Film > La Fabbrica di Cioccolato
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Autore: MeliaMalia    28/12/2005    6 recensioni
Scusatemi, ma non ho resistito... E se Willy Wonka non avesse cercato un erede, ma una moglie?
Questo racconto vuole essere una gentile parodia di un libro e di un film che ho apprezzato molto; se vorrete commentare e consigliarmi, mi farete molto felice!
Completata! ^^
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Grazie mille a chi mi ha commentata! Scusate se vi faccio attendere, ma non ho mai molto tempo! Ecco, adesso entra inscena il caro Wonka... speriamo bene xD
Continuate a lasciarmi i vostri commenti, mi fanno piacere ^^


CAPITOLO QUARTO
“Mie graziose – perché siete graziose, vero? – vincitrici… accomodatevi!” La voce trillò allegramente dagli altoparlanti dell’enorme spazio brullo che divideva la fabbrica dal cancello; spazio che le cinque fanciulle attraversarono con non poca circospezione, spiate dalla folla in attesa al di fuori del perimetro recintato. “Venite avanti, vi prego, non abbiate paura!”
Paura? No, solo… inquietudine. Viola si strinse nel lacero cappotto, rabbrividendo ad una folata di vento più forte delle altre. Era protagonista di un evento irripetibile, eppure non sognava altro che tornarsene a casa e trovare un bel cappello per il suo compleanno. E magari una nonna un po’ più normale…
Di fronte al portone, la loro marcia si fermò. Alzarono i nasi, fissandolo a bocca aperta: il portone in realtà era una possente struttura in ferro, atta a proteggere la fabbrica dall’accesso casuale di qualsiasi forma di vita; non solo di un ladro, ma anche di un microbo.
“Non scherza, eh?” Azzardò Viola.
“Amore per sicurezza! Prafo!” Approvò Sara, nel suo tipico accento.
“Mmh… sento già un certo profumino di cioccolato…” Annusò Mara, quasi sollevandosi sulle punte.
“Come fai a sentirlo? Sembra una camera stagna!” Rimproverò Denise.
“Uhm, devo aggiornare l’antivirus.” Rifletté fra se e sé Elmena.
In quella, il portone si spalancò. Tutte e cinque trattennero il fiato...

“Devo uscire davvero? Mi sembrano tutte una più matta dell’altra…”
“Stia tranquillo… se qualcosa non dovesse andare bene, interverremo noi!”
“Mi fanno paura!”
“Senta: veda di portare fuori quel suo deretano da multimiliardario immediatamente, prima che la spinga io!”
“Ma… io…”

