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Autore: _ninive_    27/01/2011    0 recensioni
Ray, occhi azzurri, sguardo serio. Sulle labbra ancora il ricordo di quella ragazza, Maya, che l'ha tradito e poi è partita... Eppure è passato un anno. Lui è sempre lo stesso, irriverente, sfrontato, ma sente la mancanza di qualcosa che è volata via nel vento. E poi, il bacio di quella ragazza misteriosa, coperta da una maschera, perfetto, unico, fascinoso, ma senza nome o volto. Solo due occhi lontani, grigi, e un braccialetto d'argento. Nuove amicizie, sensazioni, ma sempre lo stesso passato che ritorna. E allora cosa scegliere? IL SEGUITO DI "TRA MARE E CIELO" ma capibile anche per chi non ha seguito la storia. Gruppo su Facebook CON GLI OCCHI DI RAY. FATEMI SAPERE SE VI PIACE!
"Si può essere attratti da qualcuno in maniera così incondizionata da non preoccuparsi delle conseguenze?
Le sue labbra cercano quelle di Ray, le trovano, le stringono, le mordono, dolci. Le lingue lottano, indomabili, al tempo coi respiri, coi profumi, con la voglia…
Poi, veloce come era arrivata, si allontana da lui, corre via. Lui cerca di afferrarla per un polso, ma il suo braccio scivola via.
La vede sparire dietro le porte di un ascensore, rivolgergli un ultimo sguardo d’argento oltre i buchi della maschera.
Ray non ricorda di aver mai visto occhi così belli, eppure così tremendamente lontani. " leggete e commentate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tra mare e cielo'
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Scommesse“E quando avrai davanti agli occhi, altri due occhi da guardare, il mio silenzio lo sentirai gridareeee…”
Sere canta sotto la doccia, e qualcuno suona al campanello. Si mette un asciugamano attorno al corpo, imprecando. Sicuro è Ray che non ha le chiavi.
Apre la porta, ma è il fattorino. Sere rimane a bocca aperta, boccheggia come un pesce rosso. Poi si riprende: “Ehm, salve.”
Guarda il destinatario scritto al rovescio. “Oh, è per mio fratello Stefano. Lo lasci pure qui, sul tavolo.”
Il ragazzo entra senza dire una parola, stupito di trovare una ragazza praticamente nuda alla porta, lascia il pacco sul tavolo e le porge una carta da firmare.
“Può aspettare un attimo? Vado a vestirmi e ritorno subito.”
“Faccia con comodo, ho finito il turno con lei per oggi.”
Le sorride, e Sere si scioglie. “Beh, allora torno in un lampo.”
Sere si veste in un baleno, poi si affaccia dalla sua camera e vede il ragazzo guardarsi intorno. È piuttosto bello, con gli occhi azzurri e i tratti leggermente duri, alto e biondo.
“Sei stanca di rimanere sola, vero? Bene, allora prendi un po’ da tuo fratellino e sii intraprendente, Serena!!!” pensa, e senza nemmeno respirare dice, entrando in cucina: “Sifidnztprcs?”
Lui rimane un po’ basito. “Scusa. Voglio dire, che visto che hai finito il turno e se non hai nessuna donna a casa che ti aspetta, magari ti va di bere qualcosa con me, stasera…”
Arrossisce un secondo dopo averlo detto, sentendosi una perfetta idiota. Ma lui sorride e sembra felice. “Con piacere. Io sono Andros, comunque.”
Le tende una mano, e lei la stringe, paonazza. “Già, faccio sempre le cose al contrario, sono un po’ fuori di testa. Serena. Piacere.”
“Beh, allora a stasera! Passo a prenderti alle nove?”
“Perfetto! A dopo, e scusa!”
“Ma per cosa?! Ora puoi firmare, per favore?”
Sere ride e firma, decisa.
 

