Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: nemesics    26/12/2005    2 recensioni
Salve a tutti... da una mente in preda al delirio è nata questa ff. Il povero Ryo è reso inerme di fronte alla verità del suo atroce passato. I Samurai Troopers dovranno ridestare la Vampa ardente, per salvare l’amico dall'oscuro distruttore. nella FF ci sono scene di violenza. Vi raccomando, mandatemi le vostre critiche anche pesanti. accetto tutto.( NO YAOI) Ciao e buona lettura
Genere: Avventura, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il regno del male

 

Cap. 8

 

Chiuso in una stanza remota di un funesto palazzo.

 

Il prescelto giaceva in silenzio con il corpo saldamente incatenato ad una parete.

“Touma… Seiji…Shu… Shin, dove siete?”

 

Nell’incoscienza, il giovane invocava i nomi degli amici.

 

Una voce gli fece risvegliare i sensi.

“Sangue… sangue puro. Sangue ardente”

 

Cosa…ma … dove mi trovo?”

Ryo si guardò in tono, ma tutto era buio. Cercò di spezzare le catene dell’oppressione, ma inutilmente.

 

“Tu mi appartieni Sanada, tu sei mio.”

“Io non appartengo a nessuno… tanto meno che ad un Bastardo come te!”

 

“Tu mi darai la potente forza. Io ucciderò i tuoi amici… anzi noi li uccideremo, proprio come quando abbiamo soppresso il cavaliere dell’Etere… Sanada. Non puoi ribellarti al mio volere, al volere dell’armatura.

 

“Touma?”

 

Dal suo volto scese una lacrima. Non era stato un sogno, un orribile incubo, ma era la verità. Lui aveva trafitto il corpo dell’amico con la sua Katana.

“Nooo!”, gridò in preda al dolore.

 

Il suo corpo si abbandonò.

Il capo chino e gli occhi spenti, suscitarono le risa beffarde del burattinaio.

 

Il Dominatore Oscuro si avvicinò, con passo pesante verso il giovane inerme.

Con agile mossa sguainò una sciabola senza tempo di pregiata fattura.

Un marchio a croce, fu imposto nel candido torace.

 

Ryo non gridò.

 

Nel suo silenzio aspettava solo la morte.

 

Il sangue zampillava come magma incandescente.

 

Il demone guardava ingordo la linfa vitale che scendeva lungo il corpo.

 

Gli si pose di fronte e affondò le lunghe zanne nella tenera pelle.

Un gemito uscì dalle rosee labbra prima di abbandonarsi al sonno eterno.

 

Il suo pensiero volò a coloro che, gli avevano dato fiducia ed insegnato ad amare. Quei giovani, non li avrebbe mai più rivisti.

 

L’oblio.

 

Il dominatore oscuro si dissetava con il sangue puro. I denti aguzzi strappavano la morbida carne.

L’infida lingua si addentrò all’interno del petto, attorniando il cuore incontaminato del giovane.

 

Una stretta fece arrestare il muscolo cardiaco per pochi secondi.

 

Dalla bocca e dal naso fuoriuscì del liquido purpureo.

La lingua vorace del dominatore oscuro si attaccò all’aorta, succhiando il sangue che refluiva verso l’organo.

 

Gli artigli furono conficcati nella gamba sinistra e nel braccio destro, dilaniando con forza la candida pelle.

 

Risa beffarde rivolte a colui che soffriva.

 

Gli artigli eccitati dell’esecutore, scendevano violente lungo il corpo inerme.

I vestiti del giovane erano solo un vago ricordo: pochi frammenti di tessuto rimanevano appigliati al corpo.

 

In preda alla disperazione, Ryo lanciò un urlo di pura paura.

Le lacrime scesero copiose dagli occhi blu intenso.

 

Con movimento furtivo l’oscuro signore allargò le gambe del giovane, trattenendole con forza.

Un dolore lacerante, un’umiliazione mai provata, mandò in frantumi il suo essere.

 

L’oscuro distruttore rise malignamente, mentre possedeva il giovane corpo.

“Tu mi appartieni Sanada”

 

Gli occhi si spensero.

 

Il dolore aveva sorpassato i limiti dell’umana sopportazione. Nel sub-incoscio di Ryo si fece strada la speranza che la morte sarebbe giunta presto.

 

 

Una potente energia si avvertì.

 

L’oscurità più profonda, scese durante il tetro banchetto.

 

 

Il Dominatore oscuro si voltò la sciando la presa su Ryo.

I grossi canini erano intrisi di sangue e con un urlo disse: “Chi osa sfidare il Dominatore oscuro.

