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Autore: _Hiromi_    27/01/2011    3 recensioni
-Hayato, c'eri anche tu, non puoi dare tutta la colpa a me!-
-Tu! Sei una bestia!-
-Mi dispiace, non sono riuscito a trattenermi!-
-Non ci hai neanche provato!-

Gokudera è infuriato con Yamamoto per quello che ha fatto, e non è disposto a perdonarlo facilmente...riuscirà il nostro Guardiano della Pioggia a risolvere la situazione?! A voi scoprirlo ihih ^o^
Lo so, come riassunto è pessimo, ma non sapevo che scrivere! Mia prima fanfic su KHR!, pairing 8059! Spero che vi piaccia^^ Recensite pleaseee ^///^ besos!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Never Again! Pt.4 [End!]

[(Altre) Tre Settimane Dopo]

Gokudera era seduto alla scrivania, gli occhiali da vista sul naso, i capelli legati in un codino, una penna in mano.
Chiunque, vedendolo così concentrato sui libri e i quaderni aperti davanti a lui, avrebbe girato i tacchi e abbandonato la stanza lasciandolo tranquillo. Ovviamente però, quel 'chiunque' non includeva un certo idiota di sua conoscenza che, a prescindere da tutto il resto, aveva deciso di restare con il compagno, seduto sul letto a far niente, aspettando che l'altro finisse qualunque cosa stesse facendo.
Hayato sbattè la biro sul tavolo, irritato.
-Ma non hai di meglio da fare?!- sbraitò voltandosi verso Yamamoto, il quale lo guardò perplesso.
-Che ho fatto?- chiese infatti non capendo il suo improvviso scatto.
-Mi dai fastidio!- sbottò Hayato arrossendo leggermente e senza motivo.
-Ma non sto facendo niente!-
-Mi stai fissando! Smettila!-
Takeshi scoppiò a ridere divertito dalle strane reazioni del fidanzato: nonostante checché si dicesse in giro, Gokudera era davvero un ragazzo timido quando si trattava di dimostrazioni d'affetto e cose così, e aveva anche scoperto che l'essere osservato con attenzione lo metteva a disagio e lo imbarazzava, soprattutto se lo sguardo che gli veniva rivolto era tutt'altro che casto come nel caso di Yamamoto.
-Mi piace guardarti, e poi non ho altro da fare.-
Hayato gli rivolse un'occhiataccia prima di tornare a voltarsi a fissare i libri. Quello stupido non poteva trovare qualcosa di più utile da fare? Era imbarazzante sentire il sguardo puntato sulla schiena; se si concentrava riusciva a sentirla bruciare tanto era intenso! Arrossì di nuovo, seccato e a disagio, e si mosse inquieto sulla sedia.
All'improvviso sentì le mani calde di Yamamoto poggiarsi sulle sue spalle e il suo respiro bollente sulla nuca; un brivido gli attraversò la schiena in una scarica elettrica.
-Dovresti rilassarti un po' di più.- sussurrò il moro vicino al suo orecchio prima di poggiare le labbra sul suo collo. Hayato sussultò sorpreso e confuso, non capendo il perché di quelle inaspettate effusioni, ma non oppose resistenza e si rilassò godendosi la vicinanza dell'altro senza pensare a nulla, senza crearsi inutili problemi: non era normale per lui lasciarsi andare in quel modo ma, dopo la litigata di qualche settimana prima, aveva deciso di essere un po' più accondiscendente...e poi, doveva ammettere che quelle delicate carezze e quei baci era piacevoli, eccitanti e, ovviamente, a Yamamoto non l'avrebbe mai detto!
Le mani dell'atleta scivolarono sul davanti, carezzando con delicatezza e senza fretta il petto attraverso la maglia, gustandosi semplicemente l'arrendevolezza del ragazzo e le sue reazioni. Quando gli sfiorò con le dita un capezzolo un lievissimo gemito gli sfuggì dalle labbra, e una fiammata di desiderio attraversò di colpo il corpo dello spadaccino.
-Hayato...- lo chiamò in un sussurro disperato: lo voleva, Dio!, se lo voleva! Quelle ultime settimane erano state un incubo! In certi momenti aveva temuto di perdere il controllo tanto era il desiderio e la frustrazione! Stava raggiungendo il suo limite, era pur sempre un ragazzo con sani appetiti sessuali, ecchecavolo! Stavolta però non voleva sbagliare e fare un'altra cazzata, perciò doveva chiederglielo, sapere se per lui andava bene, se anche lui provava il suo stesso desiderio.
-Hayato...- lo chiamò di nuovo, insicuro, indeciso -vuoi...?- ma venne bloccato dal compagno che si scostò da lui in modo tale da potersi girare a guardarlo.
-Sei al limite?- chiese con lo sguardo basso, le gote arrossate: non era abituato a fare simili domande, era troppo imbarazzante!
Yamamoto sorrise vedendolo così timido; era davvero strano considerando che già l'avevano fatto, ma era comprensibile considerando che la prima (ed unica) volta non era proprio sicuro di quel che faceva, ed era stato l'atleta ad insistere; perciò, quella potevano considerarla una seconda prima volta per il ragazzo che, ora, era sicuro e più che disponibile.
-Solo se anche tu vuoi.- rispose infine con un sospiro.
-Non hai risposto alla mia domanda.- si lamentò l'altro guardandolo torvo.
-Beh, è il massimo che posso dirti. Ti desidero da morire, ma non voglio che tu lo faccia solo perché mi ami e vuoi farmi contento.-
-Non ho mai...detto di amarti...- borbottò Hayato distogliendo lo sguardo, ma, dopo qualche attimo, tornò a fissarlo e, senza preavviso, posò le labbra su quelle del moro.
-Non farei mai una cosa del genere solo per farti contento, razza di idiota...-
-E' un si?- chiese conferma il moro, giusto per andare sul sicuro.
-Ma allora sei davvero un cretino!- e Yamamoto non se lo fece ripetere due volte.
Costrinse il ragazzo ad alzarsi e lo condusse verso il letto. Lentamente gli sollevò la maglia facendogli poi alzare le braccia per togliergliela e buttarla sul pavimento, e poi si dedicò sulla cintura dei jeans neri che indossava. Intanto Gokudera, insicuro ma deciso a fare la sua parte, aiutò l'altro a sbottonarsi la camicia, facendola poi scivolare sulle spalle e lungo le braccia. Qualche minuto dopo erano entrambi in biancheria, stesi sul letto, Yamamoto sopra il corpo dell'altro sostenuto sulle braccia per non gravargli troppo addosso. Si fissarono negli occhi, e Yamamoto sorrise.
-Ne sei sicuro?-
-L'abbiamo già fatto idiota, ricordi?-
Takeshi ridacchiò di fronte alla finta spavalderia dell'altro, rendendosi perfettamente conto di quanto Hayato fosse impaurito da quello che stavano per fare: nonostante tutto, non poteva dimenticare il dolore che gli aveva procurato quella volta.
Il moro si chinò a baciarlo, ripromettendosi di fargli dimenticare quell'orribile prima esperienza, e, nel corso della serata che trascorsero sotto le lenzuola, riuscì perfettamente a mantenere quella promessa fatta a se stesso.

