Capitolo 4
Maybe I was stupid for telling you goodbye
Maybe I was wrong for
tryin’ to pick a fight
I know that I’ve
got issues
But you’re pretty
messed up too
Anyway, I found out
I’m nothing without you
Cuz we belong together now
Forever united here somehow
You got a piece of me
And honestly
My
life
would suck without you
Forse
sono stata stupida per averti detto addio
Forse ho sbagliato ad attaccare briga
So di aver avuto dei problemi
Ma sei abbastanza incasinato anche tu
Comunque, ho scoperto che non sono niente senza di te
Perché
noi ci apparteniamo ora
Per sempre uniti qui in qualche modo
Hai preso un pezzo di me
Ed onestamente
La mia vita senza te farebbe schifo.
Kelly Clarkson – My life would suck
without you
Megan
Non
sapevo cosa mi fosse preso.
Forse
ero stata troppo esagerata. Si
probabilmente, sì.
Ma
ormai avevo sprecato la mia ultima opportunità.
D'altronde
cosa avrei potuto fare?
Stringergli
la mano, sorridere e fingere che
andasse tutto bene?
No,
mi dispiace, ormai ho cambiato mentalità.
Non
voglio più soffrire. Voglio essere sincera.
La
sua faccio ormai era impressa nella mia mente.
Era
arrabbiato con me.
Leggevo
nei suoi occhi un odio così profondo da
farmi accapponare la pelle.
Era
tutto così facile prima di sapere della sua esistenza.
Era
tutto così dannatamente più facile quando non
sapevo chi fosse Justin Drew Bieber.
Ma
ormai, ormai…Era finita.
Se
ti dicessi che mi manchi, cosa faresti?
Se
ti dicessi che mi dispiace, cosa penseresti?
Se ti dicessi che ti amassi, mi sorrideresti ancora?
-Meg
vieni qui-.
Chaz
mi avvolse tra le sue calde braccia.
Appoggiai la testa tra l’incavo del suo collo e la sua spalla
sinistra.
Singhiozzai
forte.
Cercando
di far uscire tutta la frustrazione,
l’odio per Lui, per me stessa.
Piangevo.
Il trucco lo sentivo colorare con le mie
lacrime.
Lacrime
nere.
Nere
come la tristezza, il dolore…Nere come
l’odio.
Odio.
Odio. Odio.
Mi
odiavo.
Perché
avevo agito così?
Lui
non mi aveva fatto niente. Niente.
Justin
quella volta, al concerto, non sapeva di
avermi illuso con quella stupida mano, non sapeva che per lui avevo
passato
notti insonni.
Lui
non lo sapeva. E neanche io sapeva niente di
lui.
-Megan…scusa-
Sussurrò Chaz.
E
questo mi fece stare ancora più male.
Lui
non si meritava tutto questo.
Chaz…perdonami
Fu
quello che pensai quando sciolsi il suo
abbraccio e uscii velocemente dalla macchina.
Pioveva.
Mi
fermai in mezzo al marciapiede e alzai il viso
al cielo.
Era
notte fonda ormai, delle piccole gocce si
appoggiarono al mio viso, mescolandosi con
le lacrime di poco prima.
Sapevo
che stavo aspettando qualcosa che non
sarebbe arrivato mai. Perché mi ero illusa così
tanto?
Perché
avrei dovuto lottare per dei sentimenti che
non sarebbero mai stati ricambiati?
Perché
avrei dovuto legare il mio cuore ad una
persona che non aveva niente da offrirmi, se alla fine avrei sofferto
ancora di
più?
Perché
avrei dovuto rischiare così tanto quando sapevo
che sarebbe stato tutto inutile?
Ero
ancora lì sotto la pioggia, a piangere come
un’idiota.
Chaz
mi stava cercando ma a me non interessava,
ormai ero sotto casa e lui sapeva che non mi sarei persa nel mio
quartiere.