 

Quattro ombre si celarono davanti agli occhi del carnefice.

 

Il demone si scagliò contro gli intrusi, sbattendo il suo orrendo muso contro un pilastro.

 

“Un’illusione!”, esclamò, voltandosi verso il pasto solenne. “Che siate maledetti, restituitemi il prescelto, miseri esseri!”

Il dominatore oscuro si scatenò in tutta la sua ferocia: con un abile diversivo, qualcuno aveva portato in salvo il Ryo.

 

Rajura si allontanava con Ryo fra le braccia, seguito da Anubis e Naaza.

Poco più distante Kayura li attendeva per tornare al mondo terreno.

 

“Maledetto, guarda come l’ha ridotto!”, sbraitò Rajura rivolto agli amici.

“Non parlare… corri! Ogni minuto è prezioso, quei ragazzini hanno bisogno di noi”, ribadì Anubis, infuriato come una iena.

 

I tre uomini correvano lungo un corridoio tetro: le voci dei dannati, risuonavano nella malsana atmosfera.

Una luce all’orizzonte si faceva sempre più vicina.

“E’ Kayura!”, esclamò sollevato Naaza, aumentando la velocità.

 

Anubis si voltò in dietro: nessuno li seguiva fortunatamente.

L’uomo rimase ad osservare la scia di sangue lasciata alle loro spalle, ed impallidito guardò Ryo: “Me la pagheranno cara!”, disse a denti stretti.

 

Kayura, avvertita la presenza degli amici, aprì un portale di collegamento tra il mondo spirituale e quello terreno.

 

Il primo a varcarlo fu Rajura con Ryo, seguito in rapida successione dagli altri.

 

Nel modo terreno si ritrovarono nel bel mezzo di una fitta boscaglia, poco lontano dalla casa di Nasty.

Questo bastò per fare avvertire a Byakuen, la presenza del suo piccolo.

 

La tigre iniziò ad agitarsi.

Il suo ruggito fu un richiamo per i tre samurai, rimasti accanto a Touma.

 

Si guardarono e spaesati decisero di seguire l’animale.

“Rimani con Touma per favore!”, furono le parole che Seiji rivolse alla ragazza.

 

Con le sottoarmature, corsero dietro a Byakuen.

La pioggia battente e la foschia fredda, creavano problemi alla vista.

 

Byakuen fermò la sua sfrenata corsa ed emise un ruggito di dolore.

 

I tre ragazzi intravidero delle figure inginocchiate a terra, che si muovevano freneticamente.

 

Si avvicinarono.

 

Le ombre si facevano sempre più chiare e avvertendo la loro aura li riconobbero.

Kayura li vide avvicinarsi.

Dal suo viso scivolò una lacrima.

 

Rajura e Naaza erano chini sul corpo di Ryo.

 

Anubis, si avvicinò ai tre ragazzi che guardavano la scena senza capire chi fosse quel giovane che tentavano di rianimare.

“Ragazzi state indietro!”, furono le sue parole piene di paura.

 

Seiji guardò l’uomo e poi ripose le attenzioni sul corpo agonizzante.

“Anubis… che sta succedendo? Ti prego, non dirmi che…”

“Ryo!”, gridò angosciato Shin.

 

Anubis non parlò. Cinse fra le forti braccia, i tre ragazzini.

“Ryo… riprenditi!”, gridava Rajura, mentre gli faceva il massaggio cardiaco e dettava il tempo a Naaza “Uno, due, tre, quattro, cinque… respira”

All’ordine, il demone del veleno introduceva aria nei polmoni del ragazzo.

 

I tre giovani invocarono il suo nome.

Ryooo!”, gridavano con tutto il dolore che avevano in corpo.

 

La foresta da prima rumorosa, si era quietata. Si udiva solo la pioggia che scendeva inesorabile.

 

“Maledizione, riprenditi stupido samurai!”, gridò Kayura, in preda al panico.

 

Passarono pochi secondi e un esile colpo di tosse si sentì.

 

Il cuore aveva ripreso a battere.

 

Rajura riprese il ragazzo fra le braccia e velocemente si avviarono verso casa di Nasty.

 

 

All’interno dell’abitazione.

 

Nasty e Kayura, si occuparono di Ryo.

Il corpo del ragazzo era martoriato. Nel petto spiccava una croce profonda, che metteva in risalto il tessuto muscolare e la scatola toracica.

In tutto il corpo, c’erano segni di fauci fameliche che avevano staccato interi tessuti di carne.

 

Le due ragazze trattenevano a stento le lacrime.

Le loro mani erano tremule ed insicure su come operare.

