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Autore: gendarmiaNY    28/01/2011    0 recensioni
Bianca: eterosessuale; Brenda: omosessuale.
Bianca&Brenda, una storia improbabile, una storia impossibile, una storia incredibile.
-La mia prima FemFlash, spero non sia totalmente orrenda come le altre mie Het!! :S
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Bianca

L'Università inizia a farsi sentire, inizia a gravare su questa povera testa. La voglia di uscire inizia a farsi sentire, come la sete a Luglio, come la pioggia nel deserto: una mancanza.

Inizio a grattarmi la base del collo, come se sentissi davvero la sete. Mi verso un bicchiere d'acqua e rifletto. Tutto quello che Febbraio ha da offrire. Università, esami, rimandature. E serate spese in locali, dove incontri la solita gente. Oddio, la gente è sempre diversa. E' la mentalità che è sempre la stessa. Esatto, facce nuove, mentalità identica. E stessa seccatura. Ormai attaccarsi alla faccia di Melissa per evitare scocciature dai soliti buzzurri è diventata un'abitudine. E quasi una necessità. Più nessuno si avvicina a te se mostri che ti piace il tuo stesso sesso. A parte gli arrapati più... irreprensibili, che attaccano anche qualora tu sia la sfigata più inguardabile del locale. E i gay, che rimangono a debita distanza. Ma nè Melissa nè io ne conosciamo.
Vorrei tanto passare una serata tranquilla, tra le braccia della mia migliore amica solo per tenerezza, o tra quelle di un ragazzo... diverso. Quelli che conosco sono già presi, e neanche ci penserei, mi sembrano tutti gli stessi. Ormai ascoltano tutti la stessa musica, fanno le stesse battute, indossano le stesse scarpe. Non che io sia la pecora nera, perché anche io ho un paio di scarpe uguali a Francesca. Ma accidenti, è uno solo! E non vado certo a colloquiare come Nicoletta o Salvatore o Tiziano. Mi piace rimanere me, anche se non piaccio. Ma il fatto è che se oggi non fai parte di un gruppo non vali granchè. Così, quando qualcuno ti adocchia, prima ti fa entrare nella sua cerchia e poi ti plasma, ti modella come fossi creta. E guai a te se cerchi di metterti un fiocco rosso per riconoscerti dagli altri vasi! "Voglio uscire" sentenzio ad alta voce, senza neanche rendermene conto.
"E non finisci prima?". A parlare è lei, Melissa. Alzo distratta gli occhi dal mio piatto trito e ritrito. La guardo confusa. Lei, splendida persona, di quelle che lo stampino non sanno nemmeno cosa sia. Lei, la bocca sottile, il sorriso gentile, la lunga frangia perennemente su quegli occhi da avventuriera. Avessimo vissuto in un altro tempo, scommetto che lei sarebbe stata una cercatrice d'oro, o una conquistatrice. "Non l'hai nemmeno assaggiato".
"Ah, sì... ora lo mangio. Non... sì, sì, ora lo mangio". Affondo la forchetta nella poderosa fetta di pasta al forno e addento cautamente. Di tutto quello che c'era esposto alla mensa quella sembrava forse la scelta più mangiabile. E così è infatti. In poco tempo la finisco.
"Dicevo... Rebecca vuole uscire una di queste sere, stare un po' insieme. Dice che Elia l'ha invitata al nuovo locale, quello accanto Giurisprudenza, il Salty Night, però non si fida ad andarci sola. Pensavo, se ti va, che le potremmo fare compagnia. Cioè, l'ha invitata lui, ma non è la solita cosa. Lui deve lavorare, quindi alla fin fine staremmo insieme e non faremmo da palo a nessuno. Secondo me è una cosa che si può fare. Poi non dobbiamo neanche spendere chissà che, magari usciamo solo dopo cena, e magari sì, riusciamo pure a farci offrire qualcosa. Mi ha detto che sarà una serata un po' diversa, non come le solite cose. Dice che è un locale particolare, però boh, finora li abbiamo girati tutti quelli della zona, e non mi sembrano tutta questa gran cosa. Ora magari le mando un messaggio. Ah guarda, è lei! Siamo telepatiche ihih Dice se te lo posso chiedere. Già fatto ahah Perciò? Che dici?"
"Sì, perché no? Salutamela". Sorrido e mi verso un altro bicchiere d'acqua. "Poi se dice che sarà diverso dal solito, la proposta è sempre ben accetta". Bevo.
"Okay, ecco... Sì, infatti, quando c'è da bere sai che io ci sono!"