Non
volevo piangere per una persona che non mi
meritava, ma niente da fare, le lacrime continuavano a scendere, senza
fermarsi.
Mi
sentivo un mostro.
Quante
volte avevo preteso a me stessa di dimenticarlo,
ma non c’ero mai riuscita… Ormai avevo capito:
Era
impossibile dimenticarlo.
Una
volta era tutto
più facile,
Non potevo smettere di
sognare, non potevo perchè avevo bisogno dei sogni come
dell'ossigeno...Avevo bisogno di continuare a
sognare per alzarmi
ogni mattina e convincermi che sarebbe andato tutto bene, avevo bisogno dei sogni
perchè alle volte sognare è
l'unica cosa che resta, l'unica alternativa. Ero drogata di sogni e non
ne
potevo farne a meno.
Entrai
in casa stando attenta a non fare rumore ed
entrai in camera mia chiudendo la porta.
Mi buttai
sul letto e di nuovo le lacrime iniziarono a scendere.
Dovevo
fare una cosa. Dovevo prendere posizione.
Presi
il telefono e digitai il suo numero.
“Thu..Thu..Thu”
Oh
andiamo Chaz, rispondi!
Poi
ecco:
-Pronto?-
-Scusa-
Lo dissi velocemente e di getto.
-Scusami
tu Meg… Non pensavo che succedesse quello
che…Beh quello che è successo-.
Sospirai
e mi stropicciai gli occhi con le mani.
Costruire
un sogno costava tanta fatica, lo sapevo,
ma la fatica più grande sarebbe stata demolirlo, ed io,
sinceramente, ero
stanca di sprecare le mie forze per niente.
-Ho
bisogno di un favore- Aggiunsi.
-Dimmi
tutto-. Disse lui disponibile e allegro.
Sorrisi.
Grazie Chaz, sei un tesoro.
Questa
volta ce l’avrei fatta. Avrei fatto
chiarezza nella mia mente e, nel mio…cuore.
***
Se avessi
αvuto gli occhi αperti, αvresti
cαpito che ero pαzzα di te.
Per
te αvrei fαtto
quαlsiαsi cosα. Mα tu
questo non l'hα mαi cαpito.
Ma
ti perdono.
Non
è colpa tua. E il mio fottuto orgoglio quello che mi ha
fregato.
Ero
arrivata.
Mi
trovavo in una piccola radura.
Camminai,
spostando le erbacce che ostacolavano il mio percorso.
Erano
le otto di mattina, la sera precedente avevo chiamato Chaz e gli avevo
chiesto
dove avrei trovato Lui oggi.
Mi
aveva detto che si trovava qui, in un radura in culo al mondo, mi aveva
consigliato
di non andarci, Lui veniva spesso qui per pensare e star da solo,
quindi non
voleva nessuno che gli ronzasse attorno, ma io me ne ero fregata.
Sorrisi
e sospirai.
Feci
qualche altro passo, incerta, poi mi fermai, di nuovo.
La
mia sicurezza prese a vacillare.
Cosa
cavolo stavo facendo?
E soprattutto, perché lo stavo facendo?
Mi guardai in torno, piante e alberi verdi, ecco cosa vedevo.
Si
sentiva che erano i primi di marzo.
L’aria
era fredda ma il sole splendeva luminoso nel cielo.
Chiusi
gli occhi e lasciai che i suoi raggi mi riscaldassero il viso, come
delle
carezze.
Sai
mamma, avevi proprio
ragione, devo continuare a sognare e mai arrendermi.
Non
ha senso vivere se
non si sa puntare in alto.
Ripresi
a camminare, fiduciosa di me stessa come non mai, andai sempre dritta,
come mi
aveva detto Chaz.
Poi
lo vidi.
Era
di spalle, lanciava dei sassi nel laghetto di fronte a me, e quindi a
noi.
