Tic... Tac... Tic-Tac... Tic... Tic-tic-tic... Tac...

Piccole gocce d’acqua cadono dal cielo, dapprima sporadiche, poi più intense.

Lo cerco su di me e non lo trovo. Per un attimo ho paura, poi nel silenzio placido del primo mattino sento il suo cuore battere vicino al mio.

Ssssssssssssssh...

Scivolo via dal suo abbraccio, scosto la tenda, appoggio la fronte contro la superficie fredda.

Ruote impavide fuggono via, giù in strada. Vorrei correre verso la serenità.

Sciuuuuuuuuu...

Il mio sguardo vaga lungo il viale ancora deserto, non incrocia ostacoli, tutto è pace.

Un brivido freddo mi scorre lungo la schiena, ricordo vivido di una paura che forse non mi abbandonerà mai.

Frrrrrrrrrrusssssh...

Nelle mie iridi scure d’un tratto si rispecchia un passerotto, le piume tutte bagnate.

Inclina la testolina, chiedendomi cosa c’è che non va.

Friù-friù-friù... Friù... Friù-friù...

Batto piano i polpastrelli sul vetro, rimane lì a guardarmi, forse per un attimo distoglie lo sguardo.

Poi dispiega le ali, mi fa un cenno, magari sorride, e se ne va.

Miu-miu-miu... Shpooon...

Incurvo le dita, le chiudo in un pugno, cerco di mettere un tampone alle mie ferite invisibili.

Pensare non serve a niente, se non a farsi male. Ancora più male. Basta male.

‹‹ You’re beautiful ››

Chiudo gli occhi, istintivamente sorrido. ‹‹ Morning... ››

Allungo una mano alla cieca. La sua me la prende, la coccola, si avvicina.

Tap-tap-tap.

Mi circonda con le sue braccia, lascia qualche bacio soffice sul mio collo, mi stringe a sè.

Ed io mi lascio andare a quel contatto caldo, che sa d’amore.

‹‹ I love you ››

Il tempo passa, vola via, sfugge. A noi mortali non è dato di fermarlo. Ma è dato di goderne.

Ed io sono suo, soltanto suo. In questo momento infinito, e ancora oltre.