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Autore: _aspasia_    27/01/2011    1 recensioni
Charles era intento a comporre le sue poesie nella sua angusta soffitta in un povero palazzo parigino, quando ad un tratto sentì salire dal piano inferiore una leggiadra musica divina...
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi : Frédéric François Chopin, Charles Baudelaire

“Imbecilli! Emeriti decerebrati adepti dell’ipocrisia! Ignoranti! Possano tutti morire tra atroci sofferenze!”
“Charles, mio caro, che è accaduto?”
“Quei borghesi imbecilli hanno censurato i miei componimenti! Le mie poesie sono state brutalmente mutilate in nome del buon costume. Mi hanno accusato di oscenità ed immoralità, quando loro per primi hanno comportamenti dissoluti nascondendosi poi nei confessionali  professando un credo che loro stessi insudiciano con la loro ipocrisia. Parbleu, possano i ratti infiltrarsi nei loro letti e mangiare loro le carni, che i corvi si lancino dal cielo cavando loro gli occhi! Imbecilli! Esseri stolti ed imbecilli!”
“Il mondo mio caro Charles non è ancora pronto per il tuo incredibile genio”.
“La verità è che i parigini sono dediti solamente a ciarlare e ad ingrassare, a pregare un Dio che dovrebbe essere buono e misericordioso. Che ne possono sapere loro di poesia? Non riconoscerebbero il genio neppure sbattendoglielo sotto i loro nasi. Imbecilli.”
Il poeta era fuori di sé, estrasse una sigaretta dalla tasca portandola alle labbra assaporando il sapore del tabacco pregustando già l’aroma del fumo. L’accese ed inspirò, un sorriso naturale si dipinse sulle sue labbra vermiglie dense di sensualità. Morbide volute si creavano attorno a lui ma l’ira ancora non accennava a diminuire.
“Placati Charles, irarsi in questo modo non ti farà certo bene”.
“Hai ragione Chéri, devo placarmi…dov’è la mia bottiglia?”
“In camera tua presumo. Anzi guarda ne è rimasta una della tua ultima visita”. Rispose il pianista ammiccando.
“Che Dio benedica quel delinquente che produsse per primo l’assenzio. Devo la mia vita a quel brillio smeraldino.”
“O forse devi solamente l’ispirazione per le tue poesie” disse sogghignando il musicista.
“Una parte certamente. Non dimentichiamo che molti tra gli scrittori ricorsero a quel tipo di ispirazione. L’assenzio Chéri viene così duramente criticato solamente dai biechi bigotti che invidiano la nostra libertà”.
Il poeta prese la bottiglia color smeraldo e la portò lentamente al naso.
“Anche solo il suo profumo sembra far aprire le porte del paradiso, anzi dell’Olimpo; è un giovane Hermes che accompagna agli Dei, è l’ambrosia, è l’araldo della soddisfazione”. Ne bevve un sorso spostando lo sguardo lentamente lungo la stanza; nei suoi occhi mondi mai visti prima.
“Mi suoneresti qualcosa Chéri?”
“Certamente mio caro Charles,stavo appunto provando un nuovo pezzo”.
“La tua musica François è un’esperienza incredibile, ogni volta che le tue dita accarezzano i tasti sento un brivido. Mi chiedo quando mi abituerò al tuo immenso talento”.
“Mi lunsinghi Charles”.
“Au contraire, la tua musica è innovativa, melanconica eppure così viva e piena di passione. Racconta di te”.
“Il pianoforte per me è come la penna per te, le note sono le mie parola e l’aria la carta. Te ed io creiamo emozioni.”
Il poeta ascoltava le melodie che aleggiavano nella stanza, e bevve un altro sorso, nella sua mente si creavano già nuovi paradisi.
“Un giorno scriverò un libro sull’assenzio, sull’oppio e sulle droghe; lo intitolerò Paradisi Artificiali…e verrà pubblicato. Diamine, a costo di comprare una stamperia solo per me, ed un teatro per te”.
E poi rimase solamente la musica.
  
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