 

Le lenzuola una volta candide, erano intrise di scarlatto.

 

I ragazzi furono sorpresi da una voce fioca.

“Ryo!”, balbettò.

 

“Touma!”, esclamò Seiji andandogli incontro per sorreggendolo.

Il ragazzo si addentrò nella stanza.

Che cosa fai in piedi, dovresti riposare.”, sostenne Shin.

 

Touma l’ignorò e rivolse lo sguardo su Ryo.

“Come posso riposare, quando un fratello rischia la vita!”

 

Anubis si avvicinò al giovane ferito.

“Per lo meno distenditi nel divano, devi recuperare le forze al più presto, per il bene di tutti e per quello di Ryo.

Touma annuì ed eseguì il suggerimento.

 

Ryo, era stato spogliato dei quei pochi brandelli di vestiario che ancora aveva in dosso. Il suo corpo fu coperto da un sottile lenzuolo di lino: perché il solo peso della coperta provocava dolore.

Sebbene i brandelli di pelle pensile e gli squarci fossero stati ricuciti, il bramato sangue continuava ad impregnare i candidi veli.

 

La notte subentrò fredda come non mai

.

Ryo rimaneva privo di coscienza.

Il suo respiro era debole come il battito del cuore.

 

Un pianto flebile riavvertì. Il capo chino delle anime in pena si alzò.

Byakuen annusò il volto del cucciolo ed emise uno stridio.

 

Nasty si avvicinò al capezzale del letto.

“Ha la febbre molto alta!”, disse accarezzando la fronte.

 

I visi tornarono chini.

 

Kayura si apprestò ad accendere il camino, per cercare di riscaldare il freddo ambiente.

 

Rimasero ad osservare il dimenarsi delle fiamme. Fiamme che avevano conosciuto ed amato.

 

“No… non voglio più soffrire… lasciatemi!”, gridava Ryo in preda al delirio.

 

Nasty, premurosamente gli rinfrescava la fronte con una pezza inumidita.

“Sta morendo…”, disse la ragazza angosciata, con le lacrime che le solcavano le rosee guance.

 

Nessuno la consolò. Nessuno riusciva a farlo.

 

Era solo questione d’ore: poi l’incendio si sarebbe istinto per sempre.

 

Naaza si alzò e rivolse lo sguardo agli amici

“Ho bisogno di qualcuno che mi accompagni nel bosco.

 

Che devi fare?”, chiese con un filo di voce Rajura.

“Devo cercare un erba medicinale. Si chiama Arcatura.”

 

I samurai guardarono l’uomo.

 

Shu si alzò.

“Ha che serve?”

 

Naaza sorrise: era finalmente riuscito a farli reagire.

“Secondo la leggenda, chiunque beva il suo infuso ritroverà la salute”.

“Vale la pena tentare!”, decretò Nasty, guardando gli amici. “Shu, Seiji voi andrete con Naaza.”

 

I due ragazzi annuirono e corsero fuori a cercare questa famigerata Arcatura.

“Speriamo che non sia una balla!”, disse Shu.

Naaza, guardò i due ragazzi.

“Speriamo. Ma è l’ultimo tentativo per strappare Ryo alla morte.

Così s’inoltrarono nel bosco.

 

A casa.

 

Nasty e Shin furono costretti a ricambiare le bende di Ryo, che erano ormai sature di sangue.

 

Shin sorresse il corpo esanime dell’amico.

“Speriamo che tornino presto, Ryo continua a peggiorare.”, disse angosciato.

 

Touma si mise a sedere.

“Non ti preoccupare, Ryo è forte… ce la deve fare.”, disse portando entrambe le mani al volto per nasconderlo.

 

Rajura, schernì le sue parole.

“Si… una roccia!”

 

Kayura lo fulminò: “Non è il momento di provocare, Rajura.

 “Scusatemi… io non riesco a vederlo in questo stato”, rispose con un filo di voce.

 

“Non preoccuparti amico, il momento della Vendetta arriverà presto.”, asserì Anubis, guardando il corpo lacerato. “Ma prima, dobbiamo permettere a Ryo di guarire del tutto, solo così potrà usare l’armatura splendente.

 

Passò circa un’ora dall’uscita di Naaza, Seiji e Shu.

 

I tre ragazzi cercarono assiduamente la famigerata pianta Arcatura.

Seiji con il potere concessogli dalla luce, dettava la strada nella fitta vegetazione.

 

La ricerca, non era altro che una gara contro il tempo.

 

Fortunatamente la perseveranza premia i giusti.

 

“Finalmente!”, gridarono, entusiasti Seiji e Naaza.

