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Autore: cupidina 4ever    28/01/2011    0 recensioni
Ma come diamine ho fatto a cacciarmi in un simile guaio?, pensai contrariata non appena varcai la soglia di non ritorno della settima aula dell’Ala ovest del Castello,maledicendomi più e più volte per non aver più forza di volontà e meno spirito d’indipendenza da coloro che si potevano definire amici ma che,alla fine, mi avevano trascinata in una cosa più grande di me. Come ci sarei saltata fuori? E se l'innaspettato mi proponesse qualcosa di impossibile ed irrealizzabile?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Storia costituita da solamente due capitoli. Ricordo le altre mie One- shot, ringrazio chi continua leggere e ringrazio di cuore coloro che continuano a seguire la mia nuova storia-raccolta "I Sette Vizi Capitoli". Grazie mille.

A presto,

B.

 

 La Legge della Lussuria

 

Ma come diamine ho fatto a cacciarmi in un simile guaio?, pensai contrariata non appena varcai la soglia di non ritorno della settima aula dell’Ala ovest del Castello,maledicendomi più e più volte per non aver più forza di volontà e meno spirito d’indipendenza da coloro che si potevano definire amici ma che,alla fine, mi avevano trascinata in una cosa più grande di me.

I miei amici forse non lo sapevano quanto in realtà, sotto la scorza da ragazza ligia alle regole e timorosa verso le sanzioni disciplinari, fossi una vera e propria fifona di prima categoria, insicura in tutto e per tutto, soprattutto da quando avevo scoperto, grazie al mio adoratissimo peggior nemico, quale fosse la mia vera natura, la mia famiglia d’origine e ciò che comportava avere il mio stesso sangue. Temevo come non mai di poter compiere qualche sciocchezza, di fare un passo falso con il quale rovinarmi la reputazione che mi ero costruita con fatica e sudore in quasi sette anni e,come nel peggiore delle previsioni, ciò era proprio accaduto, senza poter far nulla per poter cambiare le sorti in tavola.

Non mi accorsi neppure di essermi fermata sulla soglia, paurosa di ciò che sarebbe potuto accadermi se fossi entrata in quel luogo intrinso di perdizione, peccato e pura lussuria finchè non avvertii una leggera pressione sulle spalle sospingermi in avanti, sbilanciandomi con il corpo tanto da rischiare di cadere a terra se non mi fossi mantenuta al muro lì affianco.

“Non andavi avanti!”,mormora scrollando le spalle in un gesto che doveva somigliare a quello di scuse ma che in realtà non aveva proprio nulla a che fare, sorpassandomi con qualche falcata e raggiungendo i suoi cari amici, tutti ragazzi abituati a fare cose simili dato l’atteggiamento piuttosto rilassato che mostravano mentre chiacchieravano amabilmente prima d’incominciare a far sul serio, come continuava a ripetere quel decelebrato del mio ex-migliore amico, Harry Potter. Che poi, mi chiedevo in continuazione torturandomi un lobo della giacca di lana, come cavolo fa ad esser membro di un simile club? Nessuno sano di mente vorrebbe mai avere a che fare con il Bambino Sopravvissuto, tranne la sottoscritta ovviamente! Che poi,continuavo a chiedermi,tutti a scuola sanno quanto Malfoy odi Harry ed invece qui dentro scherzano e parlottano amabilmente, come se non avessero mai fatto altro in tutti questi anni! Probabilmente mi sono persa qualcosa per tutto questo tempo, pensai stizzita e leggermente arrabbiata per quel comportamento proprio inusuale da parte del mio amico e del mio peggior nemico, intenti a scambiarsi due chiacchiere come se nulla fosse. Un po’ contraddittorio per due persone che sfruttavano ogni occasione buona per mandare l’altro in infermeria con qualche osso rotto e impartirgli una lezione memorabile, da insegnamento per la Casa dell’altro.

Rimasi per qualche minuto buono impalata come una stupida vicino alla porta, aspettando che il mio migliore amico rinvenisse nuovamente e si decidesse ad andarsene prima di combinare chissà che guaio assieme a Malfoy ma le mie preghiere, probabilmente, non dovettero esser ascoltate più di tanto poiché l’ex Bambino Sopravvissuto si prese tutto il tempo del mondo per mettersi a suo agio, scordandosi completamente di me e della mia momentanea crisi isterica.

Aspettai qualche secondo, ancora, prima di avvicinarmi allo strano duo, formato da Harry e Malferret, riuscendo ad intercettare solo qualche frase insensata detta dal biondo Slytherin verso il mio amico, il quale continuava ad annuire con sguardo complice alternando fugaci occhiate al mio indirizzo, come per controllare la mia posizione.

“Hai piazza libera ma fai solo un passo falso..” Si fermò di botto, lasciando la frase in sospeso non appena mi avvicinai a loro a passo di carica, più arrabbiata che mai,e presi a fissarlo senza alcun remore. Odiavo non sapere, in generale, ma mi premeva più andarmene da quel posto, di ritornare nella mia amata stanza da Caposcuola, nel mio letto e riprendere il sogno lasciato in sospeso circa un’ora prima a causa della brutale sveglia del moretto, abituato fin troppo a svegliare Ron e gli altri ragazzi con cui condivideva la camera. Non avevo ancora capito per quale assurdo motivo mi avesse trascinata in quel posto, ben consapevole di quanto fossi riluttante a prender parte a simili club, se così poteva esser chiamato, soprattutto se illegali, contro le regole della scuola e frequentati da Slytherin, i primi a far festa e chiasso quando ne avevo l’occasione. Questa gliela faccio pagare, ed anche con gli interessi!, pensai stizzita pestando un piede fasciato dallo stivale nero con un piccolo tacco su quello del mio amico, il quale si trattenne a stento dal bestemmiarmi in faccia. Dov’è finito il caro vecchio Harry Potter, quel ragazzino imbranato con il mondo che si nascondeva dietro i suoi spessi occhiali da sfigato per sfuggire dalle domande della gente,eh? ,pensai scrutandolo con occhio critico ed indagatore sulla sua figura, notevolmente cresciuta col passare degli anni. Non che potessi dire che fosse un brutto ragazzo, questo no, però non aveva nulla di speciale in confronto a..