“Lavori qui?”
Non sono mai stato in quel ristorante, La Tartaruga, proprio di fronte al porto. Di solito noi andiamo al Vera Napoli, dove fanno la pizza migliore.
“Eh già. Ha aperto da poco, e non pagano tanto, ma per sopravvivere…”
Mi sorride e fa le spallucce. Si volta e vede il proprietario che la chiama.
“Morena! Poltrona di una ragazza!”
“Oh, no, non dirmi che non c’è Francesco e devo apparecchiare io, ti prego…”
“Muoviti, Francesco non c’è!”
Sbuffa, contrariata. “Torno tra dieci minuti. Vado a cambiarmi, ok? Ti prego non andare via…”
Scappa via verso il bagno, e io guardo le barche ondeggiare, placide. Un ragazzo e una ragazza camminano a mano presa vicino a dove attraccano le navi. Lui finge di spingerla e lei un po’ spaventata si regge forte a lui, per non cadere in acqua, quella stessa acqua dove per la prima volta l’ho baciata, e mi sembra di sentire il suo profumo, e il suono della sua risata, e il colore dei suoi capelli…
È incredibile come certi particolari rimangano impressi nella tua mente. Quella piccola ruga che le solcava le guance, quando rideva, o le macchioline sulle unghie un po’ mangiucchiate, la forma delle sue labbra, e tante altre cose che non vogliono andarsene dalla mia mente. E un po’ rifletto… Maya, anche tu pensi ancora a me, dopo un anno di distanza? Sono stato con altre ragazze, ho provato a tornare quello di prima, ma non è servito a niente. Il mio chiodo fisso, sempre lei. E quante volte avrei voluto prendere il telefono e chiamarla, sentire la sua voce, capire se davvero provo ancora qualcosa per lei. Sorrido, mentre il sole attraversa l’orizzonte e colora il mare di uno strano arancione. Non so neanche se l’ho amata davvero.
Una ragazza mi si piazza davanti. “Ray, ci sei?”
Mi risveglio dal mio torpore, per accorgermi che la ragazza è Morena. Indossa un paio di pantaloni neri attillati, che le mettono in mostra proprio un bel sedere (bisogna essere obbiettivi), una camicia bianca e ha i capelli legati in una coda alta.
Vi ricordate quando ho detto che aveva un viso bellissimo? Ecco, espandete il complimento anche al corpo.
“Mi aiuti, vero? È colpa tua se sono in ritardo!”
“Dai, d’accordo. Ma solo perché non ho nulla da fare.”

Morena sistema i piatti della pila tra le mie braccia al posto giusto nei tavoli, e nel frattempo parla degli inciuci tra proprietario e cameriere varie, sottovoce.
“Vedi quella ragazza, la bionda? Ha trovato il lavoro al ragazzo andando a letto col capo, e il ragazzo, quello laggiù, non sa proprio un fico secco ed è convinto che ha ottenuto la promozione grazie alle sue capacità… mentre la moglie del capo, Adelaide, gestisce il bar la mattina, e lo fa solo per soldi, e sa benissimo le manie sessuali del marito. E quella donna alla cassa, è l’amante ufficiale del capo da più di tre anni ormai, ed è lei che gestisce tutto in realtà… e quello là è il figlio e ci prova fisso con me, ma chi se ne frega, mi fa schifo. Invece Francesco è il nipote del capo, è gay e innamorato del ragazzo della ragazza che è andata a letto col capo. Hai capito tutto?”
“Si, quasi… ma dimmi, tu come hai ottenuto il lavoro?”
Lei sorride e risponde: “Sono andata a letto col capo! Ehi, che faccia! Scherzo! Normalmente, mi sono presentata e mi hanno assunto. Ma stiamo parlando solo di me, e questo mi scoccia. Tu che fai nella vita? Il latin lover?”
Sistemo l’ultimo piatto e le passo le posate. Rimango leggermente stupito. “Beh, effettivamente ho avuto molte ragazze… però non pensavo fosse così evidente!”
Lei mi fissa coi suoi occhi chiari. “Jeans di marca, canottiera super sexy alla Ryan di O.C. Manipolo di ragazze che ci seguono. È più che evidente, te l’assicuro.”
“Sei una brava osservatrice, lo ammetto. Ora devo andare però. La cena mi aspetta. Ma prima…” Mi guardo intorno. “Qual è il tipo che ci prova con te?”
Morena indica il ragazzo alla cassa. Stranamente non lo conosco. Continua a fissarla come se volesse mangiarla.
“Cazzo, che schifoso maniaco. Devo andare a parlarci?”
“Ray, non sei mio padre, ce la posso fare da sola a rifiutarlo. Grazie comunque, sei molto dolce.”
Mi da un bacio sulla guancia, forse per ringraziarmi, forse per dar fastidio al tipo che la vuole. Io rido e la saluto sulla porta. Fa per andarsene ma l’afferro per un braccio. Mi avvicino al suo viso e la bacio sulle labbra, leggero. Salgo in macchina e le faccio l’occhiolino. Lei rimane lì per alcuni secondi, poi mi sorride e rientra nel ristorante.


