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Autore: Ellens    29/01/2011    0 recensioni
Un bel giorno scopri che l'amore è più pesante di un tragico cinque in tecnica o storia dell'arte, e ti chiedi a cosa ti sia servito studiare per quattro anni le proiezioni ortogonali.
Un bel giorno, che poi di bello ha poco o niente, ti ritrovi da solo davanti alla tua vita che sembra infinta, disseminata d'amore, e ti rendi conto che su quell'argomento non hai studiato niente.
E ti senti angosciata, perchè un cinque in amore proprio non lo vuoi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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We were the kings and queens of promise

We were the kings and queens of promise
We were the victims of ourselves

{30 Seconds to Mars}

 

 

 

 

 

 

Camminava veloce per strada, il cappuccio calato sul capo e una sigaretta tra le mani.

Non avrebbe dovuto fumare, le sarebbe piaciuto smettere, una volta tanto.

Storse un attimo il labbro, mentre la sua mente lavorare febbrilmente, lucida nella sua pazzia.

Aveva promesso a se stessa di smettere, di mettere fine a quella dipendenza.

Le promesse, però, non erano il suo punto forte.

Dopotutto, la vita era la sua, e aveva tutto il diritto di uccidersi o salvarsi; la vita era la sua, e aveva tutto il diritto di mentire a se stessa.

- Lo sai che il fumo uccide?-

Si voltò di scatto, fulminando con gli occhi un ragazzo poco più alto di lei; odiava quella frase, odiava i moralisti ed odiava chi le rivolgeva la parola senza conoscerla.

Odiava quel tipo, chiunque egli fosse; tirò dritto, senza degnarlo di un ulteriore occhiata, allungando il passo per seminarlo.

Lui, senza batter ciglio, la raggiunse - Potresti almeno aver pietà del mio squallido modo per abbordarti?-

- Dovrei?-

- Oh, io dico di sì-

- Io dico di no, e con questo ho detto tutto. Ciao- sventolò la mano, esibendo lo stesso sorriso falso che mostrava dinanzi ad una maglia di lana della nonna.

Lui, però, non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere - Un caffè?-

- No-

- Un hamburger?-

- Sono vegetariana-

- Davvero?-

- No, è solo un modo per liquidarti-

- Allora vada per l'hamburger-

- Cosa non ti è precisamente chiaro della parola "ciao"?-

Lui alzò le spalle - Credevo che quel ciao fosse un modo carino per dirmi "inseguimi, sono pazza di te"-

- Dimmi che scherzi-

- Sì, era solo un altro modo per abbordarti-

- Tu conquisti sempre ragazze sconosciute per strada?- chiese lei, fermandosi davanti ad una vetrina per osservare critica i vestiti.

- Certo-

- E funziona?-

- Tu sei il mio record in quanto alla durata della conversazione-

Lei trattenne un sorriso, calcando di più il cappuccio sulla testa.

- Hai l'aria dannata, è un modo per abbordarmi?- disse lui, appoggiandosi alla vetrina.

- Uno, non riesco a vedere il vestito che hai appena coperto, due, non ho intenzione di provarci con sconosciuti incontrati per strada-

- Io sì, come la mettiamo?-

- Mettiamola così: tu vai a destra, io vado a sinistra, magari con un po' di fortuna non ci rivedremo mai più e nel giro di tre giorni ci dimenticheremo-

- Il piano non fa una piega-

- Ecco, vedi? Ora, inizia ad andare a destra...-

- Chi ti ha detto che ho intenzione di seguirlo?-

Lei alzò un sopracciglio, squadrandolo da capo a piedi: aveva decisamente una faccia tosta di dimensioni anomale.

- Hai intenzione di parlarmi ancora per molto tempo?-

- Sì, mi stai simpatica-

Lei sbuffò, riprendendo a camminare; non avrebbe dovuto dargli corda sin dall'inizio, ora non se lo sarebbe più scollato di dosso.

- Sei fidanzata?-

- No, voglio farmi suora-

- Oh, io prete, ti va un incontro focoso nella camera del sacrestano?-

- Aspetta, questa proposta è troppo succulenta, devo ragionarci sopra prima di rispondere- si portò la mano al mento, fingendosi sovrappensiero - "sparisci" vale come risposta?-

- No- sorrise lui.

Una faccia tosta più che anomala, quasi infinita.

- Cosa posso fare perchè tu te ne vada il prima possibile?-

- Una sigaretta. Dammene una-

- Il fumo uccide- gracchiò lei.

- Chi ti ha detto che io non voglia morire?-

- Non avrò un cancro sulla coscienza, sappilo. Al massimo posso regalarti cinque preziosi minuti della mia esistenza, ma solo cinque-

- Perfetto- il suo volto si aprì nell'ennesimo sorriso - una panchina sarà il posto perfetto-

- Per cosa?-

- Per farti cadere ai miei piedi- e, così dicendo, si inoltrò nei giardini lì vicino, alla ricerca di un posto lontano dalle urla dei bambini.

Lei lo seguì in silenzio, un sorriso da tenere a bada sulle labbra e una sigaretta spenta sul marciapiede, nel punto in cui si trovava pochi secondi prima.

La vita era la sua, e aveva tutto il diritto di mantenere certe promesse.

La vita era la sua, e aveva tutto il diritto di salvarsi o di uccidersi.

Tutto il diritto di chiedere aiuto, per non essere la vittima di se stessa.

 

 

 

Ecco, come non detto.

L'ispirazione viene sempre per le cose che potresti tirarti dietro anni, mentre ciò che dovresti aggiornare può aspettare.

Ovviamente.

Cioè, rendiamocene conto, ho creato la raccolta solo ieri e già sono qui ad intasarvi con le mie giganti seghe mentali, mentre dovrei studiare, vestirmi, uscire, forse scrivere capitoli per altre storie, e invece...

Mia madre mi chiama "u con du cacciataur" da buona meridionale, perchè il cane del cacciatore quando deve pisciare non piscia, e quando deve cacciare va a pisciare.

Io quando devo fare altre cose scrivo, e quando devo scrivere, faccio altre cose.

Ma non è colpa mia, ve lo assicuro, è l'ispirazione, quella stronza!

........?.......

... E mi ritrovo a parlare di cani che pisciano... ecco cosa intende la gente quando dice che non sono a posto. Ora comprendo.

Va bene, ho finito, devo smetterla di dilungarmi, devo davvero smetterla.

Basta.

Me ne sto andando.

Lo giuro.

 

~Ellens

   
 
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