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Autore: ka_chan87    28/12/2005    9 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, cari lettori! Scusate se anche questa settimana pubblico con qualche giorno di ritardo…ma sapete le feste, una cosa e l’altra…e poi dovevo tutelarmi anche dal fatto che quasi sicuramente, più che leggere la mia ff, eravate più impegnati a fare baldoria e a fare scorpacciate di panettoni…perciò ho preferito pubblicare oggi.
Con mio sincero stupore, sono rimasta piacevolmente sorpresa del fatto che lo scorso capitolo abbia avuto così tanto successo…vi giuro, non lo avrei immaginato, anzi.
Per questo vi ringrazio davvero tantissimo, riuscite sempre a farmi contenta!^^
Senza troppi indugi, passerei subito ai ringraziamenti: Topomouse; Lorimhar (bè…noi due ci siamo sentiti anche oggi pomeriggio!^^ Sono felice che la scena di Kagome che trova il quadro della sua famiglia abbia avuto così tanti consensi…in effetti è un po’ toccante…! Per quanto riguarda lo ‘scontro ’ tra Kagome e Inuyasha… mmh…non è detto che mi venga voglia di farlo davvero! – il ritorno di The Change2! Però, in effetti Kagome l’ho fatta un po’ ‘wonder woman ’! Ma io adoro Kagome e, forse sì, a volte mi faccio prendere la mano…!^^’…Però non è ancora venuta fuori del tutto, quindi vedremo…! Grazie, comunque, dei soliti, lunghissimi e completi commenti! Un bacio); Elychan; raska81; Honey ( Benvenuta, nuova commentatrice!^^ Sai, a Inuyasha umano…non ci avevo proprio pensato, sinceramente…ma ti assicuro che lo prenderò in considerazione, visto che non è una cosa da poco…. Per il monologo…bè, se ce ne sarà occasione, perché no!^^); cri-chan (Allora…sperando che lo leggano in molto persone…al Cavaliere Supremo, sempre e comunque, è destinato un Drago d’Oro. Ecco, così spero di aver chiarito tutti i dubbi, visto che non sei l’unica ad aver avanzato questa domanda^^); Mech (Fiuu…meno male, sono contenta che il dialogo tra Miroku e Sango ti sia piaciuto! E mi fa piacere anche sapere che sono riuscita a commuoverti nel capitolo 12, quando Kagome e Kaede si salutano…. Mi fa davvero piacere!^^); dona; Hikari_Takahishi87 (La mia fanfiction, a quanto pare, fornisce molti spunti d’ispirazione! La cosa è molto gratificante! Perciò, per me, non c’è problema se vuoi dipingere qualche scena della storia!^^ Mi fa piacere che anche a te il dialogo Sango/Miroku sia piaciuto perché, in effetti, aveva la sua importanza. Per quel che riguarda il dipinto…le spiegazioni sono in questo capitolo…. E per quanto riguarda il Drago di Kagome…questo è un argomento per il quale non posso lasciare dichiarazioni ^^ Comunque grazie per il lunghissimo commento come sempre pieno di lusinghe e complimenti! Grazie davvero!). Bene, dovrei aver ringraziato tutti…se mi sono scordata qualcuno…chiedo venia!
Quindi, senza perdere altro tempo, vi lascio al capitolo, sperando che vi piaccia!
Intanto che ci sono, auguro a tutti un Buon 2006! ^^

16° CAPITOLO “ COME SI AVVERANO I DESIDERI?”

