A
Gori.
Grazie
di tutto,
davvero.
A
Lui.
Grazie
anche a te,
anche
se...
Boh.
In fondo...non sto chiedendo molto.
Sto
piangendo.
Non
lo scrivo perché voi crediate che non sto piangendo anche se
vi dico
che sto piangendo, come per avere da voi pietà che non mi
servirebbe
se non stessi piangendo. Mi spiego? So che è un casino.
Ma,
insomma...sto piangendo veramente.
Lacrime
che sto guardando nei miei occhi.
Che
rigano le mie guance.
Sostano
all'angolo delle mie labbra.
Poi
arrivano al mento.
Al
collo.
Alla
felpa inzuppata.
Alcune
cadono sulla scrivania e sul foglio dove scrivo.
Quanta
strada hanno fatto?
Tantissima
per delle lacrime.
Ma
allo stesso tempo pochissima per me.
Vorrei
che arrivassero fino a Lui.
Che
gli mostrassero come mi sento.
E
quello che vorrei.
Mi
basterebbe poterti parlare. Una volta soltanto.
Poterti
spiegare.
Poterti
abbracciare.
Non
di più.
In
fondo...non sto chiedendo molto.
Ma
so che è impossibile.
Non
è necessario che continuiate a ricordarmelo.
Che
ogni maledetto giorno, ogni singolo oggetto che vedo mi ricordi che
Lui è distante.
Perché
lo so.
Guardo
la foto in cui sorridi. Felice.
Quella
in cui sei immerso nei tuoi pensieri, chissà cosa stavi
pensando in
quel momento...
Vorrei
potertelo chiedere.
E
poterti consolare se era qualcosa di triste.
E
poter sorridere con te se era qualcosa di bello.
E
poter ridere assieme a te se era qualcosa di divertente.
Qualunque
cosa, pur di farlo con te.
Ripeto:
non chiedo molto.
Non
chiedo la Luna, non chiedo delle ali per poter volare, non chiedo
nemmeno il tuo amore.
Perché
so che è impossibile.
Il
mio è un minuscolo, insignificante desiderio.
Un
granello di sabbia che turbina, smarrito, nel mezzo di una tempesta,
nel deserto.
Ma
è inutile. Inutile, inutile e ancora inutile.
Chissà
in quanto poco tempo qualcuno potrebbe farcela, a raggiungerti.
Ma
per me, per me sei irraggiungibile.
Ed
eccole: altre lacrime.
Anch'esse
inutili.
***
Grazie
per avermi sopportata ancora,
Lucia.