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Autore: Invader_from_Hell    11/01/2004    4 recensioni
Una situazione paradossale e assurda. Una lotta senza tempo e senza luogo, nè tantomeno un perchè. Un individuo estremamente particolare. Il titolo ESP dice già tutto... amore violento..
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Restavano celati nel respiro di quello che difendavano ad ogni costo. non permettevano all'aria di filtrare nei loro polmoni se non nella quantità strettamente necessaria. Non capivo a fondo questa loro necessità, dal momento che partivo senza dubbio svantaggiato, senza il minimo aiuto esterno, io che contavo solo su me stesso e sulla probabilità che avevo di superare quel tardo pomeriggio. Non si mossero neppure quando fu chiaro che la figura all'orizzonte ero io, erano come ipnotizzati da un protocollo sconosciuto, da qualcosa che in ogni caso dettava per filo e per segno le regole fondamentali per aver ragione di me. questo però non gli servì a molto, come fu evidente più tardi. Alcuni di loro sembravano molto convinti e devoti al loro compito, non sembravano mettere in dubbio l'importanza di quella situazione, ed erano sicuri di agire per il giusto. Altri invece si sarebbero facilmente confusi con giunchi in preda al vento, non una vera e propria tempesta, ma solo un pronunciato senso di movimento tale da far ondeggiare quelle flessibili ma robuste piante. E tuttavia quella condizione di instabilità sarebbe costata loro molto cara, sarebbero stati i primi a subire le conseguenze del loro poco convincimento. Erano proprio un bel manipolo, piuttosto nutrito e scrupolosamente organizzato, generalmente sovrastato da un senso di profonda devozione e totale sottomissione al destino. Quel clima a me non piaceva, ma tale disappunto era probabilmente da imputare alla mia totale sicurezza. Mi concessi il lusso di osservare il cielo. La prospettiva di uno scontro era ravvedibile anche lassù, tra le nuvole che in segno di lutto si tingevano di sangue che ossidandosi sarebbe diventato sempre più scuro e inevitabilemnte tendente a confondersi con lo stato d'animo di chi sarebbe caduto molto presto, senza ricorsi e senza pretesti. Non avevo la minima intenzione di stancarmi, avevo deciso in precedenza che nonostante la loro ovvia superiorità numerica, il tutto si sarebbe concluso con grande rapidità e con il minimo dispendio energetico possibile, avrei avuto altro da fare in seguito, dunque non era ammissibile dedicare aa quella faccenda più tempo di quanto ne sarebbe stato strettamente necessario. Li squadrai uno a uno, per quanti fossero nessuno di loro sembrava emanare veramente vita. Riesco sempre a provare compassione per chi mi affronta, il fatto che tale individuo possa avere una casa, una famiglia, dei figli, dei genitori.. mi sembra sempre plausibile e degno di rispetto.Quasi motivo di desistere. Ma negli occhi di quella gente c'era solo devozione, enorme, certo.. ma devozione restava. E fu forse quello che mi spaventò di più quel giorno. Arrivai persino a chiedermi se in quelle vene scorresse sangue. O solo un sorrogato di plasma intrinseco di devozione cieca e fedele. Mi sconvolse quel pensiero, e decisi che era giunto il momento di ostacolare il mio pensiero, il quale dava già chiari segnali di volermi condurre alla disfatta. Al farmi domande. Niente domande, agire. Alzai il braccio per avvertirli che le ostilità erano ufficialmente aperte, ma avrei potuto benissimo non farlo. Lo feci per pura cortesia. Mi indussi uno stato di leggera concentrazione. Mi iniziarono a fischiare le orecchie, come sempre. L'assordante sensazione di vuoto fu accompagnata dal sinistro fruscio degli alberi sconvolti dallo spostamento d'aria causato dal mio primo livello di dispendio energetico e di concentrazione. Lentamente raggiunsi il secondo livello, e il sollevamento delle zolle di terra in un raggio di 10 metri intorno a me ne fu il chiaro segno. Ancora non si muovevano, i loro ordini erano rimasti tali. Gli alberi fischiavano i maniera assordante e il cielo gridava, lasciando visibilmente scoperto il confine tra questo mondo e l'altro. senza preavviso ritirai le proiezioni spirituali, in modo da far cessare quei rumori pazzeschi e da raggiungere l'assetto ottimale per quello scontro. Sprofondai in coma. Nel mio solito coma vigile e cosciente. Si mossero in massa. Immaginavo che mi volessero circondare, e di fatto fu così. Ero adesso circondato. Rimasi immobile, ad occhi chiusi. Il grido "fuoco" si elevò altissimo ed assordante. Non vidi niente per qualche secondo, sentìi solo il rumore dei dardi che venivano smaterializzati. Iniziavano a gioire. Ero già annoiato. Gridai anch'io, e vidi chiaramente le braccia e le gambe dei più vicini che prendevano vie decisamente divergenti. Ero estasiato. non una goccia di sangue, come al solito non gli davo tempo di sgorgare dagli arti mozzati e dalle interiora che mi divertivo a spazzare a grande distanza. Il mio punto di vista era ormai chiaro, tanto che decisi di tornare in stato normale, uscendo dal coma. non era rimasto proprio nessuno, come mi aspettavo. Mi asciugai anche l'ultima lacrima silenziosa, non il minimo dolore in me. Mi chiedevo solo cosa ti avesse spinto ad arruolarti nell'esercito. Uno come tanti.
  
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