Carina è carina. Particolare è particolare. E allora perché non mi piace? Forse per la prima volta nella mia vita non ci provo con una bella ragazza. Guardo il cellulare. Mi ha chiamato Marty, mio fratello e anche Alina. Sai che palle, mi ero anche dimenticato che esistesse. Rientro a casa e trovo Ste e la ragazza seduti al tavolo intenti a fare qualcosa che non mi interessa.
“Ciao, voi due. Come se non esistessi, eh…!”
“Scusa Ray, ti ho telefonato, ma non hai risposto. A casa nostra stanno imbiancando, e noi stiamo facendo le partecipazioni, ti va di aiut…”
Non lo faccio nemmeno finire, e gli chiedo: “Ma Sere?”
“Ha un appuntamento, si sta preparando.”
“Appuntamento? Ma è arrivata ieri!!!” Samu dice ciò che stavo pensando.
Ste fa le spallucce, e continua a scrivere, mentre Samu scuote la testa.“Sta prendendo da te, Ray.”
“Ma che dici?”
“Sì, adesso esce pure con tizi sconosciuti vestita come una… ehm…” dice Ste, paonazzo.
“Esagerato! Tua sorella non arriverebbe a quel punto. Comunque gli invitati sono più di duecento, non faremo in tempo a mandarle a tutti!” esclama Samu, in preda allo sconforto.
“Tesoro, ce la faremo…”
Io alzo gli occhi al cielo e vado a farmi la doccia. Ne esco rinvigorito dal getto di acqua fredda, mi vesto veloce e entro in camera di Sere. È intenta a prepararsi, indossa un vestito nero cortissimo, ha i capelli sciolti, un occhio truccato e uno no.
“Hai frugato nella mia roba per caso?”
“Sì, ma non per vestirmi da donna. Dovevo rivestire una ragazza.”
Sere fa le spallucce. Ormai è abituata alle mie frasi coi doppi sensi. Si guarda allo specchio, raggiante. “Come sto?” Fa una giravolta su se stessa per farsi ammirare dai miei occhi protettivi.
“Bene, Sere. Ma perché sei così felice?”
“Finalmente ho un appuntamento!!! E con uno carino, si chiama Andros, è un nuovo fattorino. Gli ho chiesto di uscire oggi pomeriggio e ha accettato, viene alle nove! Finalmente esco di nuovo con qualcunooo!”
Fa un saltino sul posto mi da un bacio sulla guancia. Mi sono sempre chiesto perché non fosse mai fidanzata. È una ragazza dolce e simpatica, a anche molto carina. Anzi, secondo i miei amici è bona da paura. Dopotutto, è mia sorella…
“Ray, vieni un po’ qui!”
Ste mi chiama dalla cucina, e lo raggiungo. “Sì?”
“Lasciamo qui le partecipazioni. Per favore non toccare nulla. Torniamo domani a prenderle. Di a Sere di non fare cazzate…”
Mio fratello è seriamente preoccupato.
“Che palle, Ste. Non stavi andando via?”
Mi lancia uno sguardo di rimprovero ed esce di casa assieme a Samu.
Io controllo le partecipazioni, elimino quelle di qualche zia strappa guance e mi preparo ad una cena solitaria. Vivere da solo ha i suoi lati negativi, come dover cucinare. Io sono una frana ai fornelli, non so fare nemmeno un uovo. In più, lo ammetto, sono viziato dai manicaretti di mio fratello, vero uomo di casa. Ma per fortuna mia sorella è peggio di me e ha comprato un sacco di piatti pronti.
Il campanello. So già chi è.
“Ma non dovevi venire da me?”
Un imbronciato Fabio entra in casa. Certe cose non cambieranno mai.
“Scusa, è successo un casino…”
Si siede sul divano. “Che palle, potevi avvisare però.”
“Tanto non dovevi fare nulla, no? Sei tornato single.”
“Almeno non rimanevo a casa a deprimermi. Poi tu come lo sai? Mica te l’ho detto.”
“Marty. E non chiedermi come l’ha saputo.”
Fabio sbuffa e appoggia la testa al pugno chiuso. “Beh, comunque non è che mi ha lasciato. Non proprio. Diciamo che è una situazione di… bah, non so nemmeno come definirla. Non mi cerca, non le interessa… nulla.”
Io comincio ad apparecchiare e metto anche il piatto per Fabio. Tanto dal mio divano non si schioda. Dopotutto, in una situazione del genere non posso pretendere nulla di diverso.
“Ma avete litigato o…?”
“Dice che sono geloso. Troppo. Siamo tre anni assieme, e io non sono mai cambiato.”
Mi guarda e si alza, nervoso. “Solo che lei… è diversa, vuole più libertà. Prima nessuno ci provava, mentre ora ha la fila.”
“Esagerato. Fede è cambiata, si, ma non ha così tanti ammiratori.”
Fede è passata in un anno da brutto anatroccolo a cigno. Ha fatto duri allenamenti in palestra e un salto dall’estetista. Lui ha sempre tenuto a lei, dall’inizio. È stata la sua prima ragazza seria, dato che con la maggior parte ci sono finito a letto pure io. In quel periodo però non pensavamo ancora alle ragazze seriamente, ci volevamo solo divertire. Ed eravamo degli stronzi, tutti e due.
“La realtà è che è cambiata profondamente, anche negli atteggiamenti. Probabilmente sono mesi che sta cercando una scusa per lasciarmi. E io coglione che le corro ancora dietro.”
Io non so che dire. Non mi è mai successo. Lui continua. È quasi un soliloquio.
“Poi ci sono cose che l’hanno ferita, lo so. Non me le perdonerà mai. Dopo l’estate scorsa poi…”
Si interrompe, pensando a ciò che stava per dire, guardando i miei movimenti più lenti nell’apparecchiare. Il campanello ci salva da quel silenzio denso. Vado ad aprire.
“Ciao… sto cercando Serena.”
Un tizio alto e massiccio, biondo. “Sì, ora la chiamo.”
Lo faccio sedere e gli tendo la mano. “Io sono Ray, il fratello.”
“Andros.”
Perseguitato dai nomi strani, ancora.
Sere si precipita in cucina, sfoderando il suo migliore sorriso. “Ciao! Vogliamo andare?”
Lui annuisce e si appresta ad uscire. Sere prima di chiudere la porta mi fa l’occhiolino e incrocia le dita.
“Certo che tua sorella…” dice Fabio, pensieroso.
“Che cosa?”
“È troppo bona!”
L’avevo detto.
 “Fabio…”
“Che c’è?”
“Piantala.”


