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Autore: MangakA_BakA    28/01/2011    5 recensioni
"allora?" mi chiede, appoggiando la schiena alla porta chiusa.
Immagino di non potergli rispondere "è stato il bacio più dannatamente eccitante e meraviglioso della mia vita…"
DALL'ULTIMO CAPITOLO:
« Io.. Rimarrò completamente nudo di questo passo, lo capisci? Scoperto.. » mormoro, e probabilmente da un punto di vista esterno devo sembrare un malato di mente con manie di persecuzione, per il tono leggermente febbrile che ho usato, ma so che lui -solo lui- riuscirà a capire cosa voglio dire. « Sto cercando.. Sto solo cercando di non perdere anche gli ultimi pezzi che mi rimangono.. »
La sua mano allenta la stretta sulla mia spalla, scivolando piano fino al collo e prendendo ad accarezzarmi dolcemente.
« Perché non puoi lasciarli andare..? Smettila di aggrappartici così ossessivamente, se dovessi… se dovessi rimanere nudo, è troppo arrogante da parte mia sperare di riuscire a coprirti, a tenerti in piedi? »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Attention plis: questo capitolo non è propriamente parte della storia, sono solo dei piccoli ricordi di Luca quando era piccolo, riferiti alla frase dello scorso capitolo, quando dice che ha bisogno che Gio’ lo aiuti e lo consoli come ha sempre fatto da quando aveva 5 anni.

Oh, Luca e Gio’ sono del ’92, quindi il primo è proprio di quel periodo, e via dicendo, fate voi i calcoli.

(il primo episodio è preso dai miei, di ricordi. Quando ero piccola e andavo a qualche fiera con i miei genitori mi perdevo sempre ed iniziavo a piagnucolare come una scema, in particolare alle fiere del ciclo e motociclo, che erano sempre fottutamente piene di gente... XD )

 

SOME MEMORIES

 

1997

<< Ttupida fiera.. >> piagnucolai, tirando su con il naso. << Ttupida Su-suzuki e tupidi mamma e papà... >> continuai, mentre le lacrime mi inondavano il viso.

<< Dove cieteee? Perché non mi venite a p-plendere? >> mi stropicciai gli occhi, irritandoli ancora di più.

Ero al salone del ciclo e motociclo con i miei genitori e la famiglia di Gio’. O almeno, fino a mezz’ora prima lo ero. In quel momento ero alla fiera del ciclo e motociclo solo e disperato, perché, mentre fissavo adorante una Suzuki GSX R 750 i miei genitori se ne erano andati, lasciandomi lì.

<< Mammaaa! >> continuai a lamentarmi, sotto gli sguardi preoccupati della gente intorno a me.

<< Luca! >>

Alzai lo sguardo e mi guardai intorno. Chi mi aveva chiamato?

<< Luca, sono qui! >> mi voltai, e Gio’ si era materializzato al mio fianco.

<< Ti sei perso, eh? >> mi chiese, con un piccolo sorrisino.

Annuii. << Beh, adeccio pure io mi aono perso, pe cercatti... >> constatò, abbassando lo sguardo e aggrottando la piccola fronte.

Il mio labbro ricominciò a tremare, e i miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime. Gio’ se ne accorse, e mi prese la faccia tra le mani, sorridendo.

<< Non ti pleoccupare! Il mio papà ci tovelà di cicuro! >> esclamò, mostrandomi da vicino il suo migliore sorriso sdentato. Come per magia mi sentii subito meglio, rassicurato. Annuii.

 

 

1999

 

<< Guardate! Luca non riesce ancora a dire la esse! >>esclamò per l’ennesima volta il bambino, suscitando le risate di tutti gli amici.

Arrossii dalla testa ai piedi, abbassando lo sguardo imbarazzato.

<< Non è vero, i-io... >> balbettai, cercando di difendermi, senza alcun successo, per altro.

<< Sei strano! >> urlò una bambina accanto a me.

<< Non tono ttrano! >> sbraitai, sentendo gli occhi riempirsi di stupide, bagnate ed inutili lacrime.