Un ragazzo alto, di bell’aspetto, con un’espressione allegra sul viso, si aggirava per uno dei corridoio del Palazzo Reale di Eldoras.
Il corto codino alla base della sua nuca ondeggiava lievemente, insieme ai suoi ciuffi scuri, ad ogni suo passo.
Quella mattina era davvero contento.
Quella, sarebbe stata la sua prima giornata di lezione.
Toc, toc.
Bussò un paio di volte ad una grande porta in legno chiaro lucido.
Sempre con un largo sorriso stampato sul bel volto, il ragazzo attese che qualcuno gli aprisse.
“Buongiorno Miroku!” lo salutò la proprietaria della stanza.
“Buongiorno a te, Kagome!” rispose al saluto, accentuando il sorriso.
“Vieni, entra” lo invitò la ragazza dai capelli corvini che, legati nell’abituale coda, ondeggiavano ad ogni suo movimento come seta pregiata.
“Oh, stavi facendo colazione?” domandò il ragazzo, vedendo un grande vassoio ricco di leccornie posate su un grande tavolo al centro della sala.
Essendo l’erede degli Higurashi, Kagome, come suo diritto, era stata fatta alloggiare in uno degli appartamenti reali.
Questo era davvero grande, dotato di un grande salone a mo di soggiorno, un ampio salotto che dava su un grande balcone a sua volta affacciato alla maestosa città di Eldoras, una larga camera da letto e, in più, un enorme bagno, dotato di un vero e proprio furo *.
“Forse ho fatto male, però mi sono fatta portare da mangiare per due… non so, se ti va, possiamo fare colazione insieme…” domandò titubante la ragazza, guardando di sottecchi il cugino.
Questi la guardò leggermente sorpreso inizialmente… da quello che aveva potuto osservare, sua cugina, di solito, consumava una modesta colazione al mattino… e se aveva fatto portare tutte quelle pietanze voleva dire che ci teneva in modo particolare a mangiare con lui. Sorrise, intenerito.
“Certo, più che volentieri” le disse dolcemente, posandole una mano sul capo. Kagome sorrise, le gote leggermente arrossate.
Si accomodarono su due raffinate sedie in ferro battuto, cominciando a consumare la loro colazione.
“Allora… sei contenta?” le chiese Miroku mentre sorseggiava una tazza di spremuta di mirtilli
“E me lo domandi?! Non sai che fatica è stata aspettare una intera settimana!” rispose eccitata Kagome, guardandolo con gli occhi luccicanti
“Bene, è importante essere motivati” rispose lui, assumendo un’espressione saggia
“Farò del mio meglio, te lo prometto!” il Cavaliere osservò la cugina, in quel momento con il volto segnato da una espressione risoluta. Sorrise
“Lo so Kagome. Non potrai mai deludermi” le rispose, sorridendole affettuosamente. La ragazza arrossì lievemente. Suo cugino era la persona, da quando era arrivata a Eldoras, a cui si era affezionata di più… e lo stesso valeva per Sango con la quale aveva stretto una preziosa amicizia.
Ma con Miroku era diverso. Lo ammirava.
Fin dalla prima volta in cui aveva sognato del loro arrivo si era accorta, seppur in maniera inconscia, del vasto potere del ragazzo…ma non solo questo…era stata colpita della sua forza d’animo e della sua grande generosità.
Fin da subito l’aveva vegliata, si era preoccupato per lei.
E durante quei giorni in cui aveva cominciato a studiare le era stato ancora più vicino.
Le aveva anche raccontato, mentre parlavano della Magia, della sua triste infanzia e adolescenza e, dopo aver ascoltato quante difficoltà avesse dovuto affrontare per arrivare dove era arrivato, la stima nei suoi confronti era aumentata ancora di più.
Certo, si sentiva in una sorta di soggezione di fronte a tanta abilità e competenza, ma… non lo temeva, sapeva che Miroku l’avrebbe sostenuta e che avrebbe fatto di tutto per aiutarla ad accrescere i suoi poteri.
Lo considerava quasi un fratello. Arrossì a quel pensiero. Aveva paura che ciò che sentiva nei suoi confronti lo avrebbe messo in imbarazzo.
In poco più di un mese si era ritrovare a provare cose, sentimenti che aveva sempre cercato di soffocare.
E ancora non capiva se stava facendo la cosa giusta. A volte la tentazione di indossare nuovamente quella maschera di freddezza che l’aveva accompagnata durante gli anni precedenti era tanta ma ora…c’era qualcosa che glielo impediva. Certo, non l’aveva abbandonata del tutto, in qualche modo si doveva pur difendere, ma non era più come prima. Era cambiata e in maniera anche profonda.
“Kagome?” la chiamò Miroku, facendola trasalire
“Eh? Ah, scusa… mi ero distratta” disse, accennando un sorriso.
Finirono di mangiare con tranquillità, infine decisero di avviarsi. Era ora di allenarsi.
Miroku la condusse all’esterno del Palazzo, dirigendosi verso l’ampio giardino della residenza degli Higurashi.
Però, in questa occasione, la portò in un’area del giardino che non aveva mai visto prima.
Si fermarono quando furono di circa un chilometro e mezzo lontano dal Palazzo, il quale rimaneva alle loro spalle.
“Non ero mai venuta qui…” disse Kagome, guardandosi intorno.
Quel luogo aveva qualcosa di strano. Era come trovarsi in una stanza… le cui pareti, però, erano formate da alberi e piante.
Al centro di questa specie di stanza – quadrangolare e di un diametro di circa otto metri - , distanti l’uno dall’altra circa due metri, vi erano quattro pilastri… o, almeno, così si potevano definire.
“Ma questi… cosa…” balbettò perplessa la ragazza
“Ti do il benvenuto nella Dimensione degli Elementi” le disse Miroku, avvicinandosi ai quattro pilastri
“Dimensione… degli Elementi?” ripeté, scandendo le parole, Kagome e guardandolo confusa
“Esattamente. Come avrai sicuramente notato questo non è un posto normale…”
“Direi proprio…”
“Questo luogo è stato creato tramite la Magia. È un campo di allenamento”.
Kagome si guardò nuovamente intorno. Quello… era un campo di allenamento?
“All’interno di questa ‘stanza ’, chiamiamola così, si trovano, con i loro pieni poteri, i cinque elementi: legno, terra, aria, fuoco e acqua” disse il ragazzo, volgendo lo sguardo verso i quattro pilastri.
Dirigendo il suo sguardo verso lo stesso punto, Kagome capì come mai quei pilastri erano tanto strani. Tutti e quattro erano sospesi nell’aria e ciascuno composto da uno dei cinque elementi.
Quello del fuoco, formato da una lunga e incandescente fiamma, talmente intensa che sembrava solida; quello della terra, formato da una colonna di terra che, aguzzando la vista, si muoveva in continuazione, contorcendosi quasi su se stessa; quello dell’aria, costituito da un continuo e intenso turbinio che, con la sua forza, formava una vera e propria colonna e, infine, quello dell’acqua, formato da una fluida e violenta lingua d’acqua, talmente intensa che, come per il fuoco, sembrava davvero solida.
Kagome contrasse le sopracciglia. Quattro. I pilastri erano solo quattro. Fuoco, terra, aria e acqua. E il legno?
“Tu hai nominato cinque elementi, ma io vedo solo quattro pilastri. Vuoi dirmi che la stanza stessa costituisce il quinto elemento?” disse la ragazza, sollevando lo sguardo verso il tetto di spessi rami e foglie verdi che aveva sulla testa.
“Ottimo! L’arguzia è un’importante qualità per un Mago – disse soddisfatto Miroku - È proprio come hai detto… questa stanza, queste pareti di tronchi e rami, costituiscono il quinto elemento che è, appunto, il legno. E la prima ‘prova ’ è superata!”
“In che senso, la prima prova?”