Mi sveglio presto, vorrei aver dormito di più. Rificco la testa sotto il cuscino, sbuffando. Tutta colpa di Fabio e la sua parlantina. È andato via tardissimo ieri. Stupidi problemi degli altri. Quando uno non ne ha si deve sempre sorbire quelli degli amici.
Il mio telefono squilla, allungo una mano per cercarlo sul comodino, ma sbatto contro qualcosa che cade sul tappeto con un tonfo sordo. Me ne frego e continuo a cercare. Trovo il telefono e me lo porto all’orecchio senza nemmeno guardare chi è.
“Pronto?”
“Ciao tesoro.”
Il mio cervello ci mette un po’ a collegare la voce alla persona. “Ciao mamma.”
Mi sollevo dal letto e raccolgo quello che è caduto. È una scatolina con dentro bracciali e anelli.
“Tutto ok? Ho trovato dieci minuti per chiamare, ma avevo paura di non trovarti sveglio.”
“Sei stata fortunata. Allora, riuscirete a venire per il matrimonio di Ste?”
“Tuo padre ha trovato un volo. Non è stato proprio un affare, ma per i figli… ma dimmi tu, cosa mi racconti? Tutto bene? Come si vive soli?”
“Mamma mi sono goduto la libertà per dieci minuti, dato che Serena si è accampata qui.”
Il bracciale dorato, tra i miei. Quasi dimenticato. Lo poggio sul comodino.
“Già, è vero, quanto è pazza tua sorella. Tesoro, devo andare che tra poco il cellulare non prende più. Ti saluto papà, ok? Non combinare troppi casini, eh! A presto.”
“Ciao mamma.”
Chiudo e riprendo il bracciale tra le mani, sedendomi sul letto. Chissà chi sei…
Butto un occhio all’orologio appeso alla parete. Ho un appuntamento con Marty, e quasi me ne dimenticavo.

