Capitolo IV:
Il
suo sguardo era rivolto alla città,distesa ancora addormentata
ai piedi della collina,ma i suoi occhi non la vedevano.Per quanto si
fosse sforzato,quella notte aveva riposato pochissimo,e così
si era ritrovato lì,seduto sull'erba umida di rugiada,ad
ammirare l'alba.Sapeva cosa lo aveva tenuto sveglio:in quei giorni
era ormai diventata un'ossessione,un pensiero che lo torturava
incessantemente,e a cui purtroppo non riusciva a dare soluzione.
Qualcosa
era cambiato.Prima o poi sarebbe accaduto,questo era ovvio,ma adesso
non era ancora pronto per affrontare la questione;avrebbe desidarato
poterne parlare con lui,però non ne trovava il coraggio:non
voleva chiedergli di più.Non poteva chiedergli di più.
Avrebbe
dovuto accontentarsi di avere il privilegio di baciare quelle
labbra,di averle solo per sè,eppure non ne era
capace:probabilmente quell'impulso era da attribuirsi al fatto
che,come faraone,aveva conquistato tutto ciò che
desiderava,senza ricevere alcun tipo di restrizione.Adesso però
era diverso.L'oggetto delle sue brame gli apparteneva già,ma
non osava spingersi oltre:la sua non era paura di un rifiuto,bensì
di farlo soffrire,di trascinarlo in una storia che gli avrebbe
provocato dolore inutile,offuscando la sua naturale vitalità
poco a poco.
Era ben consapevole che arrivando fino in fondo,Yugi gli si sarebbe legato indissolubilmente,anche più di quanto lo fosse ora,e questo non avrebbe fatto altro che complicare maggiormente la loro separazione,la quale gravava già su di loro come un'ombra,una nube minacciosa che li seguiva incessantemente,ostacolando la luce di quell'amore,che,per quanto tentasse di resistere,un giorno si sarebbe spento,costringendo la persona a lui più cara a vivere nel suo ricordo.Non era questo che voleva per lui.Sperava semplicemente di restagli vicino e di farlo felice,così da rimanere nel suo cuore come un ricordo piacevole,nulla più di questo.
Ciò
nonostante,in quei giorni non riusciva proprio a mettere in pratica
tali propositi,tanto che ormai non era nemmeno in grado di sostenere
il suo sguardo,e ogni qualvolta gli si avvicinava temeva di non
controllarsi.Quella situazione era diventata pressocchè
insostenibile,gli stava togliendo completamente il sonno.Era anche
per questo che andava su quella collina praticamente ogni mattina,per
non rimanere in quella stanza rischiando di cedere alla tentazione:lo
aveva guardato dormire molte volte,ed il suo volto in quei momenti
sembrava ancora più angelico e delicato,non se ne stancava
mai.Sospirò.A quanto pare i problemi non facevano che
aumentare,il che non era certo un bene,ma non sapeva davvero cosa
farci.Il sole aveva iniziato a sorgere.
"Adesso
capisco perchè vieni sempre qui,ultimamente"si voltò
di scatto:non si era accorto della sua presenza
"Yugi!Cosa
ci fai qui?" la sua voce faceva trasparire chiaramente la sua
sorpresa,ma l'unica cosa a cui pensava in quell'attimo era come lo
avesse scoperto:era sicuro di aver fatto in modo che non si
svegliasse,era stato attento a non fare rumore,eppure eccolo
lì,davanti a lui.
"Ero
curioso di sapere cosa ci fosse di tanto interessante da spingerti
fuori casa così presto con questo freddo,non intendevo
spaventarti."era calmo,spensierato e dolce come al solito,ignaro
del vero motivo per cui il suo compagno si recava là.Si era
girato verso l'alba
"E'
bellissima..."mentre lo osservava,il faraone pensava a cosa
dire,a come giustificare il suo comportamento,ma nessuna delle scuse
trovate fino a quel momento gli sembravano convincenti,e l'ipotesi di
dirgli la verità non si prospettava certo come la via più
semplice...forse si trattava di una punizione per aver tentato di
aggirare il problema,o magari invece era l'occasione giusta per
risolverlo:qualunque cosa fosse però,rimaneva il fatto che il
suo alterego era lì,e lui non sapeva come
affrontarlo.Improvvisamente,il giovane Muto si inginocchiò
dietro di lui e gli cinse il collo con le braccia
"Non
è giusto!Potevi portarmi con te,no?Volevi forse tenere questa
meraviglia tutta per te?"il suo tono era affettuoso,il che non
lo aiutava certo a riprendersi...probabilmente era proprio per la sua
espressione tesa che il suo amato,preoccupato per lui,si era
spostato,mettendosi esattamente davanti al suo alterego
"Che
cos'hai Yami?"quel volto così vicino e candido
incorniciato dai raggi del sole nascente era una vera e propria
tortura per la sua forza di volontà,avrebbe dato qualsiasi
cosa per trovarsi altrove,ma con ogni probabilità nemmeno
quello sarebbe bastato per fargli passare il desiderio di baciarlo.