“Non credere che tutti quelli che sono venuti in questa stanza siano stati così abili nel capire quello che tu hai intuito così velocemente…. Io, ovviamente, ci sono arrivato subito, a suo tempo eheh!” ridacchiò, vantandosi, il ragazzo. Kagome sorrise divertita
“Bene, allora veniamo a noi”
“Cosa devo fare?” domandò impaziente la ragazza
“Prima di tutto devo avvisarti: per intraprendere, per affinare o anche solo per allenare questa formidabile e antichissima disciplina ci vuole pazienza. Le cose da imparare sono molte e ognuna più complicata dell’altra.
“Ti dico questo per la tua stessa incolumità. Se usi un incantesimo senza conoscerne affondo le caratteristiche puoi finire per gestirlo male e, alla fine, chi ne paga le conseguenze saresti solo tu.
Kagome, ciò che ti insegnerò potrai usarlo a tuo piacimento ma ricorda… la Magia è misteriosa e pericolosa, soprattutto. Tu hai un grande potere e ciò che meglio dovrai imparare sarà saperlo gestire. Non voglio spaventarti ma è necessario che io ti avverta di tutti i rischi possibili…. Anche se i tuoi intenti possono essere giusti e buoni, se li userai in modo scorretto… quegli incantesimi che tu impiegherai per fare del bene porteranno solo dolore, soprattutto nel tuo caso, visto che disponi di così tanta forza.
“A questo proposito, però, c’è una sorta di soluzione. Ti sei mai domandata, come mai, gli eredi della Famiglia Reale possiedano sia poteri spirituali che magici? La forza spirituale è in forte contrasto con quella magica. Sono due tipi di potere entrambi molto antichi ma profondamente diversi. Ciò che può aiutarti a gestire la forza magica che è in te è proprio il tuo potere spirituale che, come tu stessa ti sarai accorta, si è sviluppato in modo naturale.
“Nel mio caso è diverso, la Magia, in me, si è sviluppata, si è evoluta insieme alla mia crescita…ma questo solo perché io non dispongo, se non in maniera esigua, di poteri spirituali.
“In te, invece, che possiedi una forza spirituale molto forte, questa, sviluppandosi, ha frenato e, in un certo senso, bloccato la tua forza magica. Il tuo allenamento consisterà proprio nel liberare quest’ultima”.
Kagome rifletté attentamente su quelle parole… lei aveva il potere di distruggere, anche se mossa da buone intenzioni. Rabbrividì al pensiero. Lei desiderava acquisire, sviluppare i suoi poteri solo per aiutare tutti coloro che ne avrebbero avuto bisogno.
Le tornò alla mente il giorno in cui si erano incontrati la prima volta…nella sua mente il pensiero di sconfiggere Naraku ad ogni costo era così intenso che era arrivata addirittura a pensare che sarebbe passata sopra qualunque cosa pur di sconfiggerlo.
La cosa la scosse violentemente. Sì, la vendetta, ora, era la cosa che più le premeva ma…come aveva potuto pensare delle cose simili?
“Se… se ci fosse la possibilità, per sbaglio o per mia stessa volontà, che degli innocenti vengano coinvolti per via di un mio incantesimo… promettimi che farai di tutto pur di fermarmi, anche uccidermi” disse infine, rivolta al cugino e guardandolo con estrema serietà. Lui le restituì lo sguardo, intuendo i suoi pensieri.
“Mi chiedi molto ma… te lo prometto…” disse, assumendo, ora, un’espressione triste
“Grazie, so che ti ho fatto una richiesta difficile ma… è giusto così” disse lei, con un leggero sorriso sulle labbra.
“Forza ora!” esclamò Miroku, spezzando l’ atmosfera pesante che si era creata
“Direi ufficialmente aperto il nostro primo giorno di lezione. Per oggi non dovrai fare niente, se non concentrarti. Dobbiamo partire dalle basi e, nonostante ci sia bisogno di fare le cose il più velocemente possibile vista la situazione, in questo caso non si può fare. Non possiamo sottovalutare o tralasciare niente quando si tratta di Magia.
“Comunque, il tuo allenamento, per la prima fase, si terrà sempre qui. Questo perché la Magia è fondata sui cinque elementi. È da questi ultimi che dovrai imparare a sfruttare i tuoi poteri. La natura è a tua disposizione e può offrirti un’immensa fonte di potere se solo sai usarla nel modo giusto, è molto importante.
“Ciascun elemento può offrirti un modo diverso di poter impiegare i tuoi poteri. Ci sono elementi adatti solo per difendersi ed altri che si prestano per attaccare. Bisogna solo imparare a conoscerne le proprietà. Per esempio, il vento, è più adatto per gli incantesimi di difesa o di sigillo mentre il fuoco è l’opposto perché sprigiona la sua massima potenza negli incantesimi di attacco.
“Ricordati, inoltre, che la fusione tra la tua Magia e quella degli elementi può ampliare la tua capacità di penetrazione mentale e, cosa ancora più importante, ti consente di aumentare la sintonia magica con il tuo Drago, in modo tale che, in casi di necessità, tu possa attingere alla sua forza e viceversa”
“Sempre se avrò un Drago…” si lasciò sfuggire Kagome. Miroku la guardò… lui e la cugina avevano passato una intera giornata su questo argomento e, purtroppo, seppur avesse cercato di rassicurarla, questo non era avvenuto… ma era più che comprensibile.
“Quello che dovrai fare oggi sarà solamente sentire la forza degli elementi intorno a te. Devi entrare in sintonia con ciò che ti circonda. Non sarà una cosa facile, anche se tu sei abbastanza avvantaggiata dal fatto che hai dovuto imparare anche a gestire il tuo potere spirituale e, per cui, essendo tu una miko, sai concentrarti. Ma questo non basta…all’inizio riuscirai a sentire un elemento alla volta ma dovrai arrivare al punto di percepirli contemporaneamente. Ed è logico che, nel corso di una battaglia, dovrai saper richiamare tutti gli elementi nel minor tempo possibile…”
“Cosa devo fare di preciso? Cioè… è una specie di meditazione?” domandò Kagome
“In un certo senso, sì… ma io non posso dirti più di così… sei tu quella che deve mettere in pratica i miei insegnamenti”
“Allora posso fare a modo mio?”
“Assolutamente. Ognuno impara a gestire la propria forza a modo suo…” le disse il ragazzo, sorridendole.
“Bene” e, dicendo questo, si diresse verso un grosso tronco, si sedette sull’erba e appoggiò la schiena all’albero. Chiuse gli occhi, respirando profondamente. La cosa migliore era stare a diretto contatto con l’elemento stesso.
Miroku la osservò, per poi mettersi seduto anche lui. Anche se sapeva che la cugina possedeva una grande forza ci sarebbe voluto del tempo…conoscendo soprattutto la sua abitudine di voler fare le cose al meglio.
Si distese sull’erba fresca e profumata, mettendosi tra i denti il lungo gambo di un fiore, chiudendo gli occhi e godendo della pace di quel luogo.
Immerso in quell’atmosfera, la sua mente viaggiò tra i suoi ricordi… la maggior parte dei quali erano ambientati proprio lì. Oltre che il luogo dei suoi allenamenti, quello era stato anche il suo rifugio, il suo posto di meditazione… di fuga dalla realtà troppe volte così dolorosa.
Era da un po’ di tempo che non ci era tornato… si rese conto di quanto gli fosse mancata quell’atmosfera.
Inspirò a fondo, un sorriso a incurvargli le labbra.
A quel luogo potevano avere accesso solo chi era dotato di poteri magici, acquisiti e non. E ad Eldoras ce n’erano ma almeno, tra quelli… non vi era suo padre. L’unica persona dalla quale era sempre fuggito.
Miroku corrugò la fronte. In quel momento non voleva proprio pensare a suo padre… intanto che era lì ne avrebbe approfittato per fare uno degli esercizi di rilassamento che gli erano stati insegnati… era da tempo che non ne aveva occasione.