“Nervosetta, Mezzosangue?” la voce più irritante e, sfortunatamente allo stesso tempo, sensuale dell’intera scuola mi arrivò alle orecchie in un sussurro roco e profondo mentre il suo proprietario mi guardava ghignando apertamente, come faceva ogni qualvolta i nostri sguardi s’incrociavano per i corridoi o durante le lezioni in comune. Chiusi per un secondo gli occhi, presi un profondo respiro per calmarmi – era incredibile l’effetto che riusciva a scatenare in me quel ragazzo! – e costruire una frase intelligente ed in grado di lasciarlo a bocca aperta, almeno per una volta, per potermene andare senza avere la consapevolezza di dover concludere un piacevole, come fare un bagno nudi in un lago ghiacciato, diverbio con lui.

Preferendo usare l’arma dell’ignoranza, non mi premurai di rispondergli, anche perché non sapevo proprio come fare senza lasciar trapelare la mia agitazione a quella serpe bionda, ma puntai tutta la mia attenzione verso il mio amico, intento a guardare in faccia lo Slytherin che la sottoscritta. Non mi degna più neanche di uno sguardo, questo!, pensai scioccata, Però per costringermi a seguirlo gli torna comodo parlarmi,eh? Mi appuntai mentalmente di fargli passare i cinque minuti più dolorosi della sua vita non appena mi fosse capitato sotto tiro senza nessuno nei paraggi e gli sorrisi ironica, sperando di attirare la sua attenzione così da potermene andare prima ancora che incominciasse quel qualcosa a cui non avevo assolutamente intenzione di partecipare, non almeno di mia spontanea volontà. Piuttosto sarei finita a letto con quel bastardo di Malfoy! Bè.. un pensierino..

Scacciai quegli assurdi pensieri dalla mia testa voltando il capo in un’altra direzione, solo per non far veder loro che ero arrossita come un peperone, ed aspettai in rigoroso silenzio una qualche parola del mio amico ma nulla, non si decideva proprio! Sentivo chiaramente lo sguardo del biondo premuto contro la mia nuca ma non avevo il coraggio di voltarmi, non consapevole di esser arrossita come una ragazzina per aver fatto un pensiero inappropriato proprio sul mio nemico, colui che rendeva la mia vita un inferno da ormai troppo tempo per lasciar passare tutto come se nulla fosse mai accaduto. Senza alzare lo sguardo dalle mie mani, trovandole improvvisamente interessanti, spiccicai qualche parola all’indirizzo del mio amico, sperando di aver attirato la sua attenzione e non quella del biondo: la cosa iniziava a darmi realmente fastidio, anche perché esser presa in considerazione da uno come Malfoy – non che avessi qualcosa contro di lui ma proprio non mi andava giù il suo comportamento da borioso e bastardo figlio di papà che ogni volta tirava fuori quando parlava con me – era l’ultima cosa che desideravo, sinceramente. Bè.. forse non proprio l’ultima cosa..

“Ne hai ancora per molto? Inizio a stancarmi..” mormorai a bassa voce sperando di esser stata sentita solo da Harry e non da Malferret: non desideravo affatto esser sfottuta a ripetizione da lui e dai suoi amici Slytherin ogni qualvolta li avessi incontrati per i corridoi o in Sala Grande o quando avevamo delle lezioni in comune con Serpeverde. Piuttosto avrei cambiato scuola! Molte volte mi era capitato d’incrociare il suo sguardo senza un’apparente motivo e tutte le volte era saltato fuori un grande putiferio che si era concluso con una punizione per entrambe le Case, cosa che non andava poi tanto a genio agli altri componenti che non avevano fatto nulla. Preferivo assolutamente tenermi tutto dentro, facendo la figura dell’algida ed insensibile Mezzosangue So-tutto-io che la ragazzina immatura ed alle prime armi in grado di arrossire davanti al suo nemico giurato per uno stupido sguardo di qualche secondo! Ero una vera Gryffindor, io!

Purtroppo, però, tutte le mie preghiere mentali andarono bellamente a quel paese poiché intercettai, seppur voltata di spalle, lo sguardo del biondo trafiggermi le spalle da parte a parte, come se avessi detto qualcosa di assolutamente impensabile o sconveniente, una catastrofe insomma! Non sapevo assolutamente cosa volesse dire quel repentino cambiamento d’umore, o per meglio dire di sguardo, da parte del biondo ma sicuramente, volente o no, centravo io.  Non che fossi così tanto narcisista da pensare sempre e solo a me stessa ma, diamine! Sapevo bene quando ero io la causa, o almeno la conseguenza, di tali cambiamenti d’umore ed Harry ne era una prova evidente. Non che fosse un libro aperto come la sottoscritta ma poco ci mancava! Si poteva anche evitare di parlare con lui visto che tutto era scritto sul suo volto da bambino innocente ma segnato dalle violenze dovute al Lord Oscuro ed ai Mangiamorte.

Harry,giratosi – miracolosamente! – dalla mia parte fece per aprire la bocca ma venne prontamente interrotto dal biondo Slytherin, sentitosi improvvisamente chiamato in causa e autorizzato a prender la parola senza il dovuto consenso. Si capiva che lo odiavo? Non faceva altro che atteggiarsi da gran Signore, dal figlio di papà che non altro e poi si lamentava se noi Gryffindor avevamo dei pregiudizi su un tipo come lui od i suoi amici! Io lo odiavo già dal principio perciò non dovevo pormi alcun problema se aveva qualche sorta di protesta per come lo trattavo o meno: le cose non si sarebbero mai modificate. Bè.. il confine tra odio e amore è infinitamente sottile.. molto più di quanto si pensi..

