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Autore: _ninive_    21/02/2011    0 recensioni
Ray, occhi azzurri, sguardo serio. Sulle labbra ancora il ricordo di quella ragazza, Maya, che l'ha tradito e poi è partita... Eppure è passato un anno. Lui è sempre lo stesso, irriverente, sfrontato, ma sente la mancanza di qualcosa che è volata via nel vento. E poi, il bacio di quella ragazza misteriosa, coperta da una maschera, perfetto, unico, fascinoso, ma senza nome o volto. Solo due occhi lontani, grigi, e un braccialetto d'argento. Nuove amicizie, sensazioni, ma sempre lo stesso passato che ritorna. E allora cosa scegliere? IL SEGUITO DI "TRA MARE E CIELO" ma capibile anche per chi non ha seguito la storia. Gruppo su Facebook CON GLI OCCHI DI RAY. FATEMI SAPERE SE VI PIACE!
"Si può essere attratti da qualcuno in maniera così incondizionata da non preoccuparsi delle conseguenze?
Le sue labbra cercano quelle di Ray, le trovano, le stringono, le mordono, dolci. Le lingue lottano, indomabili, al tempo coi respiri, coi profumi, con la voglia…
Poi, veloce come era arrivata, si allontana da lui, corre via. Lui cerca di afferrarla per un polso, ma il suo braccio scivola via.
La vede sparire dietro le porte di un ascensore, rivolgergli un ultimo sguardo d’argento oltre i buchi della maschera.
Ray non ricorda di aver mai visto occhi così belli, eppure così tremendamente lontani. " leggete e commentate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tra mare e cielo'
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5Rientro a casa, affamato. Ma il frigo è vuoto. “Sere? Ci sei?”
Mia sorella esce dal bagno, i capelli bagnati. “Ciao Ray. Ma dov’eri?”
“Sono andato a fare acquisti con Marty.”
Poggio la busta con la mia roba in un angolo della cucina. “Allora, che mi dici di questo ragazzo?”
Sere si illumina. “Oh, Ray! È bellissimo, fantastico, gentile, unico, mitico…”
“Ok, ok. Ho capito è perfetto, ecc, ecc. Solita roba.”
Lei nemmeno mi ascolta e continua a declamare le immense qualità di questo Andros. Io mi siedo al computer e entro su Facebook. Ventinove richieste di amicizia. Tutte donne. Che palle, devo cambiare l’immagine del profilo. Ne accetto alcune, finché la freccetta sullo schermo rimane immobile. Incredulo, accetto la richiesta. Maya Mura. Ne visito il profilo, infilandosi tra i suoi momenti e ricordi come un serpente. Foto con amiche, amici, parenti. Foto artistiche, gioiose, tristi. Ma lei è sempre bella, sorridente in ogni foto. Molti le fanno i complimenti, e hanno ragione. Poi mi blocco, pensieroso. Perché mi ha chiesto l’amicizia, se ha passato un anno senza sentirmi, vedermi, cercarmi? Mi sento un idiota. Ho accettato di averla come amica in un sito che odio, pieno di persone che non contano nulla.
Una tipa, Alice, mi scrive un messaggio in posta, mi chiede se ho impegni stasera. La riconosco, eravamo insieme alle medie. Si è fatta carina, ma non mi interessa. Ecco, ragazze come lei non sono neanche paragonabili a Maya. Loro sono solo apparenza, neanche si curano di avere un minimo di tatto, si donano a te come regali già scartati. Le scrivo che possiamo uscire, alle nove, tanto per. Non mi sento neppure più io, che prima ero sempre contento di conoscere qualcuna, curioso di assaporare le labbra e la pelle di ogni nuova ragazza, scegliendo con cura le mosse, i gesti, per lasciare in ognuna il migliore ricordo di me. E ora, completamente incurante di ogni cosa, accetto solo per non lasciarmi abbandonare alla noia. Ma Maya, io cosa ho contato per te? Sono vere quelle due parole che mi hai sussurrato prima di andartene?
“Ray, mi ascolti?”
“No, Sere.”
“Andros ha una sorella. Magari potresti conoscerla.”
Mi ritornano in mente le parole di Ste. “Samu ha una cugina, ci devi uscire assieme.”
“No, grazie. Non uscirò più coi parenti dei consorti dei miei fratelli.”
Sere non sembra capire, un punto di domanda sulla sua testa. “Come ti pare. Domani non ci sono, ho una sfilata a Nuoro. Riesci ad arrangiarti per pranzo?”
“In qualche modo ce la farò.”
Poi penso che mia sorella non ha mai preparato il pranzo, e mi viene da ridere.



