso di me, fissandomi con occhi sbarrati. Non sapevo cosa dirle. Poche volte ero stato preso alla sprovvista e le uniche due persone in grado di farlo erano state appunto colei che sarebbe diventata mia moglie e mia figlia.

Cercai di tranquillizzarla. Dopotutto era solo una parola,ma subito dopo Nessie articolò la sua prima vera frase. Anche il mio viso divenne di pietra,più di quanto non lo fosse già.

-Mamma, dov'è il nonno?-, trillò felice, a voce più alta di prima,in modo tale che il messaggio giungesse forte e chiaro dall'altra parte del salone, dove ci trovavamo io e Bella che,prese la mia mano e la stinse così forte da stritolarmela, e non metaforicamente. Dopotutto era ancora lei la vampira più forte, tra noi due.

I primi passi della piccola non tardarono ad arrivare:dopo solo tre settimane dalla sua prima parola,imitando Alice, si mise a volteggiare per il salone, senza traballare e senza insicurezza.

Di nuovo,gli occhi di Bella saettarono nei miei, pieni angoscia e di paura per un futuro che si prospettava ignoto.

Iniziai, assieme a Carlisle, a condurre delle ricerche. Non avevo mia sentito parlare di individui simili a Renesmee, e volevo capire come sarebbe stata la sua crescita.

Secondo i calcoli di mio padre, con i suoi ritmi di crescita, a quindici anni sarebbe stata una donna anziana. Il tempo aveva davvero assunto un altro colore. Quindici anni, prima di avere Renesmee, mi sarebbero sembrati un tempo irrisorio se confrontato  con l'eternità.

Poteva morire?Non lo sapevamo, ma dal momento che aveva un cuore che batteva era molto probabile che la sua esistenza dipendesse dal suo cuore.

C'era sempre la possibilità di trasformarla, ma anche in quel caso i rischi erano molto elevati perché essendo un ibrido, a metà tra due specie, non sapevamo che effetto potesse avere il nostro veleno su di lei.

Potevamo solo basarci su quello che sapevamo per certo:anche i lupi erano degli ibridi e il nostro veleno era mortale per loro.

Carlisle trovò un vecchio libro, dove erano riportate antiche leggende sui vampiri.

Non conoscevamo la fonte di questi scritti e, per quel che mi riguardava, potevano essere delle pure e semplici invenzioni narrative. Non eravamo sicuri si basassero su fatti veri. Ma sembravano essere l'unico punto da cui partire per continuare le nostre ricerche.

Nelle leggende degli indios Ticuna, erano riportate storie di bambini come Renesmee.

L'unica soluzione pareva quella di partire per il Brasile,dove avremo potuto parlare con Kaure, la mezzosangue Ticuna dell'isola Esme,che ero certa sarebbe stata in grado di darci delle informazioni.

Era questione di tempo,poi saremo partiti. Rimanevano solo alcuni dettagli da definire. Alcuni importanti altri meno.

Bella desiderava rimanere a Forks per passare le feste di Natale con suo padre, che sembrava avere accettato la stramba situazione, senza fare troppo domande, aiutato anche dalla madre di Seth, Sue, con la quale sembrava avere una dolce affinità.

Il dettaglio più spinoso rimaneva la partenza di Bella per l'Italia. Prima avremo trovato un accordo, prima saremo andati in Brasile in cerca di informazioni più precise.

L'unica cosa certa era che la trasformazione di Bella andava ufficializzata di fronte ai Volturi. Solo così, forse, Aro avrebbe smesso di perseguitarci.

Alla fine giungemmo ad un compromesso:Carlisle avrebbe accompagnato Bella fino a Londra mentre io sarei rimasto a Forks con Nessie . Non ero felice della decisione, ma ero in parte rassicurato dalle visioni di Alice, che non sembrava prevedere alcun pericolo per Bella.

