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Autore: Edward    30/01/2011    4 recensioni
[Red + Green] [no-pairing]
Una volta Green gli aveva persino scritto, giusto per lamentarsi un po' -giusto per fargli sapere con una certa ironia che almeno al suo funerale era obbligato ad andarci, a costo di perseguitarlo sotto forma di Gengar per il resto dei suoi giorni- che un Seviper lo aveva morso. Lì, in mezzo all'erba che proprio non aveva visto, quello stupido serpente l'aveva morso alla gamba - e lui era quindi costretto a letto da due giorni.
(Il veleno non ha effetto anche per gli esseri umani, se non ti muovi.)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Titolo: Prelude

Titolo: Chatty Gossip

Fandom: Videogame!Pokémon

Pair: Red + Green

Genere: Generale

Rating: Verde

Avvertimenti: One-Shot, Missing Moments

Conteggio Parole: 834 (701 senza descrizione ciclamino)

Note: Nata inizialmente seguendo uno dei tempi della Maritombola (Ciclamino) pubblico la fic su questo account non iscritto all’iniziativa per motivi personali. In ogni caso l’idea appartiene alla Maritombola, che ringrazio per la stupidità che mi ha fatto tirare fuori, anche se ufficialmente la fic non vi partecipa.

Il titolo cita uno dei modi in cui Green chiama ironicamente Red in Rosso Fuoco/Verde Foglia – per l’appunto,chatty gossip’.

 

 

 

Chatty Gossip

 

 

Red si trovava sul Monte Argento ormai da un paio di anni -nessuno aveva ancora capito il perché di tale improvvisa decisione- e si era quindi disabituato alla frenesia del mondo al di là di quel pezzo enorme di roccia e neve che era ormai la sua casa.

Le notizie gli arrivavano parche e irregolari, dal Pidgeot mostruosamente enorme di Green, che gli scriveva giusto per tenerlo informato sulle nuove scoperte del Professore, sul nuovo Campione della Lega –un tizio di nome Lance fissato con i pokémon di tipo Drago- e sulla Palestra di Smeraldopoli che lo stesso Green aveva deciso di rivendicare dopo la scomparsa di Giovanni. Era il loro modo per sentirsi, per far sapere l'uno all'altro che andava tutto bene -nonostante le risposte di Red spesso e volentieri non superassero le tre righe, punti di sospensione compresi- e che la distanza, in fin dei conti, non era poi così orribile. Un battito d'ali e, volendo, i reciproci mondi sarebbero stati nuovamente a portata di mano.

Una volta Green gli aveva persino scritto, giusto per lamentarsi un po' -giusto per fargli sapere con una certa ironia che almeno al suo funerale era obbligato ad andarci, a costo di perseguitarlo sotto forma di Gengar per il resto dei suoi giorni- che un Seviper lo aveva morso. Lì, in mezzo all'erba che proprio non aveva visto, quello stupido serpente l'aveva morso alla gamba - e lui era quindi costretto a letto da due giorni.

(Il veleno non ha effetto anche per gli esseri umani, se non ti muovi.)

Quando Red aveva letto quel messaggio, quindi, era rimasto qualche istante in silenzio. Aveva alzato lo sguardo, scrutando le pareti umide della caverna, e aveva sbattuto le palpebre un paio di volte - come se fosse consapevole di aver pensato per la prima volta a qualcosa di particolarmente inusuale. Si era alzato in piedi, con il borbottio rumoroso di Charizard a fargli da sottofondo, e aveva mosso qualche passo verso un piccolo vaso di terra che aveva accolto poco tempo prima nella propria dimora. Era l'unico germoglio di fiore che era riuscito a trovare, in tutta quella neve, e con il tempo lo aveva visto crescere e sbocciare. Poi lo aveva portato all'interno delle pareti, dove c'erano meno freddo, e se l'era tenuto per un po'.

In quel momento, riguardandolo, gli era venuto in mente che alle persone malate -ferite, avvelenate, paralizzate, forzatamente addormentate- si mandavano dei fiori, dei biglietti d'auguri e dei palloncini. Ora, biglietti di buona guarigione e palloncini Red non ne aveva, ma aveva dei fiori - un, fiore. Così lo aveva preso, lo aveva dato all'ingombrante pokémon dell'amico malato e gli aveva fatto segno di portarlo al suo padrone.

Era un ciclamino.

 

 

Quando Green si ritrovò quel fiore terribilmente rosa tra le mani -Pidgeot si era rifiutato di tenerlo troppo a lungo tra le zampe e glielo aveva rifilato con un verso scontroso- inizialmente non seppe cosa farsene. Lo osservò di lato e sottosopra, da lontano e da vicino, chiedendosi nel frattempo se buttarlo o meno.

Era terribilmente indeciso -tanto che le punte delle dita cominciavano a pizzicargli per la precisione chirurgica con cui teneva il gambo del fiore- quando voltando lo sguardo quello gli cadde sul comodino affianco al letto, pieno zeppo di piccoli regali di fan e parenti - nonché di fiori, biglietti di buona guarigione e, in effetti, deliziosi palloncini colorati. C'era un oggetto in particolare, un libro regalatogli dalla madre, che inizialmente non aveva minimamente considerato. Parlava di fiori, dei loro nomi e dei significati nascosti che ogni petalo sembrava portare.

Green osservò il libro, e il ciclamino. Prese il primo in mano e si poggiò il secondo sulle gambe, scorse le prime pagine e lesse quello che la descrizione che stava cercando gli proponeva:

 

~ ~ ~

 

Ciclamino

 

Nel terzo secolo Teofrasto scriveva che il ciclamino veniva usato per eccitare l’amore e la sensualità.

Il nome deriva dal greco kuklos che vuol dire cerchio e, proprio per questo, alcuni studiosi, associando la forma del fiore e il termine etimologico all’utero femminile, ritenevano che la pianta fosse capace di facilitare il concepimento.

In passato si pensava che l’estratto di ciclamino fosse un toccasana contro i morsi dei serpenti più velenosi; di qui l’attribuzione al fiore di poteri magici, la capacità di allontanare il maleficio e di influire sulle vicende amorose. L’essenza del ciclamino è ritenuta portafortuna. Nel linguaggio dei fiori vuol dire diffidenza, proprio perché nonostante la sua bellezza e i suoi presunti poteri magici, le sue radici contengono una, seppur minima, quantità di veleno.

 

~ ~ ~

 

 

Green lesse una, due volte e si rese conto di non riuscire a leggere la parola ‘concepimento’ una terza volta. Rimase immobile qualche istante, quindi chiuse il libro e lo poggiò nuovamente sul comodino. Sopra vi posò anche il ciclamino, con particolare cautela, e lo lasciò lì - senza dire nulla. Quindi si stese, si rigirò nelle coperte e pensò che mai -mai più- avrebbe guardato Red allo stesso modo.

 

 

Chatty Gossip

Fine

 

   
 
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