Lontano da lì se ne stava un annoiato mezzo- demone. Proprio perché magica, la Dimensione degli Elementi non era percepibile grazie al semplice fiuto… anche se, chiaramente, per un Drago era più che semplice individuarla.
Inuyasha se ne stava appollaiato su un grande albero di ciliegio, con un’espressione di pura noia dipinta sul volto. Sbadigliò sonoramente.
- Si può sapere che hai in questi giorni, Inuyasha? Sei sempre così scocciato… - la voce squillante di Harliem gli si insinuò nella mente. Il ragazzo abbassò lo sguardo sulla dragonessa che stava sotto di lui, accoccolata sul soffice prato, illuminata dai raggi del sole che facevano risplendere la sua corazza fiammeggiante
“Mi annoio!” brontolò quello in risposta, sbadigliando un’altra volta
- Mmh… chissà perché sei ridotto così proprio da una settimana… e guarda caso è giusto da una settimana che Kagome ha cominciato a studiare e ad allenarsi intensamente, tant’è che non la vediamo quasi mai… - disse il Drago, con un tono decisamente malizioso
“Cosa vorresti dire?!? Quella ragazzina non c’entra niente!!” sbraitò l’Hanyou in risposta con il volto arrossato
- Va bene, va bene, non ti arrabbiare! – ridacchiò Harliem mentre il Cavaliere la guardava storto.
Il suo viso assunse un’espressione imbronciata ripensando alle parole della dragonessa anche se… in effetti… non aveva tutti i torti…. Quello che gli mancava era… erano i continui battibecchi con quella ragazzina! In quelle occasioni poteva sfogarsi, era così facile far irritare quella Kagome – e la cosa valeva anche per lui….
Un sorrisetto divertito gli si dipinse sul volto mentre nella sua mente si affacciava l’immagine di una Kagome con le gote arrossate per la rabbia. Già, sentiva decisamente il bisogno di litigare con quella mocciosa.
Ma quella stupida era praticamente scomparsa da una intera settimana e, da quello che aveva capito, quello era anche il suo primo giorno di allenamento con Miroku che le avrebbe insegnato la Magia. Sul suo volto si dipinse un’espressione di disgusto mentre ricollegava quell’arcano potere all’immagine di Naraku.
“Oh, eccolo il nostro eremita!” una voce lo fece trasalire. Guardò sotto di sé e i suoi occhi si posarono sulla figura di Sango
“ ‘Giorno” biascicò, non troppo convinto.
“Accidenti, sei già in questo stato? E dire che è appena mezzogiorno!” disse la ragazza, infastidita. Sieg, di fianco a lei, sbuffò come suo solito, osservando il mezzo- demone
- Mi chiedo ancora del motivo per cui se ne stia sempre sugli alberi! Non è mica un gatto! – disse, sbuffando nuvolette di fumo mentre il suo Cavaliere rideva divertita per quell’affermazione
“Che c’è da ridere?!” la riprese Inuyasha, alzando un sopracciglio
“Oh, nulla!” fece finta di niente l’altra, volgendo la sua attenzione verso Harliem che, nel frattempo, le si era avvicinata per farsi carezzare
“Buongiorno piccolina! Sei sempre più bella, sai?” le disse affettuosamente la ragazza
- Oh, grazie! – rispose l’altra, gratificata da quelle parole mentre, invece, Inuyasha e Sieg le guardavano quasi disgustati
“Come mai qui?” le domandò poi l’Hanyou, scendendo, finalmente, dall’albero
“Niente di particolare… volevo un po’ di compagnia!” gli rispose sorridente lei
“E come mai hai scelto proprio me? Non credevo di essere così di compagnia…!” rispose l’altro, tra l’ironico e il sinceramente stupito
“Oh, bè, Kouga era impegnato, Kagome e Miroku non ci sono… rimanevi solo tu!”
“Ah…” riuscì a dire solamente, Inuyasha, non aspettandosi una risposta del genere.
Sango cercò di rimanere zitta ma, non riuscendo più a trattenersi, scoppiò a ridere
“Ahahah! Inuyasha! Avresti dovuto vedere la tua faccia! Ahahah!”
“Maledetta! Mi hai preso in giro!!” sbraitò lui, guardandola con occhi fiammeggianti
“Scusa… è che… ahahah!”
“Smettila di ridereee!!” urlò ancora l’altro, avvicinandosi pericolosamente alla ragazza del Nord. Ma non riuscì che a fare pochi passi perché Sieg si antepose al proprio Cavaliere, in difesa. Inuyasha si bloccò, guardandolo
“Ehi… cos’è quello sguardo?! Non voglio mica mangiarla!” disse, avendo notato lo sguardo inviperito del Drago
“Sì, Sieg… Inuyasha è un tenerone, non potrebbe mai farmi male!” lo prese ancora in giro Sango
“Cosa sarei io?!?” sbraitò sempre più irritato
- Sango, meno male che sei arrivata! Almeno adesso ha smesso di sospirare in quel modo così languido! – si intromise Harliem
“Ah sì? E come mai sospiravi in modo languido, Inuyasha?” gli chiese con tono malizioso Sango mentre Harliem se la rideva
“Ma quale modo languido! Non stavo nemmeno sospirando!!” urlò, sempre più rosso
“Ma perché perdo tempo ancora con voi?!?” disse poi, mettendosi una mano sulla fronte
“Su, su… infondo ti diverti, non è vero?” gli disse Sango, sorridendogli
“E adesso che c’è anche Kagome è ancora più divertente! E poi è così carina quella ragazza!”
“Ma quale carina e carina?!? È solo una mocciosa viziata e capricciosa! Altro che carina, è una vera e propria racchia!” disse l’Hanyou con aria convinta.
Sango e Harliem si lanciarono uno sguardo di intesa mentre Sieg le guardava quasi rassegnato e compatendo il mezzo- demone che non aveva capito con chi aveva a che fare. Comunque, almeno, lui non gli dava più di tanto fastidio… colui che non sopportava era quel polipo di un Miroku! Al solo immaginarsi il volto lussurioso del Cavaliere, il Drago cominciò a sbuffare con gli occhi arancio che lampeggiavano d’ira.
“Una racchia, eh? Ma se quando l’abbiamo vista la prima volta te la sei mangiata con gli occhi!” riprese Sango, rivolgendo uno sguardo malizioso all’ Hanyou… era troppo divertente metterlo in imbarazzo!
“M- ma non… non è vero!!” sbraitò quello col volto arrossato. La ragazza del Nord stentava a non ridergli in faccia.
“E poi chi è che le è corso dietro per consolarla il giorno in cui è venuta a conoscenza della sua identità?! E devi essere stato anche bravo visto che è tornata insieme a te come se l’avessero riempita di tranquillanti!”
“Non dire assurdità… è stato solo per… per…” balbettò il ragazzo, senza riuscire a trovare un’argomentazione valida
“Per…?” lo incalzò Sango, avvicinandoglisi e guardandolo in attesa.
L’Hanyou deglutì a vuoto, sempre più agitato… non era da lui rimanere senza parole… cosa che, ultimamente, accadeva sempre più spesso e sempre per colpa di Kagome. Quella ragazzina gli stava creando un mucchio di problemi, anche se non c’era lei stessa presente.
“Ehi, ehi, che succede qui?! Parlate di cose piccanti e mi escludete?” una voce interruppe quell’imbarazzante conversazione e Inuyasha ringraziò all’infinito quell’intrusione propizia
“Oh, Miroku!” disse Sango, abbandonando la sua attenzione dall’Hanyou
“Ma… quella è Kagome! Cos’è successo?!” domandò, agitata, vedendo l’amica sulle spalle del Cavaliere, incosciente, e avvicinandosele
“Oh, non ti preoccupare, è per via dell’allenamento. Come al solito, ha voluto strafare!” le disse quello in riposta, sorridendo. Inuyasha guardò il volto della ragazza sulle spalle del Majutsushi… sembrava davvero esausta
“Inuyasha!” lo richiamò Miroku
“Mmh?” mugolò quello
“Potresti portare Kagome nel suo appartamento?” gli chiese, porgendogli la ragazza tra le braccia.
“M- ma perché devo farlo io?!?” sbraitò l’Hanyou, prendendo meccanicamente tra le sue braccia Kagome
“Perché io devo parlare urgentemente con Sango! Su, ora vai!” insistette, spingendolo da dietro
“Va bene, va bene! Basta che la pianti! Tsk, che scocciatura!” e con quest’ultima lamentela, il mezzo- demone si avviò verso il Palazzo Reale.
Sango e Miroku lo guardarono allontanarsi, la ragazza priva di sensi tra le sue braccia.
“Allora… - cominciò Sango, osservando il Majutsushi mentre si accoccolava all’ombra di un grande albero – Di cosa mi devi parlare?” gli chiese
“Eh? – disse l’altro, guardandola allibito – Ah! No, niente, quella era solo una scusa!”
“Intendi dire che non è vera la storia che mi dovevi parlare?! Ma perché?!”
“Oh, niente… pensavo solo che Inuyasha sarebbe stato contento!”
“Certo che sei proprio strano, tu!” esclamò la ragazza del Nord, sedendogli accanto. Il ragazzo dal codino se ne accorse e, fulmineo, stava già per entrare all’attacco quando, ancora una volta, la sua mano venne bloccata dall’altrettanto fulmineo intervento di Sieg che, ora, si ritrovava con la sua mano tra i denti.
“Accidenti!! Sieg, mi fai male!!” piagnucolò il Cavaliere, cercando di ‘riappropriarsi ’ del proprio arto
“Miroku, ormai dovresti saperlo che quando c’è Sieg non puoi fare nulla!” gli disse tranquillamente Sango mentre l’altro, finalmente libero dalla morsa del Drago, soffiava sulla nuova ferita
“Non importa! Nessun ostacolo potrà impedire al mio amore di trionfare!” disse plateale, in risposta, il ragazzo, mentre la Sango sospirava rassegnata
“Comunque… com’è andata la prima lezione?” gli chiese, cambiando totalmente argomento. Anche l’espressione di Miroku mutò. Sul suo viso, infatti, si dipinse un largo sorriso insieme a uno sguardo di completa soddisfazione
“Come ho già detto… faremo scintille, io e Kagome!” si limitò a risponderle, lasciandola perplessa. Ma poi anche lei sorrise, vedendo la sue espressione così soddisfatta.