Quando mi sentirono parlare, tutti scoppiarono a ridere di nuovo. Odiavo quei bambini di merda, e odiavo me stesso, perché non riuscivo a pronunciare quella maledetta lettera. Non dissi nient’altro, mi voltai e corsi in bagno, chiudendomici dentro. Dopo qualche secondo sentii qualcuno bussare alla porta.

<< Lacciatemi in pace! >> sbottai, tirando su col naso.

<< Luca? Sono Gio’, ti ho visto passare dal corridoio... >> disse la voce di gio’, dall’altra parte della porta. << Che cosa è successo? Ti prendono in giro? >>

<< Lacciami ttare Gio’... >> mormorai, asciugandomi le lacrime con una manica del maglione, in un gesto nervoso. Non volevo che il mio migliore amico mi dovesse vedere sempre in quello stato. Sapevo che Gio’ mi avrebbe solo aiutato, ma avevo paura che vedendomi così provasse pena per me. Non ero altro che un moccioso di 7 anni, ma non l’avrei sopportato. Seguì un attimo di silenzio, poi dei rumori non meglio identificati provenire dal bagno accanto, ed alla fine vidi la faccia di Gio’ spuntare al di sopra del muro di compensato che separava i due gabinetti. Sussultai, spalancando gli occhi.

<< Che.. che cavolo fai? >> esclamai, guardandolo salire, un piede dopo l’altro, sopra al muro.

Non mi rispose, e si lanciò giù, atterrando in malo modo accanto a me.

<< Non mi facevi entrare... >> si giustificò, con un’alzata di spalle. Io rimasi a guardarlo per qualche secondo con gli occhi e la bocca spalancati, poi scoppiai a ridere.

<< Oh, adesso ridi, eh? Sarebbe a dire che non hai più bisogno di me? >>

Smisi di ridere e sorrisi colpevole. Come avevo potuto pensare che Gio’ potesse provare pena per me?

<< ccusa, mi... mi prendevano in giro, tai.. per la ette.. >> gli spiegai, asciugandomi un’ultima lacrima rimasta all’angolo di un occhio.

Lui sorrise e mi prese la faccia tra le mani, come faceva ogni volta. << La prossima volta.. >> sussurrò. << Ammazzali di botte... >> mi stampò un bacio sulla guancia e mi lasciò.

Io scoppiai di nuovo a ridere.

<< Tu sei pazzo! >> esclamai. << Sei completamente fuori di tes.. >> mi interruppi e spalancai gli occhi, chiudendo la bocca al volo.

Gio’ mi guardò stupito. << Oh dio! >> esclamò.

<< Oh dio! >> gli feci eco.

<< La... la esse! >> urlò, indicandomi. << Hai detto la esse! >>

Io sorrisi leggermente sconvolto.

<< Cavoli, se lo sapevo prima che bastava darti un bacino.. Adesso passerò le mie giornate a darti bacini! >> e detto questo mi balzò addosso a mo’ di koala, incollando la bocca alla mia guancia.

 

 

2004

 

<< Ahi. >> mi morsi un labbro. << Ahia. Cazzo. Male. >>

L’infermiera alzò lo sguardo sul mio viso con aria parecchio scocciata, poi tornò a fasciarmi la caviglia, scuotendo la testa.

<< Ecco perché dico sempre ai professori di non lasciarvi giocare a calcio durante l’intervallo... poi vi fate male, e chi ci va di mezzo? Loro! >>continuò a borbottare in quel modo fino a quando ebbe finito con il mio povero piede, poi uscì dalla stanza, ordinandomi di rimanere fermo e zitto in attesa del suo ritorno. Io sbuffai, piagnucolando leggermente.  Come avevo fatto a farmi una distorsione del genere cedendo in quel modo lo sapeva il Signore. Chiusi gli occhi e mi stesi con un sospiro sul lettino.

<< Razza di scemo, si può sapere cosa diavolo ti sei fatto? >>

Mi tirai a sedere di scatto, sentendo la voce del mio migliore amico.

