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Autore: Stella94    28/01/2011    4 recensioni
Il sole e la luna, l'acqua e il fuoco, gli opposti che irrimediabilmente si cercano e si compensano.
Ed è così anche per Damon ed Elena, due anime avverse, ma unite dal filo invisibile del destino.
Ma la malvagità, la cupidigia e la sete di potere rischiano di recidere la loro unione e di distruggere ciò che di buono c'è in Damon.
Ad Elena, Damon e Stefan non resta altro che combattere per la difesa dei loro sentimenti, nella speranza di ritornare a vivere, di ritornare a respirare...
Spero vi piaccia è una Delena. Grazie a chi leggerà e lascierà un commento.
BUONA LETTURA!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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secondo capitolo the vampire d                                                                                       Fratellanza
                                                                                                             2

Stefan si sentiva agitato e la testa cominciò a vorticargli dopo il quarto bicchiere di scotch.
Qualcosa non andava per il verso giusto.
Si avvicinò alla scrivania di rovere e per l'ennesima volta lesse l'articolo in prima pagina del giornale della città.
Recitava brevi, ma concise parole, che a Stefan stavano strette: "Un'altra morte a Mystic Falls. Il temibile animale colpisce ancora".
Stefan sapeva quanto quell'articolo si sbagliava eppure non voleva credere al peggio.
Non seppe quante volte quel giorno pregò Dio, per far si che quella si trattasse solo di una fortuita coincidenza, ma al mondo non esistono coincidenze.
Stefan aveva abbastanza esperienza nella sua vita centenaria per fiutare un pericolo avvicinarsi.
Anche quella volta lo aveva avvertito. Ma a cosa poteva servire prevedere un evento se non si poteva mutarlo?
A niente. Stefan Salvatore doveva solo aspettare e trattenere il respiro affinché lui non potesse ascoltare la sua trepidazione.
Perché a lui non sfugge mai niente, perché lui vive per infliggere dolore e si nutre di vendetta.
Stefan chiuse gli occhi, sospirò, fissò il soffitto poi udì una voce che già attendeva, la realizzazione di un incubo che credeva perduto.
<< Ciao fratellino. Da quanto tempo non ci si vede... >>
Ed eccolo di fronte ai suoi occhi, con quel suo ghigno malizioso che mai avrebbe cancellato dalla sua espressione e con quell'aria sfacciatamente irritante che da un secolo e mezzo lo accompagnava.
Stefan indugiò su i suoi lineamenti, nell'ultima speranza di vederlo diverso, cambiato, redento dalla sua vita dannata.
Si diede dello stupido solo per aver pensato una simile baggianata, dopotutto è di Damon Salvatore che stiamo parlando, lui non cambia mai.
<< Non sei il benvenuto qui Damon. Tornate da dove sei venuto. >>
Quella volta Stefan non avrebbe ceduto, ma neppure Damon.
<< Stefan, andiamo non essere così drastico. Sono venuto a farti visita e... sono in pace. >>
Accompagnò tali parole alzando le mani in segno di resa, ma Stefan sapeva che Damon non sventolava mai la bandiera bianca.
E' sempre stato così. Arrivava, causava il caos e poi ripartiva, per Stefan non vi era alcuna ragione per dare credito alle sue parole.
In fondo non lo aveva mai fatto per davvero.
Sapeva che una volta arrivato sarebbe rimasto, ma volle provare ancora, volle provare a liberarsi di lui prima che accadesse il peggio.
<< Tu non conosci pace Damon, ma solo guerra e morte. Sei tu il responsabile di tutti quegli attacchi animali vero? >>
<< Be', dovevo pur nutrirmi. >>
Ah già, lui rifiutava qualsiasi cosa che non fosse legata al sangue umano. La vita da "vegetariano" era per deboli e Damon non lo era mai stato.
Per lui la vita umana valeva ben poco e non vi era nessuna ragione che potesse spingerlo a darle un giusto peso.
A meno che, non si fosse trattato di una ragazza bella, formosa ed estremamente sexy, ma questa è un'altra storia.
Stefan sapeva che quel momento primo o poi sarebbe giunto, ma non immaginava così presto.
Suo fratello Damon rappresentava da più di cento quarant'anni la sua spina nel fianco, un dolore che non l'avrebbe mai abbandonato.
Ed ora, cosa avrebbe fatto ora? Gli avrebbe concesso un'altra possibilità? Gli avrebbe donato il beneficio del dubbio?
No. Non più. Stefan per quanto fosse meno esperto e furbo di Damon, era sicuro del fatto, che quella volta, non si sarebbe dimostrato un debole di fronte ai suoi occhi.