“Dillo Mezzosangue. Non c’è nulla di cui vergognarsi..” mormorò divertito il biondo Slytherin trafiggendomi con le sue iridi d’argento, iridi a cui non riuscivo mai tener testa senza uscirne vittoriosa.  Di che stava parlando? Cosa farneticava? Il fumo gli aveva danneggiato i pochi neuroni buoni rimastigli dalla nascita, se ne aveva naturalmente. Forse i festini a base di alcool e fumo gli avevano danneggiato irreparabilmente la parte sana del cervello che aveva ed ora farneticava a vanvera cose senza alcun senso. E poi da quando in qua Malfoy mi rivolgeva la parola senza prendermi in giro? Era o no il suo passatempo preferito rovinarmi l’esistenza giorno dopo giorno solo per il gusto di vedermi in ginocchio davanti a lui, cosa che non accadrà mai e poi mai?  Probabilmente l’astinenza da sesso da Pansy, da voci che giravano ormai da qualche settimana per la scuola, gli doveva aver annebbiato la testa! Se,per non averlo più tra le scatole per qualche giorno, avrei dovuto pagargli un servizio lo avrei fatto volentieri! Un Malfoy appagato è più sopportabile che un Malfoy insoddisfatto e fintamente zuccheroso.  Che poi l’aggettivo zuccheroso per uno come lui era un vero e proprio insulto! Non sapeva neppure cosa volesse dire “zuccheroso” perciò non era proprio il caso di usarlo accostato alla sua persona. Non almeno se era nei paraggi.

Incrociai le braccia sotto al seno ed alzai un sopracciglio scettica, invitandolo a proseguire ma lui, come al solito, non dedusse il mio segnale così dovetti dar voce ai miei gesti. Mi sembrava quasi di parlare con un bambino. Quasi. Un bambino è meno rompi-scatole. Oddio. Sotto alcuni punti di vista. Ce ne sono alcuni con il quale andresti al manicomio nel giro di neanche dieci minuti! Lui doveva esser stato così durante l’infanzia. Sicuramente. Nessun dubbio.

“Che vuoi dire, Malfoy?” domandai, cercando di essere il più gentile possibile ma il tono di voce che mi uscì, scocciato e leggermente stridulo, non mi aiutarono nell’impresa. Maledetta voce! , pensai tra me e me mentre sopportavo lo sguardo divertito del biondo Slytherin. Ma cosa aveva mai da esser divertito quello li? Si vedeva sempre con quel suo dannatissimo ghigno da quattro soldi stampato in faccia, come se non avesse altra espressione facciale, e nessuno diceva mai nulla. Come al solito, d’altronde. Chi avrebbe mai il coraggio di dirgli che è irritante? A parte la sottoscritta,naturalmente. Non sempre, però. In alcuni momenti è molto sexy.

Ok. La mia testa stava seriamente andando a quel paese. Cosa avevo pensato? Il ghigno di Malfoy era sexy? Ma se sembrava che avesse una paralisi alla mandibola! Dovevo avere dei seri problemi per lasciarmi abbindolare come un’allocca da uno come lui. Abbindolare. Non proprio ma se pensavo certe cose sul mio peggior nemico.. Era fin troppo compromettente. E se qualcuno fosse venuto a conoscenza di questo mio piccolo segreto? Cosa ne sarebbe stato di me? Sicuramente sarei stata ripudiata come Gryffindor per aver fatto pensieri scabrosi su uno Slytherin, non sarei più stata amica di Harry e Ron e tutti mi avrebbero ritenuta una traditrice, di cui non si sarebbero più fidati neppure sotto tortura. Oh no! Terribile. No. Non sarebbe mai accaduto perché quello era l’ultimo pensiero dubbio su di lui. Ancora uno magari..

Probabilmente sul mio volto doveva esservi rappresentato sgomento ed imbarazzo dato lo sguardo dubbioso del biondo. Meno male che non fece alcuna domanda oppure mi sarei scavata una fossa. Veramente. Di sicuro non potevo dirgli che il suo ghigno era sexy. Perché no?

Ok. Quella era la prova lampante che mi ero fusa il cervello. Ma come si fa a pensare certe cose? Dire a Malfoy quello? Ma neanche morta! Che figura ci avrei fatto? Sarei stata solo una grande ipocrita a dire quelle cose proprio al diretto interessato, considerando il travagliato rapporto che ci univa e che ci separava come una spada. E poi io non volevo avere nulla a che fare con lui. Nulla. Sicura?  Maledizione alla mia coscienza corrotta e malsana che deve sempre insinuare un tarlo nella mia povera mente malata. Non può assecondarmi? No,eh? È chiedere troppo un briciolo di collaborazione? A quanto pare si. È chiedere troppo.

Persa com’ero nei miei pensieri non mi accorsi dello sguardo serio di Malferret rivoltomi, come se stesse cercando di studiarmi e capire cosa pensassi in quel preciso momento. Meglio che non lo sapesse o mi sarei dovuta ritirare in un monastero. Si. Si.  Meglio di no.

“Ti facevo più intelligente, Mezzosangue. Non sei forse tu quella che decanta il suo immenso quoziente intellettivo ai quattro venti?” dichiarò con voce cattiva, trapassandomi da parte a parte con le sue lame d’argento fuso. Non seppi per quale motivo ma rabbrividii per le sue parole. Non erano poi nulla di così speciale, non se paragonato a ciò che mi diceva un tempo, eppure ci rimasi leggermente male. Ormai mi ero così abituata al suo pseudo-cambiamento che un tono di voce del genere mi lasciò amaramente spiazzata. Che desiderassi quella sorta di pace tra noi a tal punto da rimaner delusa al minimo ritorno del vecchio Malfoy? Probabile ma non volevo accettarlo. Non potevo accettarlo. Era più facile fuggire dai propri sentimenti che prenderne atto ed assecondarli nel migliore dei modi.