Feci
qualche passo e mi fermai dietro di lui. Se avessi allungato una mano
l’avrei
toccato facilmente.
-Tutti
sbagliamo, tutti.- Sussurrai. Lui
sussultò e si girò
velocemente verso di me. Gli sorrisi ed andai
avanti…
-Tutti
ne siamo consapevoli. Tutti poi ce ne pentiamo. Sbagliare è
umano. Pentirsi è
relativo allo sbaglio commesso, però...Esserne consapevoli ?
Quella è la parte
peggiore.- Sospirai - Mi dispiace Justin, ti chiedo scusa-
Si
alzò e mi abbracciò di slancio.
Ma
che…?
-Non
pensavo pensassi questo di me, mi dispiace se
ti ho ferita in qualche modo-. Eravamo ancora abbracciati, avevo il
mento
appoggiato sulla sua spalle e le sue mani mi cingevano la schiena,
protettive.
Sorrisi
nonostante non riuscivo ancora a capire il
perché di tutta quella confidenza.
-Non
è questo- Sciolse l’abbraccio e mi
guardò negli
occhi.
-E
solo che…E’ una storia lunga-
-Mi
piacciono le storie lunghe, e poi di tempo ne
ho-. Sorrise e mi fece segno di sedersi vicino a lui.
-Ti
ricordi quando hai fatto l’asta di
beneficienza al Balboa Theatre?- Lui annuii confuso.
-Ecco,
hai presente quando hai portato sul palco
la tua One Less Lonely Girl?-
-Sì…-
-Le
hai dato la mano, davanti di lei c’ero io,
credevo la volessi dare a me, poi quando ti ho visto salire sul palco
con lei mi
sono sentita morire, mi ero illusa-. Un sorriso amaro prese forma sulle
mie
labbra.
Justin
era immobile e silenzioso.
-Capisco,
e…-
Lo
guardai con insistenza.
-Mi
dispiace-.
Risi
amara.
-Justin
non è colpa tua, nemmeno sapevi che ero
innamorata di te!-. Poi mi bloccai di colpo, l’avevo detto.
-Eri…Eri
innamorata di me?-
-Sì-.
Rise
stanco.
-Megan.
Come fai ad amare una persona quando
nemmeno la conosci?-.
Stetti
in silenzio e distolsi lo sguardo da lui.
-Come
immaginavo…-. Sentivo che stava sorridendo,
poi non ce la feci più e
scoppiai.
-Come
cazzo fai a sopportare tutto questo?-. Il
suo sorriso ebbe un lampo di incertezza.
-Questo
cosa?-.
-Oh
andiamo Bieber! Non fingere con me! So che il
tuo sorriso è finto, so che quello che parla nelle
interviste non sei tu, e so
anche che non sei quel ragazzo che fai finta di essere-.
Rimase
spiazzato.
E
poi fu lui a distogliere lo sguardo da me.
-Tu
non sai niente di me!-.
-Lo
so! Aiutami a conoscerti! Aiutami a capirti!-
Gli urlai queste parole in faccia.
-Perché
dovrei?-
Iniziai
a piangere per la frustrazione.
-Perché…Perché…Io
voglio conoscerti! Non c’è un
motivo. Sento il bisogno,
quasi fisico,
di doverti conoscere!-.
-Megan
sai che piangere non serve a niente?- Era
scettico e distaccato.
-Lo
so cazzo! Non lo faccio apposta-. Lo guardi
infuriata.
Justin
si alzò dal masso dove era seduto.
-E
adesso dove vai?- Gli chiesi infuriata.
-A
pisciare, vuoi venire anche tu?- Mi chiese
sarcastico.
-Fa
presto- Aggiunsi.
Mi
fulminò con
lo sguardo per poi dileguarsi nella radura.
-Secondo
me questo soffre di personalità multipla-
Aggiunsi.
