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Autore: alessiasc    30/01/2011    1 recensioni
cambiato titolo! (seisolamenteilrumorediunsogno) -- La vera storia di quella ragazza era dettata dal suo debole cuore, così facilmente frantumabile, al tatto caldo e bagnato di sangue che incessantemente era fuoriuscito dalle profonde ferite a lei inflitte, forse ingiustamente, ma sempre nello stesso punto, su cui lei, ogni sera, passava il cotone umido, per alleviare il dolore.
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Si stava chiedendo se l'avrebbe rivisto di nuovo, un secondo prima di incontrarlo. I loro sguardi si erano incrociati ed entrambi avevano sentito un calore salire lungo la schiena. Brividi. Gli passò affianco, e i loro occhi ancora erano uniti tanto che sembravano uno solo.
E da quella mattina, cercò, tutti i giorni, di trovarsi a quell'ora in quello stesso posto, per riprovare le stesse, meravigliose, emozioni. E ci era riuscita. Riusciva, di nuovo, a vederlo ogni giorno e ogni giorno, riusciva a perdere il respiro che rimaneva appeso al filo e che l'Oceano e la Nocciola creavano. Un filo che conteneva tutto, quasi un tunnel, lungo e preciso, che cominciava in lui e finiva in lei. Ora lo vedeva sempre, anche quando non era lei a cercarlo: le si presentava davanti e lei perdeva un anno di vita, per lo spavento.
Tutti i giorni, sperava di essere preparata all'ondata di emozioni che l'avrebbe avvolta, e tutte le volte, quando lo vedeva, si trovava impreparata, e le emozioni la facevano tremare, balbettare e sorridere come una bambina.
"Hai da accendere?" "No."
Era stata la loro prima e unica conversazione, in quel periodo. E lei l'aveva così maledetto, perchè sarebbe bastato un  "sì" a mandare avanti quel che poteva essere l'inizio di qualcosa. Però era felice, perchè era riuscita a combattere la sua più grande paura: la voce le era uscita sicura, decisa, ferma e anche seducente, e ne era molto, molto fiera.
E Novembre se n'era andato, e anche Dicembre, ed entrambi, pensando l'uno all'altra, avevano inaugurato il nuovo anno bevendo ottimo Champagne, con il sorriso sulla bocca. E poi Gennaio era passato veloce davanti ai loro occhi. Se solo pensavano per quanto tempo, durante le vacanze, avevano aspettato che la scuola iniziasse solo per vedersi di nuovo. Di nuovo, ancora, fino a Giugno. Sguardi veloci, battiti cardiaci e rischio d'infarti. Però ne valeva la pena, valeva la pena sedersi su quelle sedie davanti ad uno scorbutico professore che per ore non fa altro che ripetere le stesse, stupide, monotone cose. Valeva la pena prendere un due, un tre, un sei, un dieci. Valeva la pena subirsi tutti i richiami, le note, fare verifiche e morire durante l'interrogazione più difficile dell'anno. Ne valeva la pena solamente per quei pochi istanti prima, e successivamente anche dopo, le lezioni. Lui per lei. Lei per lui. Erano l'unico, l'unico motivo al mondo che li spingeva - anche durante scioperi, manifestazioni, giorni di festa o di riposo - a svegliarsi alle sei del mattino e trascinarsi fino a quella benedetta fermata dell'autobus dove il loro piccolo mondo si apriva e in un secondo si chiudeva di nuovo, lasciandoli poi, però, felici e spensierati per tutta la giornata. Un sacco di volte, M aveva incontrato o intravisto la ragazza davanti alla sua scuola, forse per pura casualità, forse no.
Una mattina come le altre, A si svegliò presto e si vestì per bene, si pettinò i capelli lunghi e biondi dietro le orecchie, per poi passarli davanti, dandogli un senso di ribellione. Uscì di casa e camminò verso il suo paradiso, lentamente, con la testa bassa. Arrivò, finalmente, dopo quello che le era sembrato un tempo infinito, alla fermata, alzò gli occhi con un sorriso sulle labbra, pronta a trovarsi davanti la solita bellezza che era quell'amato ragazzo che era così abituata a vedere, e invece - le pupille le si allargarono, le braccia cominciarono a tremare di rabbia e le lacrime cominciarono a pulsarle sugli occhi, lacrime che però non bagnarono mai la pelle di lei - si trovò davanti la scena che più aveva temuto, che più aveva cercato di evitare, che però era sempre stata lì, nella sua mente, pronta ad uscire a tenerla sveglia la notte, pronta a distruggerla del tutto. Eccolo, e odiava ammettere che era bello, meraviglioso, perfetto come sempre, mentre con le braccia stringeva forte un altro corpo caldo, che lo stringeva a sua volta, premendo le labbra contro quelle di M, labbra dischiuse che lasciavano che le loro lingue, veloci, giocassero. E ogni movimento uccideva A poco di più.
La ragazza, si voltò dall'altra parte e solo con la coda dell'occhio riuscì a scorgere i due che si staccavano lentamente e lo sguardo del ragazzo amato su di lei. A proseguì dritto, con la testa alta, e si sentì come se stesse perdendo dei pezzi: ad ogni passo, era più vuota, più inutile. Ad ogni passo perdeva la voglia di farne un altro, la forza di muovere un muscolo. Ad ogni passo, il suo cuore mancava un battito, e quando finalmente era lontana, così lontana che non riusciva a vederli nemmeno piccoli come un puntino, si lasciò cadere a terra, priva di forze, priva di cuore, priva di anima.
Solo una cosa le era rimasta, la mente. Mente che, come lei aveva già previsto, non mancò a ricordarle, tutti i secondi di tutti i giorni - anche i più belli, soleggiati, divertenti - quell'immagine, che la perseguitava anche nei sogni.

   
 
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