"Ah, sìsì che lo so! E so anche che non ti togli mai il vizio di chiedere il permesso a chi organizza prima di invitare altra gente"
"Sìììì, ma sai com'èèè... tu sei Bianca, io esco senza di te, ma sai che se devo fare il palo preferisco che ci sia anche tu"
"Ah, grazie della considerazione!". Le tiro una patatina fritta con aria semi-offesa.
"Ihihih, per te questo e altro". Mi lancia un'occhiolino ed io lo afferro.
"Ehi, guarda che qui siamo in luogo pubblico, si disperdono"
"Sì, e infatti ne ho lanciati un paio a quello col cappuccio verde poco fa ma mi pare che non sono arrivati"
"Chiii? Quello?!". Indico un tizio alla mia estrema destra, in fondo alla sala, dall'altra parte della mensa. Lei si gira in direzione del mio sguardo, e inorridisce.
"Scherzi?! Ma mi hai preso per una cieca? Io dicevo il biondino dietro di te!". Improvvisamente si tappa la bocca perché capisce di aver parlato a voce leggermente sopra la media, così da destare la curiosità di una decina di teste sgranocchianti. Mi accuccio sulla sedia come per lasciarle più spazio per dar spettacolo, in realtà mi nascondo sotto la sciarpa a ridere. "E' tutto un malinteso" si ritrova a dire ai tavoli vicini, "parlavamo dei tagli di capelli.  Non è vero, Bì?". Ecco, non riesce a stare zitta nemmeno quando fa una figuraccia. Salto su ancora ridendo e faccio di sì con la testa con il sorriso più serio che riesco a fare.
"Sei una cretina!" le dico appena ognuno torna ai propri affari. Scoppiamo a ridere entrambe.
"Non ho mai pensato il contrario"
"Neanche io"
"Grazie!"
"Di nulla ammore mio". Addentiamo le ultime patatine ridacchiando. "Comunque, continuando quel discorso, io dico che non dovresti dargli troppo peso. Cè, è un coglione, se vuoi continuare a perdere tempo dietro gente inutile, fai pure. Ma potresti anche evitare"
"Lo sooo, ma mi pare male!"
"Ma proprio no! Non credo che lui si farebbe tanti problemi a piantarti in asso se non gli piacessi. Dici che vuoi essere stronza? Avanti, comincia da lui!". Melissa sbuffa. Non è il genere di conversazione che le piace fare, non è mai stata capace di far del male a nessuno intenzionalmente, neanche alla genìa più deprecabile di sua conoscenza. Credo che sia la persona più buona del mondo, ma questo non glielo dirò mai. Come posso stroncare ogni sua speranza di diventare migliore in partenza? "Muoviti"
"No"
"Vedi di muoverti"
"Ma che gli dicooo?"
"Mi stai sul cazzo, gira al largo. Semplice, no?". Mi guarda leggermente stravolta in viso. Forse non è proprio quello che si dice il massimo dell'educazione. "Okay, magari è troppo. Mmmhm, non so... Ehi Carlo, ti devo dire una cosa"
"E secondo te non si suicida prima che gliela dico?!"
"E lo vedi che è un coglione? Sennò accetterebbe di ascoltare almeno. Senti, non è cosa per te, non è cosa per nessuno. Se non ha le palle di vivere, che uomo è?"
"Vabbè... e che scrivo?"
"Quello che ti ho detto: ehi Carlo, ti devo dire una cosa"
"E poi?"
"E prima scrivi questo". Digita veloce sulla tastiera e torna a guardarmi, impaziente. "E ora scrivi... mmhm, mi sono ritrovata a riflettere in questi giorni, su tutto quello che è capitato tra di noi, e ho capito che non sono felice di litigare con te. Credo, scrivi scrivi, credo che neanche tu lo sia, mmhm, e trovo inutile continuare così. Sei un ragazzo simpatico e blablabla, ma non ha senso continuare... Scritto?"
"Senso di coerenza testuale zero, eh?"
"Che vuoi? Anzi speriamo che capisca, perché non è neanche sicuro che ci riesca se glielo scrivi a caratteri cubitali sotto la finestra!"
"Sì, ma questo messaggio fa schifo". Mi guarda perplessa. In effetti ha ragione. Ma chi ha mai scaricato un ragazzo con un sms? Posso mai iniziare con una persona con cui non c'entro niente? La guardo scocciata.
"Scrivi! Ehi Carlo, ti devo dire una cosa, riflettendo ho capito di non piacerti, sono stanca di litigare, ormai il nostro rapporto non ha più senso. Stammi bene, Mel. Chiaro, conciso, diretto... coerente, no?"
"Okay, ora glielo invio. Lo stammi bene però lo tolgo"
"Fai come ti pare, basta che te lo togli dalle palle!" sospiro esasperata. La battaglia ha inizio. 
   
 
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