___

Quando Gokudera aprì gli occhi erano le undici di notte passate, e il buio era tale che non riuscì a distinguere nulla intorno a sé finché i suoi occhi non si abituarono minimamente a quell'oscurità.
Cercò di mettersi a sedere ma un peso estraneo sul petto lo bloccò sul materasso. Voltò il capo e si ritrovò a fissare il viso addormentato di Yamamoto; il braccio che lo bloccava a letto era ovviamente suo. Nel momento in cui vide il suo viso gli tornò in mente cos'era successo quel pomeriggio tra loro due. Arrossì e fu tentato di andare a nascondersi da qualche parte per la vergogna: come aveva potuto comportarsi in quel modo così lascivo? Per non parlare poi degli indecenti gemiti che gli erano sfuggiti! E aveva anche detto che lo amava! E poi si sentiva tutto indolenzito, non c'era una parte del suo corpo che non fosse intorpidita, e che Yamamoto non avesse accarezzato, baciato e leccato, aggiunse la sua coscienza. Le guance gli andarono letteralmente a fuoco e gli sfuggì un singulto disperato: Dio, che vergogna!
Forse fu il suo lamento o il suo lieve agitarsi, fatto sta che pochi secondi dopo Yamamoto si svegliò.
-Uh...buongiorno...- mormorò con un piccolo sorriso e la voce impastata dal sonno.
-Sono le undici di notte idiota!- sbottò Hayato distogliendo lo sguardo senza trovare il coraggio di incontrare quello dell'altro: tuttavia Takeshi non era dello stesso avviso. Afferrò il ragazzo per un braccio e se lo tirò addosso, stringendolo poi in un abbraccio.
-Tutto bene?- chiese un po' preoccupato fissandolo con attenzione.
-...si...- mormorò il dinamitardo in un sussurro, un po' imbarazzato.
-Meno male!- affermò il moro accarezzandogli una guancia con il dorso di una mano. -Ti amo.- disse mostrandogli il suo solito sorriso spontaneo e smagliante, quello che lo caratterizzava in qualsiasi situazione.
-...ch'io...-
-Cosa?- insistette Yamamoto ben sapendo quello che l'altro voleva dire.
-anc...o...-
-Hayato, non capisco.-
-anche...io ti...amo...-
-Lo so!- esclamò l'atleta ridacchiando divertito prima di coinvolgerlo in un bacio mozzafiato.
Yamamoto pensò che la mattina di quella prima volta doveva andare così e non com'era in realtà andata, ma era comunque contento che tutto si fosse risolto; Gokudera invece pensò che, se svegliarsi con Takeshi vicino a lui era così piacevole, avrebbe dovuto permetterlo più spesso...

[Fine]

***

Ed eccoci giunti alla fine di questa breve storia ^o^
Grazie a tutti quelli che hanno letto, commentato e messo la ficcy tra preferiti/seguite/da ricordare ^///^ grazie mille davvero! >///<
Spero che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto!! ^///^ mi racc! fatemi sapere che ne pensate!!

Alla prossima!!!

_Hiro_ ^_^

   
 
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