Fu con un balzo atletico, o con una spinta energica, che Willy Wonka volò fuori dal portone, atterrando miracolosamente sulle gambe, con un sorriso tutto fascino e carisma.
Le cinque si strinsero inconsapevolmente tra loro, fissando l’uomo appena entrato in scena. Era pallido, terribilmente pallido; vestito con una giacca a coda di rondine color prugna, pantaloni oliva e guanti color perla. Un completo elegante, sormontato dal lungo cilindro e accompagnato dal bastone dall’impugnatura a forma di sfera.
“Ah, le fortunate vincitrici!” Levò il cilindro dal capo, rivelando un taglio di capelli a dir poco ridicolo: una specie di caschetto dalla frangia cortissima, che faceva somigliare la sua testa ad un bizzarro uovo. Si prostrò in un profondo ed elegante inchino, esibendo un sorriso di denti perfetti, bianchi, abbaglianti.
Denise fu la prima a reagire. Reagì flettendo elegantemente un ginocchio, e piegando appena la testa, come salutano solo certe damine di certi film.
Dopo un momento di imbarazzo, fu presto imitata da: Elmena che inchinandosi fece cadere il note-book, Mara che inciampò non si sa bene come e rotolò su Viola e infine da Sara, che ripeté alla perfezione un rigido saluto militare.
“Ma sono davvero pazze…” Sussurrò il miliardario, cercando disperatamente una via di fuga.
No!
Non poteva fuggire! Aveva una missione da compiere, e per quanto spaventosa, l’avrebbe portata sino in fondo! E poi, aveva una valida protezione alle spalle, no? Sì. Niente paura, testa alta! Via con la prima fase del piano!
“Ehm…” Si schiarì leggermente la voce. “Nella speranza che la visita sia per voi il più gradevole possibile, vorrei sottoporvi ad un piccolo questionario…”
“Sondaggi d’opinione? Anche qui?” Denise sospirò pigramente.
Wonka al momento preferì soprassedere su quell’ignobile commento, mentre, mantenendosi a debita distanza da quelle pericolose creature, distribuiva loro un foglio a testa. Infine, rivolse uno sguardo tagliente a Denise: “Con i prodotti della MIA fabbrica, cara signorina, certi stupidi sondaggi sono a dir poco profani! E’ ovvio che i miei dolci piacciano, no?” Ribatté, con tutta la sicurezza del mondo.
Viola non ascoltò neppure ciò che Denise rispose, o se ebbe il coraggio di rispondere: era troppo sorpresa dalle domande.
Le prime erano più o meno normali, come SEI ALLERGICO AI DOLCI? o PREFERISCI IL CIOCCOLATO AL LATTE O QUELLO FONDETE?... però quelle che seguivano…
“Mi scusi, ma a lei cosa gliene importa se so stirare?” Balbettò Elmena, sbarrando gli occhi.
“E perché chiede quali potrebbero essere per me le qualità di un buon marito?” Sibilò Sara, già pronta a stracciare il foglio.
“Io preferisco il cioccolato al latte!” Cinguettò Mara, compilandolo gioiosamente.
“Preferisci piangere o ridere?” Viola sussurrò la penultima domanda, sempre più sbalordita. Ovviamente segnò la seconda opzione, quindi passò all’ultima, e forse una delle più ridicole. Ovvero: Preferiresti sposarti: a) In un campo di cacao b) In una chiesa di cioccolato c) In una fabbrica di dolci d) In nessuna delle precedenti opzioni. “Ehi, tu a questa che ci hai messo?” Balbettò, cercando di copiare da Elmena.
“Un attimo, sto facendo una ricerca su Google! Magari trovo le risposte…”
“Pazze, sono pazze… ho paura!” Willy Wonka tremò nuovamente innanzi alla follia delle cinque vincitrici. Fece un balzo di terrore, quando Viola gli si avvicinò per consegnarli il suo foglio – con l’ultima risposta ovviamente lasciata in bianco – e infine, recuperato un po’ di coraggio, lo accettò con un incerto sorriso. “Hai risposto con attenzione e cura?” S’informò il più cortesemente che poté.
Viola non ebbe il tempo di rispondere, dato che fu letteralmente scaraventata via dalle altre quattro, liete d’aver terminato il proprio compito. Wonka, ancora un po’ tremante, raccolse tutti i fogli, e li scorse velocemente.
“Uhm… Signorina Mara? Chi è la signorina Mara?” Domandò, alzando il capo con un’espressione che non prometteva nulla di buono.
“Sì, sono io!” Mara fece un paio di saltelli, alzando la mano.
“Sbaglio, o lei ha segnato che apprezza il cioccolato al latte?” Sibilò, la falda del cilindro che copriva parzialmente due occhi non esattamente felici.
“Ehm… sì…”
Wonka la squadrò ancora un attimo, prima di esplodere: “Ma è MERAVIGLIOSO! Anche io lo preferisco!” Si congratulò, stringendole energicamente la mano, e, nonostante la mole non indifferente, sbatacchiandola qua e là. “Ah, che bello! Forza, forza! Entriamo!” Fece loro cenno di seguirlo, e saltellando e danzando entrò nella fabbrica.
“E’ pazzo!” Gracchiò Viola. Tutte annuirono furiosamente, poi entrarono con aria furtiva.


   
 
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