Ressi il suo sguardo per un massimo di cinque secondi. Quando sentii la delusione traboccare con prepotenza dalle mie vene, preferii abbassare il volto, trovando più interessante i lacci delle mie scarpe. Vigliacca. Lo avvertivo dai suoi occhi impressi sulla mia pelle. Lo sentivo che desiderava in modo spasmodico dirmelo, accusarmi ma si limitò a dirglielo con gli occhi, rendendomi ancora più intrepida e confusa. Da quando mi importava qualcosa di Malfoy e del suo giudizio? Perché non riuscivo più a far finta di nulla alle sue provocazioni? Cosa mi stava accadendo di così tanto sconvolgente da non riconoscermi più?  Non riuscivo più a riconoscermi, né quando mi trovavo in aula di lezione né quando ero in compagnia dei miei amici e la cosa iniziava a preoccuparmi, per quanto preoccupante potesse essere. Cambiare non era la mia massima aspirazione,tanto meno quella di vedermi differente per colpa di un ragazzo, ed non uno qualunque ma uno come Malfoy. Malfoy! Non che fosse così tragico ma era pur sempre il mio peggior nemico,diamine! Vigliacca.  Aveva così dannatamente ragione. Era troppo per poter reggere un tale confronto con gli altri, per lo più con lui, ma dovevo farmi forza e rigettare tutto all’interno del mio cuore e sperare ardentemente che nessuno venisse mai a conoscenza di ciò. Che male avrebbe mai fatto ammetterlo? Avrei distrutto il mio orgoglio e ciò non potevo assolutamente permetterlo. Non così e non in quel momento. Troppe cose dovevano ritornare al loro posto prima di poter dare una svolta significativa alla faccenda. Vigliacca. Ormai me lo ripetevo da sola e il solo fatto di non riuscire a reggere il suo sguardo ne era una prova.

Trovando un barlume di coraggio da vera Gryffindor, alzai lo sguardo e gli risposi, proprio come un tempo. Quando tutto era al suo posto.

“Non credo, Malfoy. Non sono così narcisista come qualcuno di mia conoscenza. Ed ora, cortesemente, potresti espormi la tua illuminante idea?” domandai con una punta d’ira in più rispetto quanto avrei voluto. Forse non avrei dovuto attaccarlo in quel modo ma la mia bocca parlò da sola, come se avesse preso vita propria e il mio cervello non contasse più nulla nelle decisioni importanti che riguardavano il parlare normalmente con persone dell’altro sesso, specialmente con Malfoy. Sperai ardentemente che non interpretasse male le mie parole, come faceva sempre per poter prendere in giro a suo piacimento con i suoi amici, e rispondesse come dovuto. Stranamente lo fece. Forse le preghiere di quasi sette anni di scuola stavano avendo il loro effetto. E molto, anche!

Inclinò un poco il capo verso sinistra, lasciando che alcune ciocche bionde gli ricadessero sulla pelle d’alabastro del suo collo perfetto, guardandomi con quelle gemme che tanto avevo imparato ad apprezzare ed a detestare con gli anni. Ci mancò veramente poco che svenissi lì, davanti a lui. Non sto scherzando. Mi pareva di esser nuda sotto i suoi occhi indagatori che mi scrutavano e sondavano con una tale intensità da spezzarmi il respiro e da farmi tremare le gambe. Cosa mi stava accadendo? Era,per caso, una sorta di maledizione? Dov’era andato a finire tutto il buon senso di cui disponevo? Quando ne avevo bisogno si tirava indietro?

“Hai paura. Ti è chiaro ora,Mezzosangue?” domandò con voce divertita e con gli occhi illuminati da uno strano sentimento. Cosa aveva detto? Io avevo paura? Di cosa? Di lui? Di dov’ero? Della situazione che si era creata? Assolutamente no! Ma dove trovava simili sciocchezze? Bugiarda. Bene. Ci mancava solo la mia coscienza ballerina a dirmi che sono pure bugiarda, oltre che vigliacca. Ma che bello. Cosa manca all’elenco per finire la mia pseudo-descrizione? Bè..permalosa,intransigente, bacchettona.. Ok,ok. Avevo perfettamente capito. Non avevo mica bisogno della mia coscienza per farmi offendere. Per quello bastava ed avanzava Malfoy.

Boccheggiai in cerca d’aria, lasciando leggermente la bocca aperta, conferendomi un’aria da sciocca. Ma come osava? Ma sapeva chi ero io? Si..se no non lo avrebbe detto. Ok. C’era un volo diretto di sola andata per qualche paese deserto per la mia dannata coscienza? Perché doveva difendere quel mentecatto che aiutare me? Ma dov’eravamo? A scuola. In una stanzetta a fare.. Basta! Il mio cervello doveva proprio andare in vacanza. Ed anche io, se per quello. Tra la mia coscienza birichina ed il mio cervello non sapevo proprio a chi appellarmi per formulare una frase di senso compiuto, possibilmente senza sfondi sessuali che riguardassero il biondo Slytherin davanti a me. Avevo già pensato troppe cazzate quella sera per uscirne indenne. Se almeno qualche parte sana del mio corpicino mi avesse dato una mano ne sarei stata immensamente grata per il resto dei miei giorni. Evidentemente nessuno mi voleva così bene. Eh no. Dovevo combattere contro i miei stessi pensieri da sola. Che ingiustizia! Piantala di dire cazzate! Devo, forse, ricordarti che il bel biondastro ti sta ancora squadrando male e che non gli hai ancora risposto? Penserà che tu sia rincretinita.. cavolo! È vero. Non avevo ancora spiccicato parola da quando lui mi aveva ipoteticamente attaccato – no. Quello ero un attacco bello e buono. Altro che ipotesi ed ipotesi. Aveva proprio segnato la fine della tacita tregua tra di noi, lui! – e la cosa, sotto certi punti di vista, poteva esser mal interpreta.  E poi lui. Dai. Avrebbe sicuramente fatto qualche strana congettura ed addio perfetta reputazione da Gryffindor e Caposcuola modello. Che mondo crudele, il mio.

“Cosa hai detto?” riuscii solo a dire non appena ritornai alla realtà. Ma brava! Si poteva dire frase più cretina? A quanto pare no. Dovevo farle tutte io le figure di merda,eh? Mai lui. Sempre e solo io mi dovevo scavare le fosse in cui buttar mici dentro per tutte le cavolate che riesco a sparare quando parliamo?  Il suo comportamento da perfettino era un po’ troppo per i miei nervi a fior di pelle,e tutti a causa sua! Mai una volta che si scomponesse e andasse fuori dai suoi canoni. Mai.