“E’ sta schifezza, sarebbe un erba medicinale?”, chiese perplesso Shu.

Naaza lo guardò minaccioso e gli diede un sacco: “Zitto e raccogli… dobbiamo sbrigarci.

 

I tre ragazzi raccolsero una gran quantità Arcatura: l’avrebbero fatta bere anche a Touma.

Così con i sacchi pieni, tornarono velocemente a casa: ogni secondo era prezioso.

 

Sull’uscio furono accolti dal sorriso sollevato di Kayura e Anubis.

“L’avete trovata, finalmente?”

 

Nasty prese una manciata di foglie è sotto la direzione di Kayura e Naaza preparò l’infuso.

La casa s’impregnò di un odore sgradevole.

 

I quattro samurai erano accanto all’amico: la febbre non dava tregua.

 

Nel delirio Ryo invocò il nome degli amici, chiedeva scusa per ciò che aveva fatto.

I quattro samurai si guardarono, senza proferire parola: i loro cuori ribollivano di rabbia, l’avrebbero fatta pagare cara all’oscuro manipolatore.

 

 Dei passi si udirono lungo le scale.

 

Nasty entrò nella stanza, con due ciotole.

“Tieni Touma. Non potrà farti che bene!”

 

Anche se l’odore era orrendo, il ragazzo l’afferrò e la bevve.

“Meglio della colazione preparata dal piccolo Ryo.”, disse con un sorriso amaro.

 

Shin alzò delicatamente la testa di Ryo, permettendo a Nasty d’imboccarlo.

“Su Ryo, apri la bocca!”

 

Tutto inutile, ogni cucchiaio d’infuso era rigettato: Ryo non deglutiva.

 

Gli sguardi dei ragazzi sprofondarono nella disperazione.

 

Kayura con la grazia femminile di un gladiatore, gli aprì la bocca e introdusse il cucchiaio facendo penetrare direttamente l’infuso lungo l’esofago.

Un colpo di tosse e la brodaglia fu ingerita.

 

“Con le buone maniere si ottiene tutto.”, disse rivolta a Nasty.

 

Così poco alla volta Kayura, riuscì a farglielo mandare giù tutto.

 

“Ora dobbiamo solo attendere”, disse Shin, riponendo il capo del leader nel cuscino.

 

 

La pioggia continuava ad imperversare da diverse ore, iniziando a sciogliere la neve che imbiancava le cime degli alberi.

 

Le prime luci dell’alba sorpresero il gruppo di ragazzi rannicchiati in torno al letto.

 

Ryo era ancora dormiente, ma le sue condizioni rimanevano stabili.

“Come sta!”, chiese Touma stiracchiandosi.

 

Seiji gli andò accanto.

“Come al solito. È tu… come ti senti?”

 

“Molto meglio.”, poi rivolse lo sguardo su di Ryo e pensò ad alta voce, portandosi una mano sulla ferita “Sai non avrei mai immaginato di essere trafitto dalla sua Katana.

 

Anubis intervenne nel discorso.

“Ryo, era manovrato dal dominatore oscuro, non agiva di suo volere!”

 

Touma lo guardò.

“Lo so. Quello che non capisco, è come riesca a manovrarlo a suo piacimento.”

 

“Te lo spiego io!”, disse Kayura, guardando il giovane. “Il dominatore oscuro e Ryo, hanno un legame indissolubile… entrambi sono legati alla Vampa.

 

“Ciò vuol dire che Ryo… è un burattino nelle mani di quel pazzo?”, chiese Seiji tremando.

“E’ non solo.”, disse Anubis, rispondendo alla domanda del biondo“Purtroppo l’armatura si è ridestata dal suo sonno grazie al richiamo del suo vecchio padrone, ed ora cerca di soggiogare Ryo per manovrarlo a suo piacimento.

 

Un pugno fu sferrato con forza alla parete.

 

“Bene … di male… in peggio. Non solo dobbiamo affrontare la furia di un mostro senza scrupoli, ma ora ci si mette anche la vampa ad assillare Ryo.

“Shu, non ti preoccupare ne verremo fuori”, dichiarò Rajura cercando di incoraggiare il giovane.

 

Shu, non sentiva ragioni.

 

Ma ha quale prezzo. Touma, ha rischiato di morire per mano di un fratello. Mente Ryo! Tsè… non so neanche quante volte abbia rischiato di lasciarci le penne.  È ridotto a pezzi, non ha un brandello di pelle sana, è voi affermate che tutto si risolverà? Scusatemi …ma io sono più tosto pessimista.