"Non
è niente,sono solo sorpreso di vederti qui,ecco tutto"con
quelle parole aveva cercato di tranquillizzarlo,ma sembrava aver
ottenuto l'effetto opposto:il viso che fino a pochi istanti prima era
preoccupato per lui,ora era diventato incredibilmente triste,quasi
pentito,e la sua voce lo era ancora di più
"Ho
forse fatto qualcosa di sbagliato?Ti chiedo scusa,non me ne sono reso
conto...io...credevo ti avrebbe fatto piacere avere compagnia...non
pensavo di disturbarti...davvero..."sgranò gli occhi.Come
aveva potuto anche solo pensare una cosa simile?Come aveva potuto
credere che lui,la persona che amava di più al mondo,la sua
unica fonte di vita,gli fosse di peso?Era disperato:doveva fargli
capire che non era così,non sopportava di averlo indotto a
tali pensieri,pur senza volerlo,e per farlo avrebbe ignorato tutti i
timori che aveva
"No!Non
è così!Yugi tu non hai fatto niente...credimi,nemmeno
se lo volessi potresti fare qualcosa che mi disturbi,capito?"forse
era stato il tono appassionato di quelle parole,forse la convizione
con cui le aveva dette,non lo sapeva:l'unica cosa importante era che
avevano funzionato.Il compagno aveva accennato un timido sorriso,ma
c'era ancora qualcosa che non gli era chiaro,lo vedeva bene,però
era indeciso se approfondire o meno l'argomento
"Allora...posso
chiederti il bacio del buongiorno?"vista la natura delle sue
preoccupazioni avrebbe dovuto rifutarsi,ma farlo significava ferire
entrambi,e non poteva permetterlo.Gli si era avvicinato sorridendo
teneramente,e gli aveva dato il bacio più dolce e coinvolgente
di cui era capace,tanto intenso da farlo perdere nel sensuale duello
delle loro lingue.Si era staccato da lui malvolentieri,ma non avrebbe
avuto la forza di trattenersi un secondo di più.Però
l'espressione che vide sul volto del compagno lo stupì:era
diversa da quella che lo caratterizzava,tenera ed ingenua,non gliela
aveva mai vista.Era a metà tra l'imbarazzato e il
malizioso...ma forse si sbagliava.
Eppure
c'era qualcosa di nuovo nel suo volto,di questo era certo,ma
determinare con sicurezza di cosa si trattasse era cosa ben più
ardua,senza contare che,se avesse agito dando ascolto solo a quella
sua impressione,avrebbe corso un rischio troppo grande:si sarebbe
lasciato trasportare,avrebbe oltrepassato quel limite da cui aveva
tanto cercato di fuggire,senza avere la totale certezza che quello
fosse realmente ciò che l'altro desiderava,andando incontro al
pericolo di rovinare irreparabilmente il loro rapporto.E tutto questo
soltanto per uno stupido errore di valutazione,per l'aver
malinterpretato quello sguardo.No,non poteva permettersi di
sbagliare,non se lo sarebbe mai perdonato.
Tuttavia...non
ebbe il tempo di finire quel pensiero:il tepore della guancia del suo
alterego contro la propria lo aveva riportato alla realtà,senza
che avesse avuto modo di trovare una soluzione accettabile al suo
problema.Non sapeva davvero come uscire da quella imbarazzante
situazione senza provocare tensioni inutili e controproducenti,e la
piega presa dagli eventi sembrava essersi schierata contro di lui;non
capiva cosa gli stesse accadendo,lui,il faraone carismatico che un
tempo tutti temevano,bloccato davanti ad una cosa simile,di cui
allora probabilmente non conosceva nemmeno l'esistenza.
Per
la prima volta in vita sua,sentiva di non essere all'altezza di
portare a compimento un suo proposito,e quella sensazione sconosciuta
lo terrorizzava:milioni di persone comuni al mondo,avevano a che fare
con lo stesso dilemma ogni giorno,e ciò nonostante per loro
sembrava essere una cosa normalissima,quasi banale,mentre lui ne era
stato completamente sopraffatto.