“Hai sentito benissimo, Mezzosangue, ma se vuoi sentirtelo dire un’altra volta proprio da me non ci sono problemi. Hai paura.” mormorò con tono trionfante, gongolando come un cretino per esser riuscito a parlare senza rischiare di vedersi staccare la testa a morsi. Questo lo credeva lui. Non era mica detto che lo lasciassi in vita dopo ciò che mi aveva detto. Io paura? Ma cosa diamine si era fumato quel decelebrato prima di prender parte a quel dannato incontro per ragazzi disadattati a cui mi avevano trascinato con la forza?  Oppure era l’astinenza forzata dal sesso ad annebbiargli il cervello. Eh si. Doveva esser così. Assolutamente. Non c’erano altre spiegazioni. Voleva proprio finire all’altro mondo quel dannato furetto. Io paura? Io? La più coraggiosa Grifondoro mai esistita? Adesso.. la modestia non è di casa,eh? Tra tutti e due.. Taci dannata coscienza venduta al nemico! Quel maledetto stava cercando un modo qualunque per farmi saltare dai gangheri e tu l’aiuti anche? Tieniti lontani gli amici e vai a letto con i nemici.. stop! Ne avevo abbastanza. Fra un po’ sarei finita al manicomio. Ne ero più che sicura.  Non potevo fare certi pensieri con Malfoy a neanche dieci centimetri da me! Ne andava della mia sanità mentale, già fin troppo precaria!

Aveva osato dire che avevo paura. Io? Che avevo combattuto al fianco di quel cretino del mio migliore amico che mi aveva trascinato in quel postaccio – alias Harry Potter, se non si fosse capito. – contro Voldemort e mi veniva a dire che avevo paura? Per cosa? Per esser finita in chissà quale organizzazione segreta a fare chissà che cosa? Non che l’idea mi allettasse molto da dall’avere paura ce ne voleva ancora.. Credo. Perché io non avevo assolutamente paura. No. No. No. No! Se lo dici tu. Si, lo dico io. L’importante è crederci. Ma che..? Lo dici tu molte volte.. io ti copio! Uhm. Comunque non ho paura. No. Assolutamente. No, hai ragione. Oh. Finalmente qualcuno che pare ascoltarmi. Stai morendo di paura. No! Non è così! Ammettilo almeno dentro di te. Qui nessuno ti può prendere in giro tranne..me. Che bella consolazione. Accontentati di ciò che passa in convento, bella mia. È un po’ poco.. Ehi! E dopo aver fatto incavolare perfino quella perla della mia coscienza, dovevo solo ricordarmi di rispondere a Malfoy. Cazzo! Perché mi perdo sempre nei meandri della mia mente e non mi ricordo mai di rispondere alla gente che mi pone domande o quant’ altro?  Passo sempre per quella deficiente! Non che abbia una fama internazionale da preservare come il signorino davanti a me – ci mancava poco che soffocassi per quanta era la sua boria! – però ho una dignità da mantenere, qualunque essa sia.  Quanto avrei desiderato scavarmi una fossa e buttar mici dentro. Chi me lo aveva fatto fare, tutto quello? Perché ero finita in quel postaccio? Istintivamente il mio sguardo passò dalle iridi argentee del biondastro a quelle nocciola del mio ex-migliore amico, mentre pregavo dentro di me che il mio angelo custode mi portasse via da quel luogo così da ritornare nel mio adorato lettuccio caldo, divenuto freddo nel frattempo. Maledetto Harry. Se mi prendevo qualcosa era solo colpa sua! Lui ed i suoi giri.. con Malfoy doveva fare comunella?

Appoggiai le mani sui fianchi e lo fissai truce, domandandomi mentalmente perché non avessi il dono di incendiare le persone con gli occhi. Quello si che era un gran bel potere.

 “Ti sbagli. Desidero solo andarmene. È chiedere troppo?” sibilai gelida stringendo gli occhi a due piccole fessure,conferendomi un cipiglio alquanto incazzato. Ma come si permetteva quella sottospecie di furetto platinato? Con che diritto mi veniva a parlare di paure e timori quando lui era il primo a seminarne all’interno della scuola, spaventando i primini peggio di un dittatore? Chi era lui per venirmi a giudicare se neanche mi conosceva? Doveva solo stare zitto o presto avrebbe conosciuto da vicino il vago tepore della mia mano premuta sulla sua guancia. Ed ero più che sicura che non gli sarebbe piaciuto. Oh no.

Mi guardò strano, come se cercasse di leggere nel profondo quali sentimenti si stessero animando dentro di me ma non era affatto così semplice riuscire a capirmi, tanto meno se era una persona come lui a pretendere di conoscere qualcosa di profondo ed intimo del mio essere, colui che mi aveva messo contro quasi l’intera scuola il giorno in cui pronunciò per la prima volta rivolta verso la sottoscritta la parola “Mezzosangue”. Oh no. Lui non si meritava tale ricompensa, se così si poteva chiamare: doveva meritarsi il privilegio di conoscere il tale oscuro, perverso e recondito del mio carattere. Cazzo! Cosa? Lato perverso? Recondito? Oscuro? Eh..cosa c’è? Cosa c’è? Mi chiedi cosa c’è? Si. Oddio.. non ti rendi conto di ciò che hai pensato. Si,invece. Se no non lo avrei pensato, no? No! È meglio se ti prendi una pausa.. perché? Sei pericolosa. Ragioni come Lui. Non è vero. Oh si. Pare che tu ne sia innamor.. Stop! Non diciamo cavolate, per favore. Perfino il mio cervello ci si metteva a fare simili discorsi! Ma dove sarei finita di quel passo? Al manicomio o nel letto di Mal.. Basta! Meglio cancellare gli ultimi due minuti di pensiero e ritornare a guardare Malfoy, il quale stava sicuramente pensando che fossi pazza. Ecco. Sempre io a fare ‘ste figure! Mai lui che sgarra una volta, a parte tutti i festini s Slytherin, i fiumi di alcool e canne varie che circolano per la scuola per merito suo e.. Ok. Meglio smetterla. Mi pare di esser masochista. Perché? Penso troppo spesso a quel maledetto. Eh,l’amour.. Ma va.. Ehi! …in Francia! Cosa hai capito? Ma tutti che pensano male quando parli. Sempre e solo a quello pensano, perfino il mio cervellino. Che tristezza. Cara, dobbiamo,per caso,ricordare il sogno che hai fatto prima che venisse Harry-rompi-coglioni-Potter a svegliarti? ………. Un altro argomento, grazie. Ecco. Vedo che capisci al volo.