 

Nasty cercando di sollevare il morale delle truppe, disse: “Shu, sei pessimista solo perché non mangi da quasi ventiquattrore, ora scendo di sotto e preparo una bella colazione per tutti.

 

Così la ragazza e Naaza, scesero in cucina.

 

I due prepararono ricchi piatti, che appena i ragazzi li ebbero davanti ci si tuffarono a capo fitto.

 

“Ora si, che si ragiona meglio a stomaco pieno”, sostenne Shu, con l’ottimismo ritrovato.

 

Shin sorrise.

“Nasty aveva ragione, con le pance vuote si vede tutto nero.”, guardò verso Ryo “Vedete, ora che ho mangiato, sembra quasi che Ryo abbia aperto gli occhi.

 

Il gruppo si voltò di colpo.

 

“Ryo!”, gridarono.

 

Finalmente il ragazzo si era svegliato.

“Non era un’illusione!”, gridò di gioia Shu, prendendo Nasty in braccio e roteando su se stesso.

 

“Ryo come ti senti?”, chiese ansioso Seiji.

 

Ryo gioì nel vedere i volti degli amici, specie nello scorgere quello di Touma.

Tou…ma!”, disse a fatica.

“Ryo stai tranquillo e tutto apposto”, confermò sorridendo amorevolmente. “Non è colpa tua!”

Ryo accennò un sorriso.

 

Nasty corse di sotto, per preparagli un po' di latte caldo.

 

Ryo fu messo a sedere nel letto sostenuto da Naaza, mentre Nasty lo imboccava.

La sua fatica anche in questi piccoli gesti, era visibile a tutti.

 

“Ryo.”, chiamò Rajura, il suo sguardo chiedeva vendetta “Ti prometto che pagheranno per quello che ti hanno fatto.

 

Ryo guardò l’amico e con fatica riuscì a parlare, portandosi una mano alla gola dolente.

“No… io gliela farò pagare… per quello che … mi hanno fatto fare a Touma.

 

L’intero gruppo si fermò ad osservare quel ragazzo esile e martoriato, pronto a farsi giustizia.

Ryo era sempre lo stesso: pensava prima al bene del prossimo e dopo al suo.

 

“Quello che dici ti fa onore”, sostenne Anubis, che lo guardava intenerito, “Ma prima di pensare alla vendetta, devi guarire.”

 

Mentre Anubis parlava, gli occhi di Ryo si fecero pesanti fino ad assopirsi fra le braccia di Naaza che continuava a sorreggerlo.

 

Gli amici contemplarono quel candido animo sorridendo e decisero di lasciarlo riposare.

 

 

Passarono un paio d’ore. Fu pomeriggio.

 

All’interno della camera Touma e Seiji vegliavano sul loro capo. Shu e Rajura erano andati a spaccare la legna per alimentare il camino, mentre i rimanenti, erano scesi di sotto per preparare di nuovo l’infuso da dare a Ryo.

 

L’odore sgradevole arrivò nella stanza.

 

Seiji con sorriso diabolico guardò Touma, che era già diventato verde.

“Mi dispiace amico, ma mi sa che anche questa volta mamma Nasty te lo farà bere.

“Già… ne sono convinto anche io.”, disse sconsolato.

 

Seiji si voltò su Ryo.

Ma secondo te, ne verremo fuori in qualche modo?”

Touma esitò nel rispondere.

“Seiji… sono sicuro che Ryo ci condurrà alla vittoria come a sempre fatto.

 

“Così si parla, bravo Touma”, disse con voce allegra Nasty, entrando nella stanza con le due tazze piene d’infuso “Tieni, devila tutta… da bravo bambino.

Touma guardò quella brodaglia impallidendo: “Nasty cara, io mi sento molto meglio…”

 

Nasty lo guardò minaccioso.

“Touma … bevi!”

 

All’ordine della ragazza, il cavaliere dell’Etere bevve tutto in un sorso.

Che schifo!”, disse uscendo la lingua per il disgusto.

“Bravo piccolo Touma”, disse la ragazza sorridendo “Ora passiamo al nostro Ryo.

 

Nasty svegliò Ryo, che appena la vide sorrise dolcemente.

“Ryo devi prendere la medicina. Riesci ad alzarti?”

 

Ryo tentò d’alzarsi, ma la forza era un’utopia.

Seiji si affrettò ad aiutarlo, ma fu fermato da Touma.

Se non ti dispiace, vado io!”, gli chiese.

Seiji sorrise e si fece da parte.

 

Il ragazzo era ancora convalescente, ma in ogni modo voleva dare il suo contributo nell’aiutare l’amico.