-Prima
fa tutto il carino e poi si incazza
con niente-
Sospirai. –Ragazzi-
-Parli
anche da sola? Non pensavo fossi così tanto
fuori di melone- Un Bieber divertito mi si pose davanti.
-Senti
da che pulpito viene la predica- Aggiunsi
seccata.
Mi
porse una mano, la quale la guardai inorridita.
-Ancora
con sta storia del concerto?- Disse
scocciato.
-Ahah
no. L’hai lavata vero? Non vorrei prendermi
qualche malattia degenerativa-. Aggiunsi secca.
Guardò
la sua mano e poi me, per poi ridere.
-A
dire il vero no, non l’ho lavata-.
Mi
si inginocchiò davanti, anche lui tra l’erba
verde e i fiori profumati.
Avvicinò
la sua mano al mio viso, la guardai
inorridita.
-Oh, non
oserai mica…- Lo fulminai con gli occhi.
-Scommetti?-
Sorrise furbo.
-Dai
Justin, per favore, parliamone- Deglutii.
-Adesso
vediamo chi soffre di personalità
multipla- Disse per
poi buttarsi sopra
di me e farmi il solletico.
Lo
picchiai, gli diedi dei pugni e delle pacche,
ma niente. Lui continuava.
Ed
io urlavo.
-Ahah…Justin!
Il ahah..Il solletico..noo!-.
-Oh
sì invece!-
-Mi
ahaha…mi vendico dopo!-
-Che
paura!- Disse lui sarcastico per poi
scoppiare a ridere.
Era
sopra di me. Le sue gambe intrappolavano le
mie, e le sue mani toccavano abili la mia pancia, facendomi morire dal
ridere.
Con
le braccia cercai di fargli il solletico ma
niente, non sembrava nemmeno accorgersene.
Così
gli diedi un
pugno. Un bel pugno sulla mascella.
-Tieni
stronzo!- Urlai ridendo.
Intanto
lui si era accasciato per terra, massaggiandosi
la guancia.
-Stronza!
Mi hai fatto male!- Ululò.
- Te
la sei cercata!- Continui a ridere, tendedomi
con le mani la pancia, mi facevano male gli addominali da quanto stavo
ridendo.
Si
stese supino, chiuse gli occhi e incominciò a
canticchiare, come se niente fosse, evidentemente quella di prima era
tutta una
sceneggiata.
Lo
guardai stupita.
“Noooooo
non soffre di personalità multipla”.
-Ehi!-
Gli diedi una pacca sul braccio.
-Mmh?-
Teneva ancora gli occhi chiusi.
-Sai
una cosa? Quasi quasi ti faccio compagnia!-.
Esclamai sorridendo.
In
quel momento ero davvero felice.
Mi
distesi sull’erba di fianco a Bieber.
Girai
la testa verso di lui per poi accorgermi che
anche lui mi stava fissando.
Aveva
la bocca dischiusa e il sole illuminava i
suoi occhi, rendendoli oro puro.
-Sai
che sei molto bella?- Mi chiese.
Arrossii
e poi guardai il cielo.
-Sai
Bieber, la bellezza non è tutto. Senza la
gentilezza, la simpatia, l’ottimismo, la voglia di vivere,
non si va avanti. Forse
non hai capito che non sono come le altre con cui di solito hai a che
fare…-
-Lo
so- Lo guardai meravigliata. Si era tirato su
con i gomiti.
Mi
stava guardando dritto negli occhi,
sorridendomi.
-Tu
sei Megan-. Continuò -Tu non giudichi un libro
dalla copertina, tu prima lo leggi e poi dici se ne è valsa
la pena. Tu
affronti le tue paure e tutto ciò che cerca di distrarti dal
tuo obbiettivo. Sei
testarda e guerrigliera.
Quando
qualcosa va male, piangi e ti
butti giù,ma alla fine ti dici
“Sì, ce la posso fare” e
fai vedere a tutti
chi sei! Questa sei tu!- Mi sorrise dolcemente.