“Ma tu guarda questa come se la dorme beata!” borbottò Inuyasha mentre, con ancora tra le braccia Kagome, si dirigeva verso l’appartamento di quest’ultima.
Nonostante l’apparente scocciatura nel dover accompagnare proprio lui quella ragazzina nella sua stanza, stava procedendo lentamente, come per paura di svegliarla.
Con calma, raggiunse il primo piano superiore per poi dirigersi verso l’ala in cui stavano le camere reali.
Annusando l’aria riuscì a individuare l’appartamento da cui, seppure lievemente, proveniva l’odore della miko… un odore davvero particolare. Tanto particolare quanto buono.
Facendo attenzione, aprì la porta dell’appartamento, senza emettere il minimo rumore.
Si guardò intorno, stupendosi della grandezza e della bellezza delle stanze, ognuna con un proprio tema decorativo.
Quasi immediatamente riuscì a trovare la camera da letto. Si diresse perciò verso il grande letto a baldacchino adagiando su di esso, con estrema delicatezza, una Kagome ancora addormentata.
La coprì con una coperta leggera per poi sedersi su una sedia lì vicino al letto e rimanendo ad osservarla.
Il suo non sembrava un sonno tranquillo… il suo viso era contratto in un’espressione tesa e il suo respiro a volte era irregolare. Si chiedeva cosa potesse tormentarla anche nel sonno.
Comunque… nonostante il viso non fosse rilassato… era innegabile che Kagome fosse davvero bella.
Nonappena formulò quel pensiero arrossì violentemente ricordandosi anche la figuraccia che aveva fatto poco prima con Sango.
Era impazzito. Ne era consapevole.
Appoggiò le braccia sul letto e vi nascose il viso.
Come poteva pensare certe cose proprio lui? Primo: non gli interessavano le donne, figurati una mocciosa! Secondo: non aveva tempo da perdere in cose simili – mica era Miroku! Terzo: …una terza motivazione…non riusciva a trovarla.
Rialzò lo sguardo verso Kagome guardandola con un’espressione indecifrabile. Una miscela di emozioni erano dipinte sul suo volto, così intense da farlo star male.
“M- mmh…” sentì mugolare la ragazza e spaventandosi pensando che si stesse svegliando. Ma non era così… era semplicemente agitata… forse stava avendo un incubo.
“Mi… mi dispiace…” la sentì biascicare mentre alcune lacrime scendevano da uno dei suoi occhi chiusi.
Rimase impietrito di fronte a quella scena. Che i suoi rimorsi, i suoi sensi di colpa fossero così profondi?
Ma… non sembrava affatto… tutte le volte che l’aveva vista… non gli era mai parso che la ragazza soffrisse in modo particolare.
Come…come poteva, come riusciva a soffocare in quella maniera tutto quel dolore? Come poteva farlo gravare in quel modo sul suo animo?
In quel momento comprese appieno il rimprovero che gli fece Sango giorni prima, quando aveva avuto l’ultimo litigio con Kagome.
Ma forse, in realtà, lui sapeva benissimo quanto quella ragazza stesse soffrendo solo che….
Sbuffò. Tanto non poteva fare niente.
La guardò ancora, asciugandole, poi, alcune della lacrime che erano sul suo viso.
Poi, si alzò bruscamente e se ne andò, senza più rivolgerle alcuno sguardo.

