Serie: RolePlay
Soltanto una stupida ed insignificante conferma, che però continua a ronzarmi silenziosa ma fastidiosa – proprio come un’ape – in testa anche parecchio tempo dopo aver spento il laptop, con una risposta affermativa a commento.

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I nostri respiri si allacciano e diventano uno solo, che sa di amore e passione, con un tocco di calore tutto umano e decisamente terreno. I nostri corpi nudi sono ancora intrecciati insieme, non sembrano volersi dividere, staccarsi l’uno dall’altro, talmente perfetta e completa è la loro immagine dell’essere una cosa sola, inscindibile.

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Alzo finalmente lo sguardo sul video e sorrido appena nel vedere Patti LuPone troneggiare il palco come suo solito. Ma la mia concentrazione dura assai poco comunque, perché dopo solo una manciata scarsa di attimi la mia mente comincia a vagare per conto suo, un po’ come fosse lo spirito dei Natali passati in visita a Scrooge il 24 Dicembre, che lo prende per mano e lo fa volare sopra i tetti delle case.

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Stamattina mi ha svegliato proprio la luce soffusa e placida che il paesaggio fuori rifletteva, essendo completamente imbiancato. Le previsioni l’avevano detto, ma fino all’ultimo ho preferito non illudermi, quasi come fossi ancora bambino, quando la neve rendeva magica anche una semplice giornata scolastica.

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Semplice raccolta di dodici storie, a tema Autunno, di tipo pressochè fluff con sfumature malinconiche.

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Lascio andare un sospiro solo all’apparenza stizzito e mi zittisco, rimanendo a guardare i suoi capelli leggermente inumiditi di sudore che si alzano e abbassano ritmicamente,seguendo il mio petto.

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Il sole tramonta un po’ più in là, all’orizzonte, macchiando l’acqua salata dell’Atlantico di arancione rossastro. [...] Ed il tempo per un po’ sembra fermarsi, immobile, nonostante la mia impazienza controllata.

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Lo guido giù in spiaggia, come sento i granelli di sabbia mi libero delle scarpe, fermandomi solo un attimo per permettergli di fare lo stesso.

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Il resto della mia frase si perde in una leggera e sussurrata esclamazione di stupore, appena parte un video che riempie quasi tutta la schermata fino a qualche secondo prima interamente nera. Ora c'è un'immagine live della luna invece, una luna diversa da tutte le altre sere. È rossa, ed è bellissima.

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Apro la porta aiutandomi con un piede, ho le mani occupate dal guinzaglio di Bruce e dalle buste della spesa che ho appena ritirato dal nostro negozio di fiducia. Come al solito ho dimenticato se arrivava prima lui di me. Maledetti fusi orari, non mi stanno in mente.

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‹‹ C’mon, c’mere! ››
Ridacchia e scuote la testa, allontanandosi ancora di più e mostrandomi la lingua, come per prendermi in giro.

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Tuuuuu...
“Hey, how you doin’?” – No, troppo scemo. E troppo menefreghista. E il tono non mi uscirebbe mai a dovere.
Però bello, chiamarlo così di prima mattina.

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Dorme ora, la solita, placata ombra di un sorriso dispiegata sul suo volto, un’espressione che sa di una tranquillità mai davvero avuta.

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"Un brivido mi scende piano lungo la schiena, pelle d’oca.
Chiudo gli occhi, solo una manciata di secondi, per provare.
Provare a calmarmi, provare a respirare di nuovo normalmente.
Invano."

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"Stupido, stupido, sei uno st-
Shhh.
Ascolta il rumore del traffico alle tue spalle, guarda la nebbia infittirsi sulla superficie d’acqua."

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Alias, cosa succede a farmi alzare alle 7 di mattina dopo quattro ore di sonno. E ad avere Jude ammalato che non può venire con te a lavoro. E a fare un viaggio di sette ore solo per una stupida verbalizzazione di due minuti di numero.

"Tic... Tac... Tic-Tac... Tic... Tic-tic-tic... Tac...
Piccole gocce d’acqua cadono dal cielo, dapprima sporadiche, poi più intense."

"Torno a casa e la prima cosa che noto è il silenzio."
POV di Rob, casa di Jude. Alta dose di ANGST.

"Il momento è arrivato, Rob. L’hai tanto aspettato, ora è lì ad attendere te. Ad attendere noi. Cosa c’è, hai paura? Tutto ad un tratto ti spaventa l’idea di affrontare quel mondo scintillante e pazzo da cui cerchi mentendo a te stesso di fuggire?"
Domani Rob presenta una categoria ai Golden Globes, e porta Jude con sè.

"“Just look outside!” gli rispondo, il sorriso a trecentosessanta gradi.
Si sporge un po’ di più e sospira piano.
“What?”
“It’s snowing!”"
L'idea è quella di usare una canzone natalizia per ogni capitolo (dovrebbero essere cinque o sei in totale).

"Ogni tanto mi dico che devo essere davvero fuori di testa per seguirlo in certe cose. Anzi, meglio, devo essere davvero cotto di lui. È evidente, voglio dire. Come altro si spiegherebbe il fatto che mi è riuscito a trascinare ad una serata ‘80s? Con musica degli ‘80s? Appunto."