<< Gio’! >> esclamai, sorridendo. << Sono caduto giocando a calcio, e mi sono preso una distorsione ad una caviglia.. >> spiegai, alzando il piede per mostrargli la fasciatura.

<< Santo cielo, non ti posso lasciare da solo un secondo! >> esclamò lui, con aria parecchio divertita, ridacchiando.

<< Beh, ridi delle mie disgrazie?? >> esclamai, tirandogli un pugno sulla spalla.

Lui mi sorrise. Era un sorriso dolce, di quelli che gli illuminavano tutto il viso e che a me piacevano un sacco.

<< No, non potrei mai ridere delle tue disgrazie.. >> mi rispose, facendomi arrossire.

Okay, non ero una ragazzina, non arrossii per davvero, ma ero assolutamente certo che almeno le punte delle mie orecchie fossero diventate viola.

<< Anche perché, se lo facessi, dovrei passare le giornate a ridere, e diventerei rugoso come una tartaruga prima ancora di compiere i vent’anni. >>

Alzai gli occhi al cielo. << Sempre simpatico, eh? >>

Eppure, per qualche strana ragione, il piede mi faceva molto, molto meno male.

 

 

2006

 

Mi passai una mano sul viso in un gesto nervoso. Mi morsi un labbro, trattenendo le lacrime con qualche difficoltà. Non saprei dire se fossero lacrime di rabbia o di dolore, ma, quali che fossero, non volevo piangere lo stesso. Gio’, seduto sulla scalinata al mio fianco, mi guardavo con aria incazzata.

<< Okay, smettila di stare così per quella lì, non era altro che una troia. >> disse dopo un po’ di silenzio.

Io non potei far altro che stortare il naso. Già, una troia. A me però piaceva così tanto.. era stata la mia prima ragazza, e lei mi aveva mollato per scoparsi un tipo di 2 anni più grande. Che poi era pure brutto, questo. Cazzo, non mi ero mai sentito così tanto preso in giro.

<< Luca, sono serio, smettila di pensarci, capito? Ci sono altre ottocento ragazze che ti muoiono dietro, e almeno il novanta per cento di queste sono meglio di lei. >> continuò Gio’, cercando di tirarmi su di morale. Senza riuscirci più di tanto, comunque.

<< Nel caso, puoi sempre passare all’altra sponda, prometto che se ci proverai con me non scapperò urlando. >> aggiunse, con un ghigno divertito.

Io gli sorrisi, scuotendo la testa. << Nah, per il momento penso che rimarrò ancora su questa, di sponda.. >>

<< Luca, stai... piangendo? >>

Alzai lo sguardo su Gio’. Stavo piangendo? Mi passai una mano sul viso. Stavo piangendo. Quelle fottute lacrime alla fine erano riuscite a scendere, nonostante tutto. E non era giusto, che mi mettessi a piangere per una tale cretina. Non era affatto giusto. Mi morsi un labbro, affondando la faccia nelle mani. Per quanto non fosse giusto, non riuscivo ad impedirmelo. Stavo male. Dio, se faceva male, essere trattato così da una persona che diceva di amarmi.

<< Ehy ehy... >> mormorò Gio’, avvicinandomisi ed appoggiando le mani sulle mie braccia.

<< Gio’, tu.. non mi lascerai, vero? >> sussurrai, alzando lo sguardo su di lui.

Scosse la testa. << No. No Luca, mai... >>

Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e abbozzai un piccolo sorriso. Lui rispose con un sorriso gigantesco.

<< Sono troppo grande per baciarti come facevamo da piccoli? >> mi chiese, ridacchiando appena.

Mi morsi un labbro. << No. Non saremo mai troppo grandi. >>

Lui mi guardò sorpreso per un secondo, poi sorrise di nuovo e mi stampò un bacio sulla guancia.

 

 

Ragazzuole! Mi scuso grandemente con voi, ma in questo capitolo non potrò sproloquiare come al solito, né rispondere alle recensioni, perché non ho proprio tempo. Mea culpa. Comunque sapete benissimo che le apprezzo da morire! E mi diverto tanto a leggerle, quindi continuate a scriverle, continuate!

Tanto tanto ammoreH!!

   
 
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