Ormai lo conosceva, poteva a stento prevedere le sue mosse, ma lo conosceva.
Le sue subdole azioni erano sempre spinte da un tornaconto.
<< Che cosa sei venuto a fare qui? >> Ancora una volta Stefan provò a vederci chiaro, anche se sapeva bene che qualunque cosa stesse progettando il fratello era di sicuro uno dei tanti suoi segreti impenetrabili.
<< L'ho già detto! Sono in visita. Passavo da queste parti e allora mi sono chiesto... perché non andare a controllare come se la passa il mio caro fratellino? E così... >>
Ottimo bugiardo ma non per Stefan, non più...
<< Tu mi odi Damon. >>
Odio, forse Damon lo odiava per davvero. Non basta essere uniti da un legame di sangue per far si che questo brutale sentimento non si manifesti.
Per tanti anni Damon lo aveva covato nell'angolo più oscuro della sua anima. E aveva le sue ragioni. Ma stranamente in quell'occasione si sentiva tranquillo e mosso evidentemente da interessi che non includevano la figura di suo fratello.
Di solito lo avrebbe schernito, ingiuriato e poi messo alle strette, ma sapeva che non gli conveniva.
Doveva agire d'astuzia, mettere a tacere il suo essere sospettoso, trascinarlo nella sua rete intrappolatrice.
<< Ah! >> Gli venne da imprecare << Vorrei sapere il motivo per il quale le persone hanno questa brutta opinione di me?! >>
Si portò la mano destra al mento, come faceva spesso quanto era in procinto di una delle sue frasi sgradevoli << In fondo, sono un pò malandrino, ma mi considero un bravo ragazzo. >> Sorrise, poi, come per convincerlo.
Stefan non seppe che rispondere. Si limitò a fissarlo e quel silenzio sferzante apparì a Damon come una contraddizione di ciò che aveva appena pronunciato. E infatti lo era.
Fu allora che la pazienza cominciò a venir meno.
<< Comunque questa è anche casa mia ed io sono libero di starci quanto voglio. >>
<< Non se metti in pericolo la vita di chi vi ci abita da tempo. >> Stefan pronunciò quelle parole e attese.
Damon sapeva che lo stava portando lentamente a svuotare il sacco. Fu rapido a cogliere i suoi arcani quanto astuti intenti, non si fece trovare impreparato.
<< Andiamo Stefan, sei un vampiro! Come me d'altronde. Siamo immortali, l'hai dimenticato? >>
Per quanto fossero indistruttibili, anche i vampiri avevano i alcuni limiti. La verbena ( un'erba micidiale per costoro) rappresentava uno di essi. Il fatto che fossero già morti non escludeva l'evenienza che potesse succedere ancora. E Stefan non voleva morire.
Si era riproposto mille progetti e altrettanti ostacoli da superare. Combattere la sete di sangue umano si poteva considerare  la sua maggiore prerogativa. Damon rappresentava il passato, qualcuno da tenere lontano, ma sapeva che non poteva cancellarlo del tutto dalla sua esistenza. In fondo era pur sempre suo fratello.
Era una scellerato, un bastardo, un stronzo allo stato puro, ma era suo fratello.
Questo però non bastava per indurlo a collaborare, non bastava per fidarsi di lui...
<< Te lo chiedo per l'ultima volta Damon. Cosa sei venuto a fare? Cosa cerchi? >>
Damon puntò i suoi occhi color ghiaccio su di lui e in silenzio lo sfidò.
Una sfida fatta di sguardi, una sfida per studiarsi e capirsi, una sfida per proclamare un vincitore.
Poi, inaspettatamente, il più grande dei Salvatore parlò:
<< Ho tutto sotto controllo Stefan. Stai tranquillo. >> Poi estrasse il suo cellulare dalla tasca, che vibrante, preannunciava l'arrivo di un messaggio. Lo lesse, accigliando quel sorriso sgarbato che tanto a Stefan irritava.
<< Ora, se non ti dispiace... >> Aggiunse << ...devo andare. Una certa Brigit Perez mi reclama. >>
Osservò poi il suo corpo estremamente affascinante dal riflesso di uno specchio. Ridacchiò soddisfatto, si mise apposto il collo della sua camicia rigorosamente nera e guardò Stefan << Che dici vado bene? >>
Non attese riposta, la modestia non era il suo forte. Era talmente sicuro del suo sex appeal di non aver bisogno di pareri altrui.
Sopratutto di quello del suo fratello minore.
<< Damon, dove vai? Torna qui! >> Stefan provò a chiamarlo, l'imponenza dei suoi dubbi esigeva risposte che purtroppo solo Damon poteva dare. Ma quest'ultimo, aveva già aperto la porta, in procinto di  muovere alcuni passi nel vialetto.
Ma non prima di aver lanciato una sua ultima uscita infelice:
<< Già senti la mia mancanza Stef? Non preoccuparti tornerò presto... >>
Strizzò l'occhio destro e sorrise. Poi sparì nel buio della notte.

