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Autore: XShade_Shinra    29/01/2011    2 recensioni
Ballo una danza che sa di morte.
Mi diletto a muovere il mio corpo scavato dai vermi e mangiato dai ratti.
Danzo in quella casa dove siamo morti - prima tu, poi io, distrutta dall'insopportabile dolore dato dalla tua mancanza.
[ Romantico - Nonsense - Dark ]
[ Storia partecipante alla challenge "Il festival del Nonsenso" indetta da NonnaPapera! sul Forum di EFP ]
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Pine away ~ Consumarsi nel dolore-
Ballo una danza che sa di morte.
Mi diletto a muovere il mio corpo scavato dai vermi e mangiato dai ratti.
Danzo in quella casa dove siamo morti - prima tu, poi io, distrutta dall'insopportabile dolore dato dalla tua mancanza.

Storia partecipante alla challenge "Il festival del Nonsenso" indetta da NonnaPapera! sul Forum di EFP 



-Titolo: Pine away ~ Consumarsi nel dolore
-Autore: XShade-Shinra
-Genere: Romantico, Nonsense, Dark
-Rating: Arancione
-Warning: Non per stomaci delicati
-Capitoli: One-Shot
-Disclaimer: Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati.
-Note: Il termine pirouette designa un particolare tipo di passo nel quale il ballerino gira sul proprio asse sostenendosi su di una sola gamba. [wikipedia]



- Pine away ~ Consumarsi nel dolore -
 
 
Ballo una danza che sa di morte.
Mi diletto a muovere il mio corpo scavato dai vermi e mangiato dai ratti.
Danzo in quella casa dove siamo morti - prima tu, poi io, distrutta dall'insopportabile dolore dato dalla tua mancanza.
Millemilioni di Pirouettes, questo è l'obbiettivo che mi ero prefissata per sbalordire il mio pubblico di soffici pelouches squarciati - che riempiono le poltrone con la loro imbottitura come fosse sangue - e bambole di porcellana dagli occhi di vetro e dalla faccia fracassata. Però, tra il pubblico vi è anche un altro spettatore; un uomo dai contorni evanescenti che mi guarda serio, con gli occhi pieni di sofferenza: tu, il mio amato e defunto marito.
So che mi stai aspettando lì da quando sei morto, ma io, prima che il mietitore mi strappasse al mondo terreno, non ti avevo mai visto.
Lo dicevi sempre che ero troppo attaccata alle cose materiali, ecco perché tutto ciò che è intangibile non mi interessava; a parte una cosa: il nostro amore - e tu lo sapevi, altrimenti non saresti rimasto lì per settimane dopo la tua prematura scomparsa.
E fu il mio essere morbosamente attaccata a qualsiasi cosa terrena che si trasformò nella mia maledizione: dopo la morte non mi attendeva la vita ultraterrena, ma una seconda - dannata - possibilità. Divenni uno zombie.
E allora ti vidi.
E allora mi vidi.
E allora capii.
E iniziai la mia folle danza, che durava ormai da giorni interi.
Ballo, ballo ancora su note inudibili cantate dal vento che entra dalle imposte e mi lede come fosse composto da lame ghiacciate.
Ballo finché non avverto le dita dei piedi staccarmisi, i tendini lacerarsi, le ossa spezzarsi. Le carni consumarsi.
Le membra mi cadono al suolo come blocchi di carne marcia e puzzolente dove le mosche depositano le uova e le vespe si radunano per banchettare, assieme ai corvi.
Una marionetta marcescente, ecco quello che sono diventata.
Un occhio a penzoloni sul viso scavato dalla morte volteggia assieme a me ad ogni piroetta.
I capelli cadono lenti al suolo come stelle filanti lanciate dagli ammiratori.
I resti del vestito strappato e liso mi scoprono oltre le cosce, mostrando volgarmente la parte più calda e molle che i roditori avevano assaggiato per prima, insieme alla lingua e alle labbra.
Non posso parlare, ma non importa.
Quel che mi duole davvero è che non posso ballare con un fantasma. L'unica cosa che posso fare è danzare per lui, attendendo il momento di poter volteggiare assieme.
Dopo altri gironi - Dio solo sa quanti -, precipito a terra, senza gambe, continuando con le braccia, poi solo con il busto, finché - dopo tanti altri giorni - non resta solo la testa, che faccio rotolare e muovere tra i miei resti putrescenti perché si consumi, si sgretoli, si spacchi.
Sto usando talmente tanto il mio corpo marcescente da consumarlo.
Proseguo quella danza condotta dalla pazzia, finché di me non rimane solo un mucchietto di polvere, e lembi di pelle e carne sparsi per il soggiorno.
Ora, senza corpo, mi rimane solo l'anima.
Mi sorridi.
Posso sentirti.
"Andiamo?" mi chiedi, porgendomi quella tua mano spettrale che finalmente posso toccare con le mie lunghe ed impalpabili dita affusolate.
"Sì", sorrido, e prendendoci per mano ci solleviamo, librandoci in aria, sparendo attraverso il tetto, diretti incontro alla notte nera che ci inghiotte, complice del nostro sogno d'amore.
Nemmeno la morte ci avrebbe diviso.
Ora possiamo ballare insieme...
...per tutta l'eternità.

§Fine§
XShade-Shinra 
 
  
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