Mi ripresi dai miei pensieri, riportando la mia attenzione verso Malfoy, seppur non meritasse neppure che mi rivolgessi a lui. Troppa importanza lo rende ancora più insopportabile, bastardo, stronzo, figlio di.. Chi disprezza compra. Oh. Pure i proverbi, adesso! Ma basta!

Comunque sia, ritornai a guardare Malfoy, il quale,probabilmente, si stava chiedendo cosa mi ero fumata prima di andare in quel posto. Sinceramente me lo stavo chiedendo anche io! Andiamo bene. Ma dove sono finita? Ma stai zitta! Ripreso il controllo totale del mio corpo – Ti piacerebbe! Ci sono anche io, cara! – incrociai le braccia sotto il seno e lo guardai con un sopracciglio alzato, pronta a metterlo sulla forca alla minima parola che non mi andasse a genio.        

“Le persone come te le chiamo solo in un modo. Codarde.” disse spavaldo come al suo solito, sfidandomi con lo sguardo. Harry, che assisteva alla scena come spettatore esterno, si limitava a sussurrare qualcosa in Serpentese verso il biondastro, sicuro di non esser capito dalla sottoscritta. Maledetto! Si metteva, pure, a chiacchierare con quell’essere mentre io ci litigavo? Che fine aveva fatto il mio migliore amico? L’aver scoperto di esser finito a Grifondoro solo per puro caso al posto di esser andato a Serpeverde gli aveva annebbiato il cervello? Probabile.

Le persone come te le chiamo solo in un modo. Codarde.

Codarda. Mi aveva dato della codarda. A me. La ragazza che aveva combattuto più e più volte contro il Lord Oscuro in persona, la stessa che aveva aiutato Harry Potter nella sua guerra personale. Draco Malfoy aveva osato darmi della codarda. A me. Chi era lui per parlarmi in quel modo? Cosa aveva fatto di così eclatante per meritarsi il privilegio di attaccarmi senza alcun freno inibitore?

Le persone come te le chiamo solo in un modo. Codarde.

Come me. Cosa intendeva? Il non saperlo incominciava a darmi fastidio, impedendomi di pensare razionalmente come solevo fare. Come me. Chi era come me? Ed era inteso in senso positivo o negativo? Conoscendo il soggetto che aveva partorito una simile frase, avrei messo la mano sul fuoco nel dire che era un insulto alla mia persona. Tipico di Malfoy, dopotutto. Cosa mi potevo aspettare da lui?  

“Non mi conosci,Malfoy. Non mi attribuire aggettivi che non mi appartengono.” mormorai sibilando con gli occhi stretti a due piccole fessure e il tono di voce minaccioso, ormai preda di un sentimento chiamato rabbia. Come poteva un ragazzo mandarmi così tanto in bestia, tirar fuori quel lato nascosto del mio carattere che cercavo insistentemente di tener per me, di rovinare la maschera che, con fatica e tempo, mi ero costruita, di stravolgere tutto ciò che per me rappresentava un punto fermo della mia esistenza? Come poteva il sangue dividere in quel modo due persone senza possibilità di appello? Era veramente giusto quel tipo di trattamento? Meritavo esser trattata in quel modo brutale e del tutto meschino? Meritavo esser emarginata solo per il sangue che scorreva nelle mie vene, considerato impuro perché nata da genitori babbani, cioè non-maghi? Meritavo di esser trattata come la peggior persona presente sulla faccia della Terra seppur non abbia mai fatto nulla che andasse contro le regole? Meritavo tale disprezzo, mai tentato di esser celato per non offendere la mia persona? Come potevo permettere a tutti quanti di farmi mettere i piedi in testa senza mai fiatare? No. Non potevo. Non almeno con così tanta facilità come mostrava il mio acerrimo nemico Malfoy. Lui era la causa dei miei problemi fin dal primo momento in cui aprii bocca, l’attimo in cui avvertii un brivido attraversarmi completamente tutta la spina dorsale, ghiacciandomi sul posto. Lui era la causa dei miei continui soprusi, se così potevano esser definiti. Eppure.. eppure non lo odi. No. O almeno non come desidero. Non ci riesco. Mi pare di far del male a me stessa. In fondo se continuava ad offendermi un pochino doveva pur conoscere di me, no? Forse. Ma tu lo accetti? Non riuscii a darmi una risposta. Feci finta di nulla, stringendomi nelle spalle e preparandomi a rispondere al biondastro alla sua prossima frecciata. Perché sarebbe arrivata. Oh si. Non sarebbe stato da lui non farlo.         

“Non ti conosco? Guardati in giro, Mezzosangue, al posto di rimanere sempre sul tuo piedistallo e ti accorgerai di molte cose.” sibilò con voce cattiva col chiaro pretesto di farmi pentire per il mio comportamento. Pentire? E di cosa, di grazia? Non avevo mai commesso un errore in tutti quegli anni ed ora lui mi parlava di piedistalli e altro? Cosa vaneggiava?

“Vaneggi.” diedi immediatamente voce ai miei pensieri, stringendo un lembo della camicetta tra le dita per evitare di mostrargli cosa, in realtà, stavo provando. Mostrarmi debole davanti ai suoi occhi era l’ultima cosa che volevo fare, sinceramente. Preferirei, piuttosto, andare alla forca che lasciare i miei sentimenti alla sua mercè. Oh no. Era troppo ed io non mi fidavo di lui. O si? Ma sta zitta, stupida coscienza da quattro soldi!

Inclinò il capo verso sinistra, fissandomi di sbieco, sondando la mia anima fino a farmi sentire nuda sotto il suo sguardo indagatore. Più volte mi ero chiesta da dove provenisse quella sua capacità e mai ebbi modo di trovarvi risposta. Grazie a suo padre? O sua madre? Avevo avuto il dispiacere di conoscere, o per meglio dire scontrarmi con suo padre ma mai ebbi occasione di veder sua madre. Sicuramente doveva essere una donna di classe, raffinata e molto ambiziosa. Dopotutto aveva dato alla luce quel demonio di Malfoy, no? Non che fosse un crimine, sia chiaro, ma da qualche doveva pur aver preso le sue proverbiali caratteristiche di Slytherin viziato marcio da far schifo, no? Non solo dal padre, mi sembra ovvio.      