Elena non era di buon umore. Ultimamente non lo era mai.
Pensava spesso alla sua vita passata, che ora sembrava irrimediabilmente lontana.
Molte volte la sua mente rievocava attimi vissuti nella tranquillità e serenità delle sua città natale: Atlanta, ed ancora poteva sentire nella sua mente i discorsi della sua migliore amica Jody e i baci del suo ex ragazzo Matt.
Matt, un'altra spina dolorosa nel suo fianco.
L'aveva lasciata alcuni giorni dopo la morte dei suoi genitori, dicendole, con brevi e inopportune parole, che non era pronto per affrontare una relazione a distanza.
Un vero codardo, ma nonostante questo, Elena non riusciva a provare rancore nei suoi confronti.
Ed eccola di nuovo davanti al suo liceo, fissandolo ancora con aria scettica e sbuffando come chi è in procinto di dover fare qualcosa che proprio non va giù.
A lei non andava giù proprio niente della sua nuova vita, sperava solo di ritornare ad essere felice, ma era certa, che per ora, quell'obiettivo rappresentava solo una lontana utopia.
Con un groppo alla gola si affrettò a raggiungere il proprio armadietto. Le sue braccia, infatti, stringevano un cumulo di libri, che da un momento all'altro minacciavano di rotolarsi sul pavimento rovinosamente.
Digrignò i denti, il peso di quel cumulo di fogli era insopportabile.
Si fece forza ancora, ormai era quasi giunta, affrettò il passo, pochi centimetri a separarla dalla meta, che ad Elena, in quel momento, sembrò il traguardo tanto agognato di un maratoneta.
Ma qualcuno, inavvertitamente, rovinò sulle sue spalle e perse l'equilibrio.
Chiuse gli occhi, prospettava il peggio. Poi avvertì un profumo insueto ed un calore quasi magnetico.
La sua testa intoppò su qualcosa di morbido ma duro come l'acciaio allo stesso tempo, probabilmente un corpo umano, ed il ronfo dei libri, ormai caduti, spezzò quel silenzio straziante.
Elena sentii due mani sulle sue braccia scarne e un respiro caldo soffiare sui capelli.
Riaprì lentamente gli occhi e riconobbe, per sua sorpresa, lo sguardo misterioso di Stefan Salvatore.
Ricordava bene il suo nome, come dimenticarlo, quel ragazzo l'aveva attirata peggio di una calamita. Ma ora anche lui sembrava aver ceduto all'imbarazzo e allo sconcerto che una stupida caduta aveva provocato.
<< Stai bene? >> le chiese gentilmente Stefan.
Elena lo fissò per qualche istante prima di rispondere << Oh...si, si, credo di si. >>
Stefan lasciò la presa dalle sue braccia e si accovacciò a raccogliere i libri sparsi sul pavimento.
A lavoro ultimato, le riconsegnò alla sua legittima proprietaria, che intorpidita come una mummia, li accolse con un altro sforzo.
<< Grazie mille. >> Le venne da dire, anche se avrebbe voluto aggiungere tante e tante altre cose.
<< Non c'è di che... >> Freddo, ancora, come un cumulo di ghiaccio. Elena stupidamente pensò che forse Caroline non aveva tutti i torti. Probabilmente Stefan aveva ben altri interessi e le ragazze non rientravano nelle sue priorità.
Ma volle comunque provare.
<< Comunque io mi chiamo Elena Gilbert. >> Gli porse la mano ed attese trepidante.
<< Stefan Salvatore, molto piacere di conoscerti. >> Le sorrise Stefan, involontariamente, ma anche piacevolmente appagato da quella situazione.
Di solito le ragazze non rientravano nelle sue priorità da vampiro, ma Elena faceva eccezione.
Come negare la sua estrema bellezza, la dolcezza e l'armoniosità che il suo sguardo regalava.
C'era poco da dire: Stefan si sentiva attratto da lei.