Dopo aver risolto la questione italiana, saremo partiti finalmente per il Brasile...senza cani al seguito. Ero deciso a lasciare fuori da questa faccenda Jacob e tutto il branco di lupi. Riguardava solo la mia famiglia e nessun altro.

 

Quel giorno,quello che avrebbe nuovamente cambiato tutti i nostri piani,ero nello studio con Carlisle.

Stavamo organizzando il nostro viaggio nel dettaglio, cercando di non trascurare nessuna variabile.

Bella era a caccia con Nessie e Jacob. Cercavamo di fare di tutto affinché la piccola si abituasse a nutrirsi non solo con sangue umano,ovviamente sangue di donatori che procurava Carlisle dall'ospedale, ma anche con sangue animale.

Ad un tratto il mio cellulare squillò.

-Bella-, dissi, subito, avendo letto il nome sulla tastiera e lasciando che squillasse solo una volta. Cominciai a camminare su e giù per la stanza, nervoso. Mi ero reso conto che, quando ero in ansia, tendevo a comportarmi in modo molto umano.

-Devi venire subito e devi portare anche Carlisle-. Bella parlava in modo molto veloce. Era agitata. Volevo consigliarle di stare calma, ma non riuscivo ad infilare la mia voce tra le sue parole veloci.-Credo di avere visto Irina-.Smisi di camminare. Alice aveva visto che c'era la possibilità che venisse a farci visita, ma la vampira era ancora indecisa.

-Mi ha vista, e poi ha visto Jacob e Renesmee. Il quadretto non deve esserle piaciuto perché se ne è andata. Dovete cercarla e parlarle. Ho paura faccia una sciocchezza-, terminò.

-Arrivo-, dissi solo. Feci segno a Carlisle di seguirmi e mentre raggiungevo Bella gli spiegai l'accaduto.

Bella non sembrava essere la sola ad aver chiamato rinforzi:dietro di noi c'erano due lupi- Seth e Leah- che erano stati richiamati da Jacob.

-Dov'era?-, chiesi a Bella. Lei mi indicò il crinale.-Era lì. Dovete sbrigarvi. Sembrava molto contrariata-, disse.

-In che senso?-, chiesi,cominciando a preoccuparmi seriamente.

-Mi ha ringhiato contro-, mi spiegò.

Ringhiai anch'io. Possibile che i nostri guai non fossero mai finiti?

-Vado io Edward. E' in lutto, è normale che sia sconvolta-, disse mio padre appoggiando una mano sulla mia spalla.

-Forse era meglio chiamare anche Jasper e Emmett-,aggiunse Bella, chiaramente preoccupata.

Strinsi forte i pugni.-Vengo con te-, dissi a mio Carlisle, che non faceva nulla per celare i suoi pensieri preoccupati. Mi guardò a lungo.

"E' pericolosa Edward. E' un vampiro ferito, ce l'ha con noi. Non sappiamo cosa potrebbe fare. Non sappiamo cosa vuole fare. Dobbiamo assolutamente trovarla e fermarla". Il messaggio di mio padre era chiaro.

-Andiamo. Non perdiamo tempo-, dissi,lasciando prima un veloce bacio sulla nuca di Bella.-Non ti preoccupare-, le sussurrai all'orecchio."Penso a tutto io", pensai.

Ma il destino sembrava avere complottato contro di noi.

Attraversammo lo stretto orientale, ma dopo perdemmo completamente le tracce di Irina.

-Cazzo-, imprecai,prendendomela con un albero che si accasciò al suolo.

La mano di Carlisle ancora una volta arrivò come monito a calmarmi.

-Non ti preoccupare. Magari non è così grave. Dopotutto Alice non ha visto niente di negativo nell'immediato futuro. Torniamo a casa e chiamiamo Tanya. Avvisiamola dell'accaduto. Ci penseranno loro  a parlare con Irina-.

Annui. Lo speravo. Ma il destino era davvero deciso a non renderci l'esistenza facile.

 

   
 
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