Byakuen alzò il muso per osservare le sue movenze e poi tranquillizzato, si rimise a dormire.

Ryo lo guardò dal fondo del suo letto.

“Ti aiuto ad alzarti?”

Ryo sorrise e ringraziò.

 

Touma circondò il corpo del ragazzo con il calore concessogli dagli astri, sollevandolo dalla sofferenza fisica.

Nasty sorrise alla tenera coppia ed iniziò ad imboccare il bel moro senza ricevere alcuna lamentela.

 

 

Erano passati un paio di giorni dall’accaduto.

 

Nel salone intorno al tavolo, si stava tenendo una riunione, anche Touma ne faceva parte: ormai le sue ferite si erano cicatrizzate.

Le discussioni erano più tosto animate.

 

Anubis, Naaza e Rajura raccontarono ciò che avevano visto nel mondo spirituale.

 

I quattro samurai ascoltarono increduli alle loro parole. Le aure cariche di rabbia si sprigionarono richiedendo giustizia per gli abusi e sofferenze inflitte al loro amico.

 

“Maledetto… la pagherà cara per quello che gli ha fatto”, sbraitò Shu, sbattendo i pugni sul tavolo.

Shin si abbandonò alla sedia, occhi persi nelle fotografie di un passato tranquillo.

“Quel mostro si è nutrito del suo corpo... quell’essere ha posseduto la sua candida anima.”

 

Anubis si alzò e si diresse accanto alla scala.

“Qualcuno dovrebbe parlargli, ho il timore che il suo animo sia più turbato di quanto pensiamo.”
“Non sarà facile”, asserì Seiji “Ryo non ammetterà mai di aver bisogno d’aiuto.

“Già... è più cocciuto di un mulo.”, ribadì Touma, mettendosi le braccia conserte.

“Allora come agiamo?”, chiese Rajura.

 

Touma guardò gli amici e con decisione disse: “Semplice… inneschiamo la bomba!”

Shu guardò l’amico incredulo: “Ma sei matto?”

“Touma ha ragione, dobbiamo innescare la bomba.”, disse Shin approvando.

Shu iniziò gesticolare nervosamente: “Vi siete bevuti il cervello? E’ secondo voi come lo inneschiamo.”

 

Kayura, Anubis, Rajura e Naaza, ascoltavano i discorsi dei quattro giovani senza capire, così Naaza chiese spiegazioni.

“Ragazzi Time- out, che significa innescare la bomba… di cosa state parlando?”

 

Seiji guardò i quattro amici e composto rispose alla loro domanda.

“Vedete… Ryo non è il tipo che si confida facilmente, in genere accumula fino a scoppiare. Noi, astute faine… non facciamo altro che assecondalo in modo che il nostro vulcano casalingo arrivi al punto di sputare il rospo.

“Si… ma quest’operazione include anche dei rischi”, aggiunse Shu preoccupato. “Se si arrabbia… ci troviamo tutti nei guai.

 

Naaza sorrise.

“Io credo che valga la pena di tentare.”

 

“Si… inneschiamo questa bomba:”, disse divertita Kayura.

 

“In ogni caso… non credo che potrà faci del male, quindi Shu stai tranquillo... in caso ti difendo io.”, decretò Rajura sogghignando.

 

Il cavaliere del Diamante gli rispose digrignando i denti: “Non provocare … se non vuoi che ti cambi i connotati.

 

Anubis guardò i samurai.

 “Chi dovrà innescarla?”

 

Seiji sorrise.

“Non preoccuparti… questo è compito mio, voi dovete solo reggere il gioco.

Il gruppo annuì.

 

Nella stanza di sopra.

 

Nasty stava medicando le ferite di Ryo.

“Come ti senti?”, chiese con un sorriso splendente, rivolto al cavaliere della Vampa.

“Meglio!”, rispose spento.

 

I suoi occhi non erano più dei tizzoni ardenti, sembrava che la sua anima fosse stata trafugata.

 

Nasty osservò allungo quel volto conosciuto, ma in lui non vide il prode guerriero, ma solo un bambino spaventato.

“Ryo hai bisogno di qualche cosa?”, chiese tentennando.

Ryo con un finto sorriso, disse: “No grazie… sto bene così”.

 

Così la giovane donna lo aiutò a sdraiarsi e scese di sotto.

 

I ragazzi continuavano a parlare fino a quando non udirono i passi di Nasty e si voltarono in direzione della scala.

 

Le movenze della giovane donna, erano aggraziate e femminili, solo il suo sguardo era duro.

 

“Nasty… come sta?”, chiese Shin con un sussulto.