“Odio questo posto, Ray. È ancora peggio di notte.”
“Marty non ti sento!”
La musica altissima copre la mia risposta. Ci sediamo sul divanetto che avevano occupato assieme al proprietario il giorno precedente. Il Chico, pieno di gente fino a scoppiare.
Le ballerine si muovono sopra i tavoli, e più di mille tra ragazzi e ragazze ballano sotto la pedana del dj.
“Scusa se ti ho portato qui, ma voglio solo vedere se c’è.”
Quasi glielo urlo nelle orecchie. Marty mi capisce al volo e mi fa segno di andare a ballare.

“Non capisco perché mi avete trascinata qui… e lo sapete quanto odio le discoteche!”
“More, zitta e entriamo!”
Vera sembra sprizzare di gioia, Chiara si guarda intorno alla ricerca di Federico, Morena sbuffa e si lascia cadere su un divanetto appena lasciato libero.
Una cameriera si avvicina, e Vera ordina due Sex on the Beach, ma Morena fa segno di no deciso con la mano, guardando i ragazzi che ballano.
“Morena metti in tasca quel muso e divertiti! L’estate è cominciata e io sto a secco di ragazzi, e pure tu!”
Morena non risponde, e forse è meglio così.
“Chiara, quello è Federico?”
“Si, cazzo! Ragazze posso andare da lui?”
“Vacci, a tuo rischio e pericolo!”
Chiara si fionda da lui, e cominciano a ballare assieme, avvinghiati.
“Guarda ho visto Ray laggiù, quello che ti fissava stamattina. Quanto è bello…”
“Vai da lui, Vera. È solo.”
“Mica ti lascio qui.”
“A me non dispiace.” Morena le sorride, incoraggiante. “Spicciati o te lo fregano.”
Vera le da un bacio sulla guancia e si dilegua.
Morena resta al tavolo, girando il drink di Vera, distratta.


Marty se l’è filata con un tipo, dicendo di chiamarla quando volevo andare via. Peccato che il mio cellulare ce l’abbia lei nella sua borsa.  
Cerco di scozzarmi di dosso mani di ragazze infilate in ogni dove, senza volto né nome.
E poi, davanti a me, due occhi azzurri, capelli ricci, sorriso smagliante. Alla sua vista, le altre ragazze si dileguano, cancellate dal colore del suo sguardo incomparabile, dalla determinazione di avermi suo.
Balliamo, e mi sussurra all’orecchio il suo nome. Vera. L’ho vista stamattina, al bar. Si attacca a me come se fossimo una cosa sola.
Si avvicina a me per essere baciata e io l’accontento. La mia voglia sale. La prendo la mano e ci spostiamo da quella baraonda.


Lei è là, e lo vede stretto ad un’altra. Sente il suo cuore che sovrasta la musica. Sbuffa, pensando che lui non è tornato lì per lei, ragazza sconosciuta e inutile, sogno del momento. Dimenticata. Chiude gli occhi per ricacciare indietro le lacrime, le sistema dove ha messo tutte le cose impossibili, che gli altri non dovrebbero mai vedere. Cieli aperti, ricordi tristi e felici, rimembranze di canzoni, la sensazione delle labbra calde di lui sulle sue…


Vera ci sa fare, quasi più di me. Si spoglia e mi spoglia, febbrile, divorando con la lingua ogni centimetro di pelle.  E diventa un gioco, chi sa fare meglio il sesso, divorandoci a morsi, a graffi, quando la sento respirare forte sotto di me, guardandomi con gli occhi sgranati, nel buio di quella stanza, avvinghiata alla mia schiena. Sorrido sentendola gemere, e capisco di aver vinto.




Spero che la storia vi stia incuriosendo... grazie mille a chi commenta o mette le mia storia tra le seguite, le preferite o le ricordate. Mi rendete immensamente felice. =) Fatemi sapere cosa ne pensate... Vi avviso: la storia comincerà a svilupparsi tra due capitoli.......






















 

  
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