[...]

Alcuni giorni dopo una Kagome completamente ripresa dal primo allenamento, si trovava nella grande Biblioteca delle Ere intenta a sfogliare l’antichissimo libro del sovrano Eldeor.
Ovviamente, non era venuta a sapere del fatto che giorni prima era stato proprio Inuyasha a portarla nella sua stanza altrimenti sarebbe scoppiato, sicuramente, un putiferio.
E non si era potuta accorgere nemmeno di qualche particolare, visto che lei e l’Hanyou non si erano più ‘incontrati ’.
“Allora…” disse pensierosa, sfogliando lentamente, pagina per pagina, l’antico tomo.
“Possibile che Eldeor non abbia scritto niente a proposito…? Ah, ecco!” esclamò entusiasta, avendo trovato ciò che cercava.
‘ La Cerimonia del Destino ’.
Questo, il titolo del paragrafo.

‘ La Cerimonia che vede la scelta da parte del Drago Supremo nei confronti del Cavaliere Supremo prende il nome di Cerimonia del Destino, che si differenzia dalla Cerimonia della Scelta.
Il nome cambia proprio perché l’erede della Famiglia Reale è destinato a essere un Cavaliere, e, in particolare, a essere il Cavaliere Supremo, come è destino che il suo Drago sia il Drago Supremo.
Lo scopo della Cerimonia, comunque, non si discosta di molto da quello della Cerimonia della Scelta, poiché, infatti, l’erede della Famiglia Reale deve limitarsi a sfilare davanti all’unico uovo di Drago, quello che è venuto alla luce lo stesso giorno della sua nascita.
La Cerimonia è più una formalità che altro, perché è sicuro che il Drago Supremo scelga l’erede della Famiglia Reale.

“Grazie tante per l’incoraggiamento, Eldeor…” sbuffò Kagome, richiudendo il libro.
Più andava avanti a leggere e più capiva che per lei non c’era speranza.
Volse lo sguardo verso il grande orologio appeso alla parete che segnava le cinque e mezza del pomeriggio.
Guardandolo di sbieco, prese tra le braccia il pesante tomo che fino a quel momento le aveva dato solo brutte notizie e lo andò a riporre nel solito posto.
Non sapeva che fare…era così demoralizzata che non aveva nemmeno voglia di allenarsi con la Magia – cosa assolutamente inconsueta per lei.
Cominciò a domandarsi quando il Governatore le avrebbe permesso di affrontare la Cerimonia del Destino, ormai era decisamente preparata. Anzi, se non si fosse tolta il pensiero il prima possibile sarebbe impazzita!
Sentendosi giù di morale, decise di far nuovamente visita alla stanza che, così per caso, aveva trovato, ovvero quella in cui era custodito il meraviglioso dipinto della sua famiglia.
Con calma si incamminò e, raggiunta, sicura del fatto che, come la volta precedente, non vi avrebbe trovato nessuno, aprì tranquillamente la porta per richiudersela alle spalle sospirando rumorosamente con gli occhi chiusi.
Quando li riaprì si stupì di vedere la camera illuminata e non avvolta nel buio come, invece, lei l’aveva trovata la prima volta.
Rimase immobile per qualche istante mentre nella sua mente vorticavano una serie di spiegazioni per quella cosa.
Dopo un po’, però, si accorse di non essere sola e spostando lo sguardo verso il dipinto, incrociò un paio di occhi blu mare.
“Governatore?!” esclamò sinceramente stupita “Che… che ci fate qui?!”
“Potrei farti la stessa domanda, Kagome” ridacchiò l’altro vedendo l’agitazione della ragazza.
“Bè… ecco io…” balbettò quella in risposta… già la prima volta in cui era venuta in quella stanza le era sembrato che lei, in quel posto, non avrebbe dovuto esserci… ma in fondo quello era un ritratto della sua famiglia, aveva tutti i diritti per poterlo guardare!
“Non ti preoccupare…puoi avvicinarti, non ti mangio!” le disse, sempre sorridendole. Kagome gli si affiancò volgendo lo sguardo verso la tela.
Rimasero così, in silenzio, ad osservare i volti sorridenti del dipinto, per alcuni istanti, finché non fu proprio la ragazza a interrompere quell’atmosfera
“Perché… si trova qui?” chiese, riferendosi al dipinto. Il nobile Takehiko non le rispose subito e abbassò lo sguardo come per riflettere
“Non è una motivazione che abbia senso, in effetti…” borbottò sempre fissando il pavimento
“In che senso?” domandò Kagome, confusa per quella risposta così strana
“Il dipinto… in origine si trovava nella Sala del Parlamento… l’ho fatto spostare io…. Non riuscivo, non sopportavo il fatto di avere continuamente davanti agli occhi i volti di coloro che non sono riuscito a proteggere…” disse flebilmente, rivolgendole uno sguardo intriso di dolore.
Fu lei, questa volta, ad abbassare lo sguardo… tante, troppe persone avevano sofferto per colpa di Naraku.
“Non… - cominciò, poi, titubante – non è colpa… tua…” era la prima volta che gli dava del tu. Lui sgranò gli occhi per la sorpresa, felice più che mai che, finalmente, l’amata cugina, la figlia di colui che aveva sempre considerato come un fratello, gli avesse dato del tu.
D’istinto l’abbracciò, lasciandosi sfuggire anche qualche lacrima, dovute sia alla gioia che ai rimorsi dei tanti, troppi errori commessi.
“Perdonami Kagome… perdonami…” le sussurrò, sempre tenendola tra le sue braccia. Lei ricambiò la stretta, sentendo tutto il sincero affetto che Takehiko provava per lei.
Dopo alcuni istanti, i due si staccarono, il Governatore riappropriandosi della sua usuale compostezza seppur si potesse leggere chiaramente il dolore nei suoi occhi blu scuro.
“Ti chiedo scusa anche per il giorno in cui ti ho rivelato la verità… sono stato decisamente brusco”
“Ormai è passato… non sei il solo ad aver commesso degli errori…” gli rispose lei, abbassando lo sguardo.
“Ah!” esclamò poi, ricordandosi che doveva parlargli urgentemente
“Ta… Takehiko…” balbettò leggermente rossa in viso, non sapendo se poteva chiamarlo per nome
“Non preoccuparti, mi fa piacere se mi chiami per nome” ridacchiò quello, rassicurandola
“Devo parlarti a proposito della Cerimonia del Destino…” gli disse, con sguardo serio.
“Vuoi sapere quando potrai sostenerla?” le domandò, anche lui con sguardo serio
“Sì. Ormai sono decisamente preparata, ho studiato tutto ciò che mi è stato consigliato di sapere…. E forse ho saputo anche troppe cose…” disse, riferendosi al probabile e quasi sicuro fallimento della sua Cerimonia. Il governatore capì al volo a cosa la ragazza si riferisse ma non disse nulla…anche se era la sua stessa preoccupazione e lui, come altri, erano quasi del tutto sicuri che Kagome, purtroppo, non sarebbe diventata un Cavaliere.
“Hai ragione… e poi adesso hai anche gli allenamenti di Magia da affrontare… sarebbe il caso di farla al più presto, ci avevo già pensato. A proposito… come va con la Magia? Miroku ti sta insegnando bene?” le chiese, con un viso estremamente severo quando pronunciò il nome di Miroku
“Oh, sì! Miroku è eccezionale, non avrei potuto desiderare insegnante migliore. Mi sento a mio agio con lui e, inoltre, è decisamente competente” gli rispose lei, sorridendo.
Il Governatore non si era aspettato una risposta del genere e ne rimase un po’ stupito… ma in realtà lui sapeva bene quanto il figlio fosse abile nella sua disciplina
“Ti chiedo di scusarmi…” le disse l’uomo, abbassando lo sguardo. Ancora una volta aveva sottovalutato Miroku, ancora una volta lo aveva trattato ingiustamente.
“Dovreste… chiarirvi…” gli disse lei, riferendosi al rapporto tra padre e figlio.
“Sì… un giorno, forse… ci riusciremo…” rispose flebile l’altro
“Ma adesso – riprese, con voce più sicura – Dobbiamo pensare a te. Non ha senso aspettare ancora… dopodomani ho deciso che si terrà la tua Cerimonia del Destino”.
“Bene” annuì Kagome. Finalmente si sarebbero tolti il pensiero.
“Si è fatto tardi…” disse poi il nobile Takehiko
“Già… non me ne ero accorta…” osservò Kagome, guardando al di fuori della finestra il cielo imbrunito
“Volgiamo andare insieme?” le chiese il Governatore, indicando la porta. Lei annuì, sorridendogli.