 

Nasty li guardo e scosse la testa.

“Non bene, le sue ferite stanno guarendo lentamente, ma”, ragazza si fermò, è fece un profondo respiro “Non so … quel ragazzo è come morto, non trapela il minimo sentimento dai suoi freddi occhi.

 

I ragazzi la guardarono, purtroppo Anubis aveva ragione: ciò che era successo aveva lasciato un immenso segno nella sua anima, più profondo d’ogni ferita.

 

Il silenzio scese nella stanza.

 

Seiji ruppe il torpore alzandosi di scatto dalla sedia.

“E’ ora”, disse rivolto agli amici.

 

“Ne sei convito?”, chiese Shu, mentre sgranocchiava nervosamente delle patatine.

 

Seiji lo guardò e con voce sicura disse: “Si… è l’unico modo.”

Nel frattempo un’aura d’intensa violenza si avvertì.

I ragazzi si guardarono e corsero in direzione della stanza di Ryo.

Varcando la soglia e videro il corpo dell’amico rannicchiato nel letto, avvolto da fiamme.

 

Il ragazzo era terrorizzato: “Vi prego… aiutatemi… non voglio … non voglio più soffrire”, gridava con voce tremula, mentre le sue lacrime bagnavano la candida pelle.

 

Shin si precipitò ad aiutarlo.

“Ryo calmati, noi non ti lasceremo solo, ti aiuteremo”, disse abbracciandolo.

 

Le fiamme avvolsero anche il corpo del samurai del Torrente ma Shin non lasciò la presa sull’amico.

Con il potere conferito dall’acqua, riuscì a sedare il fuoco ardente.

 

Gli spettatori rimasero ad osservare i due giovani abbracciati l’uno all’altro.

Nella stanza si udiva solo l’affannoso respiro di Ryo e un sussurro impercettibile: “Sto bene… sto bene.

 

Shin continuò a stringerlo, captava il suo battito diminuire d’intensità: si stava calmando.

 

Dopo un paio di minuti si avvertì la nitida ma tremolante voce di Ryo.

“E’ andata via. Ora mi sento meglio.”

 

Touma avvicinandosi chiese incuriosito: “Cos’è andata via?”

 

Ryo lo guardò staccando il suo magro volto dal petto di Shin.

“La voce dell’armatura.”

 

I ragazzi sgranarono gli occhi.

 

“Ryo che stai dicendo?”, chiese Shu dubbioso.

 

Ryo abbassò lo sguardo.

“Io… ho sentito l’armatura.”

 

Touma gli accarezzò il viso e gentilmente gli disse: “Distenditi fratellino, mi sa che hai avuto un incubo provocato dalla febbre.

“Già… Ryo, ne parleremo più tardi …ora riposa”, concluse Seiji, stando al gioco.

 

Shin l’aiutò a sistemarsi sotto le coperte.

“Non lasciatemi solo.”, chiese stringendogli la mano.

 

Shin sorrise e ricambiando la stretta, disse: “Rimango qua con te…ora dormi.

 

Così i ragazzi li lasciarono soli.

 

Scesi di sotto.

 

I giovani si recarono nel salone.

 

Naaza si mise seduto nella poltrona con i gomito appoggiati nelle ginocchia e il capo sorretto dalle mani.

“E’ assurdo!”

 

“Come possiamo aiutarlo”, chiese Shu.

 

Kayura osservò gli sguardi preoccupati dei samurai.

“Ragazzi purtroppo lo spirito malvagio dell’armatura si è ridestato.

“Parla… come facciamo a salvarlo!”, ordinò Seiji infuriato.

 

Kayura annuì.

“Vedete ragazzi come già sapete, il dominatore oscuro è il predecessore della vampa.”

“Fino a qua ci siamo”, disse una voce proveniente dalle scale.

 

Tutti si girarono.

 

“Shin … come sta Ryo.”, chiese Nasty alzandosi e recandocisi in contro.

 

Shin sorrise.

“Dorme profondamente, ma ha la febbre. Potresti stare un po’ con lui per favore?”

Nasty assentì e salì di sopra.

 

Detto ciò si accomodò nel divano, tra Seiji e Touma il suo sguardo era serio e preoccupato.

 

Anubis contemplò il cavaliere del Torrente.

“Hai percepito qualche cosa… vero Shin?”

“Si… purtroppo la vampa è carica di una potenza maligna.

 

Naaza sollevò lo sguardo chinò e disse sottovoce: “Era quello che temevo!”

 

Ma di che diavolo state parlando”, chiese Shu.

