XXXVI CAPITOLO
Le parole di Francesco avevano fatto riflettere molto
Giovanni. In effetti aveva anche lui visto che Francesca piangeva molto, in
bagno, uscendo da scuola… ma d’altra parte poteva piangere per quel ragazzo.
Ormai Giovanni pensava poco a quella storia: il natale si stava avvicinando e
lui per il nuovo anno, sarebbe tornato finalmente a casa. Ma non osò ribadire i
progetti alla madre.
Gli sarebbe piaciuto fare una festa, una specie di “addio”
celata da una normalissima festa di natale a casa sua. In fondo era stato
accolto bene dalla scuola e dalla città…
Grazie all’aiuto della sorella, che molto abilmente era
riuscita ad estorcere il numero di cellulare di quell’Elisa aveva potuto
chiamarla.
Le aveva chiesto se voleva uscire una volta, ma lei rispose
che non poteva mai perché doveva studiare tanto … Giovanni capì che era una
scusa bella e buona, infatti una settimana dopo Silvia comunicò gloriosa al
fratello che l’amichetto le aveva detto in gran segreto che la sorella si era
fidanzata…. Giovanni ci era rimasto male, senza dubbio, ma neanche
esageratamente.
Con l’andare avanti del tempo si rese conto che si era
comportato male con Francesca. Non le aveva neanche dato l’opportunità di
parlare, ma d’altra parte la questione era di una gravità talmente grande che
Giovanni non voleva sentire spiegazioni. Fino a quel momento.
Francesco gli comunicò poco dopo che aveva parlato con
Francesca.
-guarda che da come parla e da come si comporta non mi sembra
che abbia mentito…- disse Francesco all’amico un giorno all’intervallo.
Giovanni però non rispose, stette zitto e pensieroso.
-quindi fai un po’ te. Parlale, chiarisciti ma non mandare
tutto all’aria.- detto questo si allontanò. Giovanni si rese conto che una
persona che mente non passerebbe il tempo chiusa nei bagni a piangere e
disperarsi… doveva parlarle. E si affidò totalmente a Francesco…
solo che rimaneva un problema: Giovanni si continuava a
chiedere se il ri-avvicinamento con Francesca lo avrebbe distolto dal fatto di
dover tornare a casa…
il giorno dopo incontrò Francesca nel corridoio degli
armadietti. Era particolarmente pallida e aveva gli occhi rossi. Stava
sistemando dei libri e sembrava che stesse per cominciare a piangere. Vide
Giovanni: si voltò di scatto.
Lui si avvicinò e si fermò dietro di lei, che non si era
accorta di nulla.
Francesca si girò di scatto ed ebbe un sussulto quando si
trovò di fronte Giovanni.
Lui la guardava con un’espressione di pietà infinita, un
misto di dispiacere e tristezza.
Si guardarono per attimi che sembravano lunghissimi in cui
Francesca non ebbe modo di dire niente ,non aveva voglia di litigare ancora.
Poi all’improvviso Giovanni le sorrise. Era un sorriso appena accennato, quasi
invisibile ma che Francesca notò con molta meraviglia.
Arrivò di corsa Francesco a prendere Giovanni, dovevano
andare a ed. fisica.
Mentre si allontanavano a Francesca sembrò che Francesco le
stesse facendo un occhiolino: era buon segno.
Giovanni era felice: finalmente si era reso conto che per
Francesca quel ragazzo non era nulla e che la ragazza in quel periodo stava
veramente male. Mentre pensava a questo, seduto in panchina in attesa di
giocare, a Giovanni ritornò in mente la partenza. Ebbe un tuffo al cuore. Con
che coraggio sarebbe partito ora che le cose si erano sistemate e che tutto
cominciava ad riavere un senso?e sua madre? Sua sorella? Da quella sera, ormai
di varie settimane prima, il discorso non era più stato riaperto. E Simona, la
mamma di Giovanni ormai era convinta che era stato un impulso del figlio, forse
per problemi a scuola. Ma Giovanni voleva partire. Quella non era la sua terra.
Ormai non poteva annullare la festa, la voce era girata a
tutte le persone che conosceva, tranne che a Francesca. Avrebbe voluto
dirglielo ma… in effetti pensava che la ragazza non sapesse nulla delle sue
intenzioni.. ma non era così. Il fischio del prof lo fece tornare alla realtà.
Cominciò a giocare coi compagni a basket. La palla passava
velocissima da mano in mano. Il gioco era concentrato, teso.. Francesco prese
finalmente in mano la palla e si diresse verso l’ambito canestro. All’ultimo
minuto la passò a Giovanni che però, venne colpito in pieno viso.
Cadde a terra, svenuto. I compagni si radunarono preoccupati
intorno all’amico steso per terra.
-via, via VIA SPOSTATEVI!- urlò il professore chinandosi
sopra Giovanni
-QUALCUNO CHIAMI UN’ AMBULANZA…. PRESTO!!-