Lei viene a prendermi sotto casa, in macchina, una delle due che ha. Oggi ha la Mini blu. Da quando ha preso la patente non usa più le gambe, o meglio, le usa solo per guidare.
“Dove si va?”
“Andiamo in via Garibaldi. Devi comprarti assolutamente qualcosa di decente per questo benedetto matrimonio. Che bello, non vedo l’ora…”
“Come non vedi l’ora?”
“Sì! Te lo immagini, in mezzo alla sala, un’enorme fontana di cioccolato, che scende, e gli ospiti possono ficcarci il dito e leccare… e poi una gigantesca torta ripiena di cioccolato, al latte, lo metti in bocca e si scioglie, e sopra panna e cioccolato bianco…”
Guarda con occhi sognanti la strada di fronte a sé, ma sembra vedere tutto un mondo a parte. Cioccolato è la sua parola preferita.
“Si, certo… e poi scommetto che pure il vestito della sposa è fatto di cioccolato, così tutti lo potranno mangiare.”
“Esagerato! Però, non è male come idea… pensandoci, io a casa, ho un paio di mutandine fatte di zucchero. Nel caso di un abbassamento pressione…”

Morena cammina con le sue amiche in via Garibaldi. Chiara, coi suoi capelli lisci perfetti e scuri, i suoi occhi verdi e l’aria di una che sta sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, non ha smesso un attimo di parlare. Gesticola pure, infogata, e a un certo punto batte un pugno sul palmo dell’altra mano aperta, i suoi bracciali fanno casino e Morena e Chiara sembrano svegliarsi da una trance.
“E così, ho chiuso con Filippo, per sempre, per sempre, per sempre!!!”
Lo ripete più volte, per evitare di far capire alle amiche che è insicura, anche se in realtà non è sicura.
Vera sbuffa. “E siamo a otto volte che vi siete lasciati, basta! O ci dai un taglio a questa relazione o ti taglio io, le vene però!”
“Beh, tu non puoi capire!” dice Chiara, incrociando le braccia e guardando da un’altra parte.
“Perché? Perché non ho mai avuto una storia seria?”
Chiara non sa che dire e si limita a sbuffare. Vera, occhi azzurri-sorriso smagliante-capelli biondi e ricci-ragazza perfetta, sorride compiaciuta e si butta alla ricerca della prossima vittima da ammaliare, in giro per i negozi.
Morena continua a non dire niente. Sarà che a lei lo shopping la annoia… È sempre stata una ragazza tranquilla, abbastanza sicura di sé, non quanto Vera, è ovvio. Si dice di Vera che sia andata a letto con moltissima gente, da quando aveva tredici anni. Quando il ragazzo l’aveva tradita, lei si era fatta tutti i suoi amici.  Ma queste sono storie che risalgono a prima dell’amicizia con Morena e Chiara. E lei è abbastanza riservata su questi argomenti.
“Chia, c’è Ray!”
Chiara si risveglia dai suoi pensieri su Filippo sentendo la frase di Vera. “Dove?”
“Dentro quel negozio!”
Vera e Chiara camminano più veloci verso la vetrina. Morena ride e scuote la testa, pensando a quanto possono essere assurde le ragazze, e le segue.

Giriamo per i negozi, ma non trovo nulla che mi piaccia. Non sono di gusti difficili di solito, ma la roba elegante non mi attira. Nemmeno Marty trova nulla, e dire che lei comprerebbe anche l’aria.
Fino all’ultima boutique. Si ferma a bocca aperta di fronte alla vetrina, sembra quasi abbia trovato il Santo Graal. Due manichini, immobili in una posa statica. Il primo indossa un abito bianco e corto al ginocchio, semplice, ma molto carino. L’altro uno blu, luccicante.
“Li voglio.”
Entra e li prova entrambi. Si guarda allo specchio soddisfatta. Le stanno benissimo.
“Capperi, questo mi sta un po’ stretto” dice, quando ha indosso quello bianco.
“Marty hai troppe curve” le rispondo io, ridendo.
“Non è vero, uffa!!!”
Li compra. Mille euro. Poi mi guarda. “Provati qualcosa pure tu!”
“Hai presente quanto è caro questo negozio?”
Marty nemmeno mi ascolta, scegliendo la roba per conto mio.