Assurdo.Era indubbiamente questo che avrebbe pensato 5000 anni prima,quando ancora non concepiva nulla di più grande e potente della sua persona,quando non conosceva ancora i sentimenti più puri dell'animo umano,quando non aveva che la propria ambizione a fargli compagnia...quando non aveva ancora lui.Adesso invece,guardava tutto con occhi diversi,e vedeva i suoi limiti,quegli stessi limiti che all'epoca gli erano stati nascosti dal buio delle tenebre,e che lo rendevano umano:poteva apparire strano,ma era grato per questo.
Non
ce la faceva più:ormai tutta la sua forza di volontà si
era esaurita,e sentiva che anche il minimo movimento gli sarebbe
stato fatale,ma non riusciva a separarsi da quell'abbraccio.
"Yami"fu
un attimo:era bastato quel nome sussurrato debolmente al suo orecchio
a far cadere anche l'ultimo frammento delle sue difese,a mandare in
frantumi la maschera che ancora nascondeva il suo volto,quasi per
proteggerlo dal mondo,dal dolore,dalle persone.Una protezione di cui
ora non aveva più bisogno.
Non
disse nulla,nè diede il tempo all'altro di completare la
frase:gli baciò la guancia,scendendo poi lentamente verso il
collo bianco,niveo,sfiorandolo delicatamente con piccoli tocchi,quasi
impercettibili.Non voleva pensare a cosa questo avrebbe portato,nè
se fosse o meno la cosa giusta da fare.L'unico pensiero che occupava
la sua mente adesso era lui,nient'altro.Sentì un brivido
scuotere il giovane Muto,le sue mani stringere la propria camicia;ne
cercò lo sguardo,sperando di non leggervi la paura,o peggio il
disprezzo per ciò che aveva osato fare,e quello che vide fu
un'espressione sorpresa,certo,ma che non mostrava alcun segno di
dissenso:le gote arrossate non erano dovute solo al freddo di quella
mattina di febbraio,e risaltavano sulla sua pelle più di
quanto non facessero solitamente,rendendo quel viso irresistibile.
Faticò
non poco a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi,e soprattutto
a trovare le parole adatte per spiegare il suo comportamento,nel
disperato tentativo di mantenersi lucido,per poter essere sicuro di
riuscire a fermarsi se lui glielo avesse chiesto
"Yugi,io...ti
chiedo scusa per poco fa,mi sono fatto trasportare...so che è
ancora presto,e ti assicuro che un simile episodio non si
ripeterà,saprò aspettare fino a quando non mi dirai che
ti senti pronto,va bene?"Aveva cercato di sembrare
credibile,benchè sapesse perfettamente che resistere alla
tentazione d'ora in avanti sarebbe stato tutt'altro che facile,eppure
lo sguardo del compagno sembrava spiazzato da quelle parole:il suo
alterego lo aveva ascoltato fino alla fine,senza mai interrompere,ma
non aveva avuto la reazione di sollievo che Yami si aspettava,e lui
adesso non sapeva cosa fare.
Abbassò
gli occhi,come ad aspettare un giudizio impietoso del ragazzo che
aveva davanti,ma non arrivò:questo,titubante,gli aveva preso
la mano e,fattolo alzare,aveva iniziato a trascinarlo per le vie
della città,senza dire una parola.Il suo atteggiamento era
imbarazzato,era fin troppo evidente,ma ciò che realmente
preoccupava il faraone era il motivo di quella enigmatica e tacita
risposta:lo aveva offeso,o forse semplicemente voleva discuterne in
un posto più riservato e caldo,o forse ancora era arrabbiato
con lui...non lo sapeva,e questo lo metteva in un'ansia
terribile,insopportabile.Aveva provato più volte a fermarlo e
a chiedergli spiegazioni,ma non aveva ottenuto nessun risultato.Non
poteva fare altro che seguirlo in silenzio,sperando che tutto si
sarebbe risolto per il meglio.
Mentre
camminavano le strade si affollavano,il rumore intorno a loro
cresceva,ma niente riusciva a toccarlo,a distrarlo dalla sua
situazione:erano le 7.30 del mattino ormai,la giornata aveva preso il
via,tanto per gli impiegati quanto per gli studenti,che si
affrettavano verso la stazione.Normalmente anche loro erano lì,tra
la folla in attesa del treno,a scherzare con gli amici...ma oggi non
era così.Adesso non c'era quell'atmosfera serena,non c'erano
Joey e gli altri,e probabilmente non sarebbero nemmeno andati a
scuola:avevano altri problemi da risolvere.
