Titolo: Love is
War
Personaggi: Allen Walker,
Tyki Mikk, Tyki/Allen
Pairing: Poker pair
(Tyki x Allen)
Genere: Guerra, Malinconico, Generale.
Avvisi: Yaoi,
Shonen-ai, What-if?, AU.
Rating: Verde
(salirà vertiginosamente nei prossimi capitoli)
Disclaimer: I personaggi in
questa fic sono tutti © Katsura Hoshino (se fosse in mano mia sarebbe
un vasto mondo di Yaoi a non finire!! ndHellie) (se fosse in mano mia Tyki
sarebbe vestito da Maid con Kanda e Allen ndLavi) nel momento hot della
fic non avranno maggiore età (non Allen almeno e___e NdHellie)(Ne avrò
17, se so ancora contare ndLavi), ma si fa quel che si può x3 ; La fic è
stata scritta non a scopo di lucro ma di puro divertimento.
Note d’Autori: Il
titolo della fic non fa riferimento all’omonima canzone dei
Vocaloid (non credo almeno °-° ’’ ndHellie)(Non sapevo nemmeno che una canzone
di Vocaloid si chiamasse "Love is war!" ndLavi), è stato scelto dalla
mente perversa dei due pazzi che hanno deciso di metterla su e_e’’ (come se io
non facessi nulla! *borbotta* ndHellie)(...Chi è conciato peggio tra noi?
ndLavi).
Non abbiamo la più pallida idea di quanti capitoli
saranno, (questo lo farò decidere a Lavi ndHellie)(Perché io. ndLavi) ma
sappiamo con certezza che con gioia di voi fungirl accanite e desiderose
di Poker pair – e per gioia di Lavi che ha messo su la fic – i due
pg scoperannocomeconiglisjfhagjdfhks u_u (*si impicca felice* ndLavi).
Vorrei premettere che: se l’ambientazione non
piace, è praticamente inutile che ci facciate le
recensioni che ti fanno cadere l’autostima di tanto – molto -. (Perché
m’incazzerei sul serio ndHellie)
Oltre a questo, recensione, commenti e critiche (nei
limiti delle offese e della VERITA’, grazie) sono sempre bene accette ~
(Credo che non abbiamo null’altro da dire ò_ò ndHellie)
Lucky
Strike,
Primi anni del 1800.
Dopo che Napoleone Bonaparte salì al potere, iniziò poco a poco ad
espandersi l’odio verso i francesi.
Scoppiarono le guerre Napoleoniche. Una delle più grandi fu combattuta
tra gli Alleati – Inghilterra, Spagna, Portogallo – e i Francesi.
Due ragazzini, Allen e Tyki: Uno innocente e candido come l’amore,
l’altro piegato alla crudele volontà della guerra.
Love is War
{ Prologo – Nuovo Mondo, Nuovi Colori }
« Nella
tradizione di un distante futuro, distante da qui,
un mondo prende
colore. »
[ARiA – Vocaloid ]
~~~
«Mana, dove
stiamo andando?» La voce innocente di un bimbo raggiunse il cocchiere di una
semplice carrozza trainata da appena un cavallo.
«In Spagna,
Allen.» Rispose l’uomo fissando davanti a sé, «La Francia… ha un po’ di
problemi, lavoriamo altrove d’ora in poi.» Terminò con una voce calda.
«Ci sono
dei bambini?» Domandò Allen, puntando gli occhi grigio pietra verso le prime
case di un villaggio al quale si sarebbero fermati.
Mana rise,
«Un sacco di bambini, piccolo!» Ribatté gioioso, facendo aumentare la velocità.
Il volto di
Allen sì illuminò di gaiezza, rientrò dentro la carrozza, preparando la borsa
che aveva sfatto durante il viaggio per trovare qualcosa con cui passare il
tempo. Era elettrizzato nell’ andare in un nuovo posto con nuova gente, e poi
voleva assolutamente provare i nuovi trucchi da Pierrot che gli aveva insegnato
Mana! Mise ancora una volta il volto fuori la tenda grigia, ora erano molto più
vicini alle case, un vento caldo gli scompigliò i capelli argentei, spostando
alcuni ciuffi sugli occhi, “Staremo sicuramente bene qui!” pensò entusiasta,
prima di ritirarsi a preparare le ultime cose.
«Dovete
venire con noi.» Una voce imponente bloccò la carrozza, Allen mise la testa
fuori, vide Mana essere trascinato da altre persone, non ebbe nemmeno il tempo
di gridare il nome del suo padre adottivo che già due grosse mani lo presero.
L’albino provò e riprovò ad essere liberato, con gesti e parole, ma era tutto
inutile.