Intravedere Damon Salvatore gironzolare tranquillo per le vie della cittadina, era davvero un evento straordinario, ma ritrovarlo al liceo di Mystic Falls lo era di più.
Se ne stava, a braccia conserte, appoggiato alla portiera della sua auto, appollaiato con un gallo nel suo territorio, dominato da galline che si prostrano alla sua presenza.
Damon era proprio un gallo. Quello più dominatore e dittatore di tutti, colui che non voleva rivali nel suo pollaio e in realtà ne aveva ben pochi così impudenti da sfidarlo.
Stefan scrollò la testa e sbuffò. C'era qualcosa che gli sfuggiva.
Prima ritornava alla pensione con frasi ambigue e misteriose, ora, invece, si piazzava davanti al suo liceo, come se fosse alla ricerca di qualcosa, o meglio, di qualcuno.
Stefan non poteva saperlo, anzi, non voleva saperlo. Suo fratello era abbastanza maturo da poter mettere la parola fine ai suoi problemi da solo. Ma se questo implicava anche il sacrificio di qualche innocente, allora, il suo intervento era decisivo.
<< Damon, cosa ci fai ora qui? >> Stefan gli si avvicinò ispirando aria di guai.
<< Sono venuto a prenderti fratellino. Volevi farti tutta questa strada da qui a casa a piedi? >>
Doveva immaginarselo. Damon aveva sempre una risposta pronta e per di più plausibile. Ma quella era un'altra menzogna e quel gioco ormai aveva già stancato Stefan.
<< Avanti Damon non sono uno stupido. Sono stufo dei tuoi misteri, cosa stai macchinando questa volta? >>
Il fratello maggiore fece un lungo sospiro, come per trattenere la sua bile. Spostò gli occhi al cielo, forse chissà, alla ricerca di un dio capace di aiutarlo. Ma lui non aveva mai avuto il bisogno dell'aiuto altrui.
Era proprio questo a determinare la sua indolenza.
<< Stefan, la vecchiaia ti sta giocando brutti scherzi. Stai diventando più paranoico del solito! >>
Il più piccolo dei Salvatore stava per controbattere, quando sentì una voce, a lui da poco familiare, che gli intorpidì i sensi.
Elena aveva chiamato il suo nome e a grandi passi si dirigeva nella sua direzione.
Aveva qualcosa di piccolo e scuro racchiuso nella sua mano scarna ed un sorriso che brillava più di mille diamanti.
Stefan l'accolse trepidante.
Ma fu proprio quando ella le fu a pochi centimetri, porgendogli ciò che aveva in mano, che quel bellissimo ghigno scomparve.
Si tramutò quasi in una smorfia di sbigottimento, di pura sorpresa, di compiacimento.
Ed i suoi occhi castani e lucenti, non erano più rivolti a Stefan ma ben si a Damon.
Damon, che a sua volta la fissava, aggraziato da quella dea rara e preziosa, una preda così rara che mai le sue fauci avevano bramato. Elena trattenne il fiato quando incontrò lo sguardo di Damon.
Non aveva mai visto qualcosa di così sublime.
Era incredibilmente bello. I suoi lineamenti erano nettamente delineati e quasi perfetti sotto la massa di capelli scuri.
I suoi zigomi erano il sogno di qualsiasi scultore e i suoi occhi l'incubo di ogni donna.
Elena non riusciva a distogliere gli occhi da lui. Doveva sapere chi fosse, doveva conoscere il suo nome.

CONTINUA...

Bene rieccomi con il secondo capitolo. Vorrei ringraziare immensamente chi ha lasciato una recensione per il primo capitolo e che l'ha messa tra quelle da seguire e tra le preferite. Grazie Grazie Grazie. Un grazie va anche a chi l'ha semplicemente letta e ha gradito... Il prossimo capitolo sarà molto più scoppiettante. Scopriremo forse il motivo per il quale Damon è tornato e Mystic Falls e scopriremo anche l'esito del primo incontro tra Damon ed Elena che qui ho solo accennato. Spero che vi sia piaciuto, vi sarei molto grata se lasciaste un vostro parere, anche una semplice parola. Perciò RECENSITE in molti, ringrazio in anticipo chi lo farà. Grazie per la cortese attenzione e a presto. Ah! Dimenticavo Elena e Damon forever!!!!!!! Ok ho sclerato già abbastanza... A presto kiss kiss da:
                                                                                                                                        Stella94




   
 
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