“Forse. Ma resta il fatto che tu hai paura.” rigirò a suo favore la frittata, bloccandomi ogni via d’uscita da quel assurdo gioco iniziato per puro caso. Dannazione! Come avevo fatto a cadere così scioccamente nella sua trappola? In fin dei conti chiunque sapeva bene quale tipi di rapporto intercorresse tra di noi, così come era limpido come l’acqua il suo intento di mettermi i bastoni tra le ruote per ogni minima cosa. Che fosse così semplice? Non n’ero così sicura eppure lui ci provava ugualmente.  Ed allora perché mi ero lasciata soggiogare come una stupida ragazzina in preda ad una cotta adolescenziale? Non era affatto da me! Da te no, ma dal tuo cuore si. Cosa?!?!? Il mio cuore non ha alcuna voce in capitolo quando si parla di Malfoy, chiaro? Se tu ci vuoi credere fai pure ma poi non venirti a lamentare con la sottoscritta. Non lo farei mai e poi mai. Non sei in grado di dare un consiglio buono! Dici solo un sacco di cavolate su Malfoy. Vedi? Cosa? Cosa dovrei vedere? Io non ho parlato di Malfoy. Perché l’hai subito tirato fuori? Merda! Aveva troppo di me, se non il cervello ormai bacato. Dovevo stare perennemente attenta con una come lei. Con la mia stessa coscienza. Ma si poteva esser più complessati di così? Probabilmente no ed io ne ero l’esempio lampante. Che onore. Veramente.  Strinsi gli occhi a due piccole fessure, azzardando qualche passo nella sua direzione. Ma come diamine osava? Va bene che era un dannatissimo Purosangue della malora ma non poteva parlarmi in quel modo. Oh no che non poteva!

“Come te lo devo dire che non ho paura,Malfoy?” sibilai cercando di trattenere l’impulso di togliere a suon di schiaffi quel dannato ghigno che albeggiava sul suo visino da morto. Mi limitai solamente a pungolargli il petto con l’indice, pentendomi un secondo dopo quando avvertii la consistenza dei suoi muscoli, del suo vigore, del petto forte e tenace che nascondeva alla vista di chiunque con quelle sue ricche camicie di prima mano. Feci per riportare indietro la mano ma me lo impedì con un rapido gesto del polso, costringendomi ad avvicinarmi a lui. Sentivo chiaramente il suo profumo - sarei sembrata solo una stupida ipocrita se avessi osato dire che non era così. - di muschio fresco, loto e..uomo. Cavolo. Non potevo esprimere altro aggettivo per descriverlo. Dannazione, ogni cosa di lui sembrava perfetta. Era forse segno del destino che conoscessi un essere perennemente al mio antipodo? Era così..frustrante. 

“Dimostramelo.” Interruppe il decorso dei miei pensieri, riportandomi brutalmente alla realtà dei fatti. E qual’era? Io, la famosa Mezzosangue Granger, avvinghiata ad una distanza di sicurezza pari a zero al mio peggior nemico, Draco Lucius Malfoy, intrattenuta in una maledetta conversazione che, a parer mio, aveva cominciato a parare su argomenti piuttosto delicati. E la cosa iniziava a darmi piuttosto fastidio. Si notava,per caso? Oh no, cara. Tutto normale. Liscio come l’olio. Meno male. Se però.. Cosa? Cosa diamine succede? Ecco. Se togliesti la mano dal suo petto magari potresti rimediare alla figuraccia. Sgranai gli occhi. Dannazione! Come ci era finita quella mano sul suo petto? Chi mi aveva tirato un tiro mancino per farmi cadere nelle braccia di Malfoy? Tesoro, chi non ci vorrebbe finire? Ti stai forse dimenticando che questa occasione è unica nel suo genere! Ecco. Lo sapevo io che dovevo fare un patto con il primo mercante di coscienze in circolazione e di sostituirla. Invece no! Mi tocca sempre esser buona ed affabile con chiunque. Bè.. Non credo proprio. Io non sono affabile con tutti. Ma assolutamente no. Andrebbe contro il mio principio di Grifondoro incallita. Oh, al diavolo! Ma chi voglio prendere in giro? Cerco solo di ingraziarmi la gente per far capir loro quanto io possa essere unica, speciale ed incredibile nel mio genere. Uhm. Forse sono un pochino megalomane. Oddio. Sono diventata come Malfoy. Ecco. A proposito di Malfoy. Cosa? Stai continuando a stringerlo come se nulla fosse. E lui non sembra neanche dispiacere. Cazzo! Non potevo non essermene accorta fino a quel momento. Era impossibile. Peggio. Avevo ufficialmente firmato la mia condanna a morte. Non stavo scherzando. Avevo toccato Malfoy senza un apparente motivo,per lo più non avevo minimamente tentato di scansarlo o di spostarmi di un solo millimetro per chissà quanto tempo. Ma che cazzo stavo pensando in quel momento? Cosa avevo fatto di così male per meritarmi una simile punizione, una cosa che mi sarebbe costata per il resto della mia vita e la reputazione da brava ragazza?  Non potevo veramente crederci. Impossibile. Non ti fa pensare a qualcosa tutto questo? Pensare in un momento come quello? Impossibile. Era da escludere a priori. Apri gli occhi, sciocca, ed inizia a guardarti attorno con gli occhi di una donna. Ma che cosa stava dicendo adesso la mia coscienza malata pronta per finire al manicomio? Si era bevuta qualche drink di troppo? Molto probabile. Non che io bevessi ma qualcun altro si. Ma cosa avevo fatto di male per meritarmi una coscienza simile? Ehi! Bada a come parli! In fin dei conti ho un cuore anche io. Come Malfoy? Esatto! Ma.. perché parli di lui, adesso? Eh? Io non sto parlando di nessuno! Cosa stai insinuando, vipera? Ma che gentilezza,eh! Si vede proprio che stare vicino a Malfoy ti ha contagiata. Non avrebbe sperato di meglio. Ma cosa diamine stai dicendo? Io non mi sono fatta contagiare da nessuno, chiaro? Io sono come sono, che tu lo voglia capire o meno. E allora perché non ti stacchi da Malfoy e pronunci una frase di senso compiuto? Non mi sembra molto difficile per una mente superiore come la tua, no? Maledetta! Cercava in tutti i modi di farmi capitolare, di strapparmi di bocca qualche parola compromettente ma non ci sarebbe mai riuscita. Oh no. Non avevo minimamente nulla da nascondere, tanto meno qualcosa che potesse riguardare quella Serpe bionda che mi ritrovavo davanti e che continuava a scrutarmi con un fastidioso ghigno stampato in faccia. Dannazione, ma nessuno gli poteva dire di piantarla con quella faccia? Era insopportabile vederlo ghignare tutto il tempo. Un attentato ai miei poveri neuroni già messi a dura prova dalla mia fantomatica coscienza. Con uno scatto repentino, facendo spaventare anche l’uomo davanti a me, mi allontanai di qualche centimetro ma purtroppo la sua mano, finita casualmente, sul mio fianco mi bloccava qualsiasi movimento. E chissà mai perché. Illuminami, ti prego. È chiaro come l’acqua: ti vuole vicino. E perché, di grazia? Scoprilo da sola. Non dovrebbe essere un problema per la tua.. Si. Ho capito dove vuoi andare a parare. Ruffiana come poche, dovevo ammetterlo. Riacquistando quel poco di buon senso di cui facevo tanto vanto, mi apprestai a rispondere alla sua provocazione. Eppure le parole che mi uscirono di bocca furono le meno appropriate per l’occasione. Una vergogna, in pratica.             