Ero
rimasta spiazzata, a bocca aperta.
-Lo
sai che sembri un pesce? Hai gli occhi spalancati
alla massima potenza!- La buttò
sul
ridere.
Sorrisi
e poi mi gettai su di lui, buttandolo per
terra.
-Idiota!-
Ridemmo tutti e due.
-Come
fai a sapere tutte queste cose su di me? Mi
conosci solo da due ore!-
-Semplice,
tu sei come me-.
Avevo
la testa appoggiata sul suo torace e lui mi
accarezzava i capelli.
Sorrisi
e guardai ancora il cielo.
Il
sole splendeva sopra di noi, ci guardava
allegro e felice.
Gli
feci l’occhiolino e risi.
-Perché
ridi?- Mi chiese dolce.
-Perché
non mi sarei mai aspettata che sarebbe
andata a finire così-
-Così
come?-
-Non
pensavo che avrei fatto realmente la pace con
te, e tantomeno non mi sarei mai immaginata di volerti bene-
-Perché
mi
vuoi bene?- Smise di accarezzarmi i capelli.
-Non
lo so…-. Mi sedetti a gambe incrociate vicino
a lui e lo guardai. –Tipo adesso, guardandoti, mi viene da
sorridere. E stavo
pensando…Che se ti portassero via da me, non potrei
più farlo, ed io
penso di aver sofferto anche già troppo,
almeno per adesso vorrei essere almeno un
po’…felice-.
-In
che senso hai sofferto troppo?- Si sedette
anche lui e con un braccio mi strinse a se.
Gli
sorrisi. –Adesso non mi va di parlarne,
scusa-.
-Non
ti preoccupare, sappi che se hai bisogno di
qualcuno con cui sfogarti io ci sono-.
-Grazie
Justin-
Rise,
di nuovo.
-Senti,
prima non sono andato a pisciare, sono
andato a fare una chiamata, e dato che mi hanno dato il consenso, ti va di
venire con me a fare un giro per LA?-
Spalancai
la bocca.
-Los
Angeles? Scherzi?- Chiesi incredula.
-Giuro!-
Rise.- Allora? Sei dei nostri?-
-Nostri?-
-Si
verrà me stesso ed io-
Lo
guardai spaventata.
-Tu
non stai bene- Aggiunsi.
-Probabile,
è colpa di quel demente di Christian
che mi ha contagiato!-.
Risi.
–E’ un tipetto forte!-
-Fidati-
Mi confidò serio. –Ti fa sclerale dopo un
po’-
-Vedo!
Basta guardarti!- Risi alzandomi in piedi.
-Ma
sentila!- Mi prese per i fianchi e
mi caricò sulle spalle.
-Che
fai?! Mettimi giù! So camminare nel caso non
te ne fossi accorto!-
-Taci
Meg! Goditi il momento!-
-Certo,
andare in giro a testa in giù è una
favola!- Dissi sarcastica.
-Bene!
Allora non lamentarti!- Evidentemente no,
non aveva capito il sarcasmo.
-Basta,
io mi rassegno- Dissi ridendo e quasi mi
soffocai con la mia stessa saliva.
Rise.
-LA
stiamo arrivando!- Urlò come un deficiente
incamminandosi nel sentiero che presto ci avrebbe portato alla strada.
“E’
inutile starsene lì a piangere, è
andata così, non come ti
aspettavi, ma devi accettare la situazione.. La vita va
avanti anche se
ti senti morire e vedi di rialzarti alla svelta prima che il tempo
passi e con
lui una nuova occasione di felicità..”
La
posta di V a n n y:
Scusate
il ritardo e la lunghezza del capitolo, di solito ne faccio di
più lunghi D:
Rispondo
alle recensioni e dico grazie in anticipo a tutte quelle splendide
persone che
hanno messo la storia tra le preferite e le seguite ♥♥♥♥
Peace
and Love
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