Finalmente
si erano fermati.Davanti a loro c'era la porta di casa Muto:entrarono
piano,senza rivolgersi la parola.Silenzio.Anche lì,dove di
solito si respirava un'aria allegra e leggermente chiassosa,ora non
c'era che il silenzio ad accoglierli.La preoccupazione di Yami
cresceva sempre più,e quell'irreale staticità non
aiutava di certo:la sua mano era sempre stretta in quella
dell'altro,anche mentre salivano le scale,fino ad arrivare nella loro
stanza,chiudendo la porta alle loro spalle.Era il momento della
verità.Il suo alterego stava in piedi davanti a lui,le guance
rosse d'imbarazzo:aspettava un suo gesto,una sua parola,per spezzare
quel rumore sordo che li accompagnava da un tempo che sembrava
infinito.
Chiuse
gli occhi,ma lì riaprì quasi subito per la sorpresa:un
bacio.A fior di labbra,quasi timoroso,e poi quella frase
"Sono
pronto,mio faraone".Non poteva crederci:nemmeno nelle più
rosee previsioni avrebbe pensato che la questione si risolvesse
così,con le parole che tanto desiderava sentirgli
pronunciare.Lo stupore lo aveva paralizzato,trasportato in un'altra
dimensione per qualche attimo,e quando si era ripreso aveva ancora la
sensazione di trovarsi in un sogno
"T-ti
prego,dimmi qualcosa...sono stato troppo avventato forse?"la
voce del compagno gli tolse ogni dubbio:poverino,quei momenti di
silenzio dovevano essergli sembrati eterni,ma,pur volendo
rispondergli,non era riuscito a farsi uscir di bocca un solo
suono.Sorrise.Era proprio questo suo modo di essere,dolce e tenero,a
risultare affascinante,e se ne convinceva ogni giorno di più
"Sei
sicuro?"l'altro annuì:si vedeva che era teso,ma la sua
fermezza era ancora più evidente.
"Allora
daccordo"Non ebbe nemmeno il tempo di accorgersene,che si era
già ritrovato seduto sul letto,baciando l'amato con tutto il
trasporto di cui era capace,mentre il sole saliva sempre più
nel cielo invernale.
Non
voleva sembrargli impacciato,ma la foga di quei momenti non lo
avrebbe di certo aiutato:senza staccarsi da lui lo fece sdraiare
sulla trapunta soffice,la stessa di sempre,che adesso però
avrebbe ricordato in modo del tutto diverso.Stava per iniziare a
togliere il pesante maglione color panna che nascondeva l'esile corpo
del giovane Muto,ma quello lo anticipò,sbottonando con
lentezza la sua camicia:una simile iniziativa,da parte di un tipo
riservato e timido come Yugi,equivaleva alla più solenne delle
promesse di fiducia e fedeltà eterne,lo sapeva,e per questo un
giorno,riportando alla mente quegli attimi,avrebbe sicuramente
rivisto quel gesto,il volto imbarazzato,l'esitazione di quelle mani
mentre percorrevano il suo torace, e avrebbe sorriso,beandosi di quel
frammento di felicità.
Sentiva il tocco lieve delle sue
labbra sulla pelle,mentre si insinuava sotto gli abiti del suo
alterego,toccando quel corpo serafico che tante volte aveva ammirato
da lontano,fino a lasciarlo a petto nudo:voleva ricambiare la dolce
cura che il compagno gli aveva riservato fino a quel momento,quindi
prese a sfiorarlo con piccoli baci,scendendo sempre più,percorrendo
la linea dello sterno,arrivando fino all'ombelico e risalendo
piano,prendendo a stuzzicare i capezzoli,mentre il respiro dell'amato
si faceva affannoso,mentre percepiva le sue dita affusolate stringere
le proprie braccia.
Senza
interrompere quel minuzioso lavoro,il faraone aveva iniziato a
slacciare i jeans dell'altro,per poter accarezzare le sue
gambe,quelle stesse gambe sottili che adesso si intrecciavano con le
sue,obbedendo solo all'istinto:passava la mano sulla pelle morbida
della coscia e,distolta l'attenzione dal petto del giovane,cercava il
suo sguardo per ottenere il permesso di proseguire,ormai deciso a
dare a quel corpo angelico tutto il piacere possibile.