Dopo essersi separata dal cugino, Kagome uscì dal Palazzo per andare nei giardini e, in particolare, per andare nella Dimensione degli Elementi. Tutte le volte che vi era andata con Miroku, anche se doveva allenarsi, non aveva potuto fare a meno di notare come riuscisse a rilassarsi in quel luogo.
Con passo sicuro ma anche tranquillo, la raggiunse in pochi istanti e, senza nemmeno la necessità di dover utilizzare un qualche tipo di incantesimo, la stanza l’accolse nella sua tranquillità e silenziosità.
Si distese sull’erba morbida, osservando, per quello che poteva visto che un fitto tetto di rami e foglie le bloccava la vista, il cielo stellato.
“Dopodomani…” sussurrò. Due giorni e finalmente avrebbe scoperto ciò che le riservava il destino.
Quell’unica sensazione di liberazione che aveva finora provato all’idea che, finalmente, si sarebbe liberata di quella tortura, venne affiancata dalla paura.
Era da tanto tempo che non avvertiva quella sensazione in maniera così intensa. Sapeva che per lei non c’era la minima possibilità di diventare Cavaliere e allora perché? Perché quella paura, capace di immobilizzarla?
“Perché… perché io… voglio essere un Cavaliere…” disse mentre diverse lacrime le solcavano le guance. Questa volta non si vergognò del suo pianto perché era vero, lei non desiderava altro che poter essere un Cavaliere. E il comprendere, il capire che non lo sarebbe mai diventata… la faceva impazzire dal dolore.
Rimase lì, rannicchiata su se stessa, a piangere per un futuro che non avrebbe mai visto, per un desiderio che non avrebbe mai realizzato.


“Kagome non è venuta nemmeno sta sera…”.
Sango, Miroku e Inuyasha si trovavano nella taverna del primo piano sotterraneo per consumare la loro cena.
Avevano aspettato fino a quel momento prima di mangiare, sperando nell’arrivo della ragazza.
“Sarà stanca… gli allenamenti di Magia sono molto impegnativi, non preoccuparti Sango” cercò di rincuorarla Miroku anche se pure lui era leggermente preoccupato.
“Non è solo questo… praticamente si fa vedere solo da te…” disse l’altra, dispiaciuta di non riuscire più a vedere l’amica.
“Non è bel periodo questo, per lei…” Miroku fissò lo sguardo sul suo boccale di birra chiara, ripensando alla frustrazione della cugina.
“Posso disturbarvi?” li interruppe una voce dietro di loro
“Oh, buonasera Governatore!” lo salutò Sango, seguita da un cenno di Inuyasha e dalla completa indifferenza di Miroku che volse lo sguardo e bevve qualche sorso della sua birra.
“Scusate se ho interrotto la vostra cena, ma volevo avvertirvi che… dopodomani si terrà la Cerimonia del Destino di Kagome” per poco il ragazzo dal codino non si affogò, tanta fu la sorpresa.
“Co- cosa?!?” esclamò, stupito, guardando il padre.
“È stata lei stessa ad incitarmi perché decidessi di fargliela affrontare” lo informò Takehiko.
Miroku rimase in silenzio a riflettere su quanto appreso. Chissà dov’era Kagome adesso….
“Ovviamente voi vi prenderete parte. Se lo vedete, informate anche Kouga. Per l’orario vi farò sapere” disse loro per poi soffermare lo sguardo su Miroku come a volergli dire qualcosa. Ma poi si volse e se ne andò, così com’era venuto.
Il Majutsushi guardò il padre allontanarsi… cos’era quello sguardo che gli aveva rivolto?
“Che facciamo?” lo fece trasalire la voce preoccupata di Sango
“Che vorresti fare? – le disse Inuyasha con il suo solito tono brusco – Ormai è già tutto deciso, noi non possiamo fare niente”
“Come puoi parlare così?! Kagome è una mia amica, è naturale che mi preoccupi per lei!”
“Non ho detto che non ti devi preoccupare… solo che mi sembra una cosa inutile, in questa circostanza…”
“Ma che di-”
“Avanti, non è questo il momento per litigare. L’unica cosa che possiamo fare per Kagome è starle vicino. Ma, mi raccomando, non dobbiamo farle pesare più del necessario questa cosa” disse Miroku, guardandoli seriamente. Sango annuì mentre Inuyasha emise un semplice “Feh!”.
“Ora però sarà meglio mangiare, altrimenti si fredda tutto!” cercò di smorzare, sempre il ragazzo dal codino, l’atmosfera e, in qualche modo, ce la fece.
I tre ripresero a chiacchierare tranquillamente anche se il pensiero della loro amica rimaneva.