 

Seiji con un tono pacato e sguardo spento disse rivolto all’amico: “Come tutte le nostre armature la vampa faceva parte dell’armatura di Arago… il suo spirito malvagio si è risvegliato grazie hai richiami del dominatore oscuro. Ora la nostra fidata armatura vuole impossessarsi di Ryo come fece con l’oscuro distruttore.

 

Mmm… bene, molto bene è ora che si deve fare?”, chiese Rajura.

 

“Come prima cosa dobbiamo impedire a Ryo di usarla.”, disse categorico Anubis.

 

“Bella storia, è secondo voi come riuscirebbe a difendersi senza armatura?”, sbraitò Shu.

 

Se Ryo indossa la Vampa, potrebbe essere assoggettato dalla sua furia distruttrice.”, sostenne Kayura, con tono alterato.

 

Seiji e Touma si guardarono pensierosi.

“Non c’è la possibilità che l’animo nobile di Ryo, riesca a contrastarla?”, disse il cavaliere del Nimbo, fiducioso nella forza dell’amico.

 

“E’ molto provato, è dobbiamo tenere conto anche della possibilità di una manipolazione dell’oscuro dominatore.”, risposte Naaza.

 

Shin interruppe l’amico.

“Già… io non metto in dubbio la nobiltà d’animo di Ryo, ma se il dominatore oscuro e la vampa contemporaneamente si mettono a giocare con la sua mente… non so fino a che punto possa riuscire a contrastarli.”

 

“Sono d’accordo con te, Shin”, proferì Touma  “Dobbiamo impedirgli l’utilizzo dell’armatura!”

 

“Ora rimangono solo tre problemi da risolvere”, disse Shin con un sorriso a fior di labbra.

 

Shu e Rajura guardarono l’amico e in coro dissero: “ Quali problemi?”

 

Seiji rise: il cavaliere del Diamante e il demone dell’illusione erano due gocce d’acqua in ambito caratteriale.

 

Semplice stupidoni”, disse il biondo schernendoli “Uno, senza l’armatura della vampa Ryo rimane praticamente indifeso quindi noi avremo il compito di proteggerlo da ogni attacco. Due, non possiamo ricorrere all’armatura splendente, quindi per noi difendere Ryo sarà quasi impossibile. Tre… Shin, qual è il terzo problema?”

 

“Quello più arduo di tutti”, disse sogghignando “Dire a Ryo che non può usare la sua amata vampa!”

 

Il gruppo sorrise e rivolsero lo sguardo sul povero Seiji.

 

Il cavaliere del Nimbo sentendosi osservato in maniera più tosto equivoca, disse: “Voi siete pazzi… non potete sempre rifilarmi questi ingrati compiti. Vada per, quando s’innesca la bomba, ma qua si rischia di fare scoppiare una super Nova.

 

Touma dando delle pacche energiche sulla spalla dell’amico, ribadì: Mi dispiace fratello… ma nessuno è più adatto di te, sei l’unico che può imporre qualche cosa al nostro Ryo… quindi ti auguro buona fortuna.”

 

Ma … ma… ma andate a quel paese, tutti quanti siete.”, disse alzandosi e recandosi imbronciato in camera di Ryo.

 

Ma quel ragazzo è sempre così intrattabile?”, chiese perplesso Anubis, mentre osservava Seiji salire le scale.

“No!”, rispose Shu sorridendo“Solo quando in mezzo c’è Ryo… i due sono praticamente cane e gatto.”

 

“Prepariamoci al peggio.”, proferì Touma.

Shin reclinando il capo, disse: “Prepariamoci al botto!”

 

Naaza, Kayura, Anubis e Rajura, osservarono quei ragazzi e la preoccupazione che trapelava dai loro occhi.

 

“Secondo me, siete esagerati!”, disse Rajura deridendoli.

Shu gli rispose: “Vedremo se siamo esagerati… non hai mai assistito ad uno scontro Ryo Vs Seiji.

 

“Speriamo solo che Ryo capisca le motivazioni”, disse Naaza.

 

“Motivazione? L’unica motivazione che comprenderà sarà quella di spaccarci la faccia a tutti, per il solo fatto di avergli proposto una cosa del genere.”, asserì Touma.

 

Kayura sorrise.

“Bene… allora siamo fortunati ad essere in otto a fronteggiare il temibile Ryo.

 

“Non c’è di bisogno di fare dell’umorismo”, disse Shin “Comunque, ormai possiamo solo attendere la svolta degli eventi.”

 

Così il gruppetto si mise ad origliare le discussioni del piano di sopra, nell’attesa di qualche urlo.

 

 

  
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