Gli occhi
languidi e velati dal desiderio che vide fecero scomparire in lui
qualsiasi esitazione:si spostò più in basso,sfilandogli
i boxer con delicatezza,come se temesse di rovinare la sua celestiale
bellezza,che ora era a sua completa disposizione.
I
suoi movimenti erano lenti,tanto che il suo alterego sembrava stesse
per impazzire,dimentico di tutto e tutti,come se al mondo non
esistesse altro che quella stanza:sapeva quanto Yugi fosse
sensibile,specie nella sua intimità,e per questo la sua
sensuale tortura era ancora più efficace.Lo stuzzicava con la
lingua,percorrendone tutta la lunghezza,indugiando sulla punta con
maliziosa astuzia,compiacendosi degli ansimi e dei mugolii che si
susseguivano ormai incontrollabili arrivando al suo orecchio
"Mh...Yami...ah!"adorava
quella voce,l'avrebbe ascoltata in eterno.Aveva aumentato il
ritmo,accogliendolo nel calore della sua bocca,e facendo
contemporaneamente scivolare le dita lungo il corpo
dell'amato,imperlato di sudore:i gemiti di poco prima si erano
trasformati in grida di piacere,le sue mani contorcevano il tessuto
colorato che ricopriva il letto nel vano tentativo di contenere le
proprie reazioni.
"Nh...n-non
ce la faccio più..."Venne in un grido,un grido
liberatorio che sugellava la loro reciproca appartenenza.
Ora il
suo sguardo era fisso nei suoi occhi,evidentemente imbarazzati per la
perdita di controllo di poco prima
"Nessuno
ti aveva detto di trattenerti,amore mio,la tua è una così
bella voce..."sorrise,quell'espressione era davvero la sua
caratteristica distintiva,era ciò che contraddistingueva il
suo fidanzato da tutti gli altri,e lui ne andava pazzo.
Lo
baciò,quel sapore salato ancora sulle labbra,ma fu interrotto
dopo breve:
"Che
c'è Yugi?"sorridendo teneremente,quello si mise a
sedere,costringendolo ad un repentino scambio di posizioni,gli prese
il viso tra le mani e gli diede un bacio lieve
"Voglio
restituirti il favore,non è giusto che sia coccolato solo
io,non credi?"non aveva parole:mai avrebbe pensato che una frase
simile potesse uscire dalla sua bocca,e questo lo aveva lasciato
letteralmente di sasso.
Prima
che potesse fare o dire nulla,il compagno lo aveva svestito
completamente,e si era concentrato sulla parte più delicata
del suo corpo,con una certa titubanza,questo era inevitabile,ma
comunque mosso da una decisione ammirevole,che raramente animava i
tipi come lui:la lucidità lo stava abbandonando,e lui non
sapeva cosa fare per trattenerne anche solo una minima parte,mentre
il suo bacino assecondava il ritmo dettato dall'amato.
Un
talento davvero insospettabile,non c'era dubbio.
"Yu...Yugi,tu...vuoi
farmi...impazzire...mh "la sua mente ormai era vuota,l'unica
cosa cui riusciva a prestare ascolto era il suono della propria
voce,libera da inibizioni,che assaporava quegli attimi con gemiti
sempre più forti,come se volesse urlare per farsi sentire in
ogni punto del globo:da faraone aveva desiderato tante volte di poter
gridare,di poter sfogare in quel modo la rabbia,la sofferenza,perfino
la noia che provava verso un mondo freddo,distante,che lui non
conosceva se non all'apparenza,come quel mondo non conosceva
lui,bramava poter compiere quel semplice gesto con tutto sè
stesso,anche soltanto per spezzare il silenzio della solitudine che
lo circondava,ma non gli era mai stato permesso.
'Un
grande faraone non grida,se non quando guida l'esercito in
battaglia,poichè la sua vita è felice e la sua origine
divina lo rende superiore al dolore'ricordava quelle parole come se
le avesse appena sentite.Pronunciandole,il suo consigliere era
stupito,come se la risposta alla domanda che gli aveva rivolto fosse
ovvia,ma lui non concordava con quella tesi:tuttavia non aveva
ribattuto,aveva semplicemente abbassato lo sguardo,uccidendo anche
l'ultimo barlume di speranza che gli restava.
Ma adesso era
diverso,adesso c'era lui,adesso stava gridando senza controllo e
nessuno glielo avrebbe impedito.
Con
questo pensiero in testa,giunse al culmine del piacere,inarcando di
scatto la schiena e liberandosi nella bocca dell'amante.