“C-c-co-co-cosa?” mormorai balbettando come una stupida. Ecco. Ci mancava solo quello. Ora mi avrebbe sputtanata a vita, deridendomi davanti a tutta la scuola fino a quando non sarei finita sotto almeno dieci metri di terra. Che fine patetica.  

“Hai capito. Se non hai paura, non ti sarà difficile.” sussurrò soave, scoccandomi un’occhiata che mi lasciò piacevolmente perplessa. Aspetta. Piacevolmente?!?!?! Ma dico io, stavo impazzendo? Come potevo solo accostare l’aggettivo piacevole ad un uomo come Malfoy? Era un vero e proprio sacrilegio. Un attentato per qualsiasi lingua. Una bestemmia! Ma smettila di fare la preziosa! Che? Io cosa facevo? La preziosa. Ed anche Malfoy se n’è accorto. Ma cosa stai dicendo? Io non faccio assolutamente nulla. Cerco solo di trovare un motivo per non schiantare te e lui in un colpo solo e tu mi vieni a dire queste cose? Sei di aiuto, sai? Oh grazie. Me lo dicono in molti. È una qualità molto ambita di questi giorni. Ok. Forse era meglio smetterla lì o Malfoy mi avrebbe presa per pazza. Vedi che ti interessa la sua opinione? Non fare la stupida ed incomincia ad attribuire il giusto peso alle tue azioni. Ok. Forse era vero ciò che diceva la mia coscienza ma preferivo vivere nell’ignoranza, per quel frangente. Meglio non scombussolare la mia vita quando ancora non avevo trovato un giusto ordine alle mie priorità. Scossi vigorosamente il capo, fregandomene se avrei assunto maggiormente l’aria di una pazza psicopatica, e fissai negli occhi il biondo Slytherin che stava di fronte a me. Caspita. Dovevo ammetterlo. Aveva degli occhi da favola. Così profondi da potersi perdere dentro. Ma che..? Non potevo star veramente facendo dei complimenti al mio peggior nemico! Non era ammissibile. Oh no.      

“Come?” balbettai come una sciocca, rendendomi solo in un secondo momento della pessima figura che stavo facendo proprio davanti all’ultima persona che avrei mai desiderato vedere in quel delicato attimo. Cavolo! Non potevo realmente fare tutte le figure di merda davanti a lui, rischiando di esser derisa per il resto della mia vita! Eh no!   

“Ti propongo un gioco. Le regole e le modalità le decido io. Ci stai?” si avvicinò di qualche centimetro, accorciando notevolmente la distanza di sicurezza che avevo cercato di porre tra i nostri corpi quando mi aveva guardato stranito, come se non capisse cosa mi stesse accadendo. E meno male! Non avrei mai desiderato che quell’essere viscido ed assolutamente ignobile potesse leggermi nell’anima, strapparmi a forza le emozioni ed i pensieri per poi sbatterli sulla piazza come se nulla fosse. Seppur sia una Mezzosangue, sono pur sempre un essere umano e come tale non ammetto esser trattata diversamente. Tanto meno da uno come Malfoy, la cui boria ed egoismo hanno offuscato completamente la mente.  

“E’ sleale, Malfoy.” dissi con voce decisa, spezzando l’imbarazzante silenzio che era caduto nuovamente tra noi. Si sembrava che la stanza fosse diventata improvvisamente vuota eppure sentivo con assoluta certezza la presenza di altri ragazzi, curiosi di sapere per quale motivo Malfoy, il famoso Principe delle Serpi, e la Mezzosangue più famosa della scuola stessero parlando così vicini, bisbigliandosi e soffiando l’alito ed il respiro in faccia all’altro. Cosa normale,eh? Mica tanto se si considera che noi due non siamo mai andati d’accordo. Ma proprio mai. Neanche in un futuro. Almeno era quello che credevo fino a quel momento.

“Per te,forse, ma per me,no. Accetti?” sussurrò con voce roca, avvicinandosi ancora di più fino a toccare il mio corpo con il suo, provocandomi senza alcun dubbio un brivido. Non volevo, però, ammettere che non era per il freddo. Oh no. Era altro che ancora non avevo il coraggio di pronunciare a voce alta. Era troppo per me. Troppo. Eppure volevo rischiare. Probabilmente mi sarei uccisa con il suo veleno ma non era mai troppo tardi per cercare un punto d’incontro che portasse la pace tra le due Case. Oh, al diavolo! Io non volevo fare nulla di tutto ciò. Ero egoista e lo scoprii solo quando mi accorsi, ormai troppo tardi per rimangiarmi la parola data, cosa pronunciai.

“Ok.”       

L’ultima cosa che vidi prima di uscire fu il ghigno compiaciuto sul volto del biondo Slytherin. Cosa nascondeva il serpente?                            

   
 
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