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Perchè sei fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni,
non dimenticarlo mai.
non dimenticarlo mai.
Lettera a tutti e
lettera a nessuno, in verità.
Lettera a Fantàsia.
Libri cari, libri adorati… libri talvolta odiati. Carichi di
storie, e avventure, ed emozioni. Forieri di dolci illusioni che avvelenano la
razionalità, preziosi amici eternamente presenti e al contempo assenti. Da voi
ho imparato tanto. Da voi ho appreso l’arte del sogno, le mille sfaccettature
del diverso e dell’ignoto. Con voi ho pianto, con voi ho amato, con voi e per
voi ho odiato.
Il mondo racchiuso tra le vostre pagine, “Fantàsia” come lo
chiamò Michael Ende, si alimenta e vive delle illusioni e dei sogni delle
persone come me.
Dicono che la gente non sappia più cosa sia l’immaginazione,
che sia chiusa dietro mura invalicabili di razionalità e cinismo. Se così è,
cara la mia Fantàsia, vedi di essermi un minimo grata. Molto mi devi sulla
vastità dei tuoi confini. Dovresti proteggere chi come me non fa altro che
creare per te nuovi luoghi, nuovi sudditi per la tua Imperatrice bambina.
Dovresti aiutarci, in qualche modo, a sopravvivere alle delusioni del nostro
mondo, permettendoci di portarne un po’ nel tuo, così da essere abituati alla
crudeltà del reale e a non uscirne troppo scottati.
Le tue braccia amorevoli dovrebbero trattenerci, ma capisco
che un mondo fatto di sogni non potrebbe che essere inghiottito ancora più
velocemente e irreparabilmente di noi. Il Nulla su di te vincerebbe a mani
basse.
Siamo ancora noi a doverti proteggere e crescere. Questa è
la nostra natura di creatori.
Per quanto detestabile sia ritornare nelle tue lande calde e
assolate dopo esser stati vinti dal Nulla, stanchi e feriti, cara Fantàsia, sei
la nostra pelle.
E se ci sono momenti in cui il buio ha la meglio su di noi,
in cui il nostro animo di guerrieri cede il passo a quello delle vittime,
troviamo sempre il modo di tornare da te.
Siamo fatti della
stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, disse il Bardo. Noi creatori,
noi autori, a volte inesperti e sbrigativi, altre accurati e geniali, siamo
fatti della stessa sostanza di cui sei fatta tu, Fantàsia. Sei la nostra
creatura, sei la nostra casa, sei il nostro porto e la nostra prigione. Amari
sono i momenti in cui ci imponiamo di non oltrepassare più i tuoi dorati
cancelli, tristi sono le lacrime che versiamo ogni volta che ti abbandoniamo,
dolorose le ferite che riportiamo ad ogni assalto del Nulla che ci mangia una
parte di anima ogni secondo di più. Alle ferite più profonde minacciamo
diserzione, ma non si può abbandonare la propria pelle.
Siamo fatti della tua stessa sostanza di sogno, Fantàsia. E
alla Torre D’Avorio finiamo sempre per tornare.
Lettera a tutti e
lettera a nessuno, in verità.
Lettera al Nulla.
Tedioso e crudele Nulla. Tu che sei il reale e tu che sei mio
nemico.
Ma sei anche compagno.
Contro di te io sono guerriera, immersa in te solo
cittadina.
Non ho mai capito come rapportarmi a te. Perdermi nel tuo
caos sembra portare su una via fatta di doveri e obblighi, priva di
sentimentalismi e povera di emozioni.
Vivere in te significa non abbandonare l’armatura e
camminare in bilico sul filo tagliente che ti separa dal tuo alter ego.
Significa soffrire, significa vacillare, significa ferirsi.
C’è chi chiama la lama del tuo coltello “vita”. Io la chiamo
crudeltà. Ma non è una crudeltà tua.
Non so chi tu sia, né chi ti abbia inventato, né se tu ti
sia creato da solo. Forse è semplicemente scritto che tu sia il mio nemico.
Così come il bianco è opposto al nero, il giorno alla notte, la corsa
all’immobilità, il certo all’incerto, tu sei l’opposto del sogno.
E se io son guerriera del sogno, fante nell’esiguo
schieramento di un mondo che non esiste, e il tuo esistere, qualunque sia il
suo scopo, è comunque parte di me.
Le innumerevoli ferite che lasciano nelle mie carni le
nostre battaglie mi forgiano, talvolta in bene, talvolta in male. Ogni stoccata
della tua spada mi pone di fronte alla
domanda.
Sei fumo nero o sei sogno?
Sei vapore o sei polvere di stelle?
Cosa sei?
Chi sei?
Domande a cui nessuno sa rispondere. Ma vorrebbe tanto.
Ogni volta che mi sento gonfaloniere di un esercito fatto di
fate tu mi porti a chiedermi se invece io non sia un semplice pedone sulla
scacchiera del destino.
Ogni volta che credo di essere una senza nome nelle tue fila
trovi un modo per dimostrarmi che sono diversa.
Caro Nulla, la lettera a te è forse la più difficile e la
più impossibile da scrivere. Sei tanto vasto e tanto pericoloso da non poter
sperare di scendere a compromessi con te.
L’unica cosa che posso fare è sottomettermi ancora una volta
di fronte al nero delle tue nebbie, riconoscere la tua grandezza e salutarla
volgendole le spalle.
Non so se io sia un guerriero o una vittima. So che continuo
a camminare sul filo della tua lama, impossibilitata nello scegliere tra due
mondi. Questo resta quello che sono.
Un’equilibrista pieno di ferite su entrambi i fronti.