Il suo
respiro era ancora irregolare,frenetico,e non accennava a
calmarsi
"Yami,io...vorrei andare fino in fondo...che ne
dici?"non c'era bisogno di chiederlo,non avrebbe mai potuto
rifiutare.Del resto non avrebbe potuto nemmeno volendolo:erano
settimane che non desiderava altro,non si sarebbe fatto sfuggire
quest'occasione per nessuna ragione al mondo.Lo prese per i
fianchi,attirandolo a sè
"Ai
suoi ordini,mio signore"voleva essere una battuta scherzosa,ma
in fondo era vero,avrebbe fatto qualsiasi cosa se lui glielo avesse
chiesto.
Lo distese sul letto,sovrastandolo,e portò la sua
gamba sinistra sulla propria spalla,senza mai smettere di baciare il
compagno:doveva prepararlo,altrimenti il dolore gli sarebbe stato
insopportabile,quindi iniziò ad infilare un primo dito nel
corpo caldo e fremente del suo alterego,al quale ne fece presto
seguire un secondo.
"Ti
farà un pò male,ma cerca di resistere,ok?"lo vide
annuire,ma sapeva che non gli sarebbe stato facile.Lentamente si
sostituì alle dita,penetrandolo con tutta la delicatezza
possibile
"Ah!"Il
volto del giovane Muto si era rigato di lacrime,mentre tratteneva a
stento un grido:non sopportava vederlo piangere,era più forte
di lui,e per questo si avvicinò al suo viso,catturando quelle
giocce cristalline con le labbra.L'amato aveva apprezzato quella
cura,lo capiva dalla sua espressione,e presto il dolore sarebbe
scomparso,lasciando il posto al più intenso dei piaceri.Iniziò
a muoversi piano in lui,sperando di aver lasciato trascorrere un
tempo sufficente per farlo abituare alla sua presenza
"Yami...mmh..."i
loro gemiti si alzavano alti nella stanza,seguendo il ritmo crescente
dei loro corpi
"Yugi...ti
amo"lo aveva sussurrato al suo orecchio,voleva che se ne
ricordasse sempre
"Nh...ti...ti
amo anch'io..."lo sapeva,era ben consapevole dei sentimenti che
Yugi provava per lui,ma era come se glielo dicesse per la prima
volta,accrescendo la sua eccitazione.Mentre i suoi muscoli erano tesi
nel ritmico sforzo di dare piacere al compagno,ripeteva il suo nome
come una litania,come se quello servisse a non allontanarsi da
lui,perchè adesso aveva bisogno di quell'amore più di
ogni altra cosa al mondo.
Vennero insieme,urlando all'unisono,rimanendo poi abbracciati l'uno all'altro,riparati dal calore delle coperte.Il sole ormai era alto nel cielo,la città rumoreggiava con il frenesismo tipico delle giornate lavorative,ma questo non aveva importanza:l'unica cosa che contava davvero per lui era essere vicino al suo alterego,stringendolo tra le braccia,perchè la sua stessa vita era in lui.
Si
addormentarono così,nel silenzio della casa deserta,incuranti
delle preoccupazioni che assillavano il mondo esterno,incuranti del
fatto che ormai era giorno inoltrato,immersi nella pace che li
cullava.Una pace che era loro.Soltanto loro.
P.S. Hirina:
Evvai!!!!Mesi di lavoro finalmente hanno prodotto qualcosa di
accettabile!!!!^o^
Yami:Io
non me ne vanterei...
Hirina:Perchè?Non
ti piace???
Yami:Non
ho detto questo,solo che sono quasi quattro mesi che ti pianti
davanti al pc urlando"Ce la farò!" come un'ossessa e
alla fine hai scritto questo capitolo solo durante le feste...
Hirina:E
lamentati anche!Hai idea di cosa ho passato per scrivere un
capitoletto un pò sconcio?!Ho dato fondo a tutta la mia forza
di volontà!!!!
Yami:Se
ti pesava potevi non farlo no?
Hirina:Ma
davvero...e sentiamo,chi è che è arrivato perfino ad
implorarmi in ginocchio,dicendomi "Dai...non ti faccio neanche
un pò di pena????",eh?
Yami:...^///^
è stato un momento di debolezza...
Hirna:Si,come
no...cmq adesso è fatta,quindi d'ora in poi aggiornerò
moooolto più di frequente^_^.Spero vi sia piaciuto,perchè
io non sono brava a scrivere questo genere di cose!A presto ;)