Kagome, nel frattempo, ancora nella Dimensione degli Elementi, cercava di calmarsi.
L’unica cosa che adesso voleva, era andare a dormire per poter momentaneamente dimenticarsi di ciò che, inevitabilmente, l’attendeva….
Si alzò lentamente da terra, respirando profondamente.
Lo stabilirsi a Eldoras aveva avuto ripercussioni devastanti su di lei… non si poteva dire che a Kandem avesse mai avuto una vita tranquilla… ma almeno una certa stabilità emotiva l’aveva sempre mantenuta.
Invece da quando aveva messo piede lì… tutto era cambiato… e senza che lei avesse potuto farci niente.
Uscì dalla ‘stanza ’ e con calma si diresse verso il Palazzo. Ora che ci pensava…non aveva nemmeno cenato… e non aveva nemmeno visto gli altri.
Ormai era una settimana che non usciva più con loro, a parte Miroku, con cui, però, si vedeva solo per allenarsi.
Si stava comportando ingiustamente soprattutto con Sango che si era sempre preoccupata per lei.
Domani, dopo gli allenamenti, l’avrebbe cercata e si sarebbe scusata.
Cercando di farsi notare da meno persone possibile, si diresse velocemente, una volta entrata nel Palazzo Reale, verso i suoi appartamenti, desiderosa di mettersi sotto le coperte e di dimenticarsi del mondo.
Una volta raggiunti, si chiuse la porta alle spalle, sospirando. Poi si diresse verso l’enorme bagno, decidendo di rilassarsi nella grande vasca, prima di coricarsi.
Aveva bisogno di distendersi, con la speranza di riuscire a pensare a niente.
Mentre era immersa nell’acqua calda, si domandò se il Governatore avesse già avvertito Miroku e gli altri. Sicuramente.
A questo pensiero le si configurò, nella mente, il volto saccente di Inuyasha che, per sua fortuna, dopo il loro ultimo litigio, non aveva più visto.
Ovviamente ci sarebbe stato anche lui alla sua Cerimonia…e la cosa la infastidiva particolarmente oltre che innervosirla. Lui, dall’alto della sua superbia, non si sarebbe meravigliata se l’avesse schernita per un suo più che probabile fallimento.
Ma poi le rivenne in mente anche il giorno in cui, in un certo senso, l’aveva consolata, mentre era in preda alla disperazione più totale per essere venuta a conoscenza della verità.
Quella volta… anche se con i suoi soliti modi un po’ bruschi… l’aveva compresa, l’aveva capita.
E lei, per la prima volta dopo tanti anni… aveva pianto proprio davanti a lui.
Arrossì al pensiero. Quel dannato aveva fatto di tutto perché lei si fosse messa a piangere!
Terminò di fare il bagno con il volto contratto in una buffa espressione corrucciata ripensando all’Hanyou che, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a farla irritare… ma la consolò il fatto che, però, lei riusciva ad avere lo stesso effetto su di lui.
Indossò una leggera e lunga vestaglia per poi, finalmente, stendersi sul grande letto a baldacchino dai tendaggi blu notte e mettersi sotto le coperte.
Sentì la piacevole sensazione dei muscoli distendersi e un leggero sorriso le si dipinse sul volto.
Prima che un qualsiasi tipo di pensiero le si affacciasse alla mente, chiuse gli occhi, sperando che, presto, la stanchezza l’avesse condotta nel mondo dei sogni.
Lì, almeno, qualche consolazione l’avrebbe potuta avere.

FINE 16° CAPITOLO.

* CURIOSITÀ
Furo: bagno tradizionale giapponese, in genere composto da una vasca da bagno con adiacente una zona formata da un pavimento con scarico dove ci si lava.

Uff, finito.
Non so perché, ma ultimamente faccio una gran fatica a scrivere…sarà perché sono nel fervore artistico del disegno….
Non so, lo scorso capitolo, nonostante la fatica, mi avete detto che è riuscito bene lo stesso…spero che la stessa cosa valga per questo.
Però ne sono contenta perché, finalmente, si è parlato di Magia.
Non vedevo l’ora, tant’è che ho fatto passare una settimana – intendo nel capitolo – proprio perché avevo una gran voglia di parlarne. Su questo argomento ho scritto cose che sono venute dalla mia testa anche se, sicuramente, sono stata influenzata da racconti fantasy e cose del genere. Spero che gli esperti in questo campo – come Lorimhar! – non si scandalizzino per le probabili castronerie che ho scritto anche se, come ho detto, tutto quello che ho detto, è frutto della mia immaginazione.
Sono contenta, comunque, anche del rapporto tra Kagome e Miroku. Io questi due personaggi li ho sempre visti bene insieme, da un punto di vista fraterno. Perché, tralasciando il suo carattere così libertino, ho sempre visto Miroku come una persona matura e, in un certo senso, come una guida.
Sono abbastanza soddisfatta anche della parte con Inuyasha…non credo di averli fatti avvicinare troppo lui e Kagome…almeno, lo spero. Non mi piacciono le cose fatte di fretta….
Bè, spero solo che sia di vostro gradimento.
Aspetto vostri commenti e vi saluto, augurandovi ancora buone feste e, soprattutto, un Buon 2006 ^^.
Baci,
ka_chan

  
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