Equilibrista è il
mio nome.
Lettera a tutti e
lettera a nessuno, in verità.
Lettera a te, Passione.
Lettera a te che spingi il mio incedere evitando che mi
abbandoni all’inerzia.
Chi ti perde è perduto, perché sei il motivo.
Si muore per te, si vive per te.
Passione tu sei capricciosa come la fortuna. Tu spingi ad
andare avanti quando tutto quello che vorremmo fare è fermarci. In base al tuo
umore ci lanciamo, combattiamo, ci fermiamo, tutto in base a te. Hai presa, se
la vuoi. Sei tenace.
Sei possessiva, Passione.
Nel momento in cui decido di abbandonarti, stringi i nodi
attorno ai miei polsi, strattonandomi di nuovo verso di te. Ed ecco il motivo
per cui sono qui, seduta, stanca e sfiancata dall’ennesima battaglia per
Fantàsia e ancora sconfitta da Nulla a tirar fuori parole che sanno di dolce e di amaro.
Lettera a tutti e
lettera a nessuno, in verità.
E lettera a te, Amore.
Oh, che lettere sono le lettere a te.
Dire cosa sei a parole è difficile, quasi impossibile. Tu
sei l’indicibile.
Se Fantàsia e Nulla sono i due mondi tra cui mi barcameno
spinta da Passione, tu sei la meta.
Sei ciò che cerco, sei scopo e premio.
Sei l’eterna ricerca.
Sei tante cose, Amore.
Nei libri sei un sentimento forte, impetuoso, che ti strappa
a forza i respiri dal corpo e ti lascia ansante e stravolto. Sei potente, e
crudele, e impietoso. Ma sei anche dolce, buono e rassicurante.
Amore tu sei contraddizione.
Fuori dalla carta sei solo il nome di un sentimento per
deboli. Fuori dalla carta tu sei nulla.
Nei miei continui viaggi tra un mondo e l’altro ti ho sempre
cercato e, diciamolo, mai trovato.
Ti ho cercato in lungo e in largo, offrendo il mio cuore
alle staffilate della disillusione per trovarti. Ne sono uscita sanguinante e
delusa.
Nel momento in cui stavo per abbandonare la mia ricerca,
ecco che fai la tua comparsa.
Conosco il tuo volto, Amore.
Non è quello di un cherubino. Non ha la perfezione degli
angeli. Non ha purezza che mi aspettavo.
La verità, amato Amore, è che ti ho trovato al centro esatto
del Nulla e ti sei rivelato l’eroe più virtuoso di Fantàsia.
Amore tu sei terreno.
Amore tu esisti.
Ma Amore tu fai tanto soffrire almeno quanto doni felicità.
Amore tu sei sempre in fuga. Mai ti attardi per più di un
battito di ciglia. Mai resti lo stesso. A volte lasci strascichi di Affetto
dietro di te, ma difficilmente resti a lungo te stesso.
Hai gli occhi nocciola, Amore. Hai le sembianze di un
ragazzo imberbe ma già uomo.
E sei imprevedibile, Amore.
Sei insicuro, sei fragile. Sei forse tu il sogno che vale la
pena di proteggere. Non un mondo inventato, non uno fatto di disillusioni. Tu
sei la fiammella da proteggere nel camminare sul filo.
Nemmeno tu ti riconosci, Amore. Tu che ti confondi con tanti
altri sentimenti e ti ammanti del drappo di dovere e obbligo, insegna del
Nulla.
Amore, non nasconderti.
Amore fermati e non scappare più.
Non aver paura del giudizio. Amore tu sei raro, non
lasciarti sopraffare da ciò che non ti appartiene. Lascia che ti protegga e ti
tenga con me, la mia armatura servirebbe a qualcosa.
Amore non ti spegnere. Continua ad essere il mio compagno di
viaggio e a tenermi in equilibrio perfetto tra i due mondi.
Amore resta, non andare via.
Lettera a tutti e
lettera a nessuno, in verità.
Lettera a te, guerriero errante.
Cammina, va avanti. Guardati indietro ma fallo con il
sorriso. Hai conosciuto Amore, conosci Passione. C’è chi passa una vita intera
a cercarli e non riesce a trovarli nemmeno impegnandosi al massimo.
È difficile. Il giorno in cui perdi Amore tutto è nero.
Precipiti nel Nulla, senza Passione con te. Fantàsia scompare. Ma sei un
combattente. Hai un giorno solo per piangere e leccarti le ferite. Fallo e poi
torna in piedi. Amore non ti ha abbandonato per sempre. Amore, è confuso e insicuro.
Non lasciarlo solo, comprendilo. Se è Amore, vero Amore, tornerà da te.
E la battaglia che continui a combattere, a volte fante a
volte eroe, non è un’inutile perdita di tempo.
Sei fatto di sogno, guerriero. È la tua natura.
È difficile, ma quando ti senti stanco, quando pensi di non
poterne più, quando pensi che sia tutto perso e che quel poco che si è salvato
sia una menzogna… fermati.
Guardati attorno.
Fallo attentamente.
E scoprirai che nel tuo camminare su un filo, nel
barcamenarti tra due mondi, nel combattere e soffrire, nel gioire,
nell’arrivare e poi di nuovo perdersi… in mezzo a tutto questo scoprirai di
essere vivo.
Perché sei fatto di sogno, guerriero.
E ognuno è ciò che è.
Soffri, stringi i denti, resisti. Concediti un urlo e un
momento di disperazione, ma uno solo.
Sei vivo, guerriero.
Ed essere vivi comporta uno sforzo
molto più grande del semplice atto di respirare.