Le tre ragazze guardano dentro il negozio, facendo finta di ammirare gli abiti attraverso la vetrina, proprio quando Ray esce dal camerino. Indossa un paio di jeans bianchi e una camicia nera. Morena pensa che Chiara vorrebbe mangiarselo, a giudicare da come si morde il labbro, mentre l’immaginazione di Vera galoppa chissà dove. E la commessa non è da meno, lo guarda con espressione sognante attaccata alla porta. Lui rientra nel camerino e lei trascina via le sue amiche.
Si siedono al tavolo di un bar, da dove si può vedere il negozio.
“Tutto questo per un ragazzo…”

Usciamo dal negozio e decidiamo di andare al bar. Marty tutta soddisfatta dei suoi acquisti, io a mani vuote. Ci sediamo, Marty va ad ordinare qualcosa. In me tornano i ricordi, come una cascata… quella ragazza, sola al tavolo di un bar, che gira la granita, che canticchia una canzone. Maya. Sbatto le palpebre e il ricordo scompare. Sarebbe bello riaverti qui, con la tua goffaggine, la semplicità. Ma al suo posto ci sono tre ragazze. Una delle tre è carina, ha i capelli ricci, gli occhi azzurri. Mi sorride, io le rispondo. Un’altra è appena passabile, mentre la terza, persa nei suoi pensieri, la riconosco. È Morena, la tipa di ieri, col suo solito look da maschiaccio.

“Morena, Ray ti sta decisamente puntando…”
Morena guarda l’amica. “Ma che dici…”
“Guardalo senza farti vedere.”
Morena sbuffa pensando a questi atteggiamenti da tredicenni e cerca Ray tra i tavoli. Lo vede, poco lontano, e in effetti la guarda, ma solo per salutarla con la mano e sorriderle.
Vera rimane incredula. “Perché ti ha salutato?”
“Tu perché saluti la gente? Perché lo conosco!”
Chiara, che stava bevendo un sorso d’acqua, sputa rumorosamente sul tavolo.
“E ce lo dici ora? E perché lo conosci? Come? Dove? Perché?”
“Vuoi puntarmi anche una lampada contro? Che schifo, Chia…”
Morena si pulisce il braccio che purtroppo aveva appoggiato al tavolo, e continua: “Un paio di giorni fa mi ha investito, ma non mi sono fatta nulla. E ieri… beh, mi è venuto addosso in strada, mentre pioveva, e io sono andata in casa sua a cambiarmi dato che ero tutta bagnata e…”
“No, no, aspetta. Sei andata a casa di Ray???”
“Si, ci siamo cambiati, e no, prima che me lo chiediate, non l’ho visto nudo, né tantomeno ci ho fatto qualcosa. Poi mi ha accompagnato a lavoro, mi ha aiutata coi tavoli e poi…”
Mi ha dato un bacio, pensa Morena. Forse non è il caso di dirglielo questo.
“Poi se ne è andato. Tutto qui. Nulla di eccezionale, nulla degno di nota.”
“Devi assolutamente conoscerlo meglio. Devi.”
“Vera lo conoscerai lo stesso, perché devo essere io a…”
“Ma io non lo faccio per me.” dice Vera, ammiccando. “Lo faccio per te. È ora che ti trovi un ragazzo.”
“A me non interessa. Se vuoi puoi anche sposartelo.”
“Secondo me un po’ ti piace…” dice Chiara, spingendo Morena con un gomito, la faccia furbetta.
“Ma non è vero! Potete farci quello che volete!
“Io sono con Filippo.”
“Ma se hai detto che avevate chiuso!”
Chiara arrossisce. “Dai, lo sai come sono, Vera. La gara è tra te e More.”
“Quale gara? Io non faccio nulla!” Morena mette le mani avanti, decisa.
“Quindi tu non ti arrabbierai se ci vado a letto?”
“No.”
“Quindi nemmeno io mi arrabbierò.”
“Ma io non ci andrò a letto!”
“Scommettiamo? Cinquanta euro.”
Vera guarda l’amica, aspettando una risposta. Morena sorride e le stringe la mano.


“Chi guardi?”
Marty la curiosona. Segue il mio sguardo e sorride.
“Perché quella faccia?”
“Era da un po’ che non ti vedevo fissare una ragazza in quella maniera. Così la consumi.”
“Non la sto fissando.”
“No, certo, nega pure.”
Per una volta sono sincero. “Davvero, Marty. Non mi piace.”
“Certo, perché la vedi vestita così. Se si vestisse come me saresti già ai suoi piedi a chiederle di uscire.”
Marty beve il suo bicchiere d’acqua, e anche il mio.
“E da quando io devo pregare una ragazza? Di solito è il contrario. Comunque l’ho conosciuta ieri…”
Le racconto tutto di ieri, e anche del giorno che l’ho investita.
“Comunque è una fortuna che non ti piaccia.”
“Perché?”
“Non è alla tua portata.”
“Tutte le ragazze sono alla mia portata.”
Marty ride e mi lancia un’occhiataccia. “Ti ha forse fatto capire che le farebbe piacere intrufolarsi tra le tue lenzuola?”
Ci penso, e mi stupisco. Marty mi legge in faccia e prende il suo cipiglio soddisfatto.
“Esatto. Perché è diversa! Ed era ora che non ti facessi una ragazza dal primo secondo che la conosci! Almeno avrai qualche amica.”
“Io ho amiche.”
“Oltre a me?” Marty ride forte. “Chi?”
Ci penso. “Beh…”
“Aspetta, aspetta. Riformulo la domanda. Qualche amica che non ti sei portato a letto?”
“Questa è più difficile…Va beh, Lucia?”
“Ci sei uscito l’anno scorso e tre mesi fa quando l’ha lasciata il ragazzo l’hai consolata tu. Ricordi?”
“Non proprio…”
“Lei si, non ne parla perché non lo sa nessuno, visto che poi è tornata col ragazzo. E poi con Lucia non vi parlate quasi mai, non potete definirvi amici!”
“Beh, allora… Vale!”
“Febbraio della terza superiore. Ci hai fatto sesso negli spogliatoi della palestra.”
Sorrido, pensando a tutti i posti della scuola dove l’ho fatto. “Mi mancherà la scuola…”
“Ma è possibile che non ti ricordi le tipe con cui sei stato a letto!? Va beh che sei l’unico uomo al mondo che non ha bisogno di masturbarsi per il tanto che lo fa…”
“Ma che volgare! E comunque mi sono dato una calmata, no? Vediamo un po’… amiche… le tue compagne della palestra!”
“Non siete amici! E poi te le sei fatte tutte tranne Veronica, che è bruttina.”
“Marty ma che palle, hai ragione! Va beh, io e te non siamo mai stati assieme, no?”
“Certo che no! Mi ricordo con chi vado a letto, io. Pochi ma buoni. Comunque, tornando al discorso, non ci hai fatto nulla con Morena, no?”
“No. Nulla.”
A parte un bacio leggero dato per gioco.
“E non hai intenzione di farci nulla?”
“Se capiterà…”
“Ray, mi hai detto che non ti piace! Scommetto che non riusciresti ad esserci amico.”
“È una sfida? La accetto.”
“Cinquecento euro.”
“Va bene.”
“E non puoi andarci a letto!”
“Vedremo chi vincerà, Marty!”
Marty ride e mi passa una delle sue buste. “Questo è per te. Ti ho comprato il completo.”
“Marty sei pazza?”
“Ti stava troppo bene. E poi siamo amici, anzi, di più. Sei mio fratello!”
La bacio sulla guancia e l’abbraccio. “Ti adoro, polpetta!”
“Scemo! Ricordati che mi devi cinquecento euro!”
“Si vedrà!”



Riuscirà Ray a vincere la scommessa? O sarà Marty?  XD lo scoprirete nei prossimi capitoli!!!
Vi sta incuriosendo la storia? =) Bacioni!!! <3 _ninive_

  
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