Passò un
bel po’ di tempo, Mana era chiuso da tanto con la gente che lo ha preso in una
stanza, Allen era fuori, aveva solo sei anni ad allora, eppure riusciva a
giocare con le palline magnificamente.
«Hola chico!1» Un richiamo
fece perdere la concentrazione al piccolo Pierrot, che fece cadere le palline.
Allen alzò lo sguardo, c’era un sedicenne dalla pelle scura, i capelli corvini
ricci, aveva un sorriso smagliante, «Io sono Tyki, capo della banda dei
discoli.» Esclamò, «Tu sei…?» Domandò nella speranza che il ragazzino
completasse la frase.
Allen
raccolse goffamente le palline rosse, «I-Io sono Allen! Piacere!» Fece un
piccolo inchino cortese, facendo ridacchiare il più grande.
«Sei
proprio bravo con quelle palline sai?» Si complimentò il moro, accennando con
un gesto del capo i giocattoli in braccio all’albino. «Dove hai imparato?»
Domandò.
«A-Ah! Me
lo ha insegnato il signore che è là dentro!» Rispose felice, girandosi verso la
porta.
Il moro
sorrise, «Siete due pagliacci?»
«Veramente
il termine giusto è pierrot, comunque
siamo una sorta di pagliacci francesi.» Rispose con aria da sapientone,
chiudendo gli occhi e alzando l’indice come a fare da maestro.
Il
sedicenne rise di gusto, passando una mano sui capelli candidi nel forestiero,
scompigliandoli. «Ora vado un momento dentro, ci vediamo dopo ok? Adiós chico!2»
Passarono
uno.. cinque.. dieci minuti, e finalmente il padre dell’albino uscì
dall’edificio, Allen subito si alzò dal gradino su cui era seduto per andare ad
abbracciare il vecchio, buono, Mana Walker.
«Mana!»
Esultò a gran voce, mentre l’interpellato prendeva il piccolo al volo,
posandoselo sulle spalle. Risero per un po’, quando Allen notò Tyki scendere le
scalinate che portavano fuori la stanza - dove vi era stato anche Mana -, il
volto tranquillo e le braccia incrociate dietro la testa.
«T-Tyki!!»
Chiamò titubante, speranzoso nel non aver sbagliato pronuncia o addirittura
nome. Per sollievo dell’albino questo girò lo sguardo verso il piccolo, che si
accorse solo ora dello strano colore delle iridi di Tyki: erano di un castano
chiaro e acceso, che andavano molto sul dorato.
«Chico!» Rise avvicinandosi ai due. Mana
mise giù Allen.
«Grazie
dell’aiuto là dentro.» Ringraziò cortesemente, «Avrebbero potuto fare chissà
che cosa.» Pensò il povero pierrot, ancora spaventato dalle minacce; si chinò
verso Allen, posandogli affettuosamente le mani sulle spalle. «Senti Allen… non
possiamo restare, mi spiace.» Disse con voce calma e triste, alzandosi da terra
e raccogliendo le cose che Allen aveva sparso in giro, senza dare ulteriori
spiegazioni.
«Tykiiii!»
Strillò la voce di un brigante – uno di quelli che prese Mana - «Vieni qua
moccioso!» Urlò partendo all’inseguimento del moro, che aveva già preso a
correre sulla strada polverosa.
«Mana
dobbiamo per forza andare?» Insistette per la millesima e una volta il piccolo
Walker, ottenendo come risposta sempre quel freddo “Sì.” «Ma io non voglio
andare!» Frignò fermandosi di colpo.
Mana
sospirò pesantemente, si fermò poggiando a terra la valigia, si passò una mano
in fronte massaggiandosi un attimo le tempie. «Allen. Possiamo ritornare in
Inghilterra, se ti và. Questo posto non è molto bello, no?» Sorrise gentile. In
realtà non è fatto di bello o non bello… semplicemente gli stranieri non erano
bene accetti, specie se erano francesi. Da quando Bonaparte diventò il Empereur des Français3 c’erano
un po’ di problemi in giro, e Mana l’ultima cosa che voleva è che Allen – il
bambino che trovò abbandonato ancora piccolo – vivesse in un posto dove prima o
tardi ci sarebbe stata una guerra.
«Proprio
non si può rimanere?» Domandò con voce flebile Allen, con viso innocente, Mana
annuì. «Almeno possiamo fare uno spettacolo?» Chiese poi gioioso, e speranzoso
in un “sì.” «Per favore, Mana.»
L’uomo
annuì, poi sorrise, «Dai, portiamo il palco nel villaggio, ti và?»
Era ormai
il tramonto, il cielo spagnolo era più colorato
rispetto a quello francese, pensava Allen, la volta era tinta di un arancione
accesso, macchiato da sfumature che variavano tra il rosa e il viola, azzurro,
del blu notte, ed ancora arancione.
Mana
sistemava tutto l’occorrente. Vecchietti e vecchiette furono i primi ad
arrivare, la siesta era già passata, il caldo lasciava spazio alla brezza
pre-notturna, subito dopo i più anziani vi erano i bambini più curiosi, che a
loro volta chiamavano i loro amici e fratelli, i più piccoli venivano
accompagnati dai genitori, da un angolo venivano i ragazzi più grande, dove vi
era anche Tyki, la folla attirava altra folla, formando un grande pubblico ai due
Pierrot.
Inutile
dire che Allen era felicissimo, era una delle sue prime performance, e si
sentiva abbastanza elettrizzato dalla presenza di Tyki, il quale era
tranquillamente poggiato su un muro lì di fronte.
Lo
spettacolo cominciò, semplice e gioioso, come la gente che lo assisteva.
Erano
bravi, non c’è che dire, erano molto
bravi, sotto gli occhi di coloro che abitavano aride terre, e che per qualcosa
da mettere sotto i denti lavoravano tutto il giorno.
Anche i
bambini furono coinvolti, in un gioco felice e puro, puro come il volto ed i
vestiti dei due pierrot, felice come Allen, quando si esibiva per quel
villaggio… quando c’era Tyki a vederlo.
L’albino
ancora non se lo spiegava perché aveva questa specie di ammirazione verso il
moro, era molto più grande di lui – una decina di anni buoni – ed erano due
persone distinte e separate nel loro modo di vivere: Allen era un pagliaccio e
Tyki un… Discolo? Aveva detto.
In quel
grande viale si espandevano grida di ogni tipo, dal “Bravo” a richieste come “Otra
vez!”4; di tanto in tanto Mana lanciava qualche sguardo al suo
figlioccio, vedeva com’era felice “Forse possiamo rimanere qui, ancora un po’.”
Pensava.
Lo
spettacolo continuò, fino a tarda sera, gli abitanti si ritirarono nelle
proprio case per cenare, Mana iniziò a togliere la baracca, per andare.
«Allen!» chiamò d’un tratto, il bambino lo raggiunse con alcuni birilli in
braccio, «Ti piace stare qui?» Chiese prendendo tra le mani gli oggetti
dell’albino, che rispose annuendo, «Sai…» Mana fece una breve pausa, posando
gli utensili dentro il grande scatolone azzurro, «Credo ci fermeremo qui per un
po’… !» Sorrise tranquillo. Il volto di Allen si riempì di gioia, saltò addosso
al padre, stringendolo al collo e gridando un sonoro “Grazie Mana!”
Continua,
Note finali: Allora,
blocchiamo sul nascere la domanda: ma se
Tyki è portoghese, perché parla spagnolo? Ecco.
Nella nostra mente abbiamo preferito
che Tyki parlasse spagnolo per un semplice motivo: le sue origini sono
portoghesi ma per vari motivi (che verranno spiegati nel prossimo capitolo)
siamo stati in un certo senso “costretti” a parlo parlare in spagnolo, anche
perché un “Olà garoto!” in Spagna non ci sembra il massimo, abbiamo comunque
messo qualche parola in spagnolo per rendere più “gradevole la lettura”,
speriamo che qualcuno lo recepisca con questo messaggio!
La guerra citata all’inizio è
realmente esistita, si tratta della guerra d’indipendenza spagnola -se non
erriamo-, cercavamo uno scenario per una poker pair ambientata in una guerra
“reale”, e questa ci sembrava più che buona.
Per puntualizzare: I personaggi
parlano tutti spagnolo, probabilmente Mana lo ha imparato ed insegnato ad
Allen, è poi ovvio che lo spagnolo di Tyki, quello di Allen e per esempio
quello del brigante sono diversi tra loro. Non c’è molta gente che fa questo
tipo di osservazione, ma giusto per prevenire x3
Per l’adattamento della trama
originale in questa AU, dovrete aspettare il prossimo capitolo, perciò abbiate
pazienza ~
Canzone utilizzata: ARiA - Vocaloid ( Traduzione / Romanji / Kanji
)
Traduzioni ♥
1- Hola
chico!: Ciao ragazzino!
2- Adiós chico!: Arrivederci ragazzino!
3- Empereur
des Français:
Imperatore dei Francesi
4- “Bravo”
“Otra vez